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Milano si aggiudica il bando internazionale “zero emissioni urban goods transportation technical assistance programme”

Milano si è aggiudicata il bando internazionale “Zero Emission Urban Goods Transportation Technical Assistance Programme”, lanciato da C40 per incentivare la logistica urbana e la consegna delle merci a zero emissioni. Questo è quello che possiamo leggere sul sito del Comune di Milano. Ma perché è importante questa notizia? Milano diventerà una città  che farà da modello nello sperimentare un nuovo modo di distribuire merci utilizzando solo mezzi elettrici e cargo-bike. Fondamentali saranno i city hub, cioè una service economy su strada. In poche parole sono tutti quei nuovi punti in città che svolgono funzione di servizi, di condivisione ed anche di aggregazione…esempi di sharing economy come le edicole milanesi, a cui ormai ci siamo abituati con la presenza già in vari quartieri, che saranno distribuiti in più punti nella nostra cara Milano e da cui partiranno le spedizioni. Il bando è super interessante e ci potrà aiutare su alcuni problemi che penzolano sulla testa della nostra città, da ormai troppo tempo: l’aria inquinata e il traffico. Cosa sicuramente interessante e positiva ma spero anche che si tengano in considerazione alcune questioni: – Il modello di consumo attuale basato sulle lunghe distanze, non è sostenibile con una attuazione di questo nuovo processo di distribuzione. In questo progetto si favoriranno quindi la produzione locale e le piccole-medie imprese sul territorio. Ottima cosa direi; – si faranno circolare più mezzi elettrici, ma come? Con quali risorse? Con quale energia? Ormai è ora di pensare a come impostare la transizione energetica, anche sulla base di modelli esteri già attivi da tempo, perché no? Non si sa come mai, perché qui in Italia non vengono mai presi in considerazione per migliorare la situazione esistente andando così verso una green economy vera e pura; – Più cargo-bike? Sì, ma in sicurezza? Vera sicurezza? Favoriamo le piste ciclabili organizzate con criterio e sviluppiamole sull’intera città e non ad intermittenza come accade da noi a Milano. Bisogna ristudiare l’attuale mobilità a due ruote, perché certi punti, diciamoci la verità, sono proprio un terno al lotto su chi passa prima e su chi ne esce salvo; – ultimo punto ma non di meno importante, difendere i diritti di chi lavorerà in questo nuovo progetto, perché molte volte, anzi spesso, questi vengono proprio calpestati. Inoltre, come già si sa da decenni ormai, l’aria malsana che respiriamo a Milano, ma non solo qui ovviamente, ma nell’intera Lombardia purtroppo, non deriva solo dal traffico ma anche da moltissimi altri fattori che ne determinano il primato per malattie polmonari fino ad arrivare alla terribile parola “tumore”. Essendo in una conca la Lombardia, che è accerchiata da colline e da monti, l’aria non ha abbastanza forza per spazzare via quello che ci respiriamo nell’arco della nostra giornata, anche quando dormiamo quindi e questo è un punto che dovremmo avere sempre presente, quando andiamo a parlare di aria e di provvedimenti verso l’inquinamento. Ovviamente le cause sono molteplici, non si riduce tutto solo a questi termini. Questo dovrà quindi essere solo un piccolo passo di una serie di interventi che dovranno coinvolgere l’intero Nord Italia. Ma veniamo al C40 Cities. Ne avete mai sentito parlare? È una rete globale costituita dai Sindaci delle maggiori città del mondo impegnate in politiche e programmi new green deal, per la riduzione di emissioni di gas serra e per la lotta ai cambiamenti climatici. L’obiettivo è quello di condividere le buone pratiche per aiutare le varie amministrazioni a superare le sfide ambientali che cambiano continuamente. Tra le varie città che fanno parte del progetto (più di 80), Milano si distingue per la raccolta differenziata dei rifiuti e dell’organico, ma non solo anche per la sua Food Policy. Ma a Milano, c’è ancora molto da fare. Vedremo quali saranno gli sviluppi verso la green  economy dei prossimi 5 anni di mandato amministrativo per la nostra città che verranno. Noi milanesi, ci aspettiamo una vera transizione energetica green e non un surrogato come fin’ora ci hanno appioppato.

