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Il 18 gennaio a Trieste la posa per i deportati rom e sinti

Il 18 gennaio a Trieste la posa per i deportati rom e sinti. Nell’ambito del progetto “Memoria a più voci”, iniziativa proposta congiuntamente dal Dipartimento SARAS (Sapienza Università di Roma), UGEI – Unione Giovani Ebrei d’Italia, UCRI – Unione Comunità Romanès in Italia e Associazione Arte in Memoria, si comunica che il 18 gennaio alle ore 14 in Piazza della Libertà a Trieste avverrà la posa della prima pietra di inciampo in memoria di deportati rom e sinti. In allegato la locandina dell’evento. Nel mese di febbraio avrà luogo l’evento finale a Roma, pressoché concomitante con la festività ebraica Tu Bishvat, il Capodanno degli alberi, che vedrà gli interventi conclusivi del progetto, la piantumazione di un ulivo e un momento musicale.

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Vaiano Valle. Sardone: comune assegna case popolari ai rom dopo decenni d’abusivismo

“È incredibile: dopo 25 anni di occupazione abusiva nei terreni di Vaiano Valle il Comune premia le famiglie rom regalando loro alloggi popolari dei Servizi abitativi transitori, ovvero fuori dalle normali graduatori cui devono inserirsi tutti gli altri bisognosi, italiani o stranieri che siano. Questo è vero razzismo ed è targato sinistra. In risposta a una mia interrogazione sul tema ho scoperto che 25 famiglie rom andranno a vivere in case Mm e 2 in case Aler, per un totale di 107 persone che ne scavalcano migliaia in attesa da anni di ricevere le chiavi del proprio alloggio. Altre tre famiglie, inoltre, verranno sistemate nel Centro di ospitalità temporanea di via Novara che non brilla certo per efficienza visto che in tre anni (2018-2020) è stato speso un milione di euro per trovare casa solo a 95 persone su 341”. Così in una nota Silvia Sardone, europarlamentare e consigliere comunale della Lega. “L’obiettivo, o meglio il miraggio, dell’amministrazione – prosegue Sardone – è quello di avviare i rom a un’autonomia abitativa, reddituale e sociale e per questo verranno spese altre vagonate di denaro inutilmente per progetti che si dimostreranno fallimentari come fallimentari si sono dimostrati tutti i tentativi messi in atto fin qui per integrare queste comunità restie a vivere nella legalità e a conformarsi ai nostri stili di vita. Si parla addirittura di percorsi di autonomia finanziaria per imparare a gestire le proprie spese: ormai siamo al ridicolo. Voglio ricordare ai buonisti di sinistra che a Vaiano Valle sono stati scoperti giri di compravendite di auto usate da criminali per rimanere “puliti” durante i colpi messi a segno, piantagioni di marijuana e cani tenuti in condizioni pessime. Per non parlare dei roghi tossici nelle discariche abusive in mezzo al verde. Il Comune – chiude l’esponente leghista – persevera nei suoi errori e la gravità delle sue scelte è sempre più inaudita. Il messaggio che passa è molto semplice: a Milano basta occupare abusivamente per decenni per poi ottenere una casa senza nemmeno mettersi in coda come fanno tutti gli altri. Il precedente di Vaiano Valle rischia concretamente di essere molto pericoloso”. [the_ad id=”36270″]

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Marcora (FdI): case a rom invece che a poliziotti. Errore strategico di Sala

