porte chiuse

Confcommercio: no all’obbligo di porte chiuse

“Il 2 luglio cominciano i saldi ed è utile riflettere bene cosa significa, in una città come Milano, obbligare i negozi dotati di lama d’aria a chiudere le porte per supposti risparmi energetici”. Lo ha scritto sulle sue pagine social il segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, Marco Barbieri, commentando l’obbligo di tenere le porte chiuse nei negozi per favorire il risparmio energetico, scattato in seguito all’ordinanza del Comune per far fronte all’emergenza siccità. “La lama d’aria” che molti negozi usano al posto delle porte, “è progettata per ridurre il consumo di energia: il costo medio di consumo di energia di una lama d’aria in una giornata è di 40 centesimi – ha proseguito -. Con un ingresso, in molti esercizi commerciali, di 15 persone al minuto, la porta in una giornata sarebbe di fatto sempre aperta con un aggravio del consumo elettrico per la climatizzazione, a 27 gradi, del 40%. Con un costo medio giornaliero di climatizzazione, a prezzi correnti per un negozio di 80 mq, di 12 euro, si aggiungerebbero altri 5 euro. Inoltre, aumenterebbe del 40% l’emissione di CO2. Nessun risparmio energetico, insomma, e nessun beneficio ambientale” L’uso delle lame d’aria inoltre “è stato inserito all’interno del regolamento comunale dell’aria che ne ha riconosciuto l’utilità e la validità. Oltretutto i casi di Covid in aumento continuano ad imporre un frequente ricambio d’aria in tutti gli spazi, privati, pubblici e commerciali – ha concluso -. Meno consumo energetico, meno rischio di blackout e di contagi e soprattutto meno danni all’ambiente. Non è una battaglia ideologica o di parte ma una scelta di buonsenso e attenzione”. ANSA

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Moda uomo: solo sfilate a porte chiuse

Dopo il dietrofront di Dolce e Gabbana, che hanno annullato non solo la sfilata ma la loro presenza a Milano Moda Uomo, anche gli altri brand che avevano tentato di organizzare una classica presentazione con il pubblico hanno cambiato idea. Il 5 gennaio era stato annunciato che a calcare le passerelle sarebbero stati Dolce&Gabbana, Etro, Fendi e KWay, invece è arrivata una defezione dopo l’altra. Se Fendi, che sfilerà comunque, ma a porte chiuse, non aveva mai previsto la presenza di giornalisti e compratori, da Kway solo ieri sera si facevano le ultime telefonate di conferma per assicurare che la sfilata ci sarebbe stata. Oggi, invece, la decisione di tenerla a porte chiuse. Qualcuno manterrà quindi la classica formula del catwalk, altri si butteranno solo sul video, comunque nessuno dei 40 brand presenti in calendario avrà pubblico in sala, ma solo in digitale. Il via alla kermesse, il 15 gennaio, con Ermenegildo Zegna, mentre è iniziato oggi il Milano Fashion Film Festival, che accompagnerà la rassegna di moda maschile anche nei prossimi anni, secondo un accordo con la Camera della Moda. ANSA

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