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Domenica a San Siro incontro dei cresimandi con l’Arcivescovo Delpini

Torna domenica 24 marzo, allo Stadio Giuseppe Meazza, il tradizionale incontro dei cresimandi della Diocesi di Milano con l’Arcivescovo e i Vicari episcopali. Ad occupare gli spalti saranno circa 50 mila persone: ragazzi e ragazze che hanno scelto di ricevere il sacramento della Confermazione nelle prossime settimane e mesi, i loro genitori con padrini e madrine, i sacerdoti, le religiose e le catechiste che li accompagnano nel cammino. A partire dalle 14 gli anelli dello stadio si riempiranno dei colori delle sette Zone pastorali della Diocesi grazie alle pettorine che indosseranno i partecipanti e saranno animati dalle figurazioni, realizzate con materiali di recupero, portate in scena da circa 800 figuranti, per lo più adolescenti degli oratori diocesani. Non mancheranno momenti di musica e animazione. Il gruppo “Tu sei bellezza” intonerà una canzone per la pace. Oltre ai testi e alle parole lette da alcuni cresimandi, intervallate da coreografie preparate nelle scorse settimane, saranno diversi i linguaggi utilizzati durante l’incontro, fra i quali il teatro: una rappresentazione di un episodio del Piccolo principe di Saint-Exupéry sarà messa in scena dalla compagnia “Dietro le quinte” di Gallarate. A ispirare i temi dell’incontro la lettera di mons. Delpini, “Il giardino che è in te”: un invito a far fiorire la terra con le virtù dello spirito. Nelle scorse settimane in diversi oratori è stato ricreato un giardino che ha occupato uno spazio dedicato. Qui i ragazzi e le ragazze della Cresima hanno piantato piante e semi che resteranno come “testimonianza” del loro cammino di fede, che continuerà anche dopo la Cresima, grazie ai progetti che ogni comunità realizza per i preadolescenti, con il sostegno della Fondazione Oratori Milanesi. All’incontro di domenica, e al cammino che lo ha preceduto, è associata ogni anno anche una “microrealizzazione”, una raccolta fondi quest’anno destinata alla cooperativa “La Valle di Ezechiele” di Busto Arsizio che supporta percorsi di “messa in prova” e di “rinascita” dei carcerati per un reinserimento nella società. I proventi sosterranno la realizzazione di un campo agricolo gestito dalla cooperativa a favore dei detenuti, nell’ambito del progetto “Su da terra”. «Il campo di San Siro – spiega don Stefano Guidi, direttore della FOM – si trasforma in un giardino pieno di vita, pronto ad accogliere l’Arcivescovo Mario per vivere l’evento diocesano dell’anno. Questo incontro esprime la fiducia della Chiesa di Milano verso i ragazzi» Dalle 15.30 nella Sala Executive saranno presenti l’Arcivescovo, i Vescovi ausiliari e i Vicari episcopali. Prima del giro di campo, previsto per le ore 16, mons. Delpini rivolgerà un saluto ai cresimandi con disabilità. L’evento terminerà alle 18. Organizzato per la prima volta nel 1983, l’incontro cresimandi allo Stadio Meazza, occasione di incontro annuale di generazioni di ragazzi con l’Arcivescovo di Milano, prima della pandemia non era mai stato sospeso. Negli anni si sono susseguiti i cardinali Carlo Maria Martini, Dionigi Tettamanzi e Angelo Scola. E anche due Pontefici hanno voluto essere presenti all’incontro a San Siro, integrandolo nel programma della loro visita a Milano: Papa Benedetto XVI nel 2012 e Papa Francesco nel 2017.

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San Siro. Fedreghini (misto): concerti violano i regolamenti e il Comune tace

