quattro arresti

Furti in appartamenti: quattro arresti

Sono accusati di quattro furti in abitazione commessi con la tecnica dell’arrampicata, calandosi dai tetti per raggiungere gli appartamenti da svaligiare. Quattro uomini di origini albanesi, tra i 22 e i 37 anni, sono stati arrestati dalla Squadra Mobile della Questura di Milano, su disposizione della Procura. Sequestrata un’auto di grossa cilindrata, rubata e utilizzata per mettere a segno i colpi, trovata in un box di Cesano Maderno (Monza) insieme ad attrezzi per lo scasso, soldi in contanti, monili, orologi e una pistola calibro 7,65, utilizzata per minacciare le vittime. Le auto per portarsi sui luoghi dei furti, e poi darsi alla fuga, venivano rubate e poi utilizzate con diverse targhe, anche queste di provenienza furtiva. Le indagini sono iniziate proprio dall’individuazione di una di queste vetture. Uno degli arrestati era destinatario di un precedente provvedimento cautelare per tentato omicidio in relazione a una rapina in abitazione commessa nel luglio 2021. A bordo di un’altra auto utilizzata dalla banda, la polizia ha controllato nel corso delle indagini altri tre cittadini albanesi, uno dei quali arrestato perché in casa nascondeva 70 grammi di hashish. ANSA

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Stazione Centrale: quattro arresti in un giorno

Giovedì la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino marocchino di 25 anni, irregolare in Italia, per tentato furto aggravato. Gli agenti della Polfer, impegnati in un servizio antiborseggio nell’area della stazione Centrale, hanno notato un uomo avvicinarsi ad un viaggiatore in attesa del treno e con abile mossa asportare dalla tasca del soprabito un telefono cellulare. I poliziotti, avendo assistito alla scena, lo hanno bloccato e arrestato prima che potesse allontanarsi, restituendo il cellulare alla vittima. Lo straniero è stato anche denunciato per ricettazione poiché era in possesso di un altro telefono, risultato rubato. Inooltre gli agenti hanno arrestato un cittadino algerino di 34 anni e un cittadino iraniano di 38 anni, per possesso di documenti falsi. Il 34enne è stato fermato mentre stava prendendo un treno per Ventimiglia ma il passaporto francese che ha esibito ai poliziotti è risultato segnalato nella banca dati Interpol ed i successivi accertamenti ne hanno accertato la falsità. Il 38enne era un cittadino iraniano in partenza per Parigi che, pur non parlando e non comprendendo l’italiano, alla richiesta di un documento ha esibito un passaporto italiano intestato ad una persona nata a Napoli. È stato lui stesso ad ammettere di averlo recentemente acquistato ad Atene per la somma di 1.500 euro. Infine, gli agenti Polfer, hanno proceduto all’arresto di una cittadina bosniaca di 36 anni, destinataria di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di La Spezia, per una serie di reati commessi. La donna dovrà scontare quattro mesi di reclusione.

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Quattro arresti per spaccio alla Bovisa

Quattro persone, tra cui tre italiani di 23, 25 e 31 anni, due dei quali incensurati, e un 31enne pregiudicato originario del Senegal, sono finiti in carcere a Milano per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Sequestrati anche 3 chili di hashish, 1 chilo di marijuana, 850 grammi di cocaina, telefoni cellulari, materiali per il confezionamento e la pesatura delle sostanze, oltre 8 mila euro in contanti e un’agenda con nomi e cifre riconducibili all’attività illecita. Trovato anche un passaporto intestato al cittadino del Senegal che è risultato contraffatto. Gli arresti eseguiti dalla Polizia di Stato dopo che giovedì scorso, in seguito a numerosi servizi in zona Comasina e Bovisa con cui è stato individuato individuare uno stabile in via don Minzoni ove si riteneva potevano essere custodite ingenti quantità di sostanza stupefacente, è stato organizzato un servizio di osservazione mirato. Servizio che ha portato a scoprire il giro di spaccio e a individuare i quattro presunti responsabili, i quali ora sono in cella. ANSA

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Movida violenta: quattro arresti

La Polizia ieri mattina ha arrestato, in esecuzione di misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal GIP di Milano, su richiesta del Procuratore Aggiunto dr.ssa Laura Pedio e del Sostituto Procuratore dr.ssa Francesca Crupi della Procura della Repubblica di Milano, quattro ventenni, incensurati, ritenuti responsabili, in concorso e a vario titolo, di una rapina, una tentata rapina e due aggressioni ai danni di alcuni loro coetanei, del titolare di un ristoratore e di alcuni suoi dipendenti. Sono in corso perquisizioni emesse dal Procuratore Capo dr. Ciro Cascone presso il Tribunale per i Minorenni di Milano a carico di cinque minorenni, incensurati, appartenenti allo stesso gruppo che hanno agito congiuntamente ai maggiorenni. L’attività investigativa della Squadra Mobile di Milano e del Commissariato Sempione, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minorenni, ha consentito di ricostruire la dinamica delle rapine, una consumata e un’altra tentata, oltre che di due differenti aggressioni avvenute tra la sera del 3 ottobre 2020 e le prime ore del giorno successivo, in centro a Milano, ai danni di vittime appena maggiorenni, incontrate casualmente e “scelte” senza alcun apparente motivo. Il gruppo composto da una quindicina tra ragazzi e ragazze, tutti identificati dalla Polizia di Stato, ha prima incontrato in Largo Treves tre coetanei e, nella circostanza, due di loro hanno rapinato i portafogli delle vittime; il gruppo ha quindi aggredito il titolare e i dipendenti di un ristorante di via Niccolini, all’atto della chiusura dell’esercizio commerciale, provocando lesioni a due di loro. Successivamente lo stesso gruppo ha tentato di rapinare un monopattino elettrico a tre coetanei incontrati casualmente in piazza Sempione e, infine, a distanza di pochi minuti, sempre nella stessa piazza nei pressi dell’Arco della Pace, senza alcuna motivazione se non la mera sopraffazione verso le vittime, ha aggredito altri cinque coetanei procurando ad alcuni di loro lesioni gravi. Le numerose verbalizzazioni dei testimoni, unitamente alla visione delle telecamere di videosorveglianza pubblica e di alcuni esercizi commerciali della zona hanno consentito ai poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato Sempione di ricostruire gli spostamenti del gruppo e riprendere alcuni di loro proprio nelle fasi delle aggressioni: palese che si tratti di uno stesso gruppo di giovani arrivati nel centro di Milano con l’evidente intenzione di provocare, per poi passare alle vie di fatto, altri ragazzi individuati casualmente per mettere in atto azioni violente sempre con la forza intimidatoria propria del branco. I successivi approfondimenti investigativi, sviluppati anche attraverso le analisi dei social network, hanno permesso l’individuazione di tutti i componenti del gruppo, prevalentemente minorenni e incensurati, tutti indagati: a carico di alcuni di loro sono in atto perquisizioni alla ricerca di ulteriori elementi di riscontro.

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Quattro arresti per rapine nei supermercati

Rapine nei supermercati a Milano: la Polizia di Stato arresta 4 persone in due interventi. Lunedì mattina i poliziotti delle volanti della Questura hanno arrestato in via Morgantini due cittadine romene di 16 e 17 anni per tentata rapina in concorso. Le due hanno rubato merce da un supermercato per il valore di 150 euro e sono state bloccate dopo una breve colluttazione dall’addetto alla sicurezza del negozio, fino all’arrivo dei poliziotti che le hanno arrestate. Nel pomeriggio, invece, sempre gli agenti delle volanti della Questura sono intervenuti in un supermercato di via Legnone per un’altra tentata rapina in concorso. Un uomo e una donna, italiani di 23 e 40 anni, hanno tentato di rubare della merce per un valore di 240 euro, colpendo l’addetto alla sicurezza per darsi alla fuga. L’immediato intervento dei poliziotti ha permesso di arrestare i due che, nel frattempo, sono stati bloccati dall’addetto alla sicurezza.

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Racket occupazione case: quattro arresti

Nell’ambito di un’indagine relativa al fenomeno delle occupazioni abusive delle case gestite da A.L.E.R. nella zona sud di Milano i poliziotti della DIGOS della Questura di Milano, con la collaborazione del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni, hanno eseguito 3 perquisizioni domiciliari e personali  a seguito delle quali sono stati sequestrati 5 telefoni cellulari e indagate 4 persone per concorso nel reato di concussione e reati in materia di immigrazione. L’attività di indagine è nata dalla segnalazione di tre donne che, a febbraio 2020, hanno riferito alla Polizia di aver avuto a che fare con un uomo italiano, di mezza età, dipendente dell’ALER, che, in cambio di favori sessuali e monetari, avrebbe loro promesso un appartamento libero da poter occupare immediatamente. L’attività investigativa svolta dai poliziotti della DIGOS milanese per identificare il dipendente dell’azienda lombarda, corroborata anche da intercettazioni telefoniche, porta a disegnare un quadro differente: una delle tre donne, infatti, una cittadina marocchina di 32 anni con precedenti penali e irregolare sul territorio nazionale, risulta essere, più che vittima e testimone di illeciti non riscontrati con fonti di prova, la gestrice di una rete di contatti e attività penalmente rilevanti nella zona di via Voltri e limitrofe. È lei in grado di indicare appartamenti sfitti a connazionali, e non solo, bisognosi di un alloggio ed è in grado di far “sfondare” la porta e di procurare chi sia in grado di creare un allacciamento abusivo di luce e gas. Un punto di appoggio per la cittadina marocchina è risultato essere un 33enne italiano pluripregiudicato che, nella stessa zona, mette a disposizione le sue abilità “tecniche” per aprire le porte e allacciare luce e gas agli occupanti sistemati dalla donna. Il cittadino italiano di 64 anni, incensurato, che all’inizio delle indagini lavorava presso l’ALER e che ora si trova in pensione, non si è distinto per potenzialità delinquenziale ed è oggetto di indagini per quanto raccontato su di lui dalle tre donne. Le perquisizioni effettuate dalla Polizia di Stato a carico di queste tre persone hanno dato riscontro positivo. Sono stati sequestrati i telefoni cellulari attraverso i quali si organizzavano le occupazioni abusive negli alloggi e, a conferma della posizione della cittadina marocchina, in casa della donna è stato trovato un suo connazionale di 26 anni che si sarebbe messo in contatto con lei perché la stessa potesse trovargli una sistemazione e che, nel frattempo, dimora presso di lei pagandole un “subaffitto” in nero. Quest’ultimo, estraneo ai fatti, è stato indagato in quanto non in regola sul territorio nazionale e messo a disposizione dell’Ufficio Immigrazione della Questura per le procedure di espulsione.

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