terapia intensiva

Lombardia: meno di 10 persone in terapia intensiva

Continuano ad aumentare i guariti e dimessi (+97)  e diminuiscono i ricoveri in terapia intensiva (-6). Nelle province di Lecco e Sondrio non si registrano nuovi contagi. A oggi in Lombardia sono stati riscontrati 96.219 (+77 di cui 25 debolmente positivi e 24 a seguito di test sierologici). I ricoverati sono 148 (-3) dei quali  7 (-6) in terapia intensiva. I decessi sono stati 16.805 (+4).  I tamponi effettuati:  8.348, totale complessivo: 1.300.088. Nella provincia di Milano sono stati riscontrati  24.811 (+33) casi di cui 10.644 (+20) in città.

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Lombardia: meno di 100 i ricoverati in terapia intensiva

Con 11 posti letto in meno occupati rispetto a ieri sono scesi a 96 i pazienti ricoverati in terapia intensiva in Lombardia. “Dai dati di oggi emerge che siamo scesi sotto quota 100 nei posti letto in terapia intensiva e continua ad aumentare il numero dei guariti. E’ una bella notizia che ci deve spingere a guardare con fiducia al futuro, senza mai abbassare la guardia“, ha commentato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Calano anche i ricoverati non in terapia intensiva che sono 2.660, 48 in meno di ieri. Con 9.848 tamponi effettuati sono 192 i nuovi positivi al Coronavirus registrati in Lombardia (dunque l’1,9%). A oggi il numero complessivo di contagiati in regione è quindi di 90.581. E’ di 15 il numero dei decessi, che in totale sale a 16.317.  

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In Fiera la più grande terapia intensiva d’Italia

A pochi giorni dall’entrata in attività, si è svolta ieri la conferenza stampa di presentazione dell’ospedale allestito in Fiera, nel corso della quale Ezio Belleri, il direttore generale del Policlinico di Milano che la gestirà, ha sottolineato: “E’ una struttura ospedaliera a tutti gli effetti, non un ospedale da campo” e ospiterà “il più grande reparto di terapia intensiva d’Italia”. L’ospedale, ha aggiunto, “rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la battaglia contro il Covid” e “a regime vedrà impiegati 200 medici, 500 infermieri e altre 200 figure professionali”. “E’ una grande sfida”, “un risultato inimmaginabile” frutto di “uno sforzo enorme” e “siamo fieri di gestire una struttura che non ha eguali”. Nella fase iniziale, ossia tra domenica e lunedì, “si parte con 24 posti” e quando sarà completato il “primo blocco, si arriva poi a 53 posti” e la seconda e terza fase porteranno ad avere altri 104 e 48 letti di terapia intensiva, per un totale di circa 200 posti,  ha spiegato Belleri . “Le decisioni su quali pazienti andranno in questa struttura – ha chiarito – verranno prese dal coordinamento regionale“. In una fase iniziale “la struttura prenderà i pazienti che non trovano letti in altre strutture“, ma poi successivamente potrebbero essere anche trasferiti nel nuovo centro pazienti di altri ospedali. All’inizio era stato detto che i posti di intensiva in Fiera sarebbero stati 400, oggi invece è stato spiegato che saranno la metà, 200: “i posti inizialmente sono stati definiti 400 perché fondazione fiera – ha spiegato il presidente della fondazione Enrico Pazzali – aveva disegnato un layout da 400 posti, ma era un ospedale da campo“, poi grazie al confronto con colleghi come il gruppo di Bertolaso “abbiamo raffinato il progetto” che “è stato cambiato in corsa 5 o 6 volte“. Con i suoi 200 posti, comunque, “credo che – ha concluso Pazzali – sia il reparto di intensiva più grande in Italia e credo d’Europa“. “Abbiamo fatto una promessa e l’abbiamo mantenuta“, è invece stato il messaggio inviato dal Guido Bertolaso attualmente ricoverato al San Raffaele. Un ospedale “specialistico“, ha scritto, che potrà essere “replicato a livello nazionale e internazionale“. “Fiero di essere italiano, quando il Paese chiama io rispondo“, ha aggiunto Bertolaso, spiegando che quanto realizzato non è  “un ospedale da campo, non è un lazzaretto“, ma una struttura specialistica che mette al centro “la figura del paziente“, “in tempi inconsueti e insperati“. E la scelta di Fontana di farlo “ha assunto un carattere esemplare“. E ancora: “al grido di aiuto dell’Italia si risponde, anche se con rischi a cui sapevo che avrei potuto andare incontro“.

