sequestrati

Polizia locale: sequestrati 46mila adattatori pericolosi

Un’operazione congiunta del Nucleo Antiabusivismo della Polizia locale di Milano e della Camera di Commercio, finalizzata al ritiro dal mercato di prodotti pericolosi, si è conclusa con il sequestro penale di 46mila adattatori non a norma e con la denuncia dell’Amministratore unico dell’azienda importatrice per i reati di tentata frode in commercio e immissione nel mercato di prodotti pericolosi. L’attività è partita da una perquisizione a Milano, in zona Certosa, di un’attività commerciale all’ingrosso, al dettaglio e on line di materiale elettrico, accessori per Pc, stampanti, fotocopiatrici, apparecchiature elettroniche e informatiche. A seguito di un controllo di conformità di uno specifico prodotto elettrico in vendita, commissionato dalla Camera di Commercio ed eseguito da IMQ (Istituto italiano del Marchio di Qualità), era stata evidenziata la non rispondenza del prodotto ai requisiti essenziali stabiliti dalla Direttiva europea sulla costruzione a regola d’arte del materiale elettrico a bassa tensione. L’attività di ricerca è stata poi estesa al Comune di Mezzago, in provincia di Monza e Brianza, nella sede legale e operativa dell’importatore, dove sono appunto stati ritrovati e sequestrati i 46mila adattatori ritenuti pericolosi, poiché mancanti di misure tecniche volte ad evitare che “le persone e gli animali domestici siano adeguatamente protetti dal pericolo di lesioni fisiche o altri danni che possono derivare da contatti diretti o indiretti”.

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Sequestrati 1.300.000 euro ad ‘ndranghetista

La Divisione Anticrimine della Questura di Milano ha eseguito nel giro di poche settimane due importanti sequestri patrimoniali a carico di Bartolo Bruzzaniti, noto esponente della cosca Morabito-Palamara-Bruzzaniti. Bruzzaniti, 44 enne di Locri (RC), ha iniziato a delinquere fin da giovanissimo (la sua prima denuncia risale al 1991 quando appena quindicenne fu coinvolto in una sparatoria), fino ad affermarsi come referente sul territorio milanese per l’importazione e lo smistamento di grandi quantità di cocaina dalla Calabria. Già nel mese di Ottobre 2019, le indagini patrimoniali svolte dai poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura avevano accertato l’evidente sperequazione tra i redditi dell’uomo ed il suo tenore di vita, con la conseguente emissione, ad opera del Tribunale di Reggio Calabria, di un decreto di sequestro di beni per un valore di circa 3 milioni di euro (6 immobili, 3 società ed un autoveicolo, nonché diversi rapporti di conto corrente bancario). Il prosieguo delle indagini ha portato gli investigatori ad individuare ulteriori beni del valore di oltre un milione di euro, i cui sequestri, avviati il 28 maggio scorso, si sono conclusi nella giornata di giovedì 11 giugno.  In un primo momento, sono state acquisite due imprese di costruzione con relativo patrimonio aziendale, tra cui un veicolo commerciale, ed un bar ubicato a Garbagnate Milanese. Successivamente gli investigatori, grazie alla consolidata esperienza nelle indagini patrimoniali, hanno notato che Bruzzaniti aveva tentato di occultare parte del patrimonio aziendale di una delle due imprese, cedendolo ad un’altra società a lui stesso riconducibile. La conclusione dell’operazione è avvenuta nella giornata di giovedì 11 giugno 2020 con l’apprensione della terza società, con relativo patrimonio per un valore di circa 300mila euro.  

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Sequestrati oltre due milioni di Euro al re dei truffatori rip-deal