“La decisione del Sindaco Sala di assumere un manager per trovare soluzioni abitative ai rom, servirà solo a inserire soggetti non interessate a integrarsi in contesti già problematici di per se stessi!”. Lo scrive in una nota Enrico Marcora, Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia. “Questo provvedimento – continua Marcora – è l’ennesimo errore strategico di chi amministra la città, che servirà solo a rendere più problematici caseggiati popolari, già caratterizzati da problemi di convivenza fra residenti regolari e abusivi, trascurando contestualmente di inserivi quelli che ne avrebbero più diritto e che con la loro presenza potrebbero risolvere molti dei problemi degli immobili MM: i rappresentanti delle Forze dell’Ordine in trasferta”. “Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Penitenziaria,  Vigili del Fuoco,  Medici, Operatori della sanità, insegnanti di scuole e università, operatori ATM… tutte categorie  che contribuiscono  al benessere e alla sicurezza di Milano formate in buona parte da persone arrivate da fuori per lavorare, che meriterebbero maggiore attenzione dalla Pubblica Amministrazione sia per quello che fanno, sia per il contributo positivo che potrebbe dare la loro presenza all’interno delle Case Popolari. Loro sono la vera priorità per la città – conclude Marcora – non i rom come pensa il Sindaco Sala, che si dimostra per l’ennesima volta lontano dalla realtà e dai veri bisogni dei cittadini”.

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Arrestate quattro borseggiatrici rom

Quattro donne tra i 23 e i 28 anni, tutte di origine bosniaca e di etnia rom, sono state arrestate dalla Polizia dopo essere state colte in flagranza di reato a borseggiare un’anziana su un bus. A coglierle sul fatto sono sati gli agenti in borghese del commissariato Quarto Oggiaro, durante un servizio volto al contrasto dei reati predatori sui mezzi pubblici: le quattro hanno seguito l’anziana, una donna di 75 anni, dalla fermata fino a bordo del filobus della linea 91, all’altezza di viale Monte Ceneri, e poi con la scusa di procurarle un posto a sedere hanno cominciato a toccarla per borseggiarla. La passeggera, accortasi del furto del suo portafoglio, ha iniziato ad urlare e a chiedere la restituzione dello stesso, fino a quando non sono intervenuti i poliziotti, Le quattro, pluripregiudicate per reati contro il patrimonio, alcune con già pendenti ordini di carcerazione non eseguibili in quanto in stato di gravidanza, sono state portate in questura e denunciate in stato di arresto per furto pluriaggravato in concorso, in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria, attese in giornata. Altre due borseggiatrici, entrambe con svariati precedenti, sono state individuate e denunciate nel mezzanino della stazione della metro a Cadorna. Una delle due, una bosniaca di 19 anni, già raggiunta da un Daspo urbano che le vietava la frequentazione di tutta la rete metropolitana, è stata denunciata per inottemperanza della misura. L’altra, una connazionale di 24 anni, senza documenti, è stata accompagnata in questura per essere identificata. Entrambe erano state oggetto di ‘attenzioni’ durante le riprese di Striscia la Notizia sulle linee della metro nel corso di un servizio del Tg satirico proprio sui borseggi. ANSA

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Il Tar di Milano obbliga Gallarate a fornire luce gas e acqua ai sinti

Il Tar di Milano obbliga Gallarate a fornire luce gas e acqua ai sinti. Il presidente del Tar di Milano ha accolto in via cautelare urgente il ricorso presentato dall’avvocato Luca Bauccio contro il diniego del Comune di Gallarate di consentire l’allaccio di gas luce e acqua nell’area legittimamente occupata dalle famiglie Sinti di Gallarate contro le quali era stato emesso un provvedimento di sgombero, poi sospeso a ottobre dal Tar. Le famiglie Sinti, avevano chiesto , in attesa della decisione definitiva del Tar di Milano, di ottenere la fornitura di gas luce e acqua con relativi contatori al fine di affrontare l’inverno rigido e soddisfare le esigenze normali di vita. L’aggravarsi delle temperature aveva reso tale esigenza urgente. Purtroppo il Comune di Gallarate ha respinto tale richiesta. Ora però il Tar di Milano ha ordinato al Comune di eseguire immediatamente “ad horas” il suo provvedimento e quindi di garantire acqua gas e luce, nominando il Prefetto di Varese per verificare l’esecuzione del provvedimento. “Una grande soddisfazione – è stato il commento dell’avvocato Luca Bauccio -, finalmente il Comune dovrà garantire servizi essenziali per vita dei miei clienti cui è tenuto per legge oltre che per senso di umanità. Negare tali servizi era contro ogni senso umano infatti e contro il dovere di garantire i servizi essenziali ai cittadini . Ogni notte si toccano temperature sono lo zero, come si può far dormire anziani e famiglie intere senza riscaldamento?. I miei clienti pagheranno il consumo come hanno sempre detto di voler fare. Attendiamo i contatori. “. Per Diana Pavlovic un risultato che riempie di gioia ed emozione: “Giustizia è fatta, la discriminazione dei sinti è contro la legge, le persone vanno rispettate e tutelate, non possono essere calpestate per propaganda e interessi politici”.

