rete ambiente lombardia

La lettera sul clima di Rete Ambiente Lombardia ai parlamentari europei

La lettera sul clima di Rete Ambiente Lombardia ai parlamentari europei: Caro Onorevole, Le scriviamo alla vigilia del voto sull’Atto Delegato Complementare sul Clima che sarà chiamato a votare nella sessione plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo dal 4 al 6 luglio 2022. Rete Ambiente Lombardia, una rete di associazioni, comitati e formazioni libere di cittadini che operano sul territorio lombardo per la salvaguardia dell’ambiente, Le chiede di mandare un forte messaggio contro questo testo privo di fondamenta scientifiche, rigettato dagli stessi interlocutori a cui è destinato e in palese contraddizione con la stessa Tassonomia e altre politiche dell’Unione Europea, come REPowerEU. Siamo coscienti della grande responsabilità del Parlamento Europeo, e con grande riconoscenza per il lavoro svolto in Europa nel rappresentare l’Italia, Le scriviamo per esprimere le nostre preoccupazioni in merito a questa proposta di legge. Riconosciamo il grande valore della Tassonomia, in quanto strumento fondamentale per mobilitare investimenti e capitali nella transizione ecologica, creando una classificazione, su basi scientifiche, di attività sostenibili e compatibili con l’obiettivo di mantenere l’aumento delle temperature sotto 1,5 gradi centigradi rispetto a livelli preindustriali. Proprio per questo motivo, riteniamo fondamentale che l’integrità dello strumento sia preservata e che successivi atti delegati non contraddicano i parametri prestabiliti, concordati e in vigore dal 12 luglio 2020. I contenuti dell’attuale testo, secondo la nostra analisi, come quella di molte altre associazioni ambientaliste italiane ed europee, su cui queste raccomandazioni si basano, devono essere rigettati per i seguenti motivi: 1. Il Parlamento Europeo, co-legislatore in questo atto, non è stato adeguatamente consultato nella procedura che ha portato all’adozione di questo testo da parte della Commissione (che lo ha scritto) e del Consiglio. Come scritto in una lettera aperta al Commissario McGuinness, dai presidenti del Comitato ECON e del Comitato ENVI, datata 18 gennaio 2022, il Parlamento ha avuto solo dodici giorni per rispondere per iscritto alla bozza. Questo va contro le buone pratiche impiegate per lo scambio sulle bozze del precedente atto delegato. In aggiunta, come cittadini, riteniamo sia un nostro diritto l’avere la possibilità di esprimere il nostro parere tramite consultazione pubblica, anche se non esplicitamente previsto dalla legge. Ricordiamo infatti che l’Atto Delegato sul Clima fu aperto per consultazione pubblica per quattro settimane dal 20 novembre al 18 dicembre 2020. Riteniamo che uno scambio di opinioni e pareri tra tutti i co-legislatori e con i cittadini sia fondamentale non solo per produrre atti legislativi che siano una vera espressione del sentimento europeo, ma anche per garantire il processo democratico europeo e la stessa credibilità dell’Unione, in particolare su tematiche controverse. rete.ambientelombardia@gmail.com 2. La Commissione ha formulato questo testo senza tener conto dei pareri contrari degli esperti. Questo è un grave difetto formale e sostanziale del testo, che introduce criteri tecnici per definire sostenibili e “verdi” elettricità e riscaldamento prodotti da gas e nucleare che non riflettono le raccomandazioni del gruppo di esperti impiegati dalla Commissione stessa. Venendo a mancare le basi scientifiche dei criteri di classificazione delle attività economiche, tutto l’impianto di classificazione perde significato e di conseguenza anche certi prodotti finanziari, come i green bond, perdono di valore perché privi della necessaria integrità strutturale per essere scambiati in modo trasparente sui mercati finanziari. Inoltre, i criteri proposti si applicano solo a nuove centrali a gas, costruite per rimpiazzare la produzione di energia e riscaldamento da fonti altamente inquinanti, quale il carbone. Un criterio che avrà l’effetto di aumentare gli investimenti in gas, anziché scoraggiarli. 3. Contraddizioni e incoerenze con altre politiche già approvate come REPower EU il cui scopo è proprio quello di porre fine alla dipendenza dall’importazione di gas dalla Russia. I criteri agevolati per le nuove centrali (che possono emettere fino a 270g di CO2 per kilowatt-ora ed essere considerate “verdi”) sembrano essere in diretto contrasto con questa iniziativa. 4. Criteri futuristici per il nucleare. L’energia prodotta da fonti nucleari sarà classificata “verde” se il progetto per una nuova centrale dimostra di avere piani, fondi e siti per disporre dei rifiuti nucleari prodotti. Rientrano nel criterio ammissibile all’etichetta “verde” centrali che riceveranno permessi di costruzione fino al 2045 e siti per lo smaltimento dei rifiuti nucleari pronti entro il 2050. Ma il criterio più assurdo è che le centrali nucleari – entro il 2025 – debbano impiegare “carburante resistente agli incidenti”. Questo tipo di carburante è attualmente in fase di ricerca e non ci sono alcune indicazioni che possa essere commercializzato entro il 2025. 5. Riconosciamo la necessità di una transizione energetica, specialmente in settori industriali dipendenti dal carbone. Questo non significa però che debbano essere classificate come “verdi” le suddette fonti. Un approccio più appropriato è stato proposto dal report degli esperti della Piattaforma sulla Finanza Sostenibile pubblicato il 21 gennaio 2022, che sta sviluppando una “Tassonomia estesa” che comprenda attività categorizzate come “gialle” in un sistema a semaforo. Tale classificazione sembra particolarmente necessaria poiché quella esistente non è mai stata intesa come comprensiva di ogni attività economica e risulterebbe particolarmente utile per classificare in modo appropriato, in base al loro effetto sull’ ambiente, attività le cui emissioni di gas serra sono attualmente troppo alte o arrecano un danno significativo all’ambiente. rete.ambientelombardia@gmail.com È bene ricordare che la Tassonomia è uno strumento di trasparenza, e questo Atto Delegato Complementare non corrisponde alle aspettative, creando confusione. Gli stessi destinatari, come per esempio i gruppi di investimento, lo hanno aspramente criticato e hanno chiesto apertamente alla Commissione che il gas sia escluso dalla tassonomia 1 . Preoccupati per le conseguenze avverse di questo testo sugli obiettivi di neutralità climatica dell’Unione Europea, indispensabile per proteggere le condizioni essenziali per la vita umana e di ogni altra specie del nostro pianeta, Le chiediamo di rigettare questo testo. Cordiali Saluti. Rete Ambiente Lombardia

