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I coccodrilli in Piscina: che brutta fine per la Lega

In queste ore la notizia è l’uso disinvolto del contributo affitti che avrebbe fatto Riccardo Bossi secondo la Procura. Ma noi siamo gente all’antica e alla polemica di oggi preferiamo le scuse e le relative lacrime di ieri. Quando il Consigliere Comunale Piscina (Lega) ha avuto l’ardire di riportare un fatto di cronaca: in via Mosso un transessuale (una? Un*?) avrebbe sputato sangue infetto, a suo dire, contro le forze dell’ordine. Ecco, la cosa ha avuto un’eco nazionale. In un mondo normale, se Piscina fosse stato membro di un partito moderato sarebbe stato messo sotto processo interno. Se fosse stato in un partito conservatore sarebbe stato chiuso in una stanza e qualcuno gli avrebbe spiegato che certe cose si pensano, si dicono in sede, ma in pubblico meglio di no. Ma in un partito sovranista? Io voglio immaginare la riunione con gli altri barbari sognanti e un giro di cervogia offerto a suo nome a tutti gli altri. I sogni, però, hanno poco spazio in politica. La reazione è stata la seguente: ”Chiediamo noi scusa per il consigliere Piscina se qualcuno dovesse essersi offeso dalle sue parole, per una frase travisata”. Lo spiegano in una nota congiunta Alessandro Verri e Deborah Giovanati, rispettivamente capogruppo e vicecapogruppo del Gruppo Lega al Comune di Milano, dopo le frasi del consigliere e segretario provinciale del partito, Samuele Piscina, sui ”transessuali che sputavano sangue infetto alle forze dell’ordine” che hanno scatenato una bufera politica. ”È chiaro che è inaccettabile un certo tipo di linguaggio per di più in una Istituzione e ci assumiamo tutta la responsabilità per un componente del nostro gruppo politico”. Ora, ragionevole che Deborah Giovanati si sia scandalizzata. La sua storia personale e politica parla di un tipo di politica molto alta. Ma Verri? E il resto della Lega? Ma stiamo scherzando? Non rivangherò per carità patria la durezza virile dei leghisti di Bossiana memoria, ma non possono dimenticare che il 34% alle Europee è arrivato col Capitano che suggeriva, neppure troppo velatamente, che salvare gente in mare fosse un crimine. Giusto o sbagliato che sia dirlo, se ci attacchiamo alla forma non ne veniamo più fuori. “Scusi lei spaccia?” (e la risposta secondo la procura la risposta era sì, ma non è questo il punto). Ve lo ricordate? Qui la domanda dovrebbe essere una sola: il fatto è avvenuto? Se sì, Albiani urli pure alla transfobia e alla sierofobia, qualsiasi cosa siano. La Lega dovrebbe suonare forte le sue campane. Forza Italia si indigni, se lo ritiene, è moderata e liberale. Fratelli d’Italia inarchi pure un sopracciglio, è un partito conservatore. Ma se i partiti moderati e conservatori servono alla coalizione per governare, i barbari sognanti servono per salvarci tutti dal complesso di Fini: l’esigenza spasmodica di avere Albiani che ci segna alla lavagna nella colonna dei buoni. Buoni, mi si perdoni la citazione di Anassagora, un cazzo. Gli elettori non ci votano per essere buoni, zuccherosi, politicamente corretti. E di certo non votano Piscina, Sardone o Verri per essere stimati da Albiani. Non si lamenti la Lega, poi, se scivola inevitabilmente sotto Forza Italia. Se serve un partito che si scusi per le proprie idee FI basta e avanza. Ah, nel comunicato si parla di fraintendimento. Nessuno ha frainteso nulla. Siamo di fronte a una guerra di civiltà: da una parte chi ha il coraggio di dire che le foglie sono verdi d’estate, come aveva profeticamente scritto Chesterton. Dall’altra chi ha paura di offendere chi soffre di daltonismo. Spiace che qualcuno abbia barattato Chesterton con Albiani.

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Rettrice Bicocca si scusa con Nori

Si dice “profondamente rammaricata” ed è tornata ad invitare Paolo Nori a tenere un ciclo di incontri su Dostoevskij la rettrice dell’università di Milano Bicocca Giovanna Iannantuoni dopo le polemiche scatenate dalla decisione di rimandare il corso del romanziere. Decisione poi rientrata ma a cui è seguito il ‘no grazie’ di Nori. “Come Rettrice di Milano-Bicocca – ha scritto in una comunicazione – mi scuso per avere urtato diverse sensibilità in un momento così delicato, ma non era intenzione dell’Ateneo esercitare alcuna forma di censura”. “L’Università Bicocca – ha assicurato – è, e rimane, un luogo di libera manifestazione del pensiero, dell’insegnamento e della ricerca. Il nostro Ateneo da sempre persegue i principi di inclusione, agisce contro ogni discriminazione ed ha sempre dimostrato di essere accogliente verso tutte e tutti”. Ha ammesso l’errore sperando in un ripensamento: “l’errore è umano e, come ogni errore, anche questo deve servire a migliorare tutti noi attraverso la consapevolezza e la riconciliazione”. “Profondamente rammaricata per quanto accaduto con Paolo Nori – ha concluso la rettrice -, rinnovo l’invito allo scrittore a partecipare a un ciclo di incontri su Dostoevskij”. ANSA

