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Online i redditi dei politici milanesi

È stato pubblicato ieri nella sezione “Amministrazione trasparente” del portale istituzionale del Comune l’annuale aggiornamento della Situazione Patrimoniale e Reddituale dei componenti della Giunta comunale, dei Consiglieri comunali, dei presidenti e dei consiglieri di Municipio. Il sindaco, Giuseppe Sala, si ferma solo all’ottavo posto, con 113.837 euro dichiarati come reddito imponibile nel 2018, con una situazione patrimoniale in cui ha dichiarato una macchina, con anno di immatricolazione 2019 e la vendita di azioni di partecipazione nella societa’ Kenergy Spa, per una quota del 20%. A vincere la classifica dei ‘Paperoni’ di Palazzo Marino è l’assessore allo Sport e Turismo del Comune di Milano, Roberta Guaineri, che l’anno scorso ha dichiarato 388.421 euro. La medaglia d’argento esce dalla Giunta e atterra tra i consiglieri comunali: Emmanuel Conte, della sinistra di Milano Progressista, ha dichiarato 319.561 euro. Sul gradino piu’ basso del podio, il consigliere della Lista Civica Parisi Sindaco, Manfredi Palmeri, con 242mila euro. Tra i consiglieri più abbienti, troviamo anche Enrico Marcora, della Lista Civica Sala (212.804 euro), Luigi Pagliuca di Forza italia (204mila euro) e Diana De Marchi del Pd (118.984). Appena dopo il sindaco arriva invece il capogruppo della Lega, nonché deputato, Alessandro Morelli (112.743 euro). Tra i consiglieri che hanno dichiarato meno, Andrea Mascaretti di Fratelli d’Italia, con 13.400 euro, Emilia Bossi Moratti del Pd con 15.612 euro e Alessandro Giungi del Pd con 18.793 euro.  

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Taglio dei parlamentari: le reazioni dei politici milanesi

Taglio dei parlamentari: le reazioni dei politici milanesi. Cosa ne pensano gli eletti della città più efficiente d’Italia? Abbiamo provato a cercare le dichiarazioni pubbliche di alcuni dei personaggi della polis meneghina. Pierfrancesco Maran ha deciso di essere schietto parlando di vergogna: “La vergogna di diventare il Paese europeo con meno rappresentanti per abitante alla Camera Sono in profondo disaccordo con la riforma Costituzionale che si voterà oggi e quindi anche con l’adesione ad essa del mio partito. Sostenere che il Parlamento sia un mero costo e quindi che si possano riformare le regole con l’unico fine di avere dei risparmi marginali sia per i costi delle istituzioni, sia ovviamente per quello che è il bilancio di un Paese industrializzato è offensivo e immorale – ha scritto su Fb l’assessore di Sala – Farlo per la contingenza di un accordo politico temporaneo una aggravante. L’Italia completa (forse) un percorso di delegittimazione della politica durato più di un decennio accettando l’idea che la qualità del Parlamento si misura nel numero di persone e sugli stipendi, non sulla capacità di produrre leggi che portano diritti e crescita economica. Questo non attraverso una riforma Costituzionale che rivede e rende più efficienti le istituzioni ma con una norma che tratta gli stessi che la votano come un peso sulle spalle della comunità“. Una linea simile a Santo Minniti, presidente del Municipio 6 e altro giovano rampante della sinistra: “Andrò controcorrente: io sono contrario al taglio dei parlamentari. Se è vero che deputati e senatori percepiscono stipendi eccessivi, ridurli di numero non farebbe altro che chiuderli in una bolla: ancora più chiusa, piccola, lontana dalle persone. Non ridurrei quindi il loro numero, ma piuttosto le loro indennità. Senza cedere al populismo punitivo, ma adeguandole agli effettivi rischi (pochi) e all’importanza (tanta) di chi siede nella più incisiva assemblea del paese. E magari rendendo i loro stipendi proporzionali al reddito medio degli italiani, per aumentare la consapevolezza che facciamo parte dello stesso paese. E siamo legati da un destino comune“. Anche Fabio Rubini, firma di Libero e politico impegnato non usa mezzi termini: “Diciamolo una volta per tutte: il taglio dei parlamentari è una cagata pazzesca. La differenza non la fa il numero delle poltrone, ma la qualità dei culi che ci si siede sopra. E avanti di questo passo…“. Insomma, da Milano non sembra che ci siano tanti a favore delle ultime decisioni grilline.  

