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Bocciata la sicurezza degli uffici di via Larga

Bocciata la sicurezza degli uffici di via Larga. Pubblichiamo il rapporto integrale del RLS degli uffici comunali centrali di Milano. Bocciata la sicurezza degli uffici di via larga anche dal consigliere comunale Alessandro De Chirico ha definito “impietoso” lo stato in cui si lavora nel cuore della città. “Il sindaco Sala, d’altronde – ha proseguito De Chirico – sta evidenziando tutti i suoi limiti nell’affrontare l’emergenza. Eppure il primo cittadino influencer non perde occasione per dire che sta già pensando alla riapertura della città dopo il lockdown. Potrebbe inziare con la sanificazione e la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro per garantire sia ai dipendenti comunali che all’utenza milanese di sostare in luoghi salubri. Perché se la situazione è drammatica negli uffici del centro figuriamoci quali sono i rischi in periferia”. Ecco il testo integrale del rapporto: 3 APRILE 2020 VIA LARGA 12 : SOPRALLUOGO Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza d.l. 81/2008. Oggi 3 aprile dalle ore 8.15 alle ore 10.50, sollecitato da alcuni lavoratori in servizio presso la sede centrale del Comune di Milano in via Larga 12, mi sono recato, in qualità di rappresentante della Sicurezza a svolgere il mio 5° sopralluogo dall’inizio dell’emergenza coronavirus (21 febbraio), nella sede centrale del Comune dove risultavano in servizio i seguenti uffici/sportelli: Servizi Funebri, Stato Civile, Anagrafe, Ufficio Messi. La commessa all’entrata su via Rastrelli mi accoglie con una #mascherinachirurgica calata sul collo, un dispositivo di protezione completamente inutile a trattenere il Coronavirus, composto da un virione (la singola particella infettiva virale) che ha la grandezza di 100-150 #nanometri di diametro (1 nm= 1 miliardesimo di metro). Anche nel salone anagrafe, dove i vetri continui proteggono i lavoratori, alcuni colleghi, non tutti, indossano mascherine chirurgiche mentre quelle utili a bloccare le particelle virali sono quelle su cui è impresso il codice FFp2 o FFp3. La sala dello sportello tributi, del piano terra, è chiusa ai lavoratori ma non tutte le postazioni a diretto contatto col pubblico risultano essere state dotate di separatori in plexiglass (foto1). Gli stessi non coprono tutta la superficie frontale dello sportello (foto2). Ai lati degli stessi, quando verranno riaperti i servizi, resta uno spazio libero tra utente e lavoratore, condizione che di fatto vanifica la funzione del plexiglass protettivo rendendo indispensabile mantenere anche un tavolo o un elemento #distanziatore tra gli utenti e i lavoratori che, secondo quanto previsto dai più recenti studi sulla diffusione del contagio, dovrebbero restare ad almeno 1,5 metri di distanza. L’ingresso del primo piano è privo di #contingentazione o filtro agli ingressi e nonostante sia stato vietato con una disposizione dirigenziale l’ingresso ai parenti delle numerose vittime milanesi decedute in questi giorni anche nelle residenze degli anziani dell’immediato hinterland, lavoratori comunali e addetti delle pompe funebri stazionano nelle stanze degli sportelli che in alcuni momenti risultano #affollate e prive di adeguato ricambio dell’aria. Le stesse stanze, come la 107 e la 115, risultano #sporche, così come riferiscono numerosi lavoratori: ‘E’ da un anno che i pavimenti non vengono #puliti con acqua’, mi riferiscono. I tavolini che distanziano gli interlocutori dai lavoratori sono stati recuperati dagli stessi in altre stanze del primo piano e non sono oggetto di #disinfezione quotidiana: ‘Ce li disinfettiamo noi con l’alcool’ affermano i colleghi. Gli sportelli, dove il 15 marzo, ben 24 gg dopo l’inizio del contagio (21 febbraio , primo deceduto Codogno) sono stati posti i divisori in plexiglas della lunghezza inferiore al m1,20 presentano ampi spazi liberi da #protezione ai lati destro e sinistro. Nonostante i servizi funebri siano uno dei servizi #indifferibili del Comune, quindi debbano rimanere aperti h24 per accogliere le richieste di funerali, cremazioni, trascrizioni dei certificati di morte, tumulazioni delle salme, solo uno degli oltre 12 colleghi che ho incontrato agli sportelli indossava una #mascherina del tipo FFP2. ‘Ce ne hanno date ma poche’, conferma una collega interrogata in tal senso. Gli altri indossavano mascherine chirurgiche (in foto) del tutto inadatte a tutelare la sicurezza dei lavoratori esposti a un rischio potenziale, visto ambienti e lavoro frequentati dagli addetti alle pompe funebri in queste settimane, presenti in discreto numero agli sportelli. Ancor più critica per la pulizia appare la situazione delle stanze dell’archivio della stanza 169 (in foto), l’archivio dei servizi funebri non direttamente a contatto col pubblico ma meritevole comunque di un’attenzione da parte del datore di Lavoro e dei Dirigenti competenti. Oggetto di recenti interventi (conclusi da 1 mese e mezzo) le stanze non sono mai state più pulite. Polvere si accumula ovunque negli ambienti. Gli scaffali, i computer e le sedie (in foto) utilizzati dai lavoratori quotidianamente sono impolverati mentre uno dei cestini (foto) è stato utilizzato come contenitore per mescolare malta e cemento dagli addetti ai lavori di manutenzione. Nessuno degli spiratori presenti nelle stanze risulta funzionante (foto) e un pericoloso scalino posto nel mezzo della stanza ha il bordo di plastica staccato (foto). A breve formalizzerò le richieste ai datori di Lavoro in merito a questo e agli altri sportelli e servizi a diretto contatto col pubblico del Comune di Milano, in vista della futura riapertura anche parziale degli stessi che prevedono tali punti inderogabili. 1. Dotare i lavoratori agli sportelli e ai servizi privi di vetro di protezione (Anagrafi, Tributi, Urbanistica, Edilizia, Politiche Sociali, Musei, Biblioteche) di mascherine FFP2, quali strumenti di lavoro indispensabili 2. Contingentare gli ingressi agli edifici comunali in cui vengono offerti i servizi al pubblico per evitare affollamenti all’interno degli stessi. 3. Individuare e disporre ingressi e spazi separati tra utenti e lavoratori. 4. Disinfezione giornaliera delle stanze e delle superfici a diretto contatto col pubblico. 5. Informativa scritta immediata a tutti i 42 rls del Comune di Milano e ai colleghi del servizio e della sede in cui si verifichino casi di contagio accertato da ATS o comunicato dal lavoratore o dai suoi famigliari al Comune di Milano. 6 Areare le stanze a diretto contatto col pubblico per non meno di 30 minuti ogni 3 ore.

