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Gallera contesta la scelta di silurare Trivelli

Gallera contesta la scelta di silurare Trivelli. L’ex assessore al Welfare, l’unico per ora a pagare politicamente gli errori della primavera, ha voluto alzare la voce dopo la scelta di silurare Trivelli, da lui scelto otto mesi fa come direttore generale del Welfare. Ecco l’intervento di Gallera: “L’attuale sistema sanitario lombardo definito nella sua architettura con la legge 31 del 1997 e’ un modello originale e unico nel panorama italiano fondato sul principio della libera scelta da parte delle persone e delle famiglie e che prevede una separazione di competenze tra Ente programmatore e controllore (prima ASL oggi ATS ) ed Ente erogatore di prestazioni (prima AO oggi ASST); il sistema sanitario lombardo prevede inoltre la parità tra soggetti di diritto pubblico e privato, accreditati secondo precisi criteri strutturali e qualitativi, nell’erogazione delle prestazioni sanitarie. Questo modello di Sanita’, profondamente liberale, ci ha consentito di diventare il sistema sanitario che attrae il maggior numero di pazienti dalle altre regioni italiane ( oltre 100.000 ogni anno ) e di essere in testa alle classifiche nazionali per numero e qualita’ degli IRCCS ( Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico – cioè i luoghi dove si porta la sperimentazione scientifica dal laboratorio al letto del paziente). Il primo IRCCS in Italia è il San Raffaele, il secondo il Policlinico di Milano, il terzo l’Istituto dei Tumori; sui primi dieci IRCCS in Italia sette sono lombardi. Alla luce delle molte difficoltà della sanità italiana evidenziatesi con la pandemia ed in considerazione del netto cambio di passo da parte del Governo Nazionale che, dopo anni di tagli e limitazioni, oggi sta investendo in modo ampio e articolato sulla sanità, anche il Consiglio Regionale si sta approntando a revisionare la legge 23/2015. Tuttavia personalmente ritengo che questa revisione o implementazione debba essere fatta senza modificare, o addirittura stravolgere, i principi ispiratori e le caratteristiche specifiche del modello sanitario lombardo. La scelta di chiamare a guidare la DG Welfare, e quindi il nostro sistema sanitario, un dirigente sanitario che si è formato e ha svolto tutta la sua carriera in una regione che ha un sistema sanitario molto diverso dal nostro, costruito su presupposti molto lontani dai nostri ed in cui non è prevista la parità, e quindi la competizione virtuosa, tra pubblico e privato accreditato, mi lascia molto perplesso. Non metto in dubbio le competenze professionali di una persona che non conosco e non ho mai incontrato durante il mio lungo mandato da Assessore al Welfare ma sono sinceramente preoccupato per come verrà affrontata la fase dell’evoluzione del sistema sanitario lombardo. È assolutamente legittimo che un assessore scelga come direttore generale una persona con cui ha una forte sintonia ma penso che tra i molti dirigenti del nostro sistema, sia nell’area pubblica che in quella del privato accreditato, si sarebbero potute trovare molte valide risorse. Concludo con un ringraziamento a Marco Trivelli, eccellente dirigente che in tantissimi anni di encomiabile lavoro ha portato l’ospedale di Niguarda ad essere uno dei più qualificati ospedali al mondo e da Direttore dell’Asst Spedali Civili di Brescia ha saputo affrontare con straordinaria competenza ed efficacia la prima ondata del coronavirus”.

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Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro”

Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro”. Prima ha parlato Fontana: “Indignato per le ricostruzioni sulla trasmissione dei dati”. L’intervento chiarificatore di Attilio Fontana è partito con una dura contestazione del governatore lombardo da parte delle ricostruzioni sul presunto errore di trasmissione dei dati. Nessun errore, rivendica Fontana, semmai la risposta a una richiesta di aggiornamento partita da Roma. Poi è intervenuta Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare regionale: “Mi sono accorta da subito che c’erano dei dati che non erano coerenti con quelli che dovevano essere considerati, diventava necessario avere un confronto su questi dati, per questo motivo avevo chiesto una sospensione di 48 ore per non entrare in zona rossa. Dal ministro non abbiamo avuto nessuna risposta anzi la conferma della zona rossa”. “Se siamo diventati zona arancione è perché abbiamo sollevato noi un problema installando un dialogo tecnico con lealtà e correttezza: il ministro pretendeva che dicessimo che è stato un errore nostro, ma non abbiamo potuto accettare per dignità della Regione e per l’impatto che ha comportato per la regione e le nostre famiglie la zona rossa, quindi andremo avanti con tutte le azioni necessarie per dimostrare la ragione che abbiamo, mi dispiace perché sarebbero bastate 48 ore per confrontarci”. “E’ stato chiesto di indicare lo stato clinico, cioè la data dal sintomo, ma non dello stato sintomatico. Un asintomatico e un pauci sintomatico hanno lo stesso peso sull’rt. Noi non vogliamo inserire un campo preordinato, lasciamo fedeltà al dato per come nasce dalle cartelle cliniche” ha specificato Trivelli. “La nostra richiesta a livello tecnico è quello di ampliare il campo di indicatori per definire una situazione pandemica, l’rt non basta in questa fase, abbiamo chiesto di affiancare alle reti sintomi altri indicatori”. Il dirigente del settore Welfare ha ribadito che l’intervento della Lombardia era per avere dati più completi e affidabili, migliorando “l’impostazione posticcia” del sistema attuale.    

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