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Bonfadini, Pavlovic: “Bene il ripristino della legalità, meno uno sgombero senza avviso”

Bonfadini, Pavlovic: “Bene il ripristino della legalità, meno uno sgombero senza avviso”. “Bene il ripristino della legalità, meno uno sgombero senza avviso né servizi d’emergenza sulla pelle di chi non c’entra!”. “Per anni, anche ultimamente, abbiamo chiesto al Comune e a questa Amministrazione di risolvere la questione dei campi di Via Bonfadini, con il ripristino della legalità e della sicurezza e, poi del loro superamento con conseguente soluzione sociale e abitativa di chi con l’illegalità nulla ha a che vedere e, anzi, la subisce. Metodologie, servizi e alternative erano già a disposizione ma, a quanto pare, ieri in Via Bonfadini sono stati completamente ignorati. Ciò che doveva essere un’azione di Polizia giudiziaria a fronte di un’inchiesta della magistratura si è trasformata in un vero sgombero, con tanto di abbattimento delle strutture e distruzione delle proprietà dei presenti, atto assolutamente non regolare per la Legge e non necessario per l’azione giudiziaria. Prova ne siano le stesse dichiarazioni dell’Assessore alla Sicurezza che confondono i termini tra azione di Polizia, sequestro dell’area e sgombero, avvenuto senza avviso, obbligatorio non solo per i campi Rom ma anche per un semplice sfratto abitativo. Il risultato, ancora una volta, è quello in cui  sono i più deboli e incolpevoli a pagare il prezzo.” Commenta così Dijana Pavlovic, portavoce italiana di “Kethane – Rom e Sinti per l’Italia”, lo sgombero del campo informale di Via Bonfadini avvenuto ieri, che aggiunge: “l’assenza sul campo delle strutture d’emergenza che il Comune paga proprio per queste esigenze, l’assoluta assenza di informazioni sull’azione che le stesse dovevano ricevere, il rimpallo di dichiarazioni tra l’Assessorato alla Sicurezza e quello al Welfare, disegnano una situazione di grave contraddizione che crea un precedente pericoloso sui processi di soluzione delle criticità e contraddice il cosiddetto “Piano di Azione Locale” per l’inclusione delle comunità Rom e Sinte, sia regolari che irregolari, che il Comune si è impegnato ad attuare dopo aver aderito al bando internazionale UNAR, nel 2020. Bastava parlarsi e organizzarsi, esattamente come, ripeto, da tanto tempo chiediamo come organizzazioni e associazioni. Ora la situazione deve essere recuperata quanto prima, con chiarezza di compiti e piena responsabilità.” E conclude: “Quello di Via Bonfadini è un caso emblematico di come aree di illegalità diffusa e organizzata possano consolidarsi in zone dove spesso manca la prevenzione e l’azione sociale, come capita, purtroppo, in più parti delle periferie della nostra Città e dove la cosiddetta “questione Rom” è una porzione alquanto marginale, sia del fenomeno in generale, sia della stessa comunità Rom e Sinti milanese. Ci auguriamo, naturalmente, che l’azione della Magistratura contro il traffico illegale di rifiuti, che ha portato agli arresti di ieri, prosegua risalendo tutta la catena della responsabilità, in cui il campo di Via Bonfadini era l’ultimo anello, che la situazione di chi, incolpevole, da li è stato sgomberato senza avviso venga sanata quanto e che la collaborazione con il Comune prenda strade concrete ed efficaci, come gli stessi Rom e Sinti milanesi si augurano e richiedono, nel pieno rispetto della legalità, della pienezza dei diritti e della sicurezza fisica e psicologica di ognuno, come è giusto e doveroso che sia.”

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