Tema interessante quello sollevato dal Consigliere Comunale Enrico Fedreghini appartenente al “Gruppo Misto” dopo avere lasciato la “Lista Sala”.  Fedreghini ha esordito dicendo di volere sottoporre all’Assessore Sacchi  “un fatto banale ma abbastanza significativo” cioè “una delibera di giunta del giugno 2023 nella quale venivano stabilite delle regole” sulla gestione degli eventi a San Siro, giudicate “non sufficienti” dal Consigliere per via delle proteste della cittadinanza. Nella delibera “però venivano fissati dei paletti molto chiari” ha spiegato Fedreghini “uno di questi paletti era che nell’arco delle settimane dei concerti, nell’arco di una settimana dovessero essere garantiti almeno due giorni di pausa” per concedere agli abitanti del quartiere qualche giorno di tranquillità. Purtroppo, ha aggiunto Fedreghini “I privati proprietari delle aree e i privati organizzatori dei concerti, hanno mano libera” perché “questa delibera non è stata rispettata, gli organizzatori non rispettano la pausa di due giorni nell’arco della settimana, anzi si stanno accumulando nuovi concerti”. Il Consigliere ha quindi lamentato di attendere ancora una risposta dall’Assessore Sacchi cui ha chiesto quali provvedimenti ha preso la Giunta Comunale nei confronti di quanti non l’hanno rispettata, sottolineando che “il silenzio non può essere una risposta” o meglio “è una risposta che rafforza i dubbi e le perplessità e la consapevolezza che non ci sia una capacità o la volontà” di far rispettare ad alcuni soggetti quello che viene chiesto di rispettare a ogni singolo cittadino. “Un’amministrazione che fa la forte con i deboli, o con le persone normali ed è debole e silente con i forti non credo che faccia un lavoro molto utile” ha attaccato quindi Fedreghini, chiedendo di ricevere al più presto una risposta pubblica dalla Giunta su questo “operatore che che organizza concerti tempo in spregio di una delibera della Giunta”. Fedreghini ha poi avuto un battibecco con un collega cui si è rivolto dicendo “oltre al linguaggio d’odio, c’è un atteggiamento faticoso nel capire che la politica non è obbedir tacendo” ma la “si gioca su altri tavoli” per poi concludere dicendo che tacere davanti alle violazioni di un privato è “inaccettabile”. Siamo completamente d’accordo con il Consigliere Fedreghini, anche se a pochi giorni dal 122° tentativo di sfratto del Leoncavallo che, da più di 25 anni, in spregio di ogni regola, organizza eventi creando disagi a tutti i residenti del quartiere, ci piacerebbe sentire un suo veemente parere anche su questa situazione.

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Stadio. Sala: se Inter e Milan rinunciano ci faremo dei concerti. Monguzzi (verdi) ironizza

La prima puntata della diretta Instagram “Cose in Comune” condotta dal Sindaco Sala è stato dedicato allo Stadio di San Siro sul cui futuro il Primo Cittadino ha risposto alle domande degli ascoltatori. “Se Inter e Milan decideranno, a giugno, di non ristrutturare lo stadio di San Siro il sindaco come prima strada proverà a farlo diventare un impianto dedicato alla musica dal vivo” ha spiegato Sala, precisando “musica dal vivo ed eventi di varia natura”. Rivelando “Ho già avuto contatti in proposito. I concerti dal vivo ormai fanno riferimento a due, tre multinazionali ed io ho rapporti continui, loro sarebbero interessati”. “Non potrei mai lasciare lo stadio abbandonato” ha aggiunto, sottolineando “Ha molto senso lavorare su San Siro” e non solo per questioni amministrative, ma anche perché “è uno stadio storico, la Scala del calcio, per tanti e non solo per quelli della mia età é qualcosa che sta nelle abitudini, nelle tradizioni, nelle storie. É bene posizionato e i milanesi ci sono affezionati, é casa San Siro”. Dichiarazioni che non sono passate inosservate a Carlo Monguzzi Consigliere Comunali dei verdi che sulla sua bacheca social ha commentato non senza ironia: San Siro: il Sindaco e la volubilita’ Il Sindaco continua a dire le cose che noi avevamo proposto ma che aveva sempre sdegnatamente respinto ..5 anni fa Noi cattivi: ristrutturiamo il Meazza. Il Sindaco: neanche per idea, le squadre non vogliono, smettetela con queste sciocchezze, va abbattuto. Ora passa per il genio che ha inventato la ristrutturazione ..1 anno fa, le squadre fanno finta di andare via Noi cattivi: bando internazionale per musica e sport minori. Il Sindaco: siete matti! Non c’è sostenibilità economica, lo vendo. ..Stamattina Il Sindaco: se le squadre non ci stanno lo riconverto a musica. Mi sovviene un vecchio carosello di Virna Lisi: con quella bocca può dire ciò che vuole.

