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Prima le mascherine rosa ora giallo canarino

Prima le mascherine rosa ora giallo canarino. Il SAP a meno di una settimana dalla precedente lettera al Capo della Polizia, Lamberto Giannini, sulla questione dell’arrivo di dispositivi di protezione FFP2 rosa, si trova a riscrivere per un motivo analogo e legato all’arrivo di mascherine color giallo canarino. A tal proposito apprendiamo che sono in distribuzione nelle province siciliane, attualmente a Messina e Ragusa, dispositivi di protezione FFP2 di colore giallo canarino. Questo ci ha indotto ancora una volta a segnalare al Capo della Polizia la questione, chiedendo un intervento. Dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP: “Le polemiche suscitate, quando abbiamo denunciato l’arrivo del primo lotto color rosa, ci sono apparse strumentali, poiché alludevano ad un presunto machismo o polemizzavano genericamente sull’accaduto. Oltre ad esserci sembrate strumentali e in cattiva fede, non hanno colto il senso della richiesta fatta al Capo della Polizia. Ribadiamo per tanto, che l’uso dell’uniforme è dettato da un regolamento ben preciso a cui bisogna attenersi, per il rispetto dell’Istituzione che si rappresenta.”. A tal proposito sottolineiamo che da sempre tutte le norme che configurano il codice etico del poliziotto mirano ad evitare immagini tese a ridicolizzare o sminuire di autorevolezza l’Istituzione rappresentata sul campo operativo. Lo stesso Regolamento di servizio (D.P.R. 782 del 28 ottobre 1985) presta particolare attenzione all’aspetto esteriore al fine di evitare giudizi negativi, incidenti sul prestigio e sul decoro dell’Amministrazione che rappresenta. Ogni elemento indossato, come anche ogni modo di “acconciare” la propria persona, deve essere compatibile con il decoro della divisa e la dignità della funzione, evitando ogni forma di appariscenza. In linea con questo orientamento istituzionale si pone, infatti, il divieto di variare la foggia dell’uniforme e, pertanto, di utilizzare qualsiasi elemento che possa alterarne l’aspetto formale. Ciò è preminente innanzitutto nella Legge 1° aprile 1981 n. 121 riguardante il “Nuovo ordinamento dell’Amministrazione della pubblica sicurezza”. Qui, infatti, viene stabilito “l’appartenente alla polizia di Stato deve indossare la divisa con proprietà, dignità e decoro”. Legittimare mascherine multicolor significa delegittimare l’uniformità della divisa. A questo punto ci aspettiamo che da domani nessun agente di polizia potrà più essere punito se deciderà di tingersi i capelli alla moda color pastello vede, giallo canarino, rosa, blu ecc. La forma è sostanza, e la divisa va indossata con decoro per trasmettere efficienza ed equilibrio nello svolgimento delle funzioni.

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Siglato l’accordo per il rinnovo del contratto per il comparto sicurezza

Siglato l’accordo per il rinnovo del contratto per il comparto sicurezza. Alla presenza del Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, del Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, Ministro della Giustizia Marta Cartabia e del Capo della Polizia Lanfranco Giannini il SAP ha sottoscritto l’accordo per il rinnovo del Contratto di Lavoro per il Comparto Sicurezza, per gli anni 2019-20-21. Si tratta di aumenti medi sulla retribuzione fissa di circa 105,00 euro. Inoltre sono state valorizzate alcune indennità accessorie che remunerano i servizi più disagiati. In particolare è stata introdotta l’indennità di controllo del territorio in favore principalmente degli operatori di volante e di chi pattuglia il territorio che prevede un ulteriore indennizzo di euro 5 per i servizi serali e euro 10 per i servizi notturni. Tenuto conto del blocco dei rinnovi contrattuali dal 2009 al 2018 si tratta di un accordo che sul piano economico non risulta pienamente soddisfacente, ma che assieme alla conferma degli impegni assunti dal Governo, che si stanno concretizzando nella legge di bilancio, fa sì che gli interventi complessivamente operati possano consentire un rilancio per il comparto. Molto importante è la destinazione di risorse per la previdenza dedicata, in alternativa alla mancata attivazione della previdenza complementare, nonché equiparazione dell’art. 54 del D.P.R. 1092/73 al pari di tutto il personale militare. Di particolare rilevanza è inoltre la previsione di spesa per la stipula di una assicurazione per la tutela legale degli operatori per fatti di servizio. Questa è una storica battaglia del SAP che dopo molti anni di rivendicazione finalmente sta per realizzarsi riteniamo pertanto soddisfatti, per essere riusciti a realizzare complessivamente buoni risultati in favore di tutta la categoria, e per cui il SAP si è battuto e si batte da anni. Il nostro obiettivo resta e resterà sempre quello di lavorare per migliorare le condizioni di servizio di tutti gli operatori della sicurezza in modo che possa essere garantita sempre maggiore sicurezza al Paese”.