La lettera sul clima di Rete Ambiente Lombardia ai parlamentari europei Leggi tutto »

Gli ambientalisti lombardi a sostegno del Global Strike di venerdì

Gli ambientalisti lombardi a sostegno del Global Strike di venerdì. Rete Ambiente Lombardia esprime il suo pieno sostegno al Global Strike di venerdì 25 marzo organizzato dai giovani di Fridays For Future e alle ragioni che li riportano a manifestare al grido di “Persone, non profitti”. Nostre delegazioni saranno presenti nelle piazze di molte città della Lombardia per testimoniare la nostra vicinanza ad un movimento che fa della lotta ai cambiamenti climatici causati dall’attività umana la ragione principale del proprio impegno e che in pochi anni ha maturato una visione intesa a conciliare giustizia ambientale e giustizia sociale partendo dai Rapporti degli scienziati dell’IPCC. Sarà l’occasione per rafforzare la convergenza tra generazioni che hanno responsabilità molto diverse sulla crisi climatica attuale e per rilanciare la nostra Petizione “Apriti Cielo” finalizzata a ripulire l’aria che respiriamo e responsabilizzare le Istituzioni regionali e locali della Lombardia a intervenire sulle cause di un inquinamento che produce malattie e morti premature. Questo primo sciopero globale per il clima del 2022 vede lo scenario italiano e internazionale fortemente segnato da criticità non risolte: il continuo aumento delle emissioni di Co2 e di gas climalteranti per il ritardo con cui si stanno avviando le indispensabili transizioni energetiche ed ecologiche; un preoccupante prolungamento della siccità nella nostra pianura e la inadeguata attenzione alla manutenzione e sicurezza idrogeologica del territorio; l’emergenza sanitaria e sociale causata dalla pandemia non ancora superata e l’indebolimento di una sanità pubblica il cui rilancio appare totalmente contraddetto dalle ultime scelte regionali; la guerra esplosa nel cuore dell’Europa con l’invasione dell’Ucraina da parte delle forze armate russe. Proprio questa guerra, ultima “inutile strage”, viene utilizzata da troppi interessi geopolitici ed economici per aumentare le spese militari e, nello stesso tempo, consolidare il vecchio modello di sviluppo e giustificare il vecchio modello energetico basato su gas, petrolio e addirittura carbone. Ben prima dello scoppio della guerra si erano già evidenziate forti opposizioni ai processi di decarbonizzazione e contrarietà all’abbandono giudicato troppo veloce delle fonti fossili in diversi settori dell’economia: automobilistico, logistico, infrastrutturale. In particolare l’ENI ha guidato una vera e propria controffensiva e il Ministro Cingolani ha civettato con l’idea del ritorno del nucleare da fissione sia pure di nuova generazione. In questo quadro l’Italia si sta purtroppo muovendo in Europa a sostegno dell’introduzione di gas e nucleare nella “tassonomia europea” per accedere a finanziamenti verdi agevolati, quando la via maestra è quella delle fonti rinnovabili, del fotovoltaico sui tetti degli edifici pubblici, dei condomini, dei capannoni industriali e artigianali; è quella delle comunità energetiche, in particolare, nelle nostre periferie anche per intervenire sulla povertà energetica; è quella dell’efficientamento energetico e del risparmio. Se davvero siamo di fronte alla più grave crisi politica, umanitaria e, si paventa, energetica dalla Seconda Guerra mondiale ad oggi, la risposta non può venire da chi ha fatto sue le vecchie ricette neoliberiste della crescita illimitata, dello spreco e del consumo di suolo, ma piuttosto dalla scelta convinta e responsabile di accelerare la riconversione ecologica orientando gli investimenti secondo gli obiettivi strategici e i tempi previsti dalla Next Generation EU, dunque riqualificando il PNRR e non peggiorandolo. La nuova solidarietà che siamo chiamati a dimostrare verso la popolazione in fuga dalla guerra in Ucraina andrebbe rivolta verso tutti i popoli del mondo, includendo la tutela di ecosistemi sempre più sfruttati e compromessi, dal cui squilibrio derivano sofferenze ed esodi di massa, come ci suggerisce l’enciclica di papa Francesco “Fratelli tutti”. Quello che apprezziamo nelle posizioni più recenti dei Fridays For Future è il loro sguardo senza pregiudizi verso ogni essere vivente dell’intero Pianeta, sorretto dall’ analisi critica delle tante forme di colonialismo e di sfruttamento di esseri umani, risorse e natura su cui si fonda tuttora la ricchezza dei Paesi più privilegiati. L’urlo della Terra e dei poveri diventa l’appello “Persone, non profitti!”. Questo il vangelo laico, il nuovo umanesimo, l’impegno che tutti dovremmo abbracciare.

Gli ambientalisti lombardi a sostegno del Global Strike di venerdì Leggi tutto »