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Una partita giocata fuori campo

Una partita giocata fuori campo. Nella Milano che si proietta verso il futuro con la stessa velocità con cui corre sui binari della sua nuova Metropolitana 4, si apre un nuovo atto che ha tutto il sapore di una commedia all’italiana, ma con risvolti che paiono tratti da un dramma shakespeariano. Al centro della scena, lo storico Stadio di San Siro, o Giuseppe Meazza per i puristi, e un’idea che solleva più di un sopracciglio: venderlo alle squadre del Milan e dell’Inter, con l’accordo che ne sostengano i costi di ristrutturazione. Il Sindaco Giuseppe Sala, regista di questa manovra, sembra aver calato il sipario su ogni remora, proponendo un affare che a molti suonerebbe come una resa piuttosto che come una trattativa. In cambio, le gloriosi squadre meneghine dovrebbero rinnovare l’arena a proprie spese, promessa che risuona come un eco nelle vuote stanze delle casse comunali. Ma la trama si infittisce quando entra in scena Webuild, lo stesso colosso che ha costruito a linea M4 della metropolitana. L’offerta di progettare il nuovo stadio sembra una mossa logica, un passo naturale per una società che ha già dimostrato di poter trasformare la visione in realtà. Tuttavia, non si può fare a meno di chiedersi: siamo davvero di fronte a un’opera di puro mecenatismo aziendale, o c’è sotto qualcosa di più? La questione si complica se si considera che lo stadio, oltre a essere un luogo dove si giocano partite di calcio, è anche un pezzo di storia milanese, un punto di riferimento affettivo per molti cittadini e un bene pubblico di inestimabile valore sociale. La sua cessione sembra quasi un regalo, un lascito generoso a due entità private che, per quanto legate indissolubilmente alla città, operano secondo logiche di profitto. Non ci vuole un critico d’arte per notare le ombre in questo quadro. Si potrebbe quasi parlare di una sorta di “baratto culturale”, in cui la memoria e l’identità di una città vengono scambiate con la promessa di un rinnovamento architettonico e funzionale. Ma a quale prezzo? E per chi? Queste domande non sono retoriche, ma piuttosto il tentativo di penetrare la nebbia di un affare che sembra troppo bello per essere vero. In una città che ha sempre saputo rinnovarsi, preservando gelosamente il proprio patrimonio storico e culturale, la vicenda dello stadio di San Siro sembra un’anomalia, un pezzo del puzzle che non trova la sua collocazione. Milano merita trasparenza, così come i suoi cittadini, che guardano a San Siro non solo come a un tempio del calcio, ma anche come a un simbolo della loro città. È quindi legittimo chiedersi se, in questo intreccio di affari e interessi, non si stia perdendo di vista l’essenza stessa di ciò che rende un bene pubblico tale: la sua appartenenza alla comunità e il suo valore inestimabile che trascende il mero calcolo economico. In conclusione, la partita per il futuro di San Siro è ancora tutta da giocare, e come in ogni buon incontro che si rispetti, sarà il campo – in questo caso, quello dell’etica e della trasparenza – a decidere il vincitore. Resta da vedere se i tifosi di questa città saranno semplici

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Stadio. Squadre al tavolo con Sala. Fiduciose FI e FDI, ma la Lega non ci crede

