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Rilasciato dalla Questura tenta un furto

Appena uscito dalla camera dei fermati della questura di Milano ha attraversato la strada e ha tentato di rubare il cellulare alla cliente di un bar. È finito di nuovo in manette un cittadino marocchino di 24 anni, bloccato questa mattina dai poliziotti in via Fatebenefratelli, in centro a Milano. È accaduto attorno alle 11.45, poco prima era uscito dalla camera dei fermati per un’altra rapina. Quando è stato fermato si è giustificato dicendo che gli erano stati portati via i suoi averi (in realtà era la refurtiva) e che doveva provvedere al suo sostentamento in qualche modo. Appena ha visto una possibile vittima non ha resistito ma le urla della donna, ascoltate anche dai cronisti impegnati nel quotidiano giro, gli hanno impedito di scappare. ANSA [the_ad id=”36270″]

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A marocchino suona telefono rubato mentre è in Questura

Il telefono è suonato nel momento e nel posto sbagliato: è stato lo squillo dell’Iphone a far indagare per ricettazione un ragazzo marocchino, che era stato fermato per un controllo dalla polizia ieri pomeriggio in centro a Milano. Era insieme a un connazionale di 27 anni, che aveva addosso una carta di identità francese falsa e per questo è stato arrestato. Una volta in questura, è squillato il telefono: era il proprietario dell’Iphone, che ha chiamato il suo numero sperando di ritrovare lo smartphone. Gli hanno risposto gli agenti, cui l’uomo ha raccontato di aver appoggiato il telefono su un muretto, in via Dante, e di essersi accorto che non c’era più. ANSA

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Poliziotto suicida in Questura: una strage silenziosa

Oggi pomeriggio intorno alle 16:30, un agente di Polizia di 42 anni si è tolto la vita sparandosi con la pistola d’ordinanza nel garage della Questura in via Montebello 26. I sanitari del 118, chiamati dai colleghi dell’Agente, sono giunti sul posto con due automediche, ma non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Si tratta del secondo suicidio fra gli uomini della della Polizia di Stato avvenuto in pochi mesi a Milano, dopo che a inizio ottobre si era tolto la vita un vice sovrintendente di 53 anni all’interno della caserma Garibaldi in piazza Sant’Ambrogio. Passato il doveroso momento di silenzio, che deve accompagnare il lutto, sarà necessario fare una seria riflessione sulle condizioni in cui sono chiamati ad operare gli uomini delle Forze dell’Ordine, sottoposti a turni massacranti per via della carenza d’organico, mentre percepiscono uno stipendio inadeguato per il quale non è stato ancora rinnovato il contratto nazionale. Condizione cui si vanno a sommare i problemi di tutti i giorni e il peso psicologico della pandemia, che non è sicuramente più leggero se si indossa una divisa. Una tragedia per l’intero corpo della Polizia di Stato, che si va a inserire in quella che molti nei commissariati definiscono “una strage silenziosa, di cui nessuno parla e si occupa“. Meriterebbero maggiore attenzione da parte delle istituzioni quelli che si occupano di garantire la nostra sicurezza.

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Fermato per furto si impicca in questura

Un algerino di 42 anni si è tolto la vita all’interno della camera dei fermati della questura di Milano. E’ accaduto alcuni minuti dopo le 12, poco prima era stato fermato in zona Porta Venezia mentre tentava di forzare un’auto assieme a un complice, un marocchino di 23 anni. I due erano stati sorpresi in via Felice Casati, sono stati bloccati e accompagnati in questura per essere fotosegnalati. Sono quattro le stanze dei fermati in questura, in quel momento tutte vuote. Gli agenti li hanno chiusi ognuno in uno spazio, lasciandoli da soli. Un’operazione del tutto normale e di routine. L’algerino è rimasto circa un’ora nell’isolamento della camera, un tempo sufficiente per togliersi la maglietta, annodarla e trasformarla in un cappio da legare alle grate di una finestra bassa. Quando i poliziotti hanno aperto la porta blindata era ormai senza vita, quasi seduto sul pavimento ma col corpo abbandonato e con la testa tesa in una posizione innaturale  Inutili le manovre di rianimazione, l’uomo è morto sul posto. Sono in corso approfondimenti sul suo passato, a partire da eventuali problemi psichiatrici. Resta la sorpresa e lo sgomento degli agenti. L’algerino sarebbe stato quasi sicuramente denunciato a piede libero e rimesso in libertà. ANSA

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Incendia 18 autovetture: la Polizia blocca piromane

Incendia 18 autovetture: la Polizia blocca piromane. Ecco il racconto direttamente dalla Questura: Gli agenti del Commissariato Comasina della #Questura di Milano hanno individuato e indagato in stato di libertà per incendio doloso un cittadino di origini filippine di 20 anni che, nelle ore notturne tra mezzanotte alle 3.45 del mattino dal 17 al 29 luglio scorso, ha incendiato un totale di 18 vetture casuali parcheggiate in strada in via Bracco, via Bernardino de Conti, via Pavoni e via Legnano. Gli investigatori hanno iniziato l’indagine con l’individuazione di 10 coppie di persone che potessero aver commesso un simile gesto, per poi risalire ad un giovane cittadino filippino che, il 17 luglio, aveva incendiato la citofoniera dello stabile della sua ex fidanzata e una vettura parcheggia lì vicino. Dopo averlo pedinato e aver incrociato i video della telecamere cittadine con i suoi tabulati telefonici, ieri mattina i poliziotti del Commissariato Comasina hanno eseguito una perquisizione a seguito del quale hanno trovato lo zaino e il cappellino utilizzati al momento degli incendi e, all’interno del suo cellulare, le foto delle auto e della citofoniera in questione.

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