sequestro

Temendo un sequestro la Lega voleva vendere la sede di via Bellerio

Secondo Matteo Salvini sarà pari a “zero” l’effetto degli ultimi sviluppi delle inchieste giudiziarie sui fondi della Lega sul voto. “Sono anni che cercano soldi dove non ci sono soldi – ha detto a margine di un comizio ad Ascoli Piceno -, in Svizzera, Panama, Lussemburgo. I soldi alla Lega li danno i cittadini con il 2 per mille, gli imprenditori che ci aiutano, gli eletti. Sono tranquillo”. Michele Scillieri, uno dei tre commercialisti di fiducia della Lega arrestati nel caso della Lombardia Film Commission, non si presenterà per l’interrogatorio di domani davanti al gip di Milano Giulio Fanales e, dunque, ha deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere.“Scelta mia, ovviamente condivisa con lui – ha spiegato il legale Massimo Di Noia – perché c’è troppa pressione mediatica, sarebbe come sottoporlo a delle forche caudine, esporlo come un Enzo Tortora qualunque, non me la sono sentita“. Anche il cognato di Scillieri, Fabio Barbarossa, pure lui arrestato, difeso dai legali Massimiliano Giotto e Roberto Brambilla, ha fatto la stessa scelta di avvalersi senza presentarsi. Si presenteranno per difendersi dalle accuse, invece, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni, difesi dal legale Piermaria Corso. I loro interrogatori sono fissati a partire dalle ore 11 al settimo piano del Tribunale. Scillieri “si vantava delle amicizie che aveva con Di Rubba e altri esponenti locali della Lega, tanto da aver ricevuto un incarico per cercare di vendere la sede della Lega di via Bellerio“. Lo ha messo a verbale il presunto prestanome Luca Sostegni in un interrogatorio del 29 luglio. “Ricordo che c’era fretta di concludere l’operazione – ha spiegato Sostegni ai pm – perché, trattandosi di un immobile di proprietà della Lega Nord, si correva il rischio del sequestro dalla Procura di Genova, in relazione alle indagini per la truffa sui rimborsi elettorali“.Sostegni ha raccontato che una mattina lui e Scillieri sono “andati a fare un sopralluogo presso la sede di via Bellerio”. Di Rubba “è venuto a prenderci e ci ha portato dentro, si è parlato della volumetria e della somma che si sperava di realizzare“. L’intenzione, ha aggiunto, “era di vendere ad un ipermercato” e una parte “poteva ospitare degli appartamenti“. Poi, “quando la Procura di Genova ha disposto il sequestro non se n’è fatto più nulla”. Sono nove in totale gli indagati per peculato nell’inchiesta sul caso Lombardia Film Commission. Oltre ai cinque ai quali è stata applicata la misura cautelare, tra cui i tre commercialisti di fiducia della Lega e il prestanome Luca Sostegni, figurano anche Pierino Maffeis, Elio Foiadelli e Vanessa Servalli, amministratori di società riconducibili ai professionisti finiti ai domiciliari. Ed è indagato, come si sapeva, anche l’imprenditore Francesco Barachetti. Emerge dalla richiesta di rogatoria in Svizzera depositata negli atti dell’indagine. Nella rogatoria del 18 agosto i pm parlano anche della “società di sede panamense che scherma un conto in Svizzera“, finita anch’essa al centro delle indagini. “Personalmente reputo che non vi siano mai stati 49 milioni quali disponibilità liquide sui conti della Lega nel periodo di mia competenza, in quanto occorre distinguere fra i conti di disponibilità dell’associazione federale e i conti in disponibilità delle articolazioni locali che (…) anche prima del 2015 di fatto avevano conti correnti sui quali aveva firma solo il delegato locale”. Lo ha messo a verbale con dichiarazioni ai pm di Milano il revisore contabile alla Camera per la Lega, Andrea Manzoni, ai domiciliari nell’inchiesta Lombardia Film Commission. Manzoni ha spiegato che, dopo che a fine 2013 fu nominato segretario Matteo Salvini e Giulio Centemero tesoriere nel settembre 2014, quest’ultimo “mi chiamò quale contabile e quindi mi occupai personalmente della contabilità”. “Reputo quindi un errore – ha aggiunto Manzoni con dichiarazioni spontanee ai pm lo scorso 3 settembre – cumulare la disponibilità sui conti correnti dei quali poteva disporre il tesoriere con quella delle giacenze sui conti correnti delle articolazioni locali sui quali il tesoriere non aveva potere di firma“. Poi, ha aggiunto, “dal giugno 2015 abbiamo costituito delle associazioni regionali“. Nell’estate 2014, ha raccontato ancora Manzoni, Centemero “mi dice che dall’analisi fatta dalla PWC (società di revisione, ndr) con quel livello di spese la vita del partito è di circa 6 mesi e che bisogna intervenire in maniera robusta con interventi che prevedono anche la cassa integrazione dei dipendenti”. ANSA

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Discoteca abusiva in una bocciofila, locali sotto sequestro

