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Profiughi ucraini: 13 accordi con i Comuni milanesi e 774 accolti

Profiughi ucraini: 13 accordi con i Comuni milanesi e 774 accolti. Il Prefetto di Milano Renato Saccone ha incontrato questa mattina i Sindaci capofila dei Comuni sottoscrittori degli accordi di collaborazione per ringraziarli e fare il punto dell’accoglienza dei profughi ucraini. Ad oggi sono stati sottoscritti 12 accordi di collaborazione, ai quali se ne aggiungerà a breve un tredicesimo, con il coinvolgimento totale di 53 Comuni. “Si tratta di una risposta straordinaria del territorio, sensibile e concreto nel dare solidarietà e accoglienza al flusso continuo di profughi ucraini” ha evidenziato il Prefetto analizzando con i Sindaci i dati. Ad oggi, sono presenti nei CAS, 774 profughi con oltre il 40% di minori, gli adulti sono in gran parte donne, confermando la presenza prevalente di nuclei familiari composti da donne e bambini. Con gli accordi di collaborazione sono già stati attivati 456 posti ed altri 500 lo saranno nelle prossime settimane. Questa disponibilità degli enti locali consentirà di accogliere i flussi dei nuovi arrivi e di dare risposte alle situazioni emergenziali del territorio. Particolare significato tra le sistemazioni utilizzate, assumono i centri di accoglienza attivati nei beni confiscati, come già è stato fatto a Rescaldina e a breve a Cusago, Nerviano e San Vittore Olona

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90 posti per i profughi fra via Sammartini e via Stella

Circa 50 posti disponibili nel centro di via Antonio Fortunato Stella 5, e altri 40 in quello di via Sammartini 75. Milano, grazie alla collaborazione tra il Comune e Fondazione Progetto Arca, aggiunge un nuovo tassello per l’accoglienza dei profughi ucraini. I due centri sono stati inaugurati ufficialmente oggi. In quello di via Stella, operativo da settimana scorsa, hanno già trovato una sistemazione temporanea circa 20 mamme e una decina di bambini. Nel centro di via Sammartini, invece, che aprirà settimana prossima, troveranno accoglienza altri 40 profughi. Entrambi i centri sono strutturati per una prima accoglienza residenziale emergenziale e temporanea di famiglie ucraine inviate dalla Prefettura di Milano. Un’équipe di operatori e volontari della Fondazione è a disposizione degli ospiti ventiquattro ore su ventiquattro in entrambi i centri; in particolare sono presenti mediatori in lingua ucraina e uno psicologo per supportare adulti e bambini nei recenti traumi. I 90 posti totali dei due nuovi centri “si aggiungono agli oltre 100 già attivi a Casa Jannacci e in viale Puglie. Gli arrivi si sono assestati su un centinaio al giorno, ma dobbiamo essere pronti ad affrontare e gestire flussi più importanti”, hanno commentato gli assessori milanesi Lamberto Bertolé (Welfare) e Marco Granelli (Sicurezza). “Il numero di cittadini ucraini che arrivano a Milano è contenuto ma è un flusso costante”, ha aggiunto Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca. “Ikea ha donato gli arredi per i centri, stiamo lavorando a un progetto con cui a Corsico metteranno a disposizione una palazzina e favoriranno l’integrazione lavorativa delle famiglie – ha concluso Sinigallia – sarà un progetto interessante per chi avrà bisogno ovviamente di lavorare”. ANSA

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Dalla fondazione Cariplo 3.4 milioni per i profughi

Il consiglio di amministrazione di Fondazione Cariplo ha deciso di sostenere una serie di iniziative volte a rispondere all’emergenza umanitaria scaturita dal conflitto in Ucraina e ha stanziato oltre 3,4 milioni di euro complessivi. L’intervento si sviluppa su tre livelli di azione e prevede sia il sostegno a iniziative di accoglienza dei rifugiati nei paesi di confine con l’Ucraina, sia progetti di accoglienza diffusa nei territori di riferimento della Fondazione. Nel dettaglio i fondi serviranno per un’iniziativa in collaborazione con ACRI, l’associazione nazionale che rappresenta le fondazioni di origine bancaria e le casse di risparmio; interventi di accoglienza dei rifugiati in collaborazione con le 16 fondazioni di comunità in Lombardia e nelle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola; iniziative di accoglienza abitativa. ANSA

