sanatoria

Corteo pro sanatoria. Sardone: scandaloso

“Apprendo che per domani, in piazza Scala, la rete “NO Cpr” ha organizzato un corteo per chiedere sanatorie libere per tutti: in pratica, gli amici dei clandestini con la scusa del razzismo e dei diritti umani vorrebbero regalare la cittadinanza a chiunque“. Lo scrive in una nota Silvia Sardone, Consigliere Comunale ed “uroparlamentare della Lega. “Non gli bastano le aperture del governo, chiedono ancora di più: forse si fermeranno quando gli italiani saranno sostituiti dagli extracomunitari? – si domanda la Leghista –  È preoccupante che a scendere in piazza saranno i vandali che hanno assaltato il Cpr di via Corelli a Milano con petardi, razzi, fumogeni e vernice, personaggi dell’area antagonista che odiano la polizia e le istituzioni. Chissà – conclude la Sardone – se a sinistra qualcuno si scandalizzerà per gli assembramenti…”. 

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Pace sociale, la proposta leghista di sanatoria per gli abusivi Aler

Pace sociale, la proposta leghista di sanatoria per gli abusivi Aler. Ad avanzarla Andrea Pellegrini, ex assessore alla Sicurezza del Municipio 9: “Al netto delle strumentalizzazioni politiche che emergono in questo articolo, devo ammettere che alcune considerazioni sono effettivamente condivisibili e che è giunto il momento di realizzare una vera “Pace Sociale” che renda possibile affrontare con criteri corretti e oneste valutazioni il disagio di tante famiglie che pur essendo “abusive” vivono nella legalità e nel rispetto, ma allo stesso tempo contrastare con tolleranza ZERO tutte quelle forme di delinquenza, prepotenza, e racket che sono presenti nella realtà delle case popolari. Un progetto che va costruito in un contesto politico sereno e condiviso, un piano la ” Pace Sociale” che rimetta la Famiglia al centro della questione, vincendo pregiudizi politici ed ideologici, alzando quindi il ” tiro” della Politica…Nel 2018 avevo pensato a questo progetto ” Pace Sociale ” e oggi più che mai penso sia davvero percorribile a patto che non diventi ” cibo” elettorale …”. L’idea però non dispiace anche ad altri schieramenti politici di segno opposto e potrebbe essere un’occasione unica: la piaga dell’abusivismo è stata spesso al centro del degrado nelle case popolari e facile bacino di voti per i politici più spregiudicati: un problema se non viene risolto, ha sempre bisogno di campioni. Una volta che si risolve, i campioni non servono più. E tenere un quinto dei milanesi (nelle case popolari vivono circa 250mila persone) nel guado, specialmente se poveri, è molto utile a fini elettorali. Non lo è a fini pratici, anzi siamo arrivati a un tale livello di spreco di risorse che stando a quanto dice il Pd regionale non ci sono i soldi nemmeno per progettare i lavori di ristrutturazione. Aler e gli abusivi sono una piaga contabile che non si può risolvere con un’operazione lunga e complessa: questa formula è stata applicata nei decenni scorsi e non si è realizzata nessuna svolta. Le case popolari hanno perso la loro funzione da tempo: dovevano essere un aiuto temporaneo per chi è in difficoltà, ora ci sono famiglie che vivono nello stesso appartamento da generazioni. Quindi forse vale la pena di soluzioni drastiche come quelle proposte da Pellegrini. Una svolta il più possibile premiante per chi è abusivo suo malgrado forse è quello che serve.

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La regione vigilerà affinche i comuni non sanino le moschee abusive

A dare il via allo scontro slla questione “moschee abusive”, ieri mattina,  era stata Silvia Sardone, Consigliere Regionale e Comunale del Gruppo Misto che ha annunciato di avere “presentato 57 emendamenti al Pgt in discussione oggi in Consiglio comunale, di cui 22 relativi al Piano delle attrezzature religiose che punta a regolarizzare quattro moschee tuttora abusive” poiché convinta che “Milano non abbia bisogno di luoghi di culto islamici e che debbano anche essere chiusi tutti i sedicenti centri culturali che fungono illegalmente da moschee“, concludendo con lo spiegare che alcuni emendamenti prevedono che  nel caso di regolarizzazione e costruzione “i luoghi di culto islamici debbano essere dotati di telecamere, i testi usati per la preghiera controllati preventivamente, che sia presente un albo degli imam, che siano trasparenti i finanziamenti, che le prediche siano in italiano e che tutto questo avvenga in presenza di una legge nazionale chiara in materia”. Nel pomeriggio invece la questione si è spostata nel consiglio regionale lombardo, dove è stato approvato un Ordine del Giorno inserito nell’atto di integrazione del Piano territoriale regionale (Ptr), che impegna la Regione a vigilare sui pgt dei Comuni per evitare che vengano ‘sanati’ luoghi di culto abusivi. L’ ordine del giorno nel dettaglio, “impegna la Giunta a verificare che nei pgt dei Comuni lombardi siano escluse eventuali sanatorie dei luoghi di culto e a verificare che nei pgt dei Comuni lombardi siano rispettati i criteri stabiliti dalla legge regionale 2/2015 per l’individuazione e le modalità di realizzazione dei luoghi di culto“. “Visto che ci sono Pgt che consentono abusivismo e visto che al comune Milano sappiamo che si sta cercando di sanare luoghi abusivi, noi chiediamo alla Giunta di controllare perché le regole devono valere per tutti“, ha spiegato il capogruppo di FI Gianluca Comazzi presentando il documento, mentre per il leghista Massimiliano Bastoni “l’obiettivo è impedire che vengano sanate moschee come quella di via Maderna a Milano che non hanno nessun tipo di autorizzazione“. La consigliera Pd Carmela Rozza ha invece spiegato l’astensione del suo gruppo affermando che “bisogna rispettare le regole“. “Noi rispettiamo le leggi anche se non ci piacciono al contrario di qualcuno che sta al Governo e le rispetta solo quando gli piacciono“, ha aggiunto definendo però “strumentale” da parte della maggioranza la presentazione e la formulazione dell’odg.  

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