E’ stata posta sotto sequestro su richiesta del pubblico ministero Maura Ripamonti una bocciofila in via Tofane dopo un intervento della Polizia Locale. I locali infatti venivano utilizzati come discoteca, senza che vi fossero i permessi e le licenze per questo tipo di attività. Le indagini della Polizia Locale hanno rivelato il protrarsi di feste danzanti fino a ora tarda con numerosi partecipanti, in violazione delle attuali disposizioni in materia di prevenzione del contagio da Covid-19. “Resta alta la guardia da parte della Polizia Locale verso tutte le situazioni che costituiscono un problema per la salute pubblica e per la tranquillità dei residenti – afferma la Vicesindaco con delega alla Sicurezza, Anna Scavuzzo -. Continuiamo a intervenire in diversi quartieri per porre fine a situazioni di illegalità e invitiamo i cittadini a continuare a segnalarle. Questo sequestro è frutto di un lavoro di indagine da parte della Polizia Locale e coordinati dalla pm Maura Ripamonti della Procura della Repubblica, che ringrazio”. A mettere la Polizia Locale in allerta erano state alcune segnalazioni, arrivate già nel corso 2019, da parte di abitanti del quartiere, disturbati dalla musica ad alto volume proveniente dal locale anche a tarda notte. Dopo le prime indagini, le autorità erano intervenute con una diffida indirizzata all’associazione che gestisce gli spazi, ma rumori e musica erano ripresi. Fino al sequestro, scattato dopo le ultime verifiche effettuate il 20 giugno scorso in occasione di un altro evento svoltosi nel locale. Sul profilo Facebook della bocciofila risultano ancora diversi eventi programmati per le prossime settimane.

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Sequestrato carico di mascherine non a norma

Mercoledì pomeriggio, in centro a Milano, la Polizia di Stato ha intercettato un carico di 20mila mascherine chirurgiche prive di certificazione, pronte per essere smerciate, interrompendone la compravendita.Intorno alle ore 17.30 gli agenti della Squadra Investigativa del Commissariato Centro, durante il servizio di controllo del territorio, hanno notato in via Prina una donna cinese che con fare sospetto e guardingo, segnalava ad un uomo a bordo di un auto, come parcheggiare quest’ultima in corrispondenza di un furgone. La donna, aiutata da altro uomo cinese, e l’italiano hanno quindi avvicinato i rispettivi veicoli e dopo aver aperto le portiere, hanno trasbordato dal furgone all’autovettura 3 grosse scatole. I poliziotti del Commissariato Centro sono subito intervenuti identificando i tre e verificando il contenuto delle scatole. Dal controllo è emerso che l’uomo, un italiano 42enne, titolare di un negozio di elettronica in un comune del Varesotto, stava acquistando 10mila mascherine chirurgiche dall’uomo cinese di 52 anni, grazie all’intermediazione della connazionale residente in via Prina, e che altri 10mila dispositivi, contenuti in altri cartoni all’interno del furgone, erano verosimilmente destinati ad altro acquirente. Tutte le ventimila mascherine sono risultate prive di certificazione CE e pertanto gli agenti della Polizia di Stato hanno richiesto l’intervento della Polizia Locale di Milano –  Sezione Annonaria che ha poi proceduto al sequestro amministrativo delle stesse, sanzionando anche il venditore 52enne cinese ai sensi del DLGS 475/92, inerente la normativa sui dispositivi di protezione individuale, e per l’inottemperanza al Decreto emesso per l’emergenza sanitaria.  

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Darsena, sequestrati 32.000 articoli e 11 cargo bike

Sono oltre 32mila gli articoli sequestrati dal Nucleo antiabusivismo della Polizia locale durante un’attività di controllo in zona navigli. Undici gli operatori commerciali identificati e sanzionati per un totale di 22.880 euro, a cui sono stati sequestrati altrettanti velocipedi a tre ruote trasformati in modo fraudolento da mezzi di locomozione a chioschi fissi, in violazione alle leggi commerciali e al Codice della strada. Inoltre, durante il periodo di osservazione, dalle ore 10 alle ore 15.30, tra Alzaia Naviglio grande, Ripa di Porta ticinese, viale Gorizia e piazza XXIV maggio, gli agenti hanno potuto verificare come nessuno degli operatori commerciali si spostasse dalla posizione iniziale, così come previsto dalla normativa vigente. Il commercio itinerante deve essere infatti svolto con mezzi di locomozione e la sosta in strada si deve limitare al tempo strettamente necessario per la vendita: gli operatori esercitavano di fatto in sede fissa, creando dunque una situazione di piccolo mercato scoperto abusivo. Di diverse tipologie gli articoli esposti in vendita e sequestrati: 4.500 capi e accessori d’abbigliamento, 18.917 articoli di bigiotteria, 4.700 accessori per cellulari e 3.579 souvenir. Partecipa al sondaggio Per quale partito voterai alle elezioni amministrative di Milano  VOTA

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Rider, sequestro delle bici e controlli di ATS

La Polizia locale potrà sequestrare le bici dei rider non a norma e la ATS, ex Asl, effettuerà sia le valutazioni sui rischi per la sicurezza dei ciclofattorini, accertandosi anche se abbiano fatto visite sullo stato di salute, sia le verifiche igienico-sanitarie sui contenitori e invierà eventuali prescrizioni alle piattaforme di delivery per la messa a norma. Lo si è deciso in una riunione in Procura a Milano per pianificare i controlli nell’inchiesta aperta. ANSA  

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Maxi sequestro generi alimentari esteri

Sequestro di snack e dolci, ma anche bibite e prodotti alimentari essiccati. Tutti provenienti da Paesi esteri come Stati Uniti, Irlanda, Cina e Giappone, pronti per essere rivenduti al pubblico nonostante presentassero le informazioni sull’etichetta ancora in lingua madre quando il regolamento europeo prevede che, per motivi di trasparenza, la lingua utilizzata sia quella del Paese in cui il prodotto è commercializzato. La scorsa settimana il Nucleo Forestale dei Carabinieri ha sequestrato una tonnellata di questi prodotti in un esercizio commerciale del centro di Milano, in via Santa Maria Valle. Il reato prevede una sanzione amministrativa fino a un massimo di 24 mila euro comminata al titolare del negozio, un cittadino italiano.

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