renato saccone

Il Prefetto ringrazia i sindacati per aver spostato lo sciopero

Il Prefetto ringrazia i sindacati per aver spostato lo sciopero. “Al termine della mattinata di sciopero dei trasporti pubblici, proclamato dalle segreterie nazionali FILT, CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI, FAISA CISAL E UGL FNA, il Prefetto di Milano Renato Saccone ringrazia le organizzazioni sindacali per aver accettato l’invito a modificare la fascia oraria dello sciopero in modo da consentire gli ingressi scolastici scaglionati, così come previsto dal piano per la ripartenza. Il senso di responsabilità e di collaborazione per il conseguimento di obiettivi comuni, ha permesso di non interrompere la continuità scolastica, in questa delicata fase di ripresa, dopo mesi di interruzione e, al contempo di salvaguardare il diritto di sciopero.

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Il 9 ottobre un convegno del circolo Piri Piri sul tema della corruzione

Il 9 ottobre un convegno del circolo Piri Piri sul tema della corruzione. L’annuncio dell’evento che si terrà sia nella corince di Palazzo Marino che sui social network è stato diffuso dagli organizzatori: “Il Circolo di Cultura e Scienza Piri Piri, ospitato dalla Presidenza del Consiglio Comunale di Milano, ne discuterà con personaggi apicali che la combattono tutti i giorni. Le aziende che investono più in tangenti che in innovazione, è una provocazione? Il dato di fatto è che la corruzione offre meno crescita e aumenta la disoccupazione. Il Covid può essere occasione per cambiare rotta? Evento in diretta facebook su questa pagina: 9 ottobre, ore 17.30”. I personaggi chiamati a intervenire sono di altissimo livello come il Prefetto Renato Saccone, Vinicio Nardo, presidente dell’ordine degli Avvocati, e Marina Tavassi, presidente uscente corte d’Appello di Milano. E sono solo alcuni nomi per un convegno che si prospetta molto interessante.

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Coronavirus e passeggiate: ora controllano anche i vigili

Coronavirus e passeggiate: ora controllano anche i vigili. Il Prefetto Renato Saccone è infatti intervenuto nella serata di ieri per autorizzare anche la polizia locale, se avrà disponibilità di uomini e mezzi, a effettuare controlli sulle persone trovate in giro per le strade. Un problema che si era presentato in più parti d’Italia e soprattutto a Milano, dove ancora circolano migliaia di persone e secondo alcuni dovrebbero pure essere di più. A sollevare il problema in territorio meneghino era stata Forza Italia tramite Simone Enea Riccò, presidente della Commissione sicurezza del Municipio 5: “#Coronavirus Chiediamo al Prefetto di intervenire immediatamente e utilizzare tutte le forze disponibili per disporre controlli sul territorio. Questa è la situazione di oggi a Milano. E’ oltremodo necessario che tutte le Forze di Polizia, compresa la Polizia Locale, si adoperino per fermare questa follia prima che la situazione a Milano sfugga di mano. Il vicepresidente Fabrizio Sala oggi ha giustamente fatto notare che oltre il 40% dei Lombardi è in movimento, molti si sposteranno per lavoro certo, ma una situazione del genere mette a repentaglio la salute pubblica del capoluogo. E’ necessario un controllo del territorio più capillare, o viceversa l’unica soluzione sarà un inasprimento dei provvedimenti: non possiamo vanificare il grande sacrificio di tantissimi cittadini a causa di irresponsabili”. Diversi della comunità politica milanese avevano seguito la stessa strada, chiedendo un intervento rapido dalle istituzioni per risolvere una questione organizzativa molto importante in questa fase. “È davvero incomprensibile la decisione del prefetto Saccone di escludere gli agenti di Polizia Locale dal controllo del territorio, non dandogli la possibilità di verificare le motivazioni dello spostamento così come previsto dal DPCM dell’8/3/2020 – aveva attaccato Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia – A seguito di questa scelta, da domani circa il 70% degli agenti di PL sarà in ferie o in congedo parentale. Mentre il sindaco Sala nei suoi videomessaggi è in ritardo di un giorno rispetto a quello che succede fuori dal suo bunker, continuano ad arrivarmi segnalazioni con fotografie della presenza di gruppi di persone nei parchi non recintati della città. Chiedo al prefetto di tornare sui suoi passi affinché in un momento critico e di emergenza non prevalgano scelte politiche. Le Istituzioni continuano a ripetere che l’unità del Paese è fondamentale per superare l’ora più buia, ma questa scelta va nell’esatto opposto. In questa fase storica della Nazione equiparare la Polizia Locale alle forze di Pubblica Sicurezza è doveroso. Il presidio del territorio è fondamentale per impedire che si verifichino assembramenti in luoghi pubblici come parchi, piazze, supermercati e stazioni della metropolitana. Chi meglio dei ghisa può portare ordine in una città che conoscono come le loro tasche?”. Dopo le critiche si è mosso corso Monforte. E ora che si è mosso il Prefetto possiamo titolare Coronavirus e passeggiate: ora controllano anche i vigili. 

