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Si va a votare a febbraio?

Si va a votare a febbraio? Perché il clima in Regione è abbastanza teso. Il duo Moratti-Fontana non funziona, se non in un sit-com anni Novanta. I due non si amano e lo hanno chiarito pure al pubblico che freme. Da una parte ci sono i consiglieri regionali che vorrebbero tanto sapere chi vincerà la sfida per sapere a chi chiedere un posto a tavola. Dall’altra ci sono le sinistre che stanno per mettere in scena il loro sport preferito degli ultimi decenni: perdere. Perché invece di criticare i litigi in giunta, dovrebbero sorridere e prestare ai contendenti un cuneo ciascuno per allargarne le distanze: la sfida presidenziale offre alla sinistra l’occasione mai avuta di vincere il governo regionale. Solo con una destra divisa la sinistra può vincere. Ma ovviamente Pd e Movimento 5 Stelle al momento sono divisi, come da tradizione delle forze progressiste. Intanto tutti si chiedono se si va votare a febbraio, perché Fontana potrebbe decidere di averne abbastanza e mandare tutto all’aria anticipatamente. Fratelli d’Italia non sarebbe nemmeno troppo opponente, perché sei mesi di governo potrebbero eroderne il consenso. Certo, resta il tema Moratti: Fontana accetterà solo un ministero di peso, ma Moratti è nelle condizioni di Draghi. Sostiene infatti di aver avuto la promessa di candidatura da Fontana, come Draghi pensava di andare al Quirinale. Solo che lei non è Draghi e se non le danno quanto richiesto non si ritirerà, ma si candiderà comunque.  Ma  a lei conviene votare prima della primavera? Dubbi che saranno risolti solo con le elezioni. Intanto resta il dubbio: Si va a votare a febbraio?

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In Regione medaglia al vicepresidente del Gruppo cronisti lombardi

In Regione medaglia al vicepresidente del Gruppo cronisti lombardi. Ieri in Sala Albertoni al 25° piano, su proposta della Vice Presidente della Commissione Sanità Simona Tironi condivisa dal Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi, la Vice Presidente del Consiglio regionale Francesca Brianza consegnerà a nome del Consiglio regionale un riconoscimento (Medaglia Brescia + Catalogo 50° Palazzo Pirelli) al giornalista Giuseppe Spatola, Vice Presidente dell’Associazione Gruppo Cronisti della Lombardia. Il riconoscimento è motivato dall’impegno profuso costantemente da Spatola già dal febbraio del 2020, con lo scoppio della pandemia, che ha visto il giornalista subito in prima fila, poi ammalarsi, seguendo anche da isolato l’evolversi dell’emergenza, quindi proseguire una capillare attività informativa con un libro ed oltre 1000 articoli pubblicati per raccontare come Brescia e l’intera Lombardia hanno reagito al Covid nelle varie fasi. Il lavoro quotidiano del giornalista ha cercato di contenere il diffondersi di fake news, permettendo ai residenti di avere il quadro della situazione sempre aggiornato e aderente alla realtà. Un lavoro che non è ancora finito visto che ogni giorno Giuseppe Spatola cura la pagina dedicata a contagi, numeri e Covid del Bresciaoggi diramando un bollettino quotidiano che entra casa per casa da circa 30 mesi. Il riconoscimento al cronista Spatola è da intendersi simbolicamente esteso a tutti i cronisti lombardi che durante la pandemia sono rimasti in prima linea tanto quanto i sanitari e le forze dell’ordine con l’unico scopo di informare correttamente la popolazione. E diversi sono i giornalisti morti di Covid durante l’espletamento del loro lavoro, dei quali Spatola darà contezza durante l’incontro. Con lui sarà presente in Sala Albertoni anche il Presidente del Gruppo Cronisti Fabrizio Cassinelli, Francesco Tartara probiviri dell’Associazione Lombarda dei Giornalisti e il Vice Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia Francesco Caroprese. A rappresentare il Consiglio regionale, con la Vice Presidente Francesca Brianza, interverrà la Consigliere Simona Tironi.

