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Trieste: omicidio Rotta e Demenego chiediamo giustizia non vendetta

Trieste: omicidio Rotta e Demenego chiediamo giustizia non vendetta. Il 4 Ottobre 2019, due poliziotti vengono uccisi in un corridoio della Questura di Trieste da un dominicano. Pierluigi Rotta, agente scelto, di 34 anni, e Matteo De Menego, agente, di 30 anni, morirono colpiti dai proiettili delle loro stesse armi. Ad estrarre dalla fondina la pistola, un uomo che i poliziotti avevano portato in Questura. L’uomo che ha operato lo scellerato gesto, togliendo la vita a due servitori dello Stato, secondo una perizia disposta dal giudice, sarebbe stato dichiarato incapace di intendere e quindi potrebbe sfuggire ad al processo che lo vedrebbe sul banco degli imputati. L’ennesima dimostrazione che il lavoro di chi si spende per il Paese non è garantito. Una situazione che rischia di portare all’impunita del pluriomicida Così il Segretario Provinciale del SAP, Lorenzo Tamaro, informa che vi è la concreta possibilità, ove la Corte d’Assise accettasse questa soluzione, che l’omicida sfugga al processo in quanto non imputabile, con l’unica conseguenza di sottostare ad una misura di sicurezza. “Tra pochi anni, tra pochissimo, questo individuo malgrado sarebbe perciò di nuovo in strada e potrebbe nuovamente essere protagonista di azioni atroci. Nessuna scusante e nessuna attenuante deve essere concessa all’autore di questo orrendo duplice omicidio.” “Noi del SAP esprimiamo la nostra massima solidarietà alle famiglie, schierandoci al loro fianco, senza indugi e senza remore. La giustizia deve essere compiuta in onore di questi uomini e di tutti quegli uomini che hanno servito il Paese rimettendoci la vita”. Saremo pronti ad affiancare la famiglia fino alla fine, affinché giustizia venga fatta. Dal primo momento il SAP ha partecipato ad ogni atto di questa dolorosa vicenda. Non vi è da parte nostra alcuna volontà di vendetta, ma solamente una richiesta di una reale giustizia, invocata da tutti ed espressa anche dal Capo della Polizia nel primo anniversario della morte dei “Figli delle stelle”. Se ciò non dovesse accadere, bisognerà fare un’attenta riflessione su quello che si intende e si vuole dalla “giustizia” in questo Paese. Di Stefano Paoloni Segretario Generale del SAP

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Ladri cingalesi rompono gamba a vigilante, arrestati

Due cingalesi di 19 e 20 anni sono stati arrestati dalla polizia dopo aver rotto il femore all’addetto alla sicurezza di un supermercato in viale Famagosta. E’ accaduto alle 17 e 15 di ieri, il dipendente è un algerino di 51 anni, ha tentato di bloccare i due ladri che avevano appena superato le casse con otto bottiglie di alcol ed è stato colpito con un calcio alla gamba. La scena è durata alcuni minuti, ciò ha consentito alla polizia di arrivare prima che scappassero. I due non hanno precedenti e sono regolari. ANSA  

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Metro 5: bloccata un’altra scala mobile a Garibaldi

Metro 5, bloccata un’altra scala mobile a Garibaldi. Per chi è rimasto a lavorare, e a Milano si parla di tanta gente, è oggettivamente un disagio. Si dovrebbe cambiare qualcosa ma loro non sono capaci. Loro ci provano, ma non ci riescono. E per scrollarci di dosso i “lorsignori” e “loro” molto da stampa italiana, facciamo qualche nome: Beppe Sala ad esempio, che si occupa  di metropolitane solo quando c’è da aumentare i biglietti o stanziare fondi. Oppure la così detta opposizione di centro destra a Palazzo Marino, in grado di contestare Area C e la sua espansione quando tutti sanno che l’Ecopass mica l’ha introdotto Babbo Natale. Sulla metropolitana però ci sono altre questioni da approfondire. I Sollazzo di questa città dove sono? Perché gli aumenti del biglietto Atm saranno pure eccessivi o sbagliati, ma qualcuno ha voglia di mettercisi davvero sulla questione ferrovie? Lo scriviamo anche per il loro futuro politico: nei prossimi dieci anni a Milano quello che non sarà mattone, sarà rotaia.  Si preparano i primi esperimenti di metro a livello metropolitano con le previste espansioni di tutte le linee. Si prepara la circle line che creerà la prima circonvallazione su ferro. Insomma di materiale e spazio per “fare politica” ce n’è a profusione. Nel frattempo la nuova e modernissima M5 casca a pezzi. Persino nei suoi centri nodali ci sono scale mobili che devono essere chiuse per manutenzione. Un gran problema per chi deve usarle, ma un tema su cui riflettere per la città. Nonostante tutta questa carne al fuoco, nessuno si occupa di altro se non di 50 centesimi di aumento. Perché le varie opposizioni non si trasformano davvero in qualcosa di serio e chiedono di istituire una commissione o un’indagine di qualsiasi tipo sulla M5? Intendiamoci, non per scovare le varie associazioni mafiose (quelle cercheranno sempre di infilarcisi e ci pensa già egregiamente la forza pubblica), ma per capire come sono stati spesi questi soldi. Chi li ha presi e per cosa perché qui qualcosa non funziona e forse Milano merita almeno una risposta. I milanesi poi non sono vendicativi per carattere, ma si ricordano. E se un loro delegato all’Amministrazione cittadina chiedesse finalmente una risposta non potrebbero che esserne grati.  

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