Romani

Sardone (Lega): Romani riduce la parità di genere a una questione linguistica

“Spiace constatare che, per l’ennesima volta, la sinistra riduca il tema della parità tra i sessi a una sterile questione linguistica. Cambiare la targhetta assessore/assessore con foto da esibire banalizzare una discussione e ridicolizzare molte istanze delle donne. La sinistra promuove il linguaggio fluido o neutro, politicamente corretto, concentrandosi sugli asterischi o usando la lingua schwa come fa la scrittrice Murgia. O, come qui a Milano, portando avanti il ​​lessico paritario con i termini consigliere/consigliera, presidente/presidenta. La Boldrini recentemente è arrivato a dire che bisogna alcuni proverbi antichi in quanto sessisti“. Lo scrive in una nota Silvia Sardone, Consigliere Comunale della Lega, in merito all’annuncio dell’Assessore Gaia Romani di avere fatto sostituire la targhetta sulla porta del suo ufficio con una riportante la dicitura “assessora”. “Mi piacerebbe poter di divario salariale tenendo conto che lo scarto nello stesso netto parlare a cinque anni dal conseguimento della Laurea Magistrale è di oltre 500 euro tra uomini e donne Inoltre appena il 18% delle posizioni regolate da un contratto da dirigente è occupato da donne , una percentuale che negli ultimi 10 anni è cresciuto di appena dello 0,3% – continua la Sarone – Allo stesso tempo sarebbe importante discutere del tema della violenza sulle donne che osano ribellarsi alla sottomissione del velo islamico. Insomma il Comune di Milano sia in prima linea con azioni concrete e non con azioni ideologiche che fanno solo sorridere! Piuttosto che cambiare targhette, moduli o documenti si impegni a modo servizi a tutti i cittadini, in concreta” conclude la leghista. 

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L’omaggio di Romani ai Nomadi sabato allo Spazio 89

L’omaggio di Romani ai Nomadi sabato allo Spazio 89. Fa tappa allo Spazio Teatro 89 di Milano il nuovo tour del cantautore rock Graziano Romani, che sabato 13 novembre (inizio live ore 21.30; ingresso 10-13 euro) sul palco dell’auditorium di via Fratelli Zoia 89 presenterà l’album “Augusto, omaggio alla voce dei Nomadi”, dedicato ad Augusto Daolio, cantante e cofondatore dello storico gruppo emiliano. Insieme a Romani (voce e chitarre) si esibiranno Max Marmiroli (sax, flauto, armonica, percussioni, cori), Follon Brown (chitarra elettrica, cori), Lele Cavalli (basso, cori) e Nick Bertolani (batteria). Ad Augusto Daolio, scomparso nel 1992 a 45 anni per un tumore ai polmoni, Graziano Romani, originario di Casalgrande (Re), aveva già reso un toccante tributo con il brano “Augusto cantaci di noi”, composto intorno alla metà degli anni Novanta e poi incluso nel disco “Storie dalla Via Emilia”, il suo secondo album solista scritto in italiano. Ora Romani, che ha alle spalle importanti esperienze maturate in band quali Rocking Chairs e Megajam 5 e che ha registrato dischi in America con musicisti del calibro di Chris Spedding, Sonny Landreth, Robert Gordon, Elliott Murphy, Willie Nile e gli Uptown Horns (la sezione fiati dei Rolling Stones), presenta questa canzone in una nuova versione, insieme alle altre dodici composizioni scelte per “Augusto”. Nelle note introduttive del disco, il rocker emiliano ricorda così i Nomadi: «Da ragazzino riuscii a vederli dal vivo, sul palco di qualche festa dell’Unità o di piazza, del mio paese e della mia provincia, e non posso evitare di pensare che quella passione, quella condivisione, quelle emozioni sprigionate da quel grande palco e quella musica abbiano positivamente contribuito a far crescere in me il desiderio di diventare io stesso un musicista». Romani, definito dalla critica una delle voci più belle del panorama rock italiano, ha pescato nel repertorio dei Nomadi con una particolare attenzione per i primi lavori degli anni Sessanta e, in parte, degli anni Settanta, periodo in cui iniziava a crescere in lui il desiderio di fare musica: «Questo omaggio è dedicato alla figura di Augusto non solo come cantante – sottolinea – ma guarda anche al poeta, all’artista, al pittore e al narratore per immagini». Già, le immagini: Augusto Daolio amava visceralmente l’arte, inclusa quella del fumetto, una passione condivisa dallo stesso Romani, che ha da sempre un debole per personaggi quali Tex, Zagor e Diabolik, a cui ha dedicato alcuni album della sua ricca discografia. Spazio Teatro 89, via Fratelli Zoia 89, 20153 Milano. Tel. 0240914901; www.spazioteatro89.org; info@spazioteatro89.org Biglietti: 13 euro intero; 10 euro ridotto (under 25, over 65, convenzioni Arci, Feltrinelli, socio Coop, Touring Club Italia, IBS, Coop Degradi).