Dall’incontro tenuto a Palazzo Marino fra il Sindaco Sala e i vertici di Milan e Inter è scaturita la proposta  di uno studio di fattibilità sulla ristrutturazione di San Siro realizzato pro bono che dovrà essere consegnato in tre mesi. Le linee guida per una ristrutturazione che renda lo stadio più moderno ed efficiente saranno dettate dalle squadre, mentre il Comune dovrà individuare le modalità secondo cui procedere, studiando come tutelare le squadre dall’eventuale perdita di disponibilità di capienza dello stadio durante i lavori. I lavori dovranno essere inoltre compatibili con il calendario di partite, manifestazioni sportive ed eventi di intrattenimento, per evitare danni economici, mantenendo un’esperienza coinvolgente, sicura e confortevole per gli spettatori. Infine lo stadio dovrà diventare di proprietà delle squadre, che in attesa degli sviluppi del progetto continueranno a esplorare possibilità alternative. Soddisfatto il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, Alessandro De Chirico, convinto fautore della permanenza di Milan e Inter a San Siro. “Il Sindaco mi ha ringraziato ancora una volta per aver dato il mio fondamentale contributo all’opportunità di far sedere al tavolo Milan e Inter dopo mesi di stallo in cui ognuno pensava al proprio progetto” ha fatto sapere l’azzurro, togliendosi anche qualche sassolino dalla scarpa “Lo studio elaborato insieme all’architetto Giulio Fenyves e Arco Associati è solido ed efficace e non campato per aria come qualcuno, senza competenze, andava dicendo” e dopo essersi detto orgoglioso di quanto fatto ha concluso “sono sempre più fiducioso che il Meazza non verrà abbandonato e che nel 2026, oltre all’inaugurazione delle Olimpiadi invernali, si potrà festeggiare alla grande il centenario dell’impianto”. Più prudente, ma dello stesso avviso il Consigliere Comunale di Fratelli d’Italia, Marco Bestetti “Accolgo con cauto ottimismo l’apertura manifestata da Milan e Inter, seppur timidamente, verso l’ipotesi di ristrutturare lo stadio Meazza, che considero da anni la scelta migliore per la città e per le legittime ambizioni delle società” ha detto, per poi concludere “Come Fratelli d’Italia confermiamo la nostra disponibilità ad offrire ogni necessario contributo affinché questa ipotesi diventi sempre più concreta, con il senso di responsabilità che ci ha sempre animati in questa vicenda”. D’accordo con lui il collega di partito e Capogruppo in Consiglio Comunale Riccardo Truppo che suggerisce “A questo punto, il Comune, parta subito con l’impostare un bando internazionale per l’ipotesi di vendita e/o concessione del Meazza” precisando “Guardiamo, inoltre, con vivo interesse quanto sta portando avanti il Comune di San Donato Milanese perché non siamo a priori contrari allo sviluppo di queste grandi opere ai confini della città metropolitana milanese”. Di tutt’altro avviso il Segretario Provinciale della Lega Samuele Piscina, secondo cui l’incontro “ha dato l’esito che tutti si aspettavano, un grande nulla di fatto condito da evidente scetticismo di Milan e Inter, che sempre più immaginano un futuro prossimo lontano da San Siro e da Milano” . Il leghista ha quindi aggiunto che le proposte del Sindaco “sono fumose” e la riunione “una patetica mossa di marketing comunale per provare ad annebbiare la vista dei milanesi sulla pochezza dell’amministrazione”. Convinto che ” i lavori dello stadio a San Donato, siano l’unico vero piano purtroppo preso in considerazione dal Milan” Piscina ha concluso “Ancora una volta la situazione rimane irrisolta con il Comune che mantiene il cerino in mano”.

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Stadio. Sala e De Chirico (FI) pensano al dopo Milan e Inter

“E’ legittimo che le squadre possano cercare di fare un altro stadio perché si patrimonializzano ed è non solo legittimo, ma doveroso che io lo difenda, anche perché se vanno via io cosa faccio?” si è chiesto il Sindaco Sala nell’intervista rilasciata al Corriere della Sera, arrivando alla conclusione: “Dovrò trovare una soluzione e metterlo in vendita”. “Questo” ha aggiunto il Sindaco “sapendo che le squadre hanno garantito di stare a San Siro fino al 30 giugno del 2030, che è apparentemente un lunghissimo percorso, ma conoscendo le complessità amministrative lo è fino un certo punto”.  “L’ho già detto e lo ripeto” è intervenuto sul tema Alessandro De Chirico, Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale  “Abbiamo dato il nostro contributo presentando uno studio che permetterebbe di riqualificare lo stadio di San Siro senza che le squadre debbano trovare un impianto alternativo dove poter traslocare durante i cantieri”. “Io l‘architetto Fenyves e tutti i professionisti che hanno elaborato solide proposte per la riqualificazione dell’impianto siamo disponibili a discuterne con Milan e Inter. Il sindaco lo sa e gliel’ho ribadito ieri” ha aggiunto De Chirico,  per poi accusare “Siamo in questa situazione dopo quattro anni di tira e molla a causa di una maggioranza in linea teorica guidata dal PD, ma in realtà ostaggio di ecotalebani”. “Fosse stato per me il Meazza poteva essere fatto implodere come avviene in USA” ma non si può per via del vincolo, ha continuato il forzista , concludendo “È giusto che il sindaco Sala pensi a un piano B. Anche se è difficile immaginare un centro commerciale dentro l’involucro delle rampe elicoidali di San Siro”.

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