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Regione Lombardia non concede il patrocinio al pride

Il Gay Pride di Milano del 2 luglio non avrà il patrocinio della Regione Lombardia, negato anche quest’anno dal Pirellone: “Quanto fatto dalla Regione – ha spiegato il presidente di Arcigay Milano Fabio Pellegatta – si inserisce nel solco di quello che abbiamo visto negli ultimi anni, nonostante quello che succede in Italia in termini di discriminazioni”. Un’altra occasione persa, secondo Pellegatta, critico verso la linea tenuta dalla Regione soprattutto perché era “importante affermare le posizioni che hanno le istituzioni nei confronti di istanze di libertà come quelle che il Pride porta avanti”. L’associazione, come ogni anno, ha fatto richiesta di patrocinio al Comune di Milano e alla Città metropolitana. Entrambe le istituzioni hanno risposto positivamente. Semaforo rosso, invece, dalla Regione Lombardia. “La demagogia e l’intolleranza di questa classe politica non hanno limiti”, ha commentato il consigliere regionale del M5s Simone Verni sottolineando che il voto del Consiglio alla sua mozione a sostegno del Pride “aveva rappresentato un segnale, una speranza di un futuro fatto di maggiori diritti, più tollerante ed inclusivo”. Circa due settimane fa, infatti, l’Aula aveva approvato con voto segreto una mozione che impegnava la giunta a garantire una presenza istituzionale alla manifestazione Lgbt con la partecipazione di un esponente della Regione, oltre all’illuminazione della facciata di Palazzo Pirelli con i colori della bandiera arcobaleno.”La Giunta al contrario, scegliendo di non patrocinare il Pride – ha concluso il pentastellato – ha voluto affrettarsi a riportare l’ordine vigente in modalità medioevo”. ANSA

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Motorizzazione Civile e nuovo Documento Unico domani al centro dei lavori della Commissione Territorio

Motorizzazione Civile e nuovo Documento Unico domani al centro dei lavori della Commissione Territorio. Il tema del funzionamento della Motorizzazione Civile e delle problematiche connesse all’introduzione del nuovo Documento Unico sarà domani giovedì 5 maggio al centro delle seduta della Commissione Territorio e Infrastrutture in programma alle ore 10.45 a Palazzo Pirelli. Nel corso della seduta della Commissione saranno ricevuti in audizione i Direttori Generali della Motorizzazione Civile Generale Nord Ovest, di quella di Brescia e di quella di Bergamo, oltre ai vertici della Federazione Autotrasportatori Italiani e delle associazioni di categoria delle Autoscuole Confarca e Unasca.  Sarà possibile seguire la riunione della Commissione e l’audizione anche da remoto collegandosi al seguente link: www.consiglio.regione.lombardia.it/wps/portal/crl/home/comunicazione/dirette-video

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Nasce la filiera della lana di pecora

Nasce la filiera della lana di pecora. Iniziato in Commissione Agricoltura il percorso che porterà all’istituzione di un gruppo di lavoro che dovrà predisporre un progetto specifico. Creare una nuova filiera della lana di pecora per la Lombardia e l’Italia settentrionale. Lo chiede la proposta di Risoluzione che ha iniziato il suo iter amministrativo nella Commissione Agricoltura guidata dal Presidente Ruggero Invernizzi (Forza Italia) che ha dato il via libera a un gruppo di lavoro che dovrà predisporre un progetto per valorizzare la lana delle Regioni del bacino padano. «La maggior parte della lana utilizzata in Italia proviene dall’estero perché la lana prodotta localmente ha progressivamente perso interesse economico. Basti pensare che oggi in Lombardia non esiste alcun impianto di lavaggio in grado di trattare la cosiddetta “lana sucida” che è considerata un rifiuto speciale, spiega la relatrice Simona Pedrazzi (Lega). La prima firmataria della proposta di risoluzione aggiunge che oggi «ciò si traduce in un enorme costo ambientale e di smaltimento per i nostri imprenditori agricoli. Il primo passo, quindi, è quello di pianificare l’insediamento di una filiera per la valorizzazione della lana locale. In seconda battuta, per accrescere la competitività della lana nostrana sarà quello di chiedere al Governo di classificare la lana come prodotto agricolo sotto il profilo fiscale. L’altro aspetto che intendiamo tutelare è quello del lavoro: se non si interviene si rischia di perdere professionalità importanti per l’occupazione e la tutela del territorio, come quelle dei tosatori, che altri Paesi europei invece sostengono e proteggono». I numeri. Si stima che nelle Regioni del Nord ci siano 460mila capi ovini che producono circa 1.380 tonnellate di lana. Vantaggi economici e ambientali. Una filiera della lana di pecora significa valorizzare un prodotto agricolo locale «a chilometro zero», la lana, e favorire la conservazione delle razze ovine autoctone che costituiscono un importantissimo patrimonio zootecnico di biodiversità. Senza dimenticare i vantaggi ambientali: l’uso di lana proveniente dalla filiera corta nel Nord Italia ridurrebbe in maniera significativa le emissioni provenienti dal trasporto necessario per le importazioni dall’estero. Inoltre, investendo in impianti di lavaggio di ultima generazione si risparmierebbero risorse idriche ed energetiche.