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L’8 aprile è giornata internazionale del popolo romanì

L’8 aprile è giornata internazionale del popolo romanì. A ricordarlo in questa lettera alla sua comunità di riferimento è Djana Pavlovic che scrive gli auguri per la ricorrenza dopo aver diffuso nelle scorse settimana la canzone rom antivirus: L’8 Aprile 1971 il primo Congresso Mondiale Romani, scegliendo nome, inno e bandiera, chiedeva l’autodeterminazione di rom e sinti e l’unità internazionale, spianando la strada alla rivendicazione del riconoscimento di una nazione romanì senza uno Stato. Tale affermazione è stata ufficialmente fatta al quinto Congresso Mondiale Romani nel 2001. Ma fu in gran parte ignorata dai politici, e negli anni successivi, le ambizioni per una nazione romanì svanirono. La paura e la confusione su ciò che una nazione romanì potrebbe significare hanno contribuito alla scomparsa dell’idea. Si temeva che la lealtà tra le popolazioni Rom, Sinti, Manush, Kalè e Romanichals potesse entrare in conflitto con la lealtà nei confronti del proprio Stato nazionale, e che una nazione romanì potesse essere vista come una rivendicazione territoriale che portasse all’esodo e quindi anche a spargimento di sangue. Allo stesso modo, c’è stata confusione sul fatto che una rivendicazione per una nazione romanì mettesse in discussione la nostra cittadinanza esistente o lo status di minoranza nazionale. Questa confusione si riflette ogni anno l’8 Aprile, quando, in memoria di quel congresso, si celebra la Giornata internazionale della nazione romanì. Si è perso il riferimento all’identità politica in eventi organizzati da istituzioni o associazioni che raccontano il loro lavoro sulla povertà, sull’istruzione, sull’occupazione, sugli sgomberi e sui fondi dell’UE per aiutare rom e sinti o per commemorare il Porrajmos, anche se ci sono altri giorni dedicati al lutto di questa nostra storia. Questo tipo di eventi, certo non sbagliati di per sé, non riescono però a esprimere adeguatamente il significato dell’autodeterminazione e dell’unità internazionale, entrambi al centro dell’aspirazione all’identità politica che si è affermata al primo Congresso Mondiale Romani. Questo 8 Aprile, non sarà come quelli precedenti. Gli eventi, giusti o sbagliati che siano, saranno solo online, e saranno segnati dalle condizioni drammatiche delle nostre comunità in tutta Europa ai tempi di COVID 19. Per generazioni, abbiamo vissuto in condizioni più difficili di chiunque altro. I governi e i politici ci hanno ignorato, discriminato e perseguitato. Abbiamo dato a loro i nostri voti, le tasse e lealtà ai nostri Paesi. In cambio abbiamo avuto umiliazione, razzismo e povertà come nessun altro. Ora, il virus attacca tutti, ma noi corriamo un rischio maggiore, affronteremo conseguenze più dure di chiunque altro: il rischio immediato di infettarsi nelle comunità segregate e senza appropriate condizioni igienico sanitarie; il rischio di non essere curati; il rischio di essere accusati di essere una minaccia per gli altri. Vedremo gravi conseguenze sull’educazione dei nostri figli, sulle nostre possibilità di guadagnare un reddito, il rischio di attacchi dell’estrema destra, e più diventeremo poveri, ovviamente più diventeremo vulnerabili e vittime di manipolazione politica. Ma mai come ora il profondo significato dell’8 Aprile ci sta indicando la strada. E’ una grande sfida per noi, per i nostri attivisti, per i nostri leader. In questo ultimo mese la nostra rete in Albania, Bosnia, Bulgaria, Ungheria, Kosovo, Montenegro, Macedonia, Romania, Serbia, Spagna, Slovacchia e Italia con 1200 attivisti ha raggiunto e aiutato 396 comunità per una popolazione di 1.052.316 persone. Tutto questo con una strategia comune e con principi condivisi: solidarietà, autogoverno, responsabilità e leadership collettiva. Noi, oggi più che mai dobbiamo fare la nostra parte per proteggere noi stessi, le nostre famiglie e i più vulnerabili tra di noi. Il nostro movimento internazionale deve dare la voce alle nostre comunità e organizzare il nostro potere collettivo in modo che la politica non possa più ignorarci. Questo 8 Aprile dobbiamo trovare il coraggio di affermare che ci consideriamo parte di una grande comunità, di un popolo. Dobbiamo mettere al centro della nostra lotta il nostro presente drammatico e affrontarlo non da una posizione di debolezza, apatia e disperazione, ma con dignità, fiducia e forza. Quindi Bahtalo Romano Dives, buona Giornata internazionale del popolo romanì. (Dijana Pavlovic)