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Gallera: raggiunti 1.200 posti in terapia intensiva, abbiamo un buon margine

Quarta domenica da quando è stato individuato il primo caso di coronavirus in Lombardia e l’Assessore Gallera, trovando le città vuote, ha voluto iniziare la conferenza stampa giornaliera ringraziando tutti i cittadini per “il livello di consapevolezza raggiunto“, aggiungendo, “questo è l’atteggiamento giusto“, perché, “questa battaglia la vinciamo se evitiamo di contagiare ed essere contagiati e sono sicuro che siamo sulla strada giusta“. “E‘ un’altra giornata con i dati che sono in crescita” ha quindi proseguito, ma “tutti i nostri esperti hanno sottolineato che“, i risultati dei provvedimenti presi, “li vedremo fra un’altra settimana” quando, “speriamo potremo dire, che così come successo nella zona rossa, i contagi cominciano a diminuire“. “Oggi abbiamo 13.272 positivi, 4898 persone ricoverate in ospedale, dati che evidenziano una crescita costante, ma non esponenziale, motivo che deve rafforzare la nostra convinzione di procedere su questa strada, perché gli esperti in assenza di misure avevano previsto un crescita esponenziale“. “Il numero di persone in terapia intensiva aumenta solo di 25, siamo a 757, è un dato molto positivo“, ma non bisogna cantare vittoria, come non bisogna leggere in modo negativo il numero dei “decessi  saliti a 1218″, perché i numeri vanno valutati nel complessivamente sul lungo periodo e non giornalmente: “i dati vanno valutati nell’arco temporale di almeno una settimana per cogliere un trend“. “Nel milanese per ora il contagio cresce per ora fortunatamente molto lieve“, infatti i casi a Milano e provincia sono 1750, 711 dei quali in città con un aumento di 79 rispetto a ieri, “un numero in proporzione alla popolazione abbastanza basso“. “Continua la nostra strategia che è quella di alleggerire gli ospedali con afflussi molto significativi” ha aggiunto quindi l’assessore in merito alla strategia adottata, “cerchiamo di aiutarli portando via delle persone” (150 i trasferimenti effettuati fra ieri e oggi). “Ognuno dei nostri presidi viene utilizzato al massimo delle proprie possibilità“, facendo, “un grande lavoro di squadra“, cui partecipano sia la sanità pubblica, sia la sanità privata, perché – spiega Gallera – “abbiamo deciso di lasciare l’idea dell’ospedale da campo come un’idea residuale“, ed è stato possibile grazie alla disponibilità delle strutture private, sottolineando “ancora oggi chi cerca di mettere in dubbio il modello lombardo è profondamente smentito, da una grande azione comune, da una mobilitazione generale di tutti: il privato accreditato, il pubblico, il sociosanitario e anche le fondazioni stanno dando una grossa mano“. Aumentato anche di un paio di centinaia di unità il personale medico/infermieristico inviato alle aziende ospedaliere da ieri a oggi. “Le terapie intensive sono l’aspetto più delicato“, ma, “noi non molliamo e stiamo facendo uno sforzo titanico e… abbiamo raggiunto 1.200 posti in terapia intensiva, delle quali 924 destinate al covid” e quindi, “si è recuperato un buon margine rispetto a ieri“. I vari provvedimenti adottati, “stanno consentendo oggi di dare una risposta alla grande necessità di terapie intensive”, sono inoltre i fare di allestimento ,“16 posti di terapia intensiva al San Carlo, 20 al Papa Giovanni, inoltre, San Raffaele e Poliambulanza stanno realizzando delle tensostrutture in cui collocheranno rispettivamente 14 e 16 posti di terapia intensiva“. Infine , aggiunge Gallera “abbiamo avviato due programmi: uno è l’ambizioso progetto di un grande ospedale di terapia intensiva con 500 posti “, che sarà realizzato con la collaborazione di Guido Bertolaso che si occuperà di reperire risorse e materia per la struttura che sorgerà all’interno della Fiera di Milano e “accanto abbiamo comunque strutturato un’altro piano che prevede di realizzare altri 192 posti di terapia intensiva dei quali 90 siamo in grado di realizzarli entro 7 giorni, altri 70 entro 11 e altri 26 in 15 giorni“. L’assessore Gallera ha quindi concluso dicendo “continuiamo questa nostra grande sfida, anche oggi possiamo in un momento complicato dire che la stiamo vincendo, anche se la pressione dei presidi ospedalieri è tanta, noi da lombardi non molliamo“. Riassunto dati Lombardia: casi positivi 13.272, in isolamento domiciliare 3.427, in terapia intensiva 767, ricoverati non in terapia intensiva 5.550, dimessi 2011, deceduti 1.218, tamponi effettuati 40.369 –  Milano e provincia 1750 positivi, 711 dei quali in città.  

