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Picchiò e rapinà donna, arrestato senegalese

Colpita con dei forti pugni al volto e poi anche morsicata sul viso. Così è stata rapinata una peruviana di 49 anni nel mezzanino della stazione ferroviaria di Porta Garibaldi, a Milano, tre giorni fa. Ieri l’aggressore, un senegalese di 22 anni, che stava scontando una pena per un’altra rapina in regime di affidamento in prova ai servizi sociali, è stato fermato dalla Polizia su disposizione del pm Leonardo Lesti. La donna ha raccontato nella sua denuncia di essere stata aggredita verso le 20 del 26 agosto e di essere stata “terrorizzata” dall’uomo che, dopo averla strattonata più volte e poi presa a pugni e a morsi, le ha portato via la borsa. Lei ha cercato prima di difendersi mordendolo su una mano e poi di chiedere aiuto, ma il rapinatore le avrebbe detto più volte “stai zitta, stai ferma”, prima di picchiarla. La donna per la paura si era accovacciata a terra e ha riportato un trauma cranico e una lesione al volto. ANSA  

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Si ubriaca e picchia la madre, arrestato

E’ andato a casa di un amico a cenare e guardare la finale di Champions e ha bevuto con lui e il padre una intera bottiglia di whisky. Finito il match e soprattutto finito il liquore, il papà dell’amico ha convinto il figlio a riaccompagnare il trentenne alticcio a casa, in via Del Sarto, a Milano. Una volta arrivato il ragazzo ha cercato dalla madre soldi per continuare a bere. E quando lei si è chiusa a chiave in camera da letto ha sfondato la porta continuando a inveire e dandole dei ceffoni. L’amico che era sceso, è rientrato e a cercato di fermarlo senza riuscirci. C’è voluto l’intervento del radiomobile dei carabinieri allertati dai due a fare smettere il trentenne, che e’ stato arrestato per maltrattamenti in famiglia. ANSA  

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Spacciatore marocchino picchia la compagna, arrestato

Un marocchino di 30 anni è stato arrestato dalla polizia per maltrattamenti in famiglia, dopo che ieri ha aggredito la compagna fino a mandarla in ospedale in codice giallo. E’ accaduto in zona Baggio nel pomeriggio. A chiamare le forze dell’ordine è stata proprio la donna, una 20enne, anche lei di origini marocchine ma nata in Italia. Agli agenti la ragazza ha dichiarato che era in corso tra i due una violenta lite e che temeva per la sua vita, dopo che la settimana scorsa il 30enne l’aveva minacciata di morte con una pistola. La donna, al momento dell’arrivo dei soccorritori era in stato di choc, tanto che è stata portata in ospedale al San Paolo, dove le sono state riscontrate lesioni in varie parti del corpo, un trauma cranico e uno alla spalla e un morso all’orecchio, con una prognosi di almeno 5 giorni. Nel frattempo gli agenti hanno trovato l’uomo e perquisito l’appartamento dove i due vivono insieme, e anche quello non lontano, in via degli Apuli, dove vive la ex moglie di lui. E’ qui che hanno trovato 28 grammi di marijuana, 94 di hashish, un bilancino di precisione e 3 telefoni cellulari con 7 schede sim. Tutti indizi che hanno portato a considerare che fosse uno spacciatore e a contestargli anche l’accusa di detenzione di droga ai fini di spaccio. Nelle due abitazioni, inoltre, sono stati trovati anche due coltelli con i manici laccati e la lama di 25 centimetri e una mannaia con la lama di 17 centimetri: le armi sono state sequestrate, vista la pericolosità del soggetto, e per lui è stato attivato il protocollo Eva contro i maltrattamenti. AGI  

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Picchia la compagna e aggredisce i Carabinieri, arrestato

Ha chiamato i Carabinieri dopo essere stata aggredita dal compagno, un italiano di 48 anni con precedenti. L’uomo è stato raggiunto dai militari verso le 12.30 in via dei Cinquecento e ha subito avuto una reazione violenta. Mentre i militari lo portavano via ha iniziato a colpire con calci e testate la portiera e il finestrino dell’auto, fino a ferirsi. L’uomo è stato arrestato per resistenza e danneggiamento cui si aggiunge una denuncia per atti persecutori e maltrattamenti nei confronti della compagna anche lei 48enne.

