truffatore

Truffatore internazionale arrestato in via Manzoni

Un ricercato internazionale per una maxi-truffa sul mercato azionario, Craig Auringer, 52 anni, è stato arrestato a Milano su mandato di cattura della Procura di New York. L’uomo, cittadino canadese residente in Inghilterra, stava passeggiando in via Manzoni, nel centro città, dove alloggiava in un hotel. Ai poliziotti che lo hanno fermato ha consegnato i propri documenti. Auringer, ricercato per truffa, si trova ora a San Vittore in attesa dell’estradizione. L’uomo è ritenuto personaggio chiave al centro di una manipolazione del mercato azionario e societario Usa che ha generato, secondo l’accusa, oltre 100 milioni di dollari di proventi illeciti. ANSA [the_ad id=”36270″]

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Arrestato truffatore ricercato dalle Autorità Brasiliane

Ieri pomeriggio la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino brasiliano del 1985 in esecuzione del Decreto di Estradizione emesso il 09.09.2020 dal Ministro della Giustizia, con il quale si concede l’estradizione al Governo della Repubblica Federativa del Brasile sulla base di un mandato d’arresto emesso dal Tribunale di Vitoria/Espirito Santo per il reato di truffa. Il 35enne arrestato dai poliziotti del Commissariato Lambrate è accusato dall’Autorità Giudiziaria brasiliana dei reati di frode, truffa, appropriazione indebita, associazione per delinquere e falsificazione di documenti. II brasiliano è considerato il promotore di un’associazione per delinquere finalizzata alla raccolta fraudolenta di fondi realizzata anche grazie alla complicità di direttori di banche corrotti che segnalavano correntisti con floride possibilità economiche a cui rivolgersi per proporre investimenti redditizi. Grazie alle sue competenze in materia finanziaria, il truffatore riusciva a convincere ricchi cittadini brasiliani ad affidargli ingenti somme di denaro che fingeva di investire nelle borse mondiali. Creando falsi documenti, riusciva a far credere ai truffati che il loro capitale fosse incrementato ma, una volta che questi hanno voluto verificare gli effettivi guadagni, hanno scoperto che i loro soldi erano spariti. II provento dei delitti, da quanto stimato dalle Autorità brasiliane, è di svariati milioni di dollari. L’attività investigativa dei poliziotti del Commissariato Lambrate per rintracciare il cittadino brasiliano è stata molto difficoltosa poiché l’uomo si era fatto ospitare clandestinamente da un tassista che aveva conosciuto precedentemente in carcere in Italia. Un grosso contributo agli investigatori è stato fornito da fonti fiduciarie e un’attenta analisi e sviluppo dei pochi dati acquisiti.

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Sequestrati beni a un noto truffatore rip deal

Gli agenti della Divisione Anticrimine della Questura di Milano hanno eseguito un sequestro antimafia disposto dal Tribunale di Milano, Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Milano, nei confronti di un cittadino serbo di anni 43, noto pregiudicato per reati contro il patrimonio, specializzato nelle truffe “rip deal”, sofisticati raggiri capaci di fruttare ingenti profitti illeciti. Oggetto del sequestro un appartamento con annesso box sito a Parabiago (MI), un vasto terreno ubicato a Vimercate (MB) e due autovetture marca BMW di grossa cilindrata, oltre a conti corrente bancari i cui saldi sono in corso di quantificazione, per un valore complessivo di circa un milione di Euro. Nel corso degli anni il 43enne ha fornito agli organi di polizia ben otto identità diverse (c.d. alias), realizzando truffe su tutto il territorio nazionale. Letteralmente l’espressione “rip deal” può essere tradotta come “affare strappato”: i truffatori, spacciandosi per facoltosi uomini d’affari, sceicchi, nobili, diplomatici, oppure spesso attribuendosi titoli accademici, guadagnano la fiducia di ignare vittime, per lo più stranieri nordeuropei che vengono agganciati sul web e successivamente incontrati in lussuose location, come grandi alberghi o circoli privati, ove vengono loro prospettati vantaggiosi affari immobiliari o riguardanti opere d’arte. Una volta guadagnata la loro fiducia scatta la truffa vera e propria: i malfattori propongono alle vittime un cambio di valuta a condizioni particolarmente favorevoli, facendo intendere che si tratta di “denaro sporco”. A questo punto viene realizzato lo scambio ma, a fronte del denaro autentico, nella valigetta che viene consegnata alle vittime è presente carta straccia coperta solo in superficie da banconote autentiche oppure banconote false. In questo modo il cittadino ceceno, attivo in questo settore fin dal 2002, è riuscito a mantenere un altissimo e del tutto ingiustificato tenore di vita: da ultimo, il 21 marzo scorso, durante il lockdown per l’emergenza sanitaria da Covid-19, è stato fermato presso il valico di Gaggiolo dov’è trovato in possesso di 8200 Euro in contanti, somma di cui non ha saputo giustificare il possesso. Gli analisti della Divisione Anticrimine hanno dimostrato che tutto il guadagno accumulato dal soggetto nel corso degli anni era di origine illecita. A seguito del sequestro, in applicazione del Codice Antimafia, spetterà al destinatario del provvedimento dimostrare che tali beni siano stati acquisiti con risorse economiche lecite e dichiarate al fisco e, in caso contrario, il sequestro si tramuterà in confisca, cosicché i beni, acquisiti definitivamente nel patrimonio dello Stato, potranno essere reimpiegati per finalità sociali nell’interesse della collettività.