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Consiglio regionale approva riforma sanitaria

Consiglio regionale approva riforma sanitaria. Via libera con 48 voti a favore e 26 contrari (vedi foto allegata) alla nuova riforma della sanità lombarda. Il provvedimento è stato approvato dall’Aula del Consiglio regionale alle ore 17.21 e modifica la legge n°33 del 2009. “Potenziare il servizio sanitario regionale in particolare per la medicina territoriale, la prevenzione e l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI); precisare le competenze dei diversi soggetti interessati (ATS, ASST, Assessorato e Direzione generale), istituire Distretti, Case di Comunità, Ospedali di Comunità e Centrali Operative Territoriali. Consentire nuove assunzioni di personale medico e infermieristico con l’introduzione della nuova figura dell’infermiere di famiglia. Sono questi i principali obiettivi della legge” ha sottolineato nel suo intervento conclusivo il relatore e presidente della Commissione Sanità Emanuele Monti. La legge, entrata in Aula il 10 novembre come progetto di legge n°187 “Modifiche al Testo unico delle leggi regionali di sanità”, è composta da 35 articoli. All’approvazione finale si è giunti dopo 16 giorni di lavori che hanno tenuto impegnata l’Aula per 116 ore: diverse le sedute notturne, per la prima volta negli oltre 50 anni di storia della Regione anche una seduta domenicale. Nelle giornate di ieri e oggi le votazioni dei 942 emendamenti e dei 929 ordini del giorno ritenuti ammissibili e che hanno passato il vaglio degli uffici. “Con l’approvazione di questa legge confermiamo il sacrosanto principio della libera e consapevole scelta dei cittadini nell’accesso alle strutture sanitarie e sociosanitarie -ha sottolineato il Presidente del Consiglio Alessandro Fermi-. Il percorso di diagnosi, cura e presa in carico può avvenire tra soggetti pubblici e privati che operano all’interno del sistema sociosanitario lombardo ed è accessibile a chiunque indipendentemente dalla rispettiva situazione sociale ed economica. Una presa in carico del singolo paziente -ha concluso Fermi- che, grazie alle declinazioni locali dei nuovi presidi sociosanitari territoriali, potrà avvenire in maniera più efficace ed efficiente”. I rappresentanti dei gruppi di minoranza hanno rimarcato come, al netto delle contrarietà su molti dei singoli punti della riforma, da parte della maggioranza non ci sia stata nessuna volontà seria di confrontarsi e di valutare le loro proposte, appiattendosi sul testo e le indicazioni della Giunta regionale. Su www.lombardiaquotidiano.com una sintesi delle dichiarazioni di voto La riforma della sanità in sintesi I PRINCIPI All’articolo 1 viene introdotto l’approccio one health “finalizzato ad assicurare globalmente la protezione e la promozione della salute, tenendo conto della stretta relazione tra la salute umana, la salute degli animali e l’ambiente”, e vengono promossi quali “elementi fondamentali di un corretto stile di vita” la prevenzione e l’attività sportiva e motoria. Tra le finalità, vengono sottolineate la promozione dell’innovazione tecnologica, il potenziamento della medicina digitale, il rafforzamento della medicina territoriale. STRUTTURE PUBBLICHE E PRIVATE Sempre l’articolo 1 stabilisce, per assicurare libertà di scelta al cittadino, “equivalenza e integrazione dell’offerta sanitaria e socio sanitaria delle strutture pubbliche e delle strutture private accreditate” e, “in un’ottica di trasparenza”, “parità di diritti e di doveri tra soggetti pubblici e privati che operano all’interno del Servizio Sanitario Locale”. Si precisa