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Regione Lombardia sul caso Corona: “Il carcere meramente punitivo non ci appartiene”

Regione Lombardia sul caso Corona: “Il carcere meramente punitivo non ci appartiene”. “Il caso di Fabrizio Corona e il clamore mediatico che ne è conseguito consente al mio ufficio, l’Autorità Garante, di riproporre all’attenzione generale un tema gravoso e urgente come quello della patologia psichiatrica e della possibilità di cura nei contesti carcerari. Ricordo che la salute e la dignità delle persone ristrette in carcere è affidata all’Istituzione e farsene carico nel migliore dei modi è un dovere e, al contempo, un indice che qualifica la nostra società”. Inizia così il commento di Carlo Lio, Garante dei detenuti di Regione Lombardia, sul caso che riguarda Fabrizio Corona. “L’esperienza che ho maturato -continua Lio- mi porta ad affermare che, all’interno degli istituti di pena, le persone a cui è stato diagnosticato un disturbo psichiatrico difficilmente riescono ad ottenere trattamenti adeguati. I Garanti sono costantemente impegnati nel tentativo di risolvere le criticità che si riscontrano nelle strutture carcerarie e alcuni macroproblemi impongono di riflettere non sulla gestione del quotidiano ma sul sistema nel suo complesso. La finalità della pena è sempre la riabilitazione degli individui ed è orientata, per principio, al reinserimento dei condannati in un possibile contesto socio-lavorativo. L’idea di un carcere meramente punitivo per fortuna non appartiene alla nostra civiltà giuridica. Le persone che presentano patologie psichiatriche sono tra le categorie più fragili, esposte alle carenze strutturali del sistema e per costoro andrebbe formulato un progetto concreto, predisposto da una équipe di professionisti, comprensivo di professionalità cliniche. Questo percorso non può prescindere dalla presa in carico sanitaria del soggetto e dall’individuazione del luogo più idoneo al percorso riabilitativo formulato, che spesso non è compatibile con le strutture detentive carcerarie. Si auspica pertanto che le valutazioni tecniche psichiatriche e psicologiche dei clinici concorrano a determinare le misure più idonee individuate dai magistrati per i soggetti che presentino una diagnosi di patologia psichiatrica acclarata”.

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Aborto: la legge di iniziativa popolare arriva in Consiglio Regionale

Aborto: la legge di iniziativa popolare arriva in Consiglio Regionale. La seduta di Consiglio regionale, convocata dal Presidente Alessandro Fermi per martedì 23 febbraio alle ore 10, si aprirà con la relazione annuale del Comitato Paritetico di Controllo e Valutazione delle leggi e delle politiche regionali sull’attività svolta nel 2020. E’ quindi previsto l’esame della proposta di legge di iniziativa popolare presentata da Michele Usuelli (+Europa-Radicali) per l’applicazione della legge 194 sull’aborto in tutto il territorio regionale. Il progetto di legge, che fra le altre cose prevede l’eliminazione dell’obbligo di ricovero per l’aborto farmacologico, la riqualificazione dei consultori familiari e la continuità terapeutica nelle strutture accreditate, è stato promosso da diversi attori tra cui l’associazione Luca Coscioni, i Radicali Italiani e l’Associazione Enzo Tortora Radicali Milano. Prima di essere depositata, la proposta ha raccolto 8436 firme. I lavori proseguiranno con la discussione di due mozioni, una che chiede il potenziamento delle misure di contenimento del virus Sars-CoV-2 per il passaggio a zona bianca (prima firmataria Maria Rozza, PD), l’altra che esprime sostegno alla Risoluzione del Parlamento europeo per la liberazione immediata e in condizionata di Alexei Navalny (primo firmatario Michele Usuelli, +Europa-Radicali). La seduta sarà trasmessa anche in diretta streaming sul sito del Consiglio regionale.  