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Gestori si scusano dopo party illegale

Quello in Darsena non è stato l’unico party illegale andato in scena sabato sera a Milano: hanno suscitato infatti molte polemiche sui social le immagini dell’inaugurazione di The Sanctuary, uno spazio riqualificato allo Scalo Lambrate destinato a diventare bar, ristorante, galleria d’arte e molto altro. ‘Abbiamo sbagliato”, scrivono oggi i gestori sulla pagina Facebook del locale, dopo che le immagini di decine di persone ammassate e danzanti senza mascherina hanno fatto il giro del web. L’inaugurazione di sabato a inviti, a cui ha partecipato anche Belén Rodríguez e il suo compagno Antonino Spinalbese, è infatti diventata una vera e propria festa con musica e cocktail: “Abbiamo sottovalutato la voglia di divertimento e di socialità della persone e non siamo riusciti a controllare gli ultimi momenti di quella che doveva essere una presentazione privata per i nostri amici più stretti”, scrivono i gestori dello spazio. “Chiediamo scusa a tutti quelli che abbiamo offeso e ancor più a coloro che stanno lottando contro questa terribile malattia” e “quel che è accaduto è stato un grosso errore che non si ripeterà”, concludono. ANSA

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Sala cerca scuse per gli assembramenti in Darsena

01 ha dato alle critiche per quanto è successo ieri sui navigli con “migliaia e migliaia di persone”. “E, che piaccia o no – è sbottato su Facebook -, di più non si poteva metterne, perché la città è grande e va gestita nella sua interezza”. “Sarebbe stato meglio chiudere nel pomeriggio la Darsena? Ma secondo voi, chi stava in giro sarebbe stato a casa o sarebbe andato da qualche altra parte? – ha aggiunto -. Di fronte a questi dati di realtà, la maggior parte dei commenti sono sulla mancanza delle forze dell’ordine. Io però sto dalla loro parte, dalla parte di uomini e donne che sono lì a lavorare e non dalla parte di chi non tiene un comportamento adeguato alla grave crisi sanitaria che stiamo attraversando”. Anche perché “con questa terribile pandemia se non si rispettano le regole poi si paga pegno. Così probabilmente sarà e purtroppo – ha concluso – le conseguenze ricadranno su tutta la comunità”. ANSA

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De Chirico (FI): mi aspetto le scuse di Lega e Piscina

“Ho letto un commento di Samuele Piscina, presidente del Municipio 2, che recitava testualmente: Forza Italia non esiste più…Berlusconi è ormai un vecchietto che non riesce a tenere insieme un partito, non è più quello di un tempo”, scrive in una nota il Consigliere Comunale di Forza Italia Alessandro De Chirico, aggiungendo, spiegando che poi è stato “modificato perché qualcuno deve avergli fatto notare che è anche grazie a Forza Italia se lui è diventato presidente”, per poi sottolineare che, “lo stesso partito gli ha sempre garantito il sostegno anche in diversi momenti di difficoltà in cui la sua maggioranza nell’assise locale ha vacillato”. “Inutile perdere tempo nel ricordare al giovane Piscina a cosa mi riferisco. – continua De Chirico – In gioventù si commettono errori, ma da un rappresentante istituzionale nonché alleato mi aspetto scuse immediate” , intima quindi l’azzurro, concludendo, “Se invece questo è ciò che pensa la dirigenza locale della Lega del leader azzurro, che 27 anni fa ha creato il centrodestra e tenuto sempre in grande considerazione gli alleati, lo dica chiaramente. Il rispetto deve essere alla base dell’alleanza altrimenti ognuno vada per la propria strada”.

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Sala si scusa con la Sardegna

“Non posso certamente provare sentimenti negativi verso la Sardegna. Il mio ‘me ne ricorderò’, comunque sbagliato nella forma, era rivolto alla politica sarda“. Così il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha fatto il mea culpa per la frase rivolta al governatore della Sardegna che voleva sottoporre a test i turisti provenienti dalle Lombardia e da Milano. Sala ha postato su Instagram una foto della barca a vela che teneva, prima di venderla, proprio in Sardegna. “So di essere stato ruvido ma forse stavo anticipando un tema sentito dai cittadini. E lo dico alla vigilia della Festa della Repubblica. Certo, il punto centrale non è dove si fanno le vacanze, ma molto semplicemente penso che il sentirsi una sola comunità debba trovare conferma nei momenti positivi e in quelli difficili – ha aggiunto il sindaco Sala -. E penso anche che la generosità e il senso di accoglienza di Milano non ci abbiano mai portato a fare alcun distinguo“. ANSA  

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