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Gallera: il sistema sta reggendo, ma dobbiamo essere tutti protagonisti di questa battaglia

Nel corso dell’odierna conferenza stampa di aggiornamento sull’emergenza coronavirus, l’Assessore al Welfare Giulio Gallera è sembrato meno teso rispetto ai giorni scorsi. L’assessore ha riferito di una “giornata molto intensa“, fatta di riunioni e videoconferenze con tutte le persone e strutture coinvolte nel sistema Lombardo, nel corso delle quali si è ragionato su “come mettere in campo tutte le intelligenze e competenze per fronteggiare la crescita della diffusione del coronavirus” e riuscire ad assistere i molti malati che arrivano nei pronto soccorso dei vari ospedali, sottolineando “ammirato la grande competenza, la volontà di tutti gli uomini del nostro sistema sanitario” che dimostrano come “la nostra capacità di reazione è più forte della velocità con la quale si diffonde il virus“. “Anche oggi possiamo dire che la nostra battaglia la stiamo vincendo e l’abbiamo vinta“, ha quindi aggiunto Gallera, perché, grazie all’apertura di 223 nuovi posti di terapia intensiva, che aggiunti ai 724 disponibili in precedenza e all’obiettivo di aprirne altri 150 nella prossima settimana, si è allontanato lo spettro di non avere un numero sufficiente di posti di intensiva per le esigenze del momento. Un risultato ottenuto grazie “alla grande capacità del sistema lombardo” di rimodularsi ricavando nuovi posti letto anche di sub-intensiva, per i pazienti che non necessitano di essere  intubati, ma hanno bisogno di essere assistiti nella respirazione attraverso ai caschetti “cpap“, passati dai 200 in possesso di Regione Lombardia il 19 febbraio ai 1.600 di oggi, con altri 500 in arrivo nelle prossime ore. “Un’impegno straordinario che ci sta consentendo ancora oggi di dare risposte di grande qualità” ha premesso Gallera, prima di commentare alcune notizie uscite su alcuni giornali, “abbiamo letto le parole un po’ scorate dei nostri anestesisti, di coloro che sono sul fronte e sono assolutamente comprensibili, perché in alcuni presidi l’afflusso di persone è veramente al di sopra di ogni aspettativa“, ma, “vi voglio rassicurare sul fatto  che il sistema nel suo complesso sta reggendo e regge bene“, “perché stiamo creando un meccanismo che ci consente di liberare posti letto anche attraverso alle dimissione dei guariti che devono solo essere accompagnati alla negativizzazione“, ma che possono essere tenuti al di fuori delle strutture ospedaliere. “Questa è la forza del nostro sistema lombardo“, attraverso il quale vogliamo vincere la, “sfida che è riuscire ad avere più posti di quelli che sono necessari“. I numeri della Lombardia “vedono i casi positivi salire a 5469, 2802 i ricoverati, dei quali 440  leterapia intensiva, 646 le persone dimesse e 333 le decedute“, 505 i casi positivi fra Milano e provincia. Gallera ha quindi ricordato che “da ieri sono iniziate le misure restrittive” accompagnate “da un forte invito, un monito” a non muoversi all’interno della regione, lanciando il messaggio “di rimanere al proprio domicilio“, perché il “coronavirus non si può sconfiggere con un farmaco, non ci sono farmaci, non c’è un vaccino“, quindi, “l’unico modo per fermare questa infezione è quello di ridurre drasticamente la nostra vita sociale“. L’assessore ha quindi lanciato un monito, “se il contagio cresce, prima o poi non saremo in grado di dare una risposta di qualità” (a tutti i malati non solo a quelli di covid-19), “ma li dove la gente rimane al proprio domicilio i risultati si vedono“, come nel lodigiano e nella ex zona rossa “dove c’è una netta riduzione delle persone che si ammalano“, quindi, dove la gente rispetta le regole “la diffusione si riduce e si  può addirittura bloccare“. “Ognuno di noi è il protagonista di questa grande battaglia“, ha detto concludendo l’Assessore, “questo è il quadro della situazione, anche notizie positive, ma la consapevolezza che, o interveniamo in queste ore, in questi giorni, con comportamenti virtuosi, oppure, questa grande battaglia che oggi stiamo vincendo” la perderemo.  