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Rom e Sinti, Majorino disobbedisce al Prefetto

Rom e Sinti, Majorino disobbedisce al Prefetto. E lo comunica a mezzo Facebook, come ormai sono abituati i politici della nuova generazione. La comunicazione si è privatizzata in tutti i campi ormai, ma su questo tema torneremo in un altro articolo. Pierfrancesco Majorino ha deciso di non fornire alla Prefettura le informazioni richieste sulle comunità rom e sinti di Milano. L’annuncio con la spiegazione sono questi: NON MI PRESTO AL GIOCO DI SALVINI Giorni fa è arrivata sul mio tavolo la richiesta di dati e informazioni, da parte della Prefettura, sul tema dei campi Rom e Sinti. Oggi leggo, dalle agenzie, che si tratta dell’iniziativa di Salvini per gli “sgomberi”. Detto che mi restano due giorni da assessore non passerò le prossime 48 ore a fornire al ministro dell’inferno informazioni utili per vedere gente sbattuta per strada e bambini trattati come carne da macello elettorale. Le (lievi e sono il primo a saperlo) esperienze di inclusione delle comunità Rom e Sinti non possono essere rimosse favorendo a quel punto nuove storie di marginalità, degrado e illegalità. Domani ci torno sopra (e alla Prefettura chiederò perchè mi chiedono quei dati). Ora, bene riaffermare l’importanza della politica dopo decenni di decadenza: è l’unica istituzione su cui il cittadino può influire direttamente grazie al voto, al contrario di magistratura e altri. Però la Prefettura rappresenta lo Stato, persino più della Questura che ne rappresenta solo un braccio repressivo. Ma Majorino non solo rifiuta di rispondere, vuole addirittura lui risposte dal Prefetto. Che i due Pier della politica milanese fossero molto convinti di sè stessi è cosa nota, però forse in questo caso si è travalicato il senso del limite. Le battaglie politiche sono legittime, ma su rom e sinti Majorino disobbedisce al Prefetto e con lui a tutti noi. Non si può ridurre il ruolo del Prefetto a semplice soldatino agli ordini di Salvini, perché sarebbe un insulto a lui e a tutta la comunità che è qui a tutelare. Parliamo poi di una persona che anche di fronte alle pressanti urgenze della cronaca, vedi Rogoredo, non ha mai cessato di ripetere che servono risposte ampie, fatti di socialità oltre che di repressione. Sua Eccellenza Renato Saccone è molto, molto di più di una pedina. Majorino farebbe bene a ricordarlo, siamo tutti milanesi e siamo tutti italiani.

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Il Prefetto Saccone riceve la Banca del Bene

Il Prefetto Saccone riceve la Banca del Bene. Sua Eccellenza il Prefetto Renato Saccone ha ricevuto una delegazione di rappresentanti della Banca del Bene: Camillo De Milato, presidente dell’Asilo Mariuccia, Rodolfo Masto dell’Istituto dei cechi, Fabio Di Venosa e Andrea Mascaretti del Rotary International, la giudice Jole Milanesi, Diego Montrone della Galdus,  e tanti altri rappresentanti della società civile e di enti benefici milanesi come Pane Quotidiano o la società Mutua Cesare Pozzo che hanno aderito in varie forme alla Banca del Bene. Lo scopo dell’incontro, come ribadito dal Prefetto Saccone era cercare una “coralità senza la quale non c’è particolarità”: i tanti progetti portati avanti dai singoli attori ricevuti in Prefettura non possono infatti avere la stessa efficacia se non vengono inseriti in un’operazione più ampia. Proprio seguendo questa logica è necessario cercare la collaborazione tra istituzioni pubbliche e private in uno sforzo collettivo di miglioramento sociale. In cima alle priorità indicate da Saccone ci sono le periferie e le droghe, due temi all’ordine del giorno in una città come Milano che ha riscoperto il consumo di massa di droghe a causa del Boschetto di Rogoredo. Proprio in merito alle droghe il Prefetto ha sottolineato come sia necessario concentrarsi non solo sugli spacciatori, ma anche sui consumatori perché la diffusione così ampia del consumo è il sintomo di alcuni vuoti sociali che si sono creati in questi anni. Quindi è necessario quanto prima agire in più direzioni sulla prevenzione ricostruendo i legami sociali che sembrano essersi sciolti per più cause. L’invito è stato accolto da tutte le realtà coinvolte nell’incontro, comprese quelle private come Azimut che si sono dichiarate pronte a sostenere questi sforzi.

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Renato Saccone nuovo Prefetto di Milano

Il Consiglio dei Ministri, ha nominato ieri il nuovo Prefetto di Milano. A prendere posto di Luciana Lamorgese sarà il sessantaduenne Renato Saccone. Campano di Santa Maria Capua Vetere,  laureato in Giurisprudenza, ha frequentato il Corso di formazione per funzionari della carriera direttiva amministrativa intraprendendo la carriera prefettizia 1982. Conosce bene Milano essendone stato in passato vice-prefetto vicario, oltre ad avere esercitato la carica di Prefetto nella vicina Monza dal 2011 al 2012. In carriera ha prestato servizio nelle sedi di Firenze, Roma-Ministero, Caserta, Massa e Carrara, di nuovo Firenze, Milano, Monza e Siena. Nel 2016 è stato assegnato a Torino, dove ha vissuto il momento più “difficile” della sua carriera il 3 giugno del 2017, quando in Piazza San Carlo si scatenò il panico fra il pubblico che stava assistendo alla partita Juventus – Real Madrid. Ci furono un morto e 1.500 feriti, ma l’inchiesta che seguì lo sollevò da ogni responsabilità, sottolineandobe invece il buon lavoro svolto.

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