piazzale loreto

Presentato il progetto di riqualificazione di Piazzale Loreto

Trasformare il più caotico snodo di traffico della città in una grande agorà verde, anello di congiunzione tra corso Buenos Aires e via Padova. Trasformare Piazzale Loreto in un nuovo simbolo della Milano olimpica del 2026. È la rivoluzione di LOC, Loreto open community, il progetto vincitore della seconda edizione di Reinventing cities, il bando internazionale indetto dal Comune insieme a C40 che prevede l’alienazione o la costituzione del diritto di superficie di siti da destinare a progetti di rigenerazione urbana in chiave sostenibile. Il masterplan è stato presentato da un team multidisciplinare con capofila Ceetrus Nhood e realizzato grazie al contributo plurale di Arcadis Italia, Metrogramma Milano (coordinatore del Design Team), Mobility in chain, Studio Andrea Caputo, LAND, Temporiuso e Squadrati. LOC ambisce a trasformare piazzale Loreto da non-luogo a spazio aperto, inclusivo e sostenibile connesso con i quartieri che si affacciano su tutti i suoi lati. Partendo da una revisione strategica della viabilità, che garantirà comunque una capacità analoga a quella del nodo esistente, il masterplan restituirà alla città 24.000 m2 di spazio pubblico pedonale, di cui oltre 12.000 nella piazza (69% dell’area), a fronte dei 2.484 m2 utilizzabili oggi, e il restante distribuito tra via Padova e via Porpora. “A Milano – spiega il Sindaco Giuseppe Sala – stiamo vivendo una trasformazione urbanistica epocale. Molti progetti un tempo solo sulla carta stanno prendendo forma dando alla città una nuova fisionomia nata dalla visione innovativa e green dei migliori studi internazionali di architettura. Piazzale Loreto senza perdere la sua identità di snodo viario diventerà un luogo di socialità e incontro dove su più livelli i cittadini troveranno una grande area pedonale con alberature, sedute e fontane. Così stiamo cambiando il volto di Milano, rigenerando aree dismesse dove il passato deve lasciar posto al futuro o intervenendo su ciò che esiste creando bellezza e funzionalità e verde. È questo il nostro modo di reinventare la città”. “Loreto è una delle piazze più importanti di Milano e rappresenta la più grande scommessa di trasformazione di una piazza milanese dai tempi della pedonalizzazione di piazza Duomo – dichiara l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran –. Negli ultimi anni tante piazze sono cambiate, ne sono nate due nuove pedonali, di grandi dimensioni, come Gae Aulenti e Tre torri. Il progetto per Loreto ha la stessa potenza, con la differenza che rigenera un luogo esistente con l’obiettivo di rendere via Padova, viale Monza e via Costa delle nuove vie del centro di Milano, garantendo una crescita commerciale e pedonale a corso Buenos Aires”. “Una mobilità integrata, con un nuovo equilibrio fra pedoni, bici, moto e auto, per una migliore sicurezza stradale per tutti, e la conferma di un importante nodo di accesso al trasporto pubblico della rete metropolitana e di superficie – dichiara l’assessore alla Mobilità Marco Granelli –. Un cambiamento che già oggi è iniziato e che ci aiuterà a vincere la congestione del traffico e l’inquinamento dell’aria”. “Il concorso Reinventing cities – dichiara Hélène Chartier, Head of Zero carbon development per C40 – ha ispirato la collaborazione creativa di cui abbiamo bisogno per combattere la crisi climatica, con la capacità e creatività di architetti, artisti, ambientalisti e imprenditori. Reinventare le città è più di una competizione innovativa: sta aiutando a portare avanti una ripresa verde e giusta dalla pandemia per creare il futuro che vogliamo. Nonostante l’anno impegnativo, il numero dei partecipanti e la qualità delle proposte presentate per la seconda edizione del concorso a Milano sono eccezionali e la trasformazione di piazzale Loreto è un progetto faro. Dimostra come le città possono creare nuovi posti per le persone quando gli spazi vengono recuperati da quelli occupati dai veicoli e quando viene data priorità alla mobilità incentrata sulle persone”. “Dal popolarissimo programma di rigenerazione dello spazio pubblico di Piazze aperte ai progetti di Strade aperte che hanno aiutato questa città a uscire dalla pandemia, il Sindaco Sala aveva già trasformato Milano in leader mondiale nella progettazione di strade del 21° secolo” – ha detto Janette Sadik-Khan, Presidente della Commissione di giuria e principal di Bloomberg associates, società di consulenza pro bono che lavora con città e sindaci di tutto il mondo –. Ma non c’è posto al mondo come Loreto. Con questa rivoluzionaria riprogettazione di uno dei luoghi più iconici d’Italia, questa Amministrazione consolida la sua capacità di creazione di luoghi scandendo la tabella di marcia per una città più sicura, più equa e più sostenibile e riconsegnando ai milanesi la piazza che meritano”. “Questa vittoria rappresenta una grande soddisfazione e una grande responsabilità che siamo fieri di poterci prendere: essere attori protagonisti di uno dei più importanti progetti di riqualificazione urbana della città di Milano e d’Italia. – dichiara Marco Balducci, Amministratore Delegato di Ceetrus Nhood –. Vogliamo contribuire a creare una città del futuro a misura d’uomo, più resiliente, ecologica, che risponda alle reali necessità dei cittadini, che promuova nuove forme di mobilità e un commercio evoluto. Sottolineo l’importanza della valorizzazione sociale ed economica delle aree adiacenti e delle attività presenti nel contesto: il ritorno sociale sull’investimento (SROI) avrà indice 4: con un investimento di oltre 60 milioni, creeremo valore per la comunità di circa 250 milioni. La nuova piazza sarà un esemplare lavoro di co-costruzione tra pubblico e privato e sarà pronta ad accogliere le Olimpiadi Milano-Cortina”. La nuova configurazione della piazza: 69% di spazi pubblici e pedonali Il masterplan di LOC prevede la realizzazione di una grande agorà verde dove i gradoni, i percorsi ciclopedonali, gli elementi d’acqua e le nuove costruzioni delineano un nuovo punto di riferimento per il paesaggio urbano milanese. L’area si riconfigurerà come organismo architettonico aperto destinato alla vita di comunità, con un piano ribassato e ipogeo che sarà la vera piazza anfiteatro, flessibile e adattabile a diversi usi temporanei pubblici come concerti, manifestazioni, mercati, attività sportive e occasioni di aggregazione. Si prevede uno sviluppo dello spazio pubblico su tre livelli, per un totale del 69% della superficie: oltre alla piazza a raso già citata, si svilupperanno sulle aree a cielo aperto ottenute con l’apertura del