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Vieta l’utilizzo di smartphone e tablet a un truffatore

Il Questore di Milano, a seguito dell’attività istruttoria svolta dai poliziotti della Divisione Anticrimine, ha emesso un avviso orale “aggravato”, con cui ha vietato a un cittadino italiano di 37 anni – con numerosi precedenti penali per danneggiamento, furto, porto abusivo di strumenti atti a offendere e truffa, per i quali era stato già condannato in passato – di detenere e utilizzare smartphone e tablet. L’uomo, sin dal dicembre del 2019, è stato denunciato in più occasioni per aver commesso numerose truffe on line. In particolare il 37enne, con l’ausilio di alcuni complici, contattava persone che avevano pubblicato annunci su internet per la vendita di beni, mostrandosi interessato all’acquisto. Dopo i primi contatti, il truffatore convinceva le vittime dell’esistenza di un sistema di accreditamento diretto del pagamento pattuito, per ricevere il quale i venditori avrebbero dovuto recarsi presso uno sportello bancomat e qui seguire le indicazioni che lui forniva al telefono. Seguendo alla lettera le istruzioni ricevute, le vittime non si vedevano accreditate le somme promesse, ma anzi realizzavano bonifici in favore di conti intestati al truffatore, finendo così per essere raggirate e derubate del proprio denaro. Considerata la pericolosità sociale del truffatore, il Questore di Milano ha quindi emesso un avviso orale aggravato, ordinando all’uomo di tenere una condotta conforme alla legge e privandolo della possibilità di accedere agli strumenti informatici con cui ha commesso i suoi numerosi reati. L’eventuale utilizzo o possesso di smartphone o tablet, oltre alla confisca degli stessi, comporterà l’immediata denuncia dell’uomo all’Autorità Giudiziaria, con rischio della pena della reclusione da 1 a 3 anni e di una multa da 1.549 a 5.164 Euro.  

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Sequestrati oltre due milioni di Euro al re dei truffatori rip-deal

A seguito delle accurate indagini patrimoniali svolte dagli agenti della Divisione Anticrimine, il Questore di Milano ha proposto un sequestro antimafia a carico di JOVANOVIC Nenad di anni 46, accolto dal Tribunale, Sezione Misure di Prevenzione. La Divisione Anticrimine ha ricostruito l’excursus criminale del pluripregiudicato di origine croata con diversi alias: quest’ultimo fin da minorenne si è reso responsabile di reati contro il patrimonio, specializzandosi nelle truffe con il metodo c.d. Rip Deal. Proprio in questo tipo di reato è emersa la particolare abilità di JOVANOVIC il quale è riuscito a carpire la fiducia dei malcapitati, ai quali ha sottratto svariati milioni di euro, presentandosi talvolta come facoltoso commerciante d’arte, altre volte come un importante immobiliarista e addirittura come un diplomatico. Con sofisticati ed articolati raggiri preparatori ha conquistato la fiducia dei facoltosi proprietari di beni per poi realizzare, contestualmente alla pretestuosa compravendita, operazioni fraudolente nelle quali, promettendo un favorevole cambio di valuta, ha sottratto alle vittime considerevoli importi di somme di danaro ovvero beni mobili di elevato valore. L’ultimo episodio in ordine di tempo è avvenuto lo scorso dicembre, quando è stato indagato in stato di libertà dalla Squadra Mobile della Questura di Milano per truffa aggravata in concorso: JOVANOVIC, spacciandosi per un facoltoso acquirente, si è impossessato di un grosso diamante del valore di 3.100.000,00 Euro presso la Hall di un Hotel, dietro dazione di denaro contante contenuto in un borsone e rivelatosi composto da banconote false da 200 Euro. Nel corso di questi anni JOVANOVIC ha mantenuto un elevatissimo tenore di vita, con abiti griffati, gioielli ed autovetture di grossa cilindrata, come una Ferrari 360 Modena Spider e un Audi A6, anche per rendersi credibile nelle sue false identità di uomo d’affari o di facoltoso collezionista di opere d’arte. Le indagini patrimoniali svolte dalla Divisione Anticrimine hanno consentito di sequestrare beni per un valore superiore a due milioni di Euro, del tutto ingiustificati rispetto alle capacità reddituali dell’interessato e del suo nucleo familiare. In particolare: Appartamento di 8 vani con annesso box auto ubicato in Trezzano sul Naviglio (MI). Appartamento di 4 locali con annesso box auto ubicato a Sedriano (MI). Autovettura Mercedes Classe A AMG. Gioielli rinvenuti presso la sua abitazione, tra cui 3 bracciali rigidi in oro, 1 anello trilogy con 21 diamanti a fiori, 2 anelