L’ultima caduta della Procura dei Giusti

L’ultima caduta della Procura dei Giusti. Perché la Procura di Milano negli ultimi 30 anni aveva la fama della giustiziera. Il posto dove si sfornavano giudici incorruttibili e fustigatori di potenti. Mani Pulite partì da lì e poi influenzò tutto il Paese, al punto da consegnare di fatto il governo della nazione ai magistrati. Non è un caso che sia stato Francesco Greco a imporre ad aziende internazionali di assumere regolarmente i rider e non un atto politico di politici. Perché il potere si è di fatto trasferito nelle mani dei giudici, assurti a nuovi eletti che hanno saputo arrivare fino in cima alle gerarchie statali. Sergio Mattarella da giudice costituzionale prima dichiarò illegittimo il modo in cui era stato eletto il Parlamento, ma poi si fece eleggere dallo stesso Parlamento come Presidente della Repubblica. L’ultimo schiaffo a chi almeno era nei palazzi del potere perché scelto dai cittadini. Ma dopo ogni cavalcata trionfale, si inizia a scendere. Prima Bruti Liberati e Alfredo Robledo hanno restituito l’immagine di una lotta tra potenti che si è risolta con un unico vero perdente: la Procura di Milano. Perché nonostante la cappa di pensiero che ci opprime, a molti è apparso chiaro che la Procura dei giusti era cambiata. O forse no, ma ora la si vedeva per quello che era: l’ennesimo sogno di purezza infranto. Poi ci sono stati altri scandali più o meno chiari e più o meno noti, come il caso dei monitor comprati durante gli anni dell’Expo, oppure gli incendi che hanno distrutto verbali e prove di chissà quali processi. E ora arriva anche l’ultimo scandalo con al centro Storari, un magistrato che avrebbe passato documenti riservati ad altri magistrati. Pare Piercamillo Davigo. Per questo passaggio di carte Storari è indagato, ma il vero scandalo in cui è implicato è la presunta loggia massonica Ungheria. Un gruppo di magistrati e altri professionisti che agivano come una vera e propria banda che sfruttava i propri poteri per aiutarsi a vicenda. Ne farebbe parte anche Vietti, ex vicepresidente del CSM, l’organo di controllo della magistratura il cui capo per Costituzione è il Presidente della Repubblica. Insomma un tale intreccio di nomi pesanti e fatti ancora peggiori da renderlo persino difficile da credere. Ma soprattutto l’ennesima caduta della Procura dei Giusti, dove i magistrati violano la stessa legge di cui dovrebbero essere campioni. Dove gestiscono appalti milionari e promulgano di fatto leggi come quella di Greco sui rider. Un cambiamento epocale di prospettiva a cui potrebbero presto corrispondere altri cambiamenti.

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