che l’accreditamento delle strutture sanitarie pubbliche e private (selezionate con procedura ad evidenza pubblica) si perfeziona con l’iscrizione nel registro regionale delle strutture accreditate. RICERCA SCIENTIFICA Stabilito un “forte impulso” alla ricerca (art. 2-3): si prevede la creazione di una “rete regionale della ricerca compresa quella biomedica” e si favorisce lo sviluppo di network scientifici. L’art. 4 si occupa del piano pandemico regionale, “declinazione del piano nazionale”, con durata quinquennale. Viene istituito (art. 15) il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, ente di diritto pubblico con autonomia organizzativa, che si occuperà tra l’altro di ricerca e sviluppo di nuovi vaccini. REGIONE E ASSESSORATO L’Assessorato al Welfare sarà sempre più caratterizzato da un ruolo di governo forte, anche attraverso l’irrobustimento della funzione di indirizzo nei confronti delle Agenzie di tutela della salute e degli erogatori pubblici e privati. Le funzioni principali: programmazione strategica, piano socio sanitario, sviluppo dell’innovation comunication technology, osservatorio epidemiologico, accreditamento delle strutture pubbliche e private. SEPARAZIONE DI FUNZIONI Alle ATS vengono assegnate le funzioni di programmazione, acquisto, controllo; alle ASST e alle strutture sanitarie e sociosanitarie le funzioni erogative (art.7). Alle ATS spettano in particolare il coordinamento e la sottoscrizione dell’accordo con i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta. LE ASST Alle Aziende sociosanitarie territoriali fanno riferimento i distretti e tutte le attività erogative. Le ASST (art. 8) sono articolate in due poli: polo ospedaliero, organizzato in dipartimenti (compreso il dipartimento di emergenza e urgenza) e polo territoriale, suddiviso in distretti e dipartimenti territoriali (cure primarie, salute mentale e dipendenze, prevenzione). RELAZIONI CON IL TERRITORIO L’ASST è la sede di rilevazione dei bisogni del territorio in raccordo con la Conferenza dei Sindaci a livello di direzione generale e con i delegati dei Sindaci a livello distrettuale. Vengono previsti il Collegio e il Consiglio di rappresentanza dei Sindaci (art. 25). Viene inoltre valorizzato il ruolo del volontariato (art. 29) e vengono istituiti il Forum di confronto permanente con le associazioni di pazienti, il Forum del terzo settore, il Tavolo regionale di confronto permanente con le organizzazioni sindacali, l’Osservatorio regionale con le associazioni di rappresentanza di enti locali, sindacali e professionali. I DISTRETTI I distretti della ASST, che avranno al vertice un direttore, comprendono una popolazione non inferiore a 100 mila abitanti, salvo che nelle aree montane e nelle aree a scarsa densità abitativa (art. 9) dove si riferiranno ad ambiti di 20 mila abitanti. Loro compito sarà “valutare il bisogno locale, fare programmazione e realizzare l’integrazione dei professionisti sanitari (medici di medicina generale, pediatri, specialisti ambulatoriali, infermieri e assistenti sociali)”. Nel distretto, che sarà “una sede fisica facilmente riconoscibile e accessibile dai cittadini”, troveranno posto le strutture territoriali previste dal PNRR: gli Ospedali di Comunità, le Case della Comunità, la cui gestione può essere affidata ai medici di medicina generale anche riuniti in cooperativa, le Centrali Operative Territoriali. STRUTTURE TERRITORIALI Le Case della Comunità, dove opereranno team multidisciplinari, costituiranno il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie e saranno il punto

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