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Contratto di lavoro: manca solo un mese. Stefano Paoloni (SAP): “Non prevalgano interessi di parte e vengano riconosciuti incrementi adeguati alla professionalità di tutti gli operatori di Sicurezza e Difesa”

Contratto di lavoro: manca solo un mese. Stefano Paoloni (SAP): “Non prevalgano interessi di parte e vengano riconosciuti incrementi adeguati alla professionalità di tutti gli operatori di Sicurezza e Difesa”. Manca un mese prima che scada tutto il triennio previsto per il rinnovo del contratto di lavoro del comparto Sicurezza e Difesa: “Un ultimo mese importantissimo prima che scada il contratto del triennio 2019-2021 per tutto il personale dei comparti Sicurezza e Difesa – sottolinea il Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia – ma le trattative in corso sono ad uno stallo perché tardano a giungere ad una conclusione che soddisfi le parti in causa. E tutto questo perché prevalgono interessi particolari, interessi di settore”. “E’ indispensabile – conclude Paoloni – perseguire interessi generali, a favore di tutti gli uomini e le donne del comparto Sicurezza e Difesa. Operatori che meritano che questo contratto si concluda al più presto, e che soprattutto si vedano riconosciuta aumentata la parte fissa della retribuzione in modo che possa essere premiata la professionalità messa in campo tutti i giorni per garantire la sicurezza interna ed esterna del nostro Paese. I comandi generali non facciano prevalere interessi particolari e di affermazione interna rispetto agli interessi di tutta la categoria”.

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Tutela legale per gli agenti di polizia: appello del Sap a Draghi

Tutela legale per gli agenti di polizia: appello del Sap a Draghi. Nella giornata di oggi 11 novembre 2021 il SAP, a firma del Segretario Generale Stefano Paoloni, ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio Mario Draghi, per attenzionarlo a quella che è la difficile e farraginosa situazione, legata alla tutela legale dei nostri uomini in servizio. In un periodo storico come questo, dove i nostri uomini in divisa sono particolarmente attaccati e dove espletare al meglio le proprie funzioni di sicurezza sembra essere diventata la cosa più complessa, abbiamo rilevato che l’argomento legato alla “Tutela Legale” dei nostri uomini, non è stato incluso nel disegno di legge di bilancio per l’anno finanziario 2022 inviato a Bruxelles e che nei prossimi giorni sarà sottoposto all’esame del Parlamento. “Essendo per noi un elemento imprescindibile, abbiamo ritenuto opportuno porre all’attenzione del Presidente del Consiglio, questo vuoto all’interno della legge di bilancio.” Siamo ancora in tempo perché questa proposta, legata alla tutela legale degli agenti, possa essere ivi inserita e argomentata in sede di discussione parlamentare. Dice Stefano Paoloni: “Ad oggi il personale delle forze dell’ordine non può contare su una completa tutela legale per fatti di servizio. Infatti, nel momento in cui è costretto a difendersi nei procedimenti penali per fatti di servizio, è obbligato a sostenere le spese legali di tasca propria. Purtroppo i casi in cui il personale è costretto ad avvalersi di una difesa legale sono davvero numerosi. Un esempio tra i tanti che ha assunto gli onori della cronaca è quello di Stazione Termini di questa estate dove si ricorderà che un nostro collega è stato obbligato a ferire ad una gamba una persona che brandiva pericolosamente un coltello.” Tutto ciò accade a causa delle, sempre più numerose, strumentalizzazioni che vengono utilizzate “[…] Strumentalizzazioni volte a farne modificare il ruolo all’interno del procedimento penale. Infatti, l’agente o ufficiale di p.g. da testimone passa a quello di imputato in procedimento connesso. In tal modo viene sminuita la valenza probatoria della sua testimonianza.” Questa è una battaglia che il SAP porta avanti da anni e che, a causa del deterioramento della situazione attuale nei confronti di chi espleta le proprie funzioni di sicurezza e ordine pubblico, sta diventato sempre più urgente da risolvere. Fiduciosi in una presa di coscienza da parte delle Istituzioni, continuiamo a portare avanti la nostra causa.