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Aggressione a un Militare, centrodestra all’attacco, sinistra: non strumentalizzare

L’aggressione a un Militare avvenuta in stazione Centrale per mano di un extracomunitario irregolare che lo ha colpito alle spalle con delle forbici mentre gridava “Allah Akbar!” , fortunatamente senza ferirlo gravemente, ha come era prevedibile fatto insorgere il centrodestra, le cui bordate sono state rintuzzate dalla segretaria metropolitana del Pd, Silvia Roggiani: “Destra e Lega ci risparmino la solita retorica populista strumentalizzando l’aggressione al giovane militare, che merita solo rispetto e un augurio di pronta guarigione“, ha detto, esprimendo “solidarietà a Matteo Toia” e “ferma condanna per la vile aggressione commessa“. Secondo il segretario della Lega Lombarda, Paolo Grimoldi, invece, “Non è possibile che non passi giorno a Milano senza che un immigrato extracomunitario non commetta un grave reato. Qualche giorno fa un senegalese ha cercato di aggredire una ragazza fuori da una discoteca, ieri un africano si è denudato in pieno centro in piazza Edison, stamattina un uomo in piazza Duca d’Aosta tenta di uccidere e aggredisce con delle forbici un nostro militare, ferendo al collo, mentre urla ‘Allah Akbar’. Ma ci rendiamo conto? A Milano ormai la sicurezza e’ fuori controllo“. “Complimenti – aggiunge – invece ai nostri militari per la prontezza e l’efficacia con cui hanno fermato e immobilizzato questo assalitore, auguri di pronta guarigione al militare ferito“, auspicando che “ora la magistratura indaghi e faccia chiarezza“. l’Assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato, che saputo dell’aggressione ha portato la sua solidarietà ai militari in Piazza Duca d’Aosta, ha definito l’episodio di oggi “veramente grave“. De Corato non esclude si possa parlare di “un’aggressione terroristica di matrice islamica” sottolineando che “gli extracomunitari continuano ogni giorno a bivaccare sulle aiuole e all’interno dello scalo ferroviario, ad importunare, aggredire e derubare i passanti e, principalmente i nordafricani, a spacciare indisturbati” fino ad arrivare alle “aggressioni ai militari“. De Corato ha a sua volta ribadito, “la situazione è ormai fuori controllo, bisogna procedere con la bonifica dell’area da sbandati e delinquenti: servono Polizia e pulizia“, azioni “concrete per riportare immediatamente la legalità e, di conseguenza, il decoro all’interno e all’esterno dello scalo ferroviario“. Ma “la giunta e Sala sottovalutano che si tratta di una delle zone più a rischio e nella piazza continua a mancare un presidio della Polizia Locale“. Anche secondo Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Stazione Centrale e zone limitrofe sono ormai “una vera e propria polveriera sotto gli occhi di tutti. Gli unici a non essersene accorti sembrano essere i membri della giunta milanese, che pensano di risolvere l’emergenza sicurezza con aiuole, arbusti e composizioni floreali”, servono invece “più agenti nelle strade, maggiori controlli, potenziamento delle pattuglie. E’ inaccettabile – ha concluso Comazzi – che le migliaia di persone che ogni giorno arrivano a Milano trovino questo raccapricciante biglietto da visita“. Secondo Silvia Sardone, Consigliere Comunale della Lega, l’episodio “rappresenta un punto di non ritorno” nell’indifferenza del “Comune” che “fa sempre finta di non sentire ed ecco i risultati”. La prova, conclude la Sardone che “l’accoglienza indiscriminata tanto cara alla sinistra si dimostra fallimentare ogni giorno di più“.  

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Giudizio immediato per i politici arrestati

La Procura di Milano ha intenzione di chiedere il giudizio immediato per i primi capitoli dell’indagine sul sistema di corruzione e di spartizione di appalti e nomine in Lombardia al centro delle 43 misure cautelari, di cui 12 in carcere, notificate lo scorso 7 maggio. Prima del deposito dell’istanza al gip Raffaella Mascarino c’è però un passaggio fondamentale: l’esito dei ricorsi al Tribunale del Riesame da parte di una serie di destinatari dell’ordinanza. La prima discussione sulla richiesta di revoca della misura dell’obbligo di presentazione ai carabinieri da parte di un imprenditore è stata fissata per , martedì 21 maggio, mentre altre, come quella del vice coordinatore regionale di Forza Italia e candidato alle europee, Pietro Tatarella, sono state fissate per giovedì e venerdì prossimi. Inoltre è attesa, da quanto è trapelato, la richiesta di Gioacchino Caianiello, l’esponente azzurro varesino, ora in cella, e ritenuto il “burattinaio” del sistema corruttivo con la quale si dovrebbe sollevare la questione di competenza territoriale chiedendo il trasferimento di un filone dell’indagine a Varese. Ma quella che si apre sarà per i pm della dda milanese anche una settimana in cui proseguirà l’attività istruttoria: verranno sentiti altri imprenditori e interrogati altri indagati per raccogliere ulteriori riscontri che riguardano non solo la tranche dell’inchiesta per cui si procederà, anche se non in tempi strettissimi, con l’istanza di immediato, ma anche nuovi filoni sui quali sono in corso accertamenti. ANSA  

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Iniziati gli interrogatori dei politici arrestati

Sono iniziati stamani gli interrogatori di garanzia davanti al gip degli indagati finiti in carcere nella maxi indagine della Dda di Milano su un giro di tangenti, appalti e nomine pilotate e finanziamenti illeciti ai partiti. Oggi, tra San Vittore e Opera, saranno ascoltate le persone finite in carcere (12 in totale), tra cui il consigliere comunale milanese e ormai ex vicecoordinatore lombardo di FI (il partito ha sospeso le cariche dei dirigenti coinvolti) Pietro Tatarella, candidato alle Europee, accusato di associazione per delinquere e corruzione, l’ex coordinatore provinciale FI a Varese, Gioacchino Caianiello, ritenuto il “burattinaio“, come scrive il gip Raffaella Mascarino, di “ampi e rilevantissimi settori di amministrazione pubblica” anche “in Regione Lombardia” e l’imprenditore del settore rifiuti e bonifiche Daniele D’Alfonso (che avrebbe dato lavoro agli uomini della cosca Molluso), della Ecol-Service. Per gli indagati ai domiciliari, tra cui Fabio Altitonante, sottosegretario all’area Expo della Regione (ora sospeso), gli interrogatori si svolgeranno nei prossimi giorni. ANSA  

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Commemorazione per Sergio Ramelli, presenti Sala e altri esponenti politici

“E’ stata una pagina triste, sbagliata e condannabile della nostra storia, quindi è giusto che io sia qua. Io non posso che associarmi alla decisione del prefetto, a cui sta la decisione rispetto all’ordine pubblico. Mi posso trovare anche io ad essere non allineato con le decisioni di prefettura e questura, ma diverso è non rispettarle. Sono preoccupato e nessuno deve alzare la tensione, non è questo il momento, da una parte e dall’altra“: così il sindaco Giuseppe Sala arrivando alla commemorazione per Sergio Ramelli ai giardini a lui intitolati in via Pinturicchio, in merito anche al corteo annunciato dalla forze di estrema destra. “Il nostro è un Paese che ha tanti problemi, da cui si viene fuori con collaborazione, senza negare le responsabilità – ha proseguito Sala – . Certo che sono preoccupato da atteggiamenti del genere, da una parte e dall’altra, che non appartengono a Milano, e soprattutto alla Milano di questo periodo“. Sala ha quindi ribadito: “noi politici abbiamo questa responsabilità: riportare il dialogo alle regole del civile dibattito ed evitare di far sì che sfocino in atti vandalici e in oltraggi alla memoria, anche rispetto a quello che è successo oggi con Ramelli“. Duranate la breve cerimonia è stata deposta una corona di fiori da parte del Comune vicino al ceppp che ricorda Ramelli, militante del Fronte della Gioventù, ucciso in un agguato nel 1975. Alla commemorazione erano presenti tra gli altri anche Ignazio La Russa, Riccardo De Corato, Paola Frassinetti, la presidente del Municipio 3 Caterina Antola, la segretaria metropolitana del PD Silvia Reggiani e il capogruppo PD in Consiglio comunale, Filippo Barberis.

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