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De Corato (FdI) in Piazzale Loreto operazione ingorgo riuscita con successo

“Oggi, con buona pace della sicurezza stradale, la conclusione in piazzale Loreto del folle tracciato della pista ciclabile che collega piazza San Babila a Sesto Marelli. Linee tratteggiate bianche, linee continue gialle e uno spartitraffico per delimitare la corsia riservata ai ciclisti più insicura d’Italia”. Commenta così l’ex vice Sindaco di Milano ed Assessore regionale alla sicurezza stradale Riccardo De Corato i filmati e le fotografie che ritraggono piazzale Loreto questa mattina, non in un orario di punta. “Uno spartitraffico, del quale non se ne comprende la necessità, che compare improvvisamente in mezzo alla strada restringendo di fatto le corsie di chi si immette in rotonda ed intasando di conseguenza il traffico. Alla Giunta meneghina non importa il crescente numero di incidenti che coinvolgono biciclette e monopattini, come non importa l’esasperazione dei lavoratori che si spostano in auto, quello che conta è solo portare a termine il suo folle piano di cospargere Milano di piste ciclabili concludendo così con successo l’ operazione ingorgo“. “Per il Comune è bastato tracciare delle righe di vernice sull’asfalto per realizzare queste piste ciclabili, senza preoccuparsi minimamente del congestionamento del traffico e della pericolosità di questi tracciati. Addirittura, in questo caso, il percorso per le bici si interrompe con la fermata dell’autobus all’altezza del civico 1 di viale Monza. Anche il Codacons tempo fa, presentando un esposto alla Procura della Repubblica di Milano, ha sottolineato, come già in precedenza avevo fatto io con un altro esposto, la pericolosità di queste piste ciclabili così fatte. Persino gli ambientalisti, il mese scorso, tramite le parole del consigliere comunale del Pd Carlo Monguzzi hanno dichiarato che avrebbero preferito il percorso ciclabile venisse realizzato sui marciapiedi. Proprio come fatto dal centrodestra quando era al governo della città. Invece il Comune continua a non ascoltare nessuno – conclude De Corato – e tira dritto per la sua strada animato dalla solita foga green”.