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Policlinico, Terapia Intensiva Pediatrica, sempre più vite salvate

“Cosa posso fare per i tuoi bambini?“. Con questa semplice domanda nacque 20 anni fa la prima Terapia Intensiva della Lombardia a misura di bambino. A chiedere fu Agostino Cornaggia Medici, un benefattore dell’Associazione Bambino Nefropatico (ABN Onlus), che si impegnò con grande generosità a supportare in quel 1998 il progetto di Fabio Sereni, all’epoca direttore della Clinica De Marchi del Policlinico di Milano. Da allora la TIP, ovvero la Terapia Intensiva Pediatrica, ne ha fatta di strada: oggi è punto di riferimento regionale e nazionale per l’assistenza specialistica dei casi piu’ delicati. Una presenza fondamentale, dato che ancora oggi a livello regionale un bimbo su quattro viene ricoverato in una Terapia Intensiva per adulti (a livello nazionale il dato è ancora più alto), dove non sono presenti le competenze pediatriche necessarie. E questo influenza la prognosi del piccolo paziente, anche in termini di mortalita’: quella di un ricovero in Terapia Intensiva Pediatrica è nettamente inferiore, il che si traduce in piu’ vite salvate. “La gestione del bambino in condizioni critiche richiede una formazione e un’esperienza specifiche – spiega Edoardo Calderini, direttore dell’Anestesia e Terapia Intensiva Donna-Bambino del Policlinico – se queste competenze non sono disponibili, la prognosi dei pazienti è significativamente compromessa. Anche la presenza di medici intensivisti pediatrici ha dimostrato avere un impatto favorevole sulla prognosi. Gestire un paziente con meno di 3 anni è molto più difficile per un rianimatore non pediatrico: anche per questo è sempre più indispensabile concentrare questo tipo di ricoveri nei centri specializzati“. Al Policlinico un terzo dei bimbi ricoverati in TIP proviene da altre strutture. “I nostri sforzi per un’assistenza pediatrica all’avanguardia non si fermano – commenta Simona Giroldi, direttore generale del Policlinico di Milano – forti di questi primi 20 anni, abbiamo già in atto tre progetti che potenzieranno ulteriormente le cure ai bambini che ne hanno bisogno. Parliamo della ECMO pediatrica, ovvero della macchina ‘cuore-polmoni’ indispensabile per il supporto vitale dei casi più critici, con uno specifico progetto di formazione per implementarla; dell’individuazione del nostro Ospedale come centro di riferimento per il Politrauma pediatrico, che diventerebbe il secondo a livello regionale dopo quello di Bergamo; e infine della realizzazione di un Trasporto Pediatrico Esperto in collaborazione con Areu e Regione Lombardia, per ottimizzare il trasporto dei bambini più critici nei centri di alta specialità che dispongono di una Terapia Intensiva Pediatrica, mettendo i nostri specialisti a disposizione in tutte le fasi di questo trasporto“.

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