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Rave party, SAP: “Forze dell’ordine all’angolo per mancanza norme adeguate”

Rave party, SAP: “Forze dell’ordine all’angolo per mancanza norme adeguate”. A far scattare oltremodo la molla della pazienza è servita una frase scritta su una chat Telegram, dove gli organizzatori francesi del secondo rave party NON autorizzato, hanno messo in ridicolo il comparto sicurezza italiano, facendo passare le Forze dell’Ordine come “appendici non necessarie”. Nella frase si legge “… si è scelta un’area dell’Italia perché qui è tutto più semplice”. Dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP: “Se non verranno prese delle decisioni in tempo, presto ce ne sarà un altro, con tutti gli annessi e connessi del caso. Questo non solo è un campanello di allarme per il comparto sicurezza, che già ad oggi si trova in difficoltà con i soli problemi del Paese, ma rischia di diventare un eco per creare ulteriori disagi al comparto stesso. Disagi organizzati non da italiani, ma da soggetti stranieri, che reputano l’Italia una “Terra Franca” dove poter fare ciò che più conviene.” Questo rischia di trasmettere un messaggio ancora più grave, mettendo in discussione il comparto della sicurezza italiano. A monte troviamo la già precaria situazione degli operatori in prima linea, che vivono quotidianamente in contingenza di rischio e senza tutele. Continua Paoloni: “Quanto accaduto, dimostra che già dal primo Rave non c’è stata una risposta adeguata per disincentivare questo tipo di iniziativa, fuori da ogni regola e norma di sicurezza interna al nostro Paese. E’ già da tempo che chiediamo norme per rendere più efficaci le attività di polizia. Oggi gli operatori di polizia non solo mettono a rischio la loro incolumità fisica ma rischiano anche sterili strumentalizzazioni”. Se da una parte si ritiene che questi rave party non debbano essere organizzati, perché vanno contro ogni regola e norma di sicurezza interna, dall’altra non vengono effettuati gli interventi atti a bloccarli, perché c’è il rischio che un’azione mirata e volta a bloccarli diventi un boomerang. “Servono interventi mirati, per rendere le forze dell’ordine più autorevoli nei servizi di ordine pubblico e per disincentivare questo tipo di iniziative nel nostro Paese”. Coloro che partecipano a questi rave sembrano avere un’immunità incomprensibile. Nessuno risponde per i reati commessi, basta vedere le attività della Procura di Milano che ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico di alcuni partecipanti, individuati in un analogo rave circa due anni fa. “Questa è la dimostrazione che le forze dell’ordine non hanno gli strumenti adeguati a disincentivare tali iniziative. Invitiamo pertanto il Ministro Lamorgese a fare una proposta legislativa in tal senso.”

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Ci aspettano giorni difficili ma noi non molliamo

Ci aspettano giorni difficili ma noi non molliamo. Il Sap vicino ai colleghi in servizio a Roma. Ci aspetta un fine settimana di fuoco. Oltre 2400 uomini in campo richiamati da tutta Italia, senza contare le forze in essere nella Capitale. Per questi eventi, la macchina della sicurezza è stata molto attenta e scrupolosa. Per le strade ci saranno dai 4/5mila agenti. Il dispositivo sicurezza è pronto ad affrontare questo importante momento di Ordine Pubblico. Questo nonostante i disagi interni, dove non sempre le prescrizioni previste dal Covid vengono rispettate. Purtroppo la macchina logistica è in affanno e non si può negare il malcontento per le condizioni di lavoro, che ad oggi sono estremamente rischiose e provanti. Non è stato affatto semplice, fare arrivare su Roma, tutti questi agenti. Si è messo in moto un congegno di sicurezza come non accadeva da tempo, che però deve comunque tenere conto anche di tutte le restanti esigenze sul territorio. Spostare un numero così elevato di personale, da una parte all’altra dell’Italia ha comportato una complessa macchina logistica, che purtroppo non sempre ha funzionato. Siamo comunque pronti e l’attenzione su Roma è alta. Per questo motivo il SAP, ha creato un gruppo Telegram, per sostenere i colleghi che incontrano ed incontreranno difficoltà logistiche. Ad oggi, diverse sono già state le segnalazioni, alcune delle quali hanno già dato i primi risultati attraverso anche l’importante sostegno e la disponibilità dataci dalla Questura di Roma per risolverli.  

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