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Manifestazione contro il degrado dei residenti nei dintorni di piazzale Loreto

Si è svolta ieri in via Andrea Costa la manifestazione dei residenti della zona contro il degrado che da ormai troppo tempo la caratterizza. I partecipanti si sono mossi in corteo partendo da piazzale Loreto, percorrendo via Padova e via Bambaia per poi tornare in via Costa, dove hanno simbolicamente impacchettate le panchine dei giardinetti, rifugio di balordi. I cittadini scesi in piazza chiedono: 1) la presenza costante e continuativa nel quartiere, specialmente negli orari serali e notturni e durante i fine settimana, delle forze dell’ordine e della Polizia Locale, anche nella strada interna relativa ai numeri dispari di via Costa. 2)  controllo e verifica dei documenti e delle licenze degli esercizi commerciali etnici della zona, in particolar modo quelli di via Bambaia e della parte iniziale di via Padova. 3) Rimozione delle panchine di via Costa ormai ad uso esclusivo di balordi e sbandati che popolano il quartiere. I commercianti della zona affermano che la vivibilità di un quartiere vale di più di ogni aiuto economico a loro dato e le molte donne presenti alla manifestazione sostengono di aver paura di tornare a casa già alle 17 di pomeriggio. Timore, il loro, che si amplifica con il calar del sole. I residenti promotori della manifestazione scenderanno ancora in piazza sabato 4 luglio p.v. con l’intento di richiamare e far porre l’attenzione delle Istituzioni su questa problematica. Alla manifestazione erano presenti l’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, Riccardo De Corato (FdI), il presidente del Municipio 2 Samuele Piscina (Lega) e il Presidente della Commissione Sicurezza del Municipio 2, Riccardo Truppo (FdI).

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Il museo della Resistenza in piazzale Loreto

Il museo della Resistenza in piazzale Loreto. La provocazione arriva da Andrea Bonessa, co-portavoce dei Verdi a Milano, ed è un modo per difendere piazza Baiamonti dall’idea di costruirci la seconda “porta”, cioè la terza piramide made in Feltrinelli. I verdi infatti hanno appoggiato le proteste dei cittadini che si sono ribellati alla cancellazione della piccola area verde sulla quale dovrebbe sorgere la suddetta piramide. A  quel punto l’assessore Maran e il sindaco Sala avevano tirato fuori il cilindro dal cappello: nella terza piramide ci facciamo il museo della resistenza. Ed ecco che per i protestanti non c’era più spazio, perché la Resistenza è uno dei pochissimi tabù rimasti alla sinistra italiana. Chi anche solo lontanamente non la venera è automaticamente fascista, come minimo. Ora però arriva il rilancio: Là, vicino al Corso, là in fondo al Corso c’è uno spazio che nessun giocatore ha pensato di occupare. Uno spazio che per i milanesi è il simbolo della resistenza. Là dove la resistenza è quasi nata e dove ha cantato la sua vittoria. Là in fondo c’è Piazzale Loreto. Quella piazza che per tutti i milanesi è il simbolo della lotta partigiana. Dell’inizio e della fine di quella battaglia mai totalmente vinta. Quella piazza che oggi fa parte del bando internazionale Reinventing Cities (https://www.comune.milano.it/-/reinventing-cities) per la sua riqualificazione. Un bando a caccia di idee per rigenerare – termine che piace per giustificare ogni intervento edilizio- quello che oggi è un crocevia di traffico mal gestito. E allora perché non fare qui il Museo della Resistenza, perché non al centro di questa rotonda (che proprio rotonda non è) e renderlo il simbolo di un ricordo, ancora e sempre più necessario, per tutti coloro che si tuffano nello shopping di Corso Buenos Aires o escono dalla città verso Est? I fondi ci sono. Quindici milioni dal ministero (gran bella mossa farseli promettere dal ministro Franceschini), due e mezzo già stanziati dal Comune e i sei dal palazzo di via Porpora. Potremmo realizzare un museo senza eguali (e l’invidia mi corre al museo della Shoa di Libenskind a Berlino), preservare una piazza a spazio pubblico senza svenderla al commercio e riconoscerle il ruolo simbolico che i milanesi le hanno da sempre riconosciuto. E liberare finalmente e definitivamente Baiamonti evitando uno spreco di suolo sicuramente evitabile. L’idea è indubitabilmente d’impatto, proprio poco tempo fa si era riaperta una polemica per uno striscione mostrato dai tifosi della Lazio, e in effetti è una bella fiche per i Verdi. Sicuramente non sarà apprezzata a destra come proposta, ma dalla sinistra sì. E potrebbe scatenare un dibattito molto interessante, visto che della Resistenza si può parlare solo bene. Invece un racconto completo, magari con una parte riservata ai vinti, potrebbe diventare un nuovo altare della memoria collettiva. Oppure solo una riuscitissima provocazione.

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