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Il video dell’uomo che spara a due poliziotti

Il video dell’uomo che spara a due poliziotti. Perché per quanto possa essere assurdo, è andata così: riconosciuto dagli agenti ha estratto rapidamente l’arma e si è messo a sparare all’altezza del finestrino. Un fatto gravissimo come ha commentato Stefano Paoloni, segretario del SAP: “Siamo stati informati su un evento increscioso e gravissimo, accaduto nella tarda mattinata di oggi. Due poliziotti, due colleghi, durante lo svolgimento delle loro mansioni, sono rimasti feriti in un conflitto a fuoco in viale Magna Grecia a Taranto. Sembrerebbe che gli agenti fossero sulle tracce di un uomo che aveva rubato un porche e sul quale era stata fatta una segnalazione. Durante la richiesta di riconoscimento del soggetto, quest’ultimo avrebbe impugnato una pistola, prendendo di sorpresa i colleghi e sparando alcuni colpi. Subito dopo aver premuto il grilletto, l’uomo sarebbe fuggito, dileguandosi. Ma la prontezza degli operatori ha permesso l’arresto dello stesso subito dopo l’accaduto. Entrambi gli agenti sono rimasti feriti. Uno è stato colpito alla mano e l’altro trasportato in ospedale è stato ferito al torace. Dalle notizie fino ad ora ricevute, sembrerebbe che sia fuori pericolo. “Auguriamo ai colleghi una pronta guarigione e auspichiamo che chi ha operato per colpire gli agenti venga prontamente punito senza sconti” dice Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP. Continua Paoloni: “Questo episodio evidenzia ancora la necessità e l’urgenza di avere in dotazione, i nuovi giubbetti antiproiettile indossabili dagli agenti durante il servizio, come quelli attualmente in fase di sperimentazione. Pertanto, ci sembra chiaro, che sia necessario che vengano superate le lungaggini burocratiche e che al più presto possano essere utilizzati dai colleghi che operano di pattuglia nelle strade”.

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Poliziotto del Reparto Mobile di Padova vittima del covid dopo un servizio di vigilanza ai migranti presso il centro accoglienza di Taranto. Stefano Paoloni SAP: “Il Ministro Lamorgese sempre indifferente a tutti i nostri gridi di allarme”

Poliziotto del Reparto Mobile di Padova vittima del covid dopo un servizio di vigilanza ai migranti presso il centro accoglienza di Taranto. Stefano Paoloni SAP: “Il Ministro Lamorgese sempre indifferente a tutti i nostri gridi di allarme”. ll Covid ha mietuto purtroppo l’ennesima vittima, e stavolta è un appartenente alle FFOO: si tratta di un poliziotto di 58 anni, in forza presso il Reparto Mobile di Padova. Era stato in servizio nello scorso mese di luglio proprio nel centro di accoglienza migranti di Taranto, una struttura che ospita più di 300 immigrati, alcuni dei quali positivi al Covid. Ma sono state le pessime condizioni di lavoro a determinare probabilmente l’accaduto. Condizioni che il SAP denuncia da mesi al Ministro dell’Interno, Prefetto Lamorgese, e l’ultima missiva in ordine temporale porta la data del 6 agosto 2021. In quella lettera, il SAP denunciava proprio le gravissime criticità riguardanti le condizioni sanitarie in cui operano i colleghi poliziotti nei vari centri accoglienza dislocati in tutto il territorio nazionale: “Il nostro dovere principale è quello di salvaguardare le giuste condizioni di lavoro dei colleghi poliziotti – il commento di Stefano Paoloni, Segretario Generale del SAP – e sono mesi che cerchiamo in tutti i modi di spingere il Ministro Lamorgese a prendere seri provvedimenti su dinamiche molto pericolose. E oggi siamo qui a piangere l’ennesimo collega che non ce l’ha fatta. Esprimiamo innanzitutto le nostre condoglianze ai familiari del poliziotto deceduto, ma al tempo stesso esprimiamo tutta la nostra rabbia, per dover assistere allibiti, all’immobilismo del Ministro Lamorgese. La quale sa bene in quali condizioni lavorano tutti i nostri colleghi nell’opera di vigilanza dei migranti presso i centri di accoglienza. Sa bene il Ministro quali sono le criticità e i rischi. Glielo abbiamo scritto in tutte le maniera, da mesi, e l’ultima missiva è proprio di questo mese, quando le abbiamo scritto a chiare lettere che la situazione è al collasso”.   “Sa bene, il Ministro, che i poliziotti sono costretti a gestire migranti che il più delle volte non sono stati sottoposti nemmeno ad un tampone! Da mesi – conclude Paoloni – urliamo al Ministro che un migrante deve essere innanzitutto visitato da un medico e poi consegnato alle FFOO. Non possiamo gestire e lavorare a stretto contatto, se non in promiscuità, con cittadini clandestini in quarantena. E questa è una vergogna che va avanti da mesi, nel silenzio più assoluto del Ministro Lamorgese”.   

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Caro tarantino ti scrivo: scusa

Caro tarantino ti scrivo: scusa. E lo faccio per chiederti scusa. Per decenni abbiamo sopportato di vedere che per te la Costituzione era sospesa da anni. Anzi, alcuni hanno addirittura supportato l’idea che tu e i tuoi cari doveste morire di cancro per evitare di morire di fame. Perché da voi in piccolo si è verificata la situazione che viviamo oggi in tutta la Penisola: la grande discussione tra apriamo e chiudiamo si fonda su questo, la lotta tra chi crede più un valore la vita e chi l’economia. Se chiudiamo, moriamo di fame, quindi meglio aprire e rischiare di morire, dicono in tanti. E a chi sostiene che per lavorare devi essere vivo, replicano morirai sano ma di stenti. Il governo però in questi due mesi ha tirato dritto e respinto ogni assalto per difendere il diritto alla salute. Quindi caro tarantino ti scrivo scusa perché per noi Roma si è battuta, pronta a portare questo benedetto debito pubblico oltre ogni limite immaginabile, litigando con l’Unione Europea con una forza mai dimostrata. Voi invece siete rimasti a morire pochi alla volta per poi essere traditi anche sul piano economico: gli indiani di Mittal infatti sembrano convinti di dover chiudere lasciandovi a casa. Parafrasando Churchill: potevate scegliere tra lavorare morendo o morire non lavorando, ora morirete. Noi siamo rimasti a guardare e di questo dovremo prima o poi pagare almeno umanamente il fio. Caro tarantino ti scrivo scusa perché oggi abbiamo imparato che voi eravate come noi, ma ce ne siamo lavati le mani. E non parliamo solo dei gesti dei singoli: abbiamo anche assistito e votato una classe dirigente incapace di gestire problemi veri. Oggi ne paghiamo e ne pagheremo tutti le conseguenze: al momento abbiamo ancora le risorse economiche e sociali per ripartire con modelli nuovi, ma non lo faremo perché i nostri governanti non sanno immaginare il domani, ma solo riproporci una sorta di ritorno al prima. Un ritorno che non sarà possibile, perché la vita non torna mai sui suoi passi. Quindi useranno le risorse per cercare una normalità che era già in crisi. Falliranno. E noi con loro se non sapremo avere la lucidità necessaria in questo momento. Noi qualche governante con l’orizzonte lungo lo vediamo, un esempio lombardo è Fabrizio Sala, ma sarà abbastanza se non diamo anche noi una mano? Prendiamoci le nostre colpe, ma non come peso, come spunto per non commettere gli stessi errori. Intanto caro tarantino di scrivo: scusa.

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