A seguito delle accurate indagini patrimoniali svolte dagli agenti della Divisione Anticrimine, il Questore di Milano ha proposto un sequestro antimafia a carico di JOVANOVIC Nenad di anni 46, accolto dal Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione. La Divisione Anticrimine ha ricostruito l’excursus criminale del pluripregiudicato di origine croata con diversi alias: quest’ultimo fin da minorenne si è reso responsabile di reati contro il patrimonio, specializzandosi nelle truffe con il metodo c.d. Rip Deal. Proprio in questo tipo di reato è emersa la particolare abilità di JOVANOVIC il quale è riuscito a carpire la fiducia dei malcapitati, ai quali ha sottratto svariati milioni di euro, presentandosi talvolta come facoltoso commerciante d’arte, altre volte come un importante immobiliarista e addirittura come un diplomatico. Con sofisticati ed articolati raggiri preparatori ha conquistato la fiducia dei facoltosi proprietari di beni per poi realizzare, contestualmente alla pretestuosa compravendita, operazioni fraudolente nelle quali, promettendo un favorevole cambio di valuta, ha sottratto alle vittime considerevoli importi di somme di danaro ovvero beni mobili di elevato valore. L’ultimo episodio in ordine di tempo è avvenuto lo scorso dicembre, quando è stato indagato in stato di libertà dalla Squadra Mobile della Questura di Milano per truffa aggravata in concorso: JOVANOVIC, spacciandosi per un facoltoso acquirente, si è impossessato di un grosso diamante del valore di 3.100.000,00 Euro presso la Hall di un Hotel, dietro dazione di denaro contante contenuto in un borsone e rivelatosi composto da banconote false da 200 Euro. Nel corso di questi anni JOVANOVIC ha mantenuto un elevatissimo tenore di vita, con abiti griffati, gioielli ed autovetture di grossa cilindrata, come una Ferrari 360 Modena Spider e un Audi A6, anche per rendersi credibile nelle sue false identità di uomo d’affari o di facoltoso collezionista di opere d’arte. Le indagini patrimoniali svolte dalla Divisione Anticrimine hanno consentito di sequestrare beni per un valore superiore a due milioni di Euro, del tutto ingiustificati rispetto alle capacità reddituali dell’interessato e del suo nucleo familiare. In particolare: Appartamento di 8 vani con annesso box auto ubicato in Trezzano sul Naviglio (MI). Appartamento di 4 locali con annesso box auto ubicato a Sedriano (MI). Autovettura Mercedes Classe A AMG. Gioielli rinvenuti presso la sua abitazione, tra cui 3 bracciali rigidi in oro, 1 anello trilogy con 21 diamanti a fiori, 2 anelli oro bianco con 5 diamanti, 1 anello fedina oro bianco, 1 braccialetto tennis con 210 diamanti, n. 1 braccialetto tennis con 52 diamanti, 1 braccialetto tennis con 56 diamanti, 1 bracciale rigido in oro giallo Saldi di rapporti bancari in via di quantificazione. A conferma della sua capacità di generare profitti illeciti, si riportano alcuni episodi dei numerosi episodi che hanno caratterizzato il suo profilo criminale. Nel 2002, fingendosi un professionista italiano ed utilizzando un fax intestato ad una società di investimenti, trae in inganno un cittadino austriaco simulando di essere interessato ad acquistare un immobile ubicato in Austria; dopo avergli consegnato a titolo di caparra la somma di 500.000 Franchi svizzeri composta da biglietti da 1000 risultati tutti contraffatti, JOVANOVIC si è fatto consegnare dalla vittima 90.000,00 Euro in contanti, anche in questo caso mai recuperati. Nel 2007 JOVANOVIC è stato segnalato dall’INTERPOL per quattro truffe rip-deal commesse in Germania, Svizzera e in Austria, utilizzando l’identità “Claudio Moro”. Nel 2018 JOVANOVIC è stato arrestato per furto aggravato e sostituzione di persona per aver sottratto due importantissime opere d’arte (olio su tavola raffigurante la “Sacra famiglia” di Peter Paul Rubens e olio su tela raffigurante “La Fanciulla Sul Prato” di Pierre Auguste Renoir), valutate 26 milioni di euro. Il predetto questa volta si è spacciato per un rabbino israeliano rappresentante della comunità ebraica milanese, incontrando i venditori presso alcuni locali adiacenti un Consolato Generale in uso ad un’agenzia immobiliare, facendo credere alle controparti che si trovassero nell’ente diplomatico e, dopo aver fatto depositare i quadri in un locale del presunto consolato, ha condotto le vittime in un’altra stanza e con una scusa si è allontanato sottraendo le opere d’arte, poi recuperate all’interno di un campo nomadi del Nord Italia.  

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Sequestrati 610mila sacchetti di plastica non a norma