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Senegalese picchia la compagna, arrestato dalla Polizia Locale

L’Unità Tutela Donne e Minori della Polizia Locale, in collaborazione con l’Unità Centrale Informativa, hanno eseguito mercoledì scorso una misura di custodia cautelare in carcere per un cittadino senegalese, senza fissa dimora, accusato di maltrattamenti in famiglia e lesioni nei confronti della compagna, una donna italiana anche lei senza fissa dimora. L’uomo, O.F. di 27 anni, con diversi precedente penali, ha maltrattato la compagna, di 34 anni, picchiandola quasi quotidianamente da più di un anno. I primi episodi di violenza accertati risalgono alla primavera scorsa, ma fino a febbraio di quest’anno la donna, andata più volte al pronto soccorso per curare le lesioni, non ha mai voluto denunciare né comunicare il nome del compagno. Le indagini affidate all’Unità Tutela Donne e Minori, sono partite nel febbraio scorso quando la donna, ricoverata ancora una volta il 15 febbraio per le percosse subite, ha deciso di fornire le generalità del suo compagno affinché fosse perseguito. In questo ultimo caso la donna che ha riportato plurime fratture alle ossa nasali, è dovuta ricorrere ad un intervento chirurgico. Entrambi tossicodipendenti e alcolisti, da qualche mese trovavano ricovero notturno nei box sotterranei di via Scaldasole, dove l’uomo mercoledì è stato arrestato.  

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Madre picchiava e insultava la figlia, arrestata

Vessazioni quotidiane che andavano dal colpire la figlia di 12 anni con un cavo elettrico al rivolgerle frasi come: “Puttana, ucciditi. Ti auguro un attacco di cuore“. Quella che ha portato all’arresto per maltrattamenti in famiglia aggravati e sfruttamento della prostituzione di una donna stranieri di 52 anni, ora in carcere a san Vittore, è una storia di ripetuti episodi di violenza avvenuti in un quartiere della periferia sud di Milano. Le indagini era partite lo scorso luglio quando, in seguito a un incontro informativo sul cyberbullismo in una scuola di Milano, una delle insegnanti aveva raccontato ai militari dei Carabinieri presenti un evento davvero singolare: una delle sue alunne, una bambina di 12 anni, le aveva chiesto se fosse un reato prostituirsi. Gli accertamenti che ne sono seguiti hanno permesso ai Carabinieri di scoprire come la bambina, che viveva in un appartamento occupato insieme alla madre e alla sorella maggiore, al ritorno da scuola, venisse costretta a eseguire diversi lavori pesanti mentre la madre passava il suo tempo a giocare alle slot machine in un bar della zona arrivando a spendere fino a 300/400 euro al giorno. A ciò si aggiugevano i quotidiani episodi di violenza fisica e verbale. In un’occasione i Carabinieri hanno potuto intercettare la donna che spiegava a un’amica come picchiare la bambina con un cavo elettrico si fosse rivelato un ottimo mezzo per renderla ubbidiente, tanto da inginocchiarsi per chiedere perdono per non aver svolto correttamente i compiti assegnati. In un’altra i militari hanno sentito la bambina, da sola, mentre pronunciava la frase: “Non ce la faccio più a vivere così. Preferisco il suicidio“. A colpire particolarmente gli inquirenti, guidati dalla pm Michela Bordieri, sono state poi anche alcune offese rivolte alla bambina come: “Sei una puttana e finirai peggio di tua sorella“. Parole che hanno spinto i Carabinieri ad approfondire anche la posizione della sorella maggiore scoprendo che la ragazza, di 22 anni, si prostituiva in alcuni night club nel centro di Milano consegnando poi tutti i guadagni alla madre. Era la stessa donna di 52 anni a consigliare la figlia maggiore di “cercare là clienti facoltosi, politici e uomini d’affari, che avrebbero pagato di più”. Cifre che poi la madre utilizzava per giocare alle slot. La bambina di 12 anni è stata tolta alla famiglia ed è ora affidata a una comunità protetta, mentre sia la madre, ora detenuta presso il carcere di san Vittore, che la sorella maggiore si sono chiuse nel silenzio.

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