terzo settore

Il Grido di dolore del terzo settore

A patire le conseguenze della crisi economica scatenata dall’emergenza coronavirus non ci sono solo le realtà produttive della nostra città, ma anche molte associazioni del terzo settore, con sede in immobili comunali, che pur svolgendo una fondamentale funzione sociale, non godono di nessun finanziamento pubblico e sopravvivono (faticosamente) solo grazie a (poche) donazioni e alle entrate derivanti dalle attività che svolgono. Trattandosi di associazioni senza scopo di lucro le entrate potrebbe sembrare una questione irrilevante, ma sono necessarie a pagare le utenze e gli affitti per le strutture concesse loro in uso. Poco denaro, ma fondamentale per continuare a svolgere le loro funzioni, che è venuto a mancare in seguito alle chiusure forzate cui sono state costrette come tutti gli altri luoghi di aggregazione della città. A lanciare l’allarme sono state le associazioni che costituiscono la “Casa dei giochi” di via Miramare, che definiscono le loro parole un “grido di dolore“.  “Giustamente, ripeto giustamente, – scrivono – sono state prese delle misure precauzionali per evitare la diffusione di un terribile male. Ma adesso, dopo un po di tempo bisogna pensare a tutta la società. Noi associazioni che viviamo sull’aggregazione siamo distrutte – spiegano – dal non poter operare, e dopo la revoca bisognerà ristabilire la fiducia nella socializzazione e nello stare assieme senza timori” sollevando il problema del come cancellare la paura che ci sarà anche cessata l’emergenza, cosa che per ora nessuno sembra avere preso in considerazione. “Quello che chiediamo – aggiungono –  è che il Comune sospenda gli oneri che chiede alle associazioni che utilizzano locali comunali per la durata della chiusura imposta: In caso contrario – concludono – moltissime realtà associative rischiano la chiusura“.

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Associazioni del terzo settore contestano il Governo in Piazza della Scala

Associazioni del Terzo Settore (da Emergency, ad Amnesty International, ActionAid Italia, Oxfam e Caritas) in piazza Scala questa sera per la fiaccolata “Diritti a testa alta”, in occasione del 70esimo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. “I diritti dell’uomo sono inalienabili e compito di un governo giusto è quello di tutelarli proteggendo gli individui più deboli”, sono le parole pronunciate dai manifestanti giunti in piazza per leggere pubblicamente gli articoli della Dichiarazione universale. “Nel nostro paese – è l’appello della manifestazione -, la negazione nella pratica di questi diritti sta facilitando la diffusione di nuove forme di razzismo, la solidarietà è considerata reato, l’odio per il diverso prevale sullo spirito di fratellanza, l’aiuto viene tacciato di buonismo. Oggi più che mai è urgente recuperare quei principi di umanità e di convivenza civile che sono alla base della Dichiarazione e che la retorica della paura sta cercando di smantellare”. “La presenza di così tante persone qui oggi ci ricorda le conquiste che abbiamo ottenuto e che non dobbiamo dare per scontato” è così che l’assessore del Comune di Milano alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino ha salutato le centinaia di manifestanti che si sono riuniti in piazza della Scala in occasione del 70esimo anniversario dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. L’assessore ha letto il capitolo introduttivo della Dichiarazione per poi passare la parola ai rappresentanti delle altre associazioni e ong presenti, tra cui anche il fondatore di Emergency, Gino Strada. “La lotta alla discriminazione – ha aggiunto Majorino -, il rispetto della persona e della vita umana sono qualcosa a cui non si deve rinunciare. Soprattutto in un momento come questo dove avremmo bisogno di provvedimenti completamente diversi da quelli, per fare un esempio, del decreto Salvini“.

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