Un’operazione partita da un controllo presso il mercato settimanale di via Marco Aurelio ha portato al sequestro da parte del Nucleo antiabusivismo della Polizia locale di Milano di 610mila sacchetti di plastica non a norma. Il trasgressore, un cittadino di origine marocchina di 24 anni, è stato sanzionato per 18.400 euro per aver immesso in commercio sacchetti privi dei requisiti di compostabilità, biodegradabilità e riutilizzabilità e per aver svolto attività commerciale senza autorizzazione. Dopo aver assistito, infatti, alla cessione a titolo oneroso di sacchetti agli operatori del mercato, gli agenti hanno identificato la persona che li stava vendendo e controllato il furgone che utilizzava per il trasporto e la distribuzione, all’interno del quale è stata rinvenuta una prima tranche di circa 70mila borse senza etichettatura e loghi che ne indicassero requisiti di legge, denominazione e sede del produttore. L’attività di ispezione è stata poi estesa all’interno di un box condominiale in zona Farini dove, da un’attività di osservazione precedente, era stato appurato che il trasgressore si recava con il furgone più volte alla settimana e dove sono state rinvenute altre 540.000 borse in plastica. Una campionatura di otto tipologie di sacchetti è stata trasmessa a laboratori ARPA per verificarne, attraverso le opportune analisi, la reale composizione. L’operazione nasce nel quadro dell’azione di contrasto alla commercializzazione di sacchetti non conformi ai requisiti stabiliti dal Codice dell’ambiente, che negli anni 2018 e 2019 ha portato al sequestro da parte del Nucleo Antiabusivismo della Polizia locale di Milano di 8,5 milioni di borse di plastica non a norma e all’identificazione e sanzionamento, tra Milano e provincia, di 15 distributori di borse e imballaggi che rifornivano di sacchetti illegali gli operatori di mercati settimanali e di attività commerciali in sede fissa. In alcuni casi le persone sono state anche indagate per frode in commercio. Le normative europee indicano agli Stati membri specifiche misure per il contenimento dell’uso delle borse in plastica e lo Stato italiano si è posto, in applicazione a queste direttive, l’obiettivo di una progressiva riduzione nel tempo introducendo il divieto di commercializzazione dei sacchetti privi dei requisiti di legge: non possono essere realizzati con uno spessore inferiore a quello previsto dalle norme. Lo spessore richiesto dipende dall’esercizio commerciale cui è destinato e dalla conformazione del sacchetto; prima di essere immessi in commercio, devono essere certificati come biodegradabili e compostabili da organismi accreditati; devono contenere una certa quantità di materia prima rinnovabile che, a partire dal 1° gennaio 2020, non potrà essere inferiore al 50%. Il possesso di tali requisiti deve poter essere verificato dal consumatore attraverso diciture e marchi impressi sul prodotto. La sanzione amministrativa pecuniaria prevista va da un minimo di 2.500 euro sino a 25.000 euro e può essere aumentata fino al quadruplo del massimo (100.000 euro) nel caso in cui la violazione del divieto riguardi ‘ingenti quantità’, rappresenti un valore economico superiore al 10% del fatturato del trasgressore o qualora vengano utilizzate etichettature false (una dicitura mendace può integrare il reato di frode in commercio).

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Sequestrati oltre mille capi d’abbigliamento contraffatti

Magliette, giacche, cappotti, vestiti. E ancora collane, bracciali, anelli e spille. Sono 1.166 i capi e gli accessori sequestrati dal Nucleo Antiabusivismo della Polizia locale in un unico negozio in zona Paolo Sarpi, la cui titolare è stata indagata per il reato di contraffazione. I capi d’abbigliamento e gli accessori esposti per la vendita erano infatti dotati di etichette e loghi contraffatti di alcuni tra i più famosi marchi di moda, tra cui Chanel, Gucci, Moncler, Valentino, Louis Vuitton, Fendi, Burberry, Dior, Bulgari, Balenciaga, Hermès, Yves Saint Laurent, Kenzo, Moschino, Prada. “Un’operazione importante – commenta la vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo – che dà un ulteriore segnale di attenzione da parte del Comune di Milano a esercenti e cittadini, a maggior ragione in un periodo di aumento degli acquisti come questo. Il settore della moda, dell’abbigliamento e della pelletteria è strategico: tuteliamo i compratori e le imprese oneste colpendo chi mette in commercio i falsi”. L’operazione del Nucleo Antiabusivismo è avvenuta durante un servizio in abiti civili e ha consentito di rinvenire anche diverse buste in plastica contenenti ciascuna decine di etichette degli stessi marchi, pronte per essere applicate ad altri articoli in vendita nel negozio. La titolare dell’esercizio commerciale, una donna di origini cinesi di 38 anni, non è stata in grado di esibire né le fatture d’acquisto né altra documentazione utile ad attestare la provenienza della merce ed è stata dunque indagata per il reato di contraffazione.  

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Viale Monza, sequestrati 100 Kg di fuochi d’artificio

Il Nucleo antiabusivismo della Polizia locale, nel corso di un controllo in un esercizio commerciale in viale Monza avvenuto lo scorso 27 dicembre, ha sequestrato 100 Kg di fuochi d’artificio conservati all’interno dei locali senza osservare le prescrizioni di sicurezza e denunciato i tre gestori. Il materiale confiscato, costituto da 41 diverse tipologie di prodotti pirotecnici per un totale di oltre duemila articoli, era posizionato in corrispondenza dei cavi dell’impianto elettrico e del computer. Altri fuochi d’artificio erano esposti tra indumenti in fibra sintetica, materiale plastico, scatole e accendini. I locali inoltre erano privi di un adeguato sistema antincendio: gli estintori, collocati in punti difficilmente accessibili, erano stati revisionali l’ultima volta nel 2016 e l’uscita d’emergenza era bloccata. Nel corso del controllo gli agenti hanno anche assistito alla vendita di diversi articoli pirotecnici a un minore di 15 anni. Per questo motivo i tre responsabili dell’attività commerciale, di origine cinese, sono stati indagati per aver tenuto all’interno del negozio materie esplodenti senza osservare le norme di sicurezza poste a tutela dell’incolumità delle persone e della preservazione dei beni contro rischi di incendio e per aver posto in vendita fuochi d’artificio a minorenni.  

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