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Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza

Regione difende gli specializzandi di medicina da Speranza. A spiegarlo è stata la stessa vicepresidente e assessore al Welfare regionale Letizia Moratti: “Stessa cosa per gli specializzandi: ho sollecitato il loro coinvolgimento non sulla base delle previsioni della Legge di stabilità – ha detto ancora Letizia Moratti -. Non solo, dunque, per un mese e senza remunerazione, ma per tre o quattro mesi con evidentemente retribuita la loro attività. Ci potrebbe essere un emendamento che andrebbe a interessare il decreto ristori”. Perché l’idea per così dire geniale del ministro della Salute Roberto Speranza era di risolvere la crisi dei vaccini chiedendo ai giovani di lavorare gratis, mentre i pensionati prenderanno fino a 6500 euro al mese. L’immagine di un Paese dove si continuano a tutelare gli anziani per avere i voti oggi e non a pensare al futuro: con questo risultato il governo nazionale ha regalato migliaia di voti ai propri avversari politici perché gli specializzandi hanno fornito un grande contributo in piena emergenza e moltissimi lavorano ancora a cottimo regalando fino a 2000 euro al mese agli ospedali perché i giovani in servizio si sbattono come muli senza lamentarsi. Per fortuna Regione difende gli specializzandi (con cui pure ha avuto qualche problema in passato) di medicina da Speranza e non è sola: i primi ad accogliere le proteste dei giovani medici erano stati gli eletti nel senato accademico dell’Università Statale che si era schierata contro le direttive romane intese come un tentativo di sfruttamento dei giovani. Regione ha seguito quest’onda positiva difendendo le nuove generazioni dalla poco brillante idea di Roberto Speranza e del suo collega Gaetano Manfredi che non sembra lascerà rimpianti. Si sa che ci ha provato a farsi conoscere perché la sua pagina Facebook è stata a lungo sponsorizzata, ma resterà più noto per aver tentato di costringere migliaia di giovani laureati a lavorare gratis mentre garantiva agli anziani 6500 euro al mese.

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Sala: Regione Lombardia ha l’annuncite

Non bisogna cadere “nel rischio dell’ annuncite che noi vediamo oggi in Regione Lombardia, dove ogni giorno è un annuncio. Noi non siamo quelli, non serve, non sentiamo l’ansia di dover ogni giorno far sentire che ci siamo, che siamo vivi, saranno vive le nostre idee prima di noi”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel primo evento online di ‘Milano Unita’, realtà che nasce come percorso unitario delle forze della sinistra e dell’ecologismo, in vista delle elezioni comunali del 2021. “Probabilmente rivinceremo – ha aggiunto a proposito delle comunali -. Di avversari forti in questo momento non ce ne sono, ma sicuramente ce ne saranno, perché come è sempre stato, il centrodestra candiderà un avversario competitivo, ma abbiamo la possibilità di essere riconfermati visto che l’esperienza di questi cinque anni è stata positiva”. ANSA

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Regione Lombardia chiede la riapertura serale dei ristoranti

Il governatore Attilio Fontana e l’assessore lombardo allo Sviluppo economico, Guido Guidesi, hanno inviato una lettera formale al governo nella quale chiedono che i ristoranti e le attività assimilabili possano svolgere la loro attività fino alle ore 22. Per i vertici di Regione Lombardia è “importante che tale decisione venga presa al di là della crisi politica in atto” e ciò in relazione “alla situazione di estrema emergenza in cui versa un’intera categoria”. La richiesta di Fontana e Guidesi al governo, avviene alla luce dei dati dell’andamento epidemiologico, della campagna vaccinale ormai entrata nel vivo, nonché della necessità di scongiurare la crisi del settore dei pubblici esercizi. Il presidente e l’assessore di Regione Lombardia, chiedono infine al governo di “intraprendere ogni utile azione affinché sia concesso al mondo della ristorazione questa ulteriore facoltà, nel rispetto, ovviamente, delle misure di contrasto e contenimento dell’epidemia”. ANSA

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