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Forzisti ai ferri corti, scontro Bestetti – Romani

Clima pesante in Forza Italia dopo che il Senatore Paolo Romani ha minacciato di uscire dal gruppo parlamentare. La notizia non è stata presa per niete bene dal Presidente del Municipio 7 e Coordinatore Nazionale dei giovani azzurri, Marco Bestetti, che l’ha commentata l’altra mattina su La 7 nel corso di una puntata della Trasmissione Omnibus. “E’ sempre stato nominato da Berlusconi, non ha mai preso un voto, è già con Toti!” è la frase che riassume il duro intervento rivolto dal giovane forzista al Senatore Romani e a suo figlio Federico a sua volta Consigliere Regionale. La risposta non si è fatta attendere, “Fino a ieri pensavo che il Bestetti fosse solo quello della barzelletta che spesso Berlusconi racconta, ma scopro ora che abbiamo anche un Marco Bestetti a Milano che in quanto a barzellette è ancora più bravo” ha ribattuto ironico Federico Romani.  “Nel corso del suo intervento su La 7 e’ infatti riuscito a strapparci un sorriso – ha proseguito Romani – ha parlato di un partito di nominati ed ha menzionato la mia persona, dimenticando di sottolineare che lui stesso è stato nominato responsabile nazionale dei giovani senza passare da alcuna votazione“. “Mi sorprende – ha aggiunto – poi il termine che ha utilizzato nei miei confronti di ‘piazzato in regione’ visto che sono si indicato dal partito ma anche votato da 1600 cittadini della provincia di Monza e Brianza che hanno avuto la bonta’ di scrivere una preferenza col mio nome, dimostrando fiducia nella mia persona, nelle mie idee e nella mia storia che parte dal 2009 quando fui il primo degli eletti in provincia di Monza e Brianza come anche nel 2014. Inoltre il Bestetti – conclude Romani – o chi lo ha imbeccato, dovrebbe essere più umile e rispettoso nei confronti di chi ha contribuito a fondare il grande movimento del quale siamo esponenti“.  

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