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Dal Comune di Milano 200 posti per i profughi

Il Comune mette a disposizione fino a 200 posti in strutture di prima accoglienza per ospitare i profughi ucraini in fuga dalla guerra. È quanto stabilisce un accordo di collaborazione che verrà sottoscritto con la Prefettura e per cui la giunta ha approvato oggi, durante una seduta straordinaria, le linee di indirizzo. I primi luoghi individuati sono Casa Jannacci, lo storico dormitorio comunale di viale Ortles 69 all’interno del quale già un intero padiglione da 68 posti è adibito da due settimane a ospitare profughi ucraini, e la struttura di via Aldini 74, da tempo dedicata all’emergenza abitativa e all’accoglienza dei senza dimora. Se i numeri lo richiederanno, Comune e Prefettura valuteranno la possibilità di dedicare all’emergenza altri immobili, come spiegano da Palazzo Marino. Il Comune si impegna inoltre a supportare l’accoglienza con azioni di sostegno sociale ed educativo delle famiglie, destinando a tale scopo una prima tranche di risorse pari a 900 mila euro. “Dobbiamo essere pronti – ha dichiarato l’assessore al Welfare e Salute Lamberto Bertolé – a fronteggiare flussi importanti di persone in fuga dalla guerra e, oltre alla prima accoglienza, è necessario garantire un supporto alle persone più in difficoltà, con disabilità e ai minori non accompagnati”. ANSA

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Caritas, senza espatri, presto 500 profughi nelle strade

Sono circa 500 i profughi accolti nei centri di accoglienza gestiti dalle cooperative di Caritas Ambrosiana nella Diocesi di Milano che rischiano di diventare senza tetto per effetto del Decreto Sicurezza. “In ragione delle nuove disposizioni, costoro non avranno più la possibilità di ottenere la protezione umanitaria – denuncia Caritas -. Inoltre non potranno più essere accolti all’interno del sistema di protezione per richiedenti asilo gestito dai Comuni, lo Sprar. Saranno vanificati gli sforzi fatti per avviare percorsi di integrazione. Rischia così di andare perso l’investimento di risorse pubbliche e private erogate per l’accoglienza e i corsi professionali senza considerare il lavoro e il tempo offerto gratuitamente da centinaia di volontari impegnati nelle scuole di italiano e nei tanti percorsi di accompagnamento sociale“. “Il cosiddetto Decreto Sicurezza renderà più difficile per i migranti trovare un lavoro regolare, inserirsi nella nostra società, vivere una vita normale. Poiché non è realistico immaginare che saranno rimpatriati, ci aspettiamo di ritrovarli in coda ai nostri centri di ascolto. Dopo esserci impegnati per la loro integrazione ora dovremo spendere soldi e tempo per aiutarli ma senza, a questo punto, poter offrire loro alcuna prospettiva di futuro: un controsenso“, sostiene il direttore di Caritas Ambrosiana Luciano Gualzetti. Dall’inizio della nuova crisi migratoria nata a seguito della guerra in Siria e dalla caduta del regime in Libia, Caritas Ambrosiana ha dato vita “ad una sistema di accoglienza diffusa sul territorio della Diocesi di Milano che ad oggi conta 2336 posti, gestiti da cooperative sociali, all’interno di strutture ecclesiali, pubbliche e private: appartamenti, ex convitti, case di spiritualità. Di questi posti,1.343 sono convenzionati con le Prefetture (Cas), 710 con i Comuni (Sprar), 162 sono sostenuti esclusivamente con fondi derivanti dalle offerte dei fedeli, 121 in centri per minori non accompagnati gestiti per conto delle amministrati pubbliche. Gli ospiti ricevono non solo i servizi previsti dalle convezioni (vitto, alloggio, alfabetizzazione) ma sono inseriti in percorsi di formazione professionale e accompagnamento sociale, sostenuti da risorse pubbliche e private“.

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