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Sollazzo: Sala investa in sicurezza e manutenzione mezzi ATM

“Il Sindaco Beppe Sala promette che sulla linea 90/91 verrà aumentato il numero degli addetti alla sicurezza nelle ore serali. Dopo anni finalmente Sala sembra essersi svegliato dal sogno del Modello Milano e si accorge dell’emergenza sicurezza. Peccato che il M5S, insieme alle altre opposizioni, prova a farglielo capire almeno dal 2016 quando è iniziata la consiliatura“, è il commento alle di Simone Sollazzo, Consigliere Comunale di M5S in merito alle dichiarazioni del Sindaco Sala sulla sicurezza sui mezzi pubblici. “Chiedo inoltre al Sindaco – prosegue – che gli introiti derivanti dai rincari Atm vengano utilizzati per investimenti in sicurezza e manutenzione dei mezzi ATM, come il M5S aveva richiesto quest’estate con un emendamento clamorosamente bocciato dalla maggioranza. Evidentemente il Sindaco è stato folgorato sulla via di Damasco“. “Ovviamente – conclude – il M5S vigilerà e farà fiato sul collo della Giunta per vedere se effettivamente verranno mantenute le numerose promesse del Sindaco” così Simone Sollazzo, consigliere comunale M5S a Milano, commenta la promessa del Sindaco Sala di aumentare gli addetti alla sicurezza sulla linea 90/91 nelle ore serali“.  

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Iniziata inchiesta sulla sicurezza dei rider

Sono iniziati mercoledì  e proseguiranno anche nei prossimi giorni i controlli della Polizia locale, coadiuvata anche da esperti dell’Agenzia di Tutela della Salute e dell’Inps, sui rider. Controlli, con tanto di questionari sottoposti ai lavoratori, decisi dalla Procura nell’inchiesta aperta sul fenomeno dei fattorini che fanno le consegne di cibo a domicilio. L’indagine, che è la prima di questo genere in Italia, è coordinata dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dal pm Maura Ripamonti, vuole far luce, in primo luogo, sulla sicurezza stradale e sul lavoro dei fattorini-ciclisti e su eventuali violazioni delle norme igienico sanitarie, riguardo ai contenitori usati per trasportare il cibo. Si punta, però, anche ad individuare casi di sfruttamento, come il caporalato, e la presenza di clandestini tra i rider. Ieri i primi controlli sono partiti nella zona di Porta Genova e andranno avanti anche oggi e nei prossimi giorni. Poi, in Procura verrà fatto un punto sui primi risultati emersi. Ieri gli agenti e i tecnici, che compongono la squadra che sta effettuando i controlli, sono riusciti a parlare con alcune decine di rider e a presentare loro i questionari predisposti per raccogliere dati ed elementi utili alle indagini. Da quanto si è saputo, alcuni lavoratori, dopo essersi accorti dei controlli in atto, si sono presentati spontaneamente davanti agli agenti, altri, invece, si sono allontanati in fretta. Altro elemento emerso finora è che molti fattorini arrivano a Milano per fare consegne partendo da Pavia e dintorni in treno. Nell’inchiesta conoscitiva del “dipartimento ambiente, salute, sicurezza, lavoro” della Procura erano già state stabilite le modalità operative dei controlli sui rider dopo riunioni preparatorie. E nei prossimi giorni, all’esito dei primi controlli, verranno analizzati i risultati emersi al momento. Gli inquirenti, tra l’altro, sono convinti che questo genere di lavoro a cottimo porta come conseguenza immediata problemi di sicurezza, perché il rider è spinto a correre oltre i limiti, senza rispettare regole, per incassare il più possibile, date le paghe basse. La Polizia locale può fermare i ciclofattorini per controllare i profili base di sicurezza (casco, catarifrangenti e scarpe adeguate) e l’Ats verifica se le aziende abbiano fatto o meno una valutazione del rischio per i lavoratori, se siano stati mai convocati per visite preliminari sul loro stato di salute e se li abbiano o meno formati sulle norme del codice della strada. Tra l’altro, con un recente decreto legge sono stati estesi alle piattaforme di food delivery gli obblighi dei datori di lavoro sugli adempimenti in tema di sicurezza sul lavoro. E’ stato attivato dai pm anche un monitoraggio degli incidenti stradali che coinvolgono i rider.  

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Influencer viola i dispositivi di sicurezza in Duomo, l’ira di De Corato

Una giovanissima influencer è riuscita a registrare e a postare un video in cui, con un amico, arriva in auto fino al sagrato del Duomo, tenendo in sottofondo ‘Thriller’, una delle più famose canzoni di Michael Jackson. Il video sarebbe stato registrato nella notte tra giovedi’ 14 e venerdi’ 15 novembre, e ora le forze dell’ordine stanno visionando le immagini riprese delle telecamere dell’area ZTL per risalire al proprietario del veicolo. “Le telecamere non ci spaventano, inutile insistere. Le telecamere io le spengo” dice nel video Asia Gianese, prima di farsi portare da un amico in auto sul sagrato del Duomo violando i dispositivi di sicurezza. Il video,  definito “una bravata per una scommessa persa” è stato in seguito rimosso. “Mi rendo conto che era un gesto esagerato… abbiamo anche rischiato di essere sparati per tutti gli allarmi anti-terrorismo“, ha poi scritto la giovane influencer tentando di scusarsi poi, però, ha sfacciatamente criticato le Forze dell’Ordine, “Comunque al di là dell’episodio io comincerei a dubitare della sicurezza della città di Milano dal momento che potevamo essere chiunque e nessuna forza dell’ordine ci ha fermato e nessun allarme è scattato“. Ora la giovane modella e influencer rischia serie conseguenze legali e il passaggio dalle cronache mondane a quelle criminali. “Com’è possibile vedere un’auto che circola libera nella ZTL arrivando fin sotto il sagrato del Duomo, senza che venga fermata dalla Polizia?“, ha commentato l’ex vicesindaco e assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato. “Mi aspetto – ha aggiunto De Corato – che la magistratura provveda con pene esemplari. Con questo livello di sicurezza a Milano, c’è da sperare che il gesto non venga mai emulato con conseguenze ben più gravi di una bravata di cui vantarsi sui social network“.  

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Municipio 2, scontro sulla sicurezza fra Lega e Fratelli d’Italia

I cittadini del Municipio 2 hanno accolto con molto favore i pattugliamenti svolti dai volontari delle Associazioni di Polizia e Carabinieri all’interno del Parco Martesana. Un servizio ispirato da Fratelli d’Italia e sostenuto da tutta la Giunta municipale, che si è rivelato un ottimo sistema per allontanare la piccola criminalità dall’area verde facendo sentire più sicuri quelli che la frequentano. Con il proposito di rendere più efficacie questa attività, il Presidente della Commissione Sicurezza, Riccardo Truppo, aveva presentato un emendamento al testo  della sezione “Sicurezza Urbana” del  DUP, con cui chiedeva che la parte in cui se ne parlava fosse cambiata da: “in base all’esito e alle risorse a disposizione sarà riproposto il progetto pilota di sensibilizzazione all’uso civico deli spazi pubblici”, a “Grande attenzione sarà posta sul progetto di sensibilizzazione all’uso civico degli spazi pubblici […] prevedendo lo stanziamento di maggiori risorse, per la sua estensione ad altre aree degradate del Municipio […] e per periodi maggiori” . Un emendamento che purtroppo Truppo non ha potuto sostenere in prima persona durante la riunione dei capigruppo, perché convalescente in seguito a un incidente motociclistico. Così, del tutto inaspettatamente, complice la sua assenza, l’emendamento è stato ritenuto inammissibile, senza essere difeso dalla maggioranza di centrodestra, che in parte sembrerebbe essersi schierata insieme alla sinistra con l’intento di respingerlo sfruttando un cavillo tecnico (una doppia spunta) che a quanto pare in altre occasioni non aveva portato alla soppressione degli emendamenti. Secondo i ben informati, Truppo non avrebbe preso per niente bene la notizia della bocciatura e avrebbe immediatamente inviato una mail a tutti i consiglieri per lamentarsi dell’accaduto. L’esponente del partito della Meloni si sarebbe lamentato dell’uso di metodi macchiavellici per arrivare alla bocciatura da lui ritenuta politica e inspiegabilmente sostenuta anche dal centrodestra, che avrebbe fatto una scelta di campo opposta agli interessi dei cittadini desiderosi di vivere in un contesto di maggiore sicurezza. Truppo, avrebbe anche accusato alcuni colleghi, di avere in parte vanificato un progetto a chiara impronta politica di destra, apprezzato dai cittadini e ripagato dall’interesse riscosso nei media sfruttando un dettaglio tecnico che, come ci ha in seguito spiegato quando lo abbiamo contattato telefonicamente, a suo parere non aveva fondamento in quanto, “Il senso dell’emendamento, laddove inequivocabile, va sempre salvato“, poiché “il principio di conservazione degli atti giuridici è un principio di portata generale valido non solo in diritto civile, ma anche in diritto amministrativo“. Truppo, pur non volendo fare commenti politici in merito all’accaduto ci ha espresso la sua perplessita in merito alla decisione della Lega “di avere scelto di affiancarsi a Forza Italia, rmarginalizzando nel Municipio Fratelli d’Italia, il partito che a livello nazionale è il suo alleato naturale“. Un atteggiamento diplomatico, che pare non si sia rispecchiato nella mail inviata ai consiglieri, nella quale il “meloniano” avrebbe espresso l’intenzione futura di fare pesare molto più i voti del suo gruppo visto che in passato si sono rivelati spesso decisivi per l’esito delle votazioni. Insomma, c’è un po’ di maretta fra alleati nel Municipio 2 e secondo alcuni sarebbe dovuta al fatto che alla Lega piace la “sicurezza” a patto non non sia troppa. Atteggiamento evidenziato anche in occasione della discussione sul PGT dove dagli esponenti del Carroccio non è pervenuta nessuna osservazione sulle moschee irregolari. Un comportamento propedeutico alle elezioni comunali, quando senza insicurezza e degrado la Lega non avrebbe temi con cui alimentare la propria campagna elettorale. Noi non crediamo sia così, ma come diceva il divino Giulio: “a pensar male si fa peccato, ma a volte ci si azzecca“.  

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La Procura di Milano indaga sulla sicurezza a San Siro

La Procura di Milano indaga per presunte violazioni delle normative in materia di sicurezza, con verifiche sui parapetti ma anche sugli scalini, soprattutto del terzo anello, dello stadio Meazza. Un fascicolo, che a breve verrà iscritto con l’ipotesi di lesioni colpose oltre che per violazioni sulla sicurezza (sulla base di un decreto del 2008), aperto dopo quanto accaduto ad un tifoso dell’Atalanta, lo scorso 1 ottobre, che è caduto nel ‘settore arancio’ per quattro metri e se l’è cavata con alcune ferite. Ieri, tra l’altro, il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e il pm Maura Ripamonti hanno effettuato un’ispezione allo stadio per verificare l’altezza dei parapetti che risulterebbero troppo bassi, controllando il primo, il secondo e il terzo anello. Lo stadio, da quanto si è saputo, è stato ritenuto pericoloso in più punti, soprattutto per i parapetti. Gli inquirenti stanno studiando anche gli atti di un’inchiesta aperta nel 2009, dopo la caduta di un altro tifoso, finita con un’archiviazione. ANSA  

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