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Prefettura: “Nei primi 3 mesi del 2023 28 intimidazioni contro i giornalisti”

Prefettura: “Nei primi 3 mesi del 2023 28 intimidazioni contro i giornalisti”. Si è tenuta oggi a Milano presso la sede della Prefettura una riunione dell’Organismo permanente di supporto al “Centro di Coordinamento per le attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti”, composto da rappresentanti di Polizia di Stato, Carabinieri, Guardia di Finanza, Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti e Federazione Nazionale della Stampa Italiana. La riunione è stata co-presieduta, in presenza, dal Prefetto di Milano Renato Saccone e dal Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza – Direttore Centrale della Polizia Criminale Prefetto Vittorio Rizzi e ha visto la partecipazione delle Autorità Provinciali di Pubblica Sicurezza della regione Lombardia e di professionisti dell’informazione. Nel corso dell’incontro, nel quale è stato illustrato l’andamento del fenomeno nel 2022 e nei primi tre mesi del 2023, sono intervenuti, fra gli altri, i giornalisti Paolo Berizzi e Nello Scavo, che hanno avuto occasione di presentare le proprie esperienze di operatori dell’informazione oggetto di minacce per il lavoro svolto. L’iniziativa, come avvenuto in precedenti occasioni di incontri sul territorio, è stata promossa al fine di garantire vicinanza alle realtà maggiormente interessate dal fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti, in linea con il principio costituzionale che garantisce la libertà di stampa quale bene prezioso da difendere e preservare. In particolare, l’analisi approfondita degli atti intimidatori nei confronti dei professionisti dell’informazione nel primo trimestre dell’anno in corso ha fatto registrare, con 28 episodi intimidatori, un decremento del 36% rispetto all’analogo periodo del 2022, allorquando erano stati censiti 44 eventi. La matrice degli atti intimidatori è in gran parte riconducibile a contesti socio-politici locali. Nel 2022 rispetto al 2021 si era registrato un decremento del 52% degli episodi in parola. Il Prefetto Vittorio Rizzi ha sottolineato come le minacce ai giornalisti non devono essere oggetto di sottovalutazione ed ha ribadito l’importanza di una tempestiva ed efficace condivisione delle informazioni fra Forze di polizia e professionisti dell’informazione per consentire un’analisi sempre più puntuale ed approfondita del fenomeno che può diventare terreno fertile per un’escalation di violenza sempre più grave. “I linguaggi d’odio sono sempre esistiti ma con i social sono diventati un’emergenza” nelle parole di Rizzi. “La Direzione centrale della polizia criminale è impegnata con l’OSCAD (Osservatorio per la Sicurezza Contro gli Atti Discriminatori) in programmi formativi volti a riconoscere e prevenire l’odio e saremo ancora a Milano il prossimo 16 maggio presso il Memoriale della Shoah sui temi dell’antisemitismo. Con il Servizio Analisi Criminale, l’Ordine Nazionale dei Giornalisti e la Federazione Nazionale della Stampa abbiamo organizzato seminari sulla criminalità informatica, le minacce in rete e l’importanza della denuncia alle forze di polizia, perché si possano valutare nel modo più aderente alla realtà tutte le intimidazioni e le compressioni alla libertà di stampa”. Il Prefetto di Milano ha evidenziato la sensibilità delle Prefetture sul tema e la professionalità dei giornalisti del territorio che svolgono con scrupolosità ed impegno la propria missione informativa, pure a costo di confrontarsi con l’odioso fenomeno dell’intimidazione. “I giornalisti lombardi, così come quelli di tutto il resto del Paese – puntualizza il Prefetto Saccone – possono fare sicuro affidamento nella costante presenza delle Istituzioni, quale sicuro presidio per il sereno ed equilibrato svolgimento di un lavoro quotidiano e prezioso, che proprio perché assolto con imparziale dedizione concorre alla crescita della comunità ed al consolidamento di una salda coscienza civica”.

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Sap: “Via Cagni situazione insostenibile”

Sap: “Via Cagni situazione insostenibile”. Come già denunciato nel comunicato stampa del 30 Giugno u.s,, in merito allo scenario che quotidianamente si presenta di fronte la Caserma del Reparto Mobile della Polizia di Stato in via Umberto Cagni, ove ogni notte si accampano centinaia di richiedenti asilo politico siamo nuovamente costretti a segnalare che la situazione ha oltrepassato il limite. Quanto successo stamattina in via Cagni è veramente grave. I colleghi del III Reparto Mobile sono stati aggrediti prima con sputi ed oggetti e di seguito, per ripristinare la calma durante la ressa, con calci e pugni. Praticamente una polveriera che sta per scoppiare. I richiedenti sono costretti a rimanere al gelo per notti intere per sperare di poter essere ricevuti negli uffici per la richiesta d’asilo. Se poi la gestione delle file fuori via Cagni si lascia in mano alla criminalità (vedi servizi televisivi di “Striscia la notizia”), è normale che prima o poi la situazione degeneri e, cosa probabile, anche drammaticamente, considerato che stamattina sono stati trovati dei coltelli per terra dopo la rissa. Dopo i fatti incresciosi di stamattina questa O.S. è intervenuta immediatamente sia presso la Direzione del Reparto Mobile sollecitando ad interloquire con la Questura e, contemporaneamente, per le vie brevi con i vertici della Questura, chiedendo di rinforzare il servizio che ormai è diventato ORDINE PUBBLICO a tutti gli effetti. E’ stato chiesto di rinforzare con più unità il presidio e che sia inviato sul luogo un Funzionario responsabile che dovrà coordinare e prendersi le responsabilità dell’intervento del personale, non lasciando ai Capi Squadra e agli operatori il compito di decidere come e quando intervenire in base a circostanze che, di volta in volta, si verificano nella gestione dell’ordine pubblico. Di seguito si riporta il messaggio inviato alle ore 10.10 dall’ Ufficio Relazioni sindacali della Questura: “Al riguardo si rappresenta che la problematica è alla attenzione e nei prossimi giorni si terrà un tavolo congiunto in Prefettura (Questura, Prefettura, Comune e forse terzo settore) per la implementazione di piano, su nostra proposta, che intende intervenire per mitigare il problema. In sostanza ci si propone di intervenire sui gruppi in attesa periodicamente per censirli tutti e poter poi prevedere una programmazione per le presentazioni nei giorni seguenti(al momento le disposizioni ministeriali impediscono gli appuntamenti, ma abbiamo studiato un sistema per bypassare il limite nel rispetto di tutte le normative). Non è scontato che questo modello organizzativo funzioni, ma abbiamo il dovere di provarci per cercare di far diminuire la pressione quotidiana. Il progetto necessita della collaborazione del Comune e terzo settore. Noi siamo già in fase avanzata di organizzazione ed il Prefetto ci sta supportando e, come detto, ha già convocato un tavolo tecnico. In attesa di questa auspicabile evoluzione, atteso l’incremento dei numeri, predisporremo nei prossimi giorni dispositivi di op più corposi con il coordinamento di un funzionario.”. In attesa di ulteriori sviluppi, questa O.S. comunque ribadisce che l’accoglienza che un paese civile vuole assicurare non è sostenibile per un unico soggetto istituzionale ma è evidente che serve il contributo anche delle istituzioni comunali e può sorreggersi da un lavoro che coinvolge tutti i soggetti istituzionalmente. Il problema accoglienza non può essere lasciato totalmente nelle mani della Polizia di Stato.

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Il video dell’uomo che spara a due poliziotti

Il video dell’uomo che spara a due poliziotti. Perché per quanto possa essere assurdo, è andata così: riconosciuto dagli agenti ha estratto rapidamente l’arma e si è messo a sparare all’altezza del finestrino. Un fatto gravissimo come ha commentato Stefano Paoloni, segretario del SAP: “Siamo stati informati su un evento increscioso e gravissimo, accaduto nella tarda mattinata di oggi. Due poliziotti, due colleghi, durante lo svolgimento delle loro mansioni, sono rimasti feriti in un conflitto a fuoco in viale Magna Grecia a Taranto. Sembrerebbe che gli agenti fossero sulle tracce di un uomo che aveva rubato un porche e sul quale era stata fatta una segnalazione. Durante la richiesta di riconoscimento del soggetto, quest’ultimo avrebbe impugnato una pistola, prendendo di sorpresa i colleghi e sparando alcuni colpi. Subito dopo aver premuto il grilletto, l’uomo sarebbe fuggito, dileguandosi. Ma la prontezza degli operatori ha permesso l’arresto dello stesso subito dopo l’accaduto. Entrambi gli agenti sono rimasti feriti. Uno è stato colpito alla mano e l’altro trasportato in ospedale è stato ferito al torace. Dalle notizie fino ad ora ricevute, sembrerebbe che sia fuori pericolo. “Auguriamo ai colleghi una pronta guarigione e auspichiamo che chi ha operato per colpire gli agenti venga prontamente punito senza sconti” dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP. Continua Paoloni: “Questo episodio evidenzia ancora la necessità e l’urgenza di avere in dotazione, i nuovi giubbetti antiproiettile indossabili dagli agenti durante il servizio, come quelli attualmente in fase di sperimentazione. Pertanto, ci sembra chiaro, che sia necessario che vengano superate le lungaggini burocratiche e che al più presto possano essere utilizzati dai colleghi che operano di pattuglia nelle strade”.

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