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Come ti “spia” la Rai con la tecnologia

Come ti “spia” la Rai con la tecnologia. Perché l’economia dei dati è tutto ormai e lo sa pure la Rai che si adattata ai tempi. Almeno in parte. E allora siamo andati a leggerci il contratto stipulato dall’utente medio di una smart tv. Perché è finito il tempo in cui solo i dati Auditel erano la bibbia delle preferenze televisive: ora con le nuove tecnologie è possibile “spiare” gli spettatori. Le virgolette sono d’obbligo perché il verbo spiare si riferisce a un’attività celata perché illegale o immorale. Invece ciò che la Rai fa è perfettamente legale. Se i dettagli sono sconosciuti è perché quasi nessuno si ferma a leggere prima di schiacciare Accetta quando viene avvertito dal sistema automatico. Dunque per essere più precisi si dovrebbe scrivere “studia”. Ma il punto è quello: la televisione ti guarda e registra cosa fai, cioè estrae dati da te. Vuole sapere cosa guardi, quando lo guardi, per quanto. Insomma tutto ciò che ti piace e le condizioni in cui lo guardi. Perché un primo elemento essenziale (lo cita proprio il contratto) è sapere se hai una famiglia. Perché le famiglie sono un’unità produttiva essenziale per le industrie: i clienti. Allora per rispettare le norme la Rai registra il tuo indirizzo IP (il “codice fiscale” della televisione) lo modifica con un calcolo matematico per dargli un numero identificativo casuale e poi inizia a registrare. All’Auditel finiranno con il sentirsi male, perché seppure in Italia le cose cambino con molta molta lentezza, succederà che anche loro si ritroveranno del tutto inutili. Perché lo studio diretto degli utenti è la miniera d’oro per il futuro delle aziende televisive. Conoscere le abitudini del pubblico nel dettaglio permette di programmare al meglio cosa mandare in onda, soprattutto quali pubblicità. Per non parlare di tutte le aziende partner e controllate che possono sviluppare prodotti specifici a segmenti precisi di popolazione. E più ci si immerge nella realtà digitale, più la Rai ti studia: come specifica il contratto, se compili il profilo di RaiPlay, la tua cartella si arricchisce di dettagli come il sesso e l’età. Ed ecco che diventa più chiaro perché sui computer e sui telefoni ci arrivano pubblicità corrispondenti ai nostri desiderata. Perché i dati servono a tutti. Per questo la Rai ti spia, ops, ti studia.

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Sala: senza parole per polemiche sulla sede RAI

“La Rai è un’azienda e non qualcosa che deve essere gestito per fini politici, ha il dovere di dare un miglior servizio. Questa idea che c’è un’affinità elettiva tra la Rai e Roma e che questa cosa non si può toccare è uno degli esempi per cui il nostro Paese non riesce a progredire”. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha commentato le polemiche che sono nate per la decisione del Cda della Rai di potenziare la sede di Milano, con un nuovo centro di produzione al Portello. “Io sono senza parole di fronte ad atteggiamenti del genere. Tutto quello di cui si sta discutendo oggi riguarda Milano, perché è il trasferimento degli studi di Mecenate e dell’area del Sempione in un’area nuova, in un nuovo centro di produzione. – ha aggiunto a margine delle celebrazioni del 2 giugno in piazza Duomo – Sono veramente senza parole di fronte a questo tipo di atteggiamenti, la Rai non è una cosa a sé stante. Siamo tutti capaci di dire che la Rai deve essere migliore, poi quando si cerca di fare qualcosa per migliorare le cose c’è chi dice, ‘la Rai non si tocca’”. Ai cronisti che gli hanno chiesto se sia rimasto stupito dall’atteggiamento di Nicola Zingaretti su questo tema, Sala ha risposto: “Io sono stupito da tutti, perché di fatto è una difesa che non ha logica. Io sono veramente per una governance della Rai molto più tecnica e molto meno politica, – ha concluso – trovo che tutto quello che è stato fino ad oggi in tema di invadenza della politica sia veramente il momento di vederlo cambiare”. ANSA

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Trasferimento della Rai al Portello, si valuta la fattibilità

L’Amministrazione Comunale ha chiesto una nuova proposta di Studio di Coordinamento Progettuale Unitario a Fondazione Fiera Milano per il trasferimento del centro di produzione della Rai nei padiglioni 1 e 2 dell’ex polo fieristico del Portello. Richiesta che arriva dopo il buon esito di un indagine di mercato, bandita dalla stessa Rai, sull’operazione che potrebbe chiudersi entro la fine del 2019. Lo ha reso noto nel corso della Giunta odierna l’assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran. “Accogliamo con favore la nuova funzione che si delinea per il Portello – ha dichiarato l’assessore Maran -. Avvieremo ora con Fondazione Fiera un percorso di condivisione per l’attuazione dei contenuti dell’Accordo di Programma affinché lo sviluppo dell’area sia compatibile con le caratteristiche del quartiere“. Su richiesta di Fondazione Fiera, l’Amministrazione ha esplicitato indirizzi e priorità per lo sviluppo degli interventi previsti nell’ambito dell’Accordo di Programma del Portello che riguarda Fiera. È stata ribadita la predilezione per la conservazione degli edifici della vecchia fiera, compreso il mantenimento del timpano di Bellini, l’insediamento di funzioni di interesse generale come appunto il nuovo centro di produzione Rai, il rispetto di alcune soluzioni progettuali che privilegino i collegamenti ciclopedonali sul viale Scarampo e il collocamento di ulteriori funzioni compatibili previste nell’Accordo di Programma – uffici, piccole strutture di vendita, ricettivo – in altre aree libere all’interno del perimetro dell’Adp. Ci si augura così di avviare un proficuo lavoro comune dopo la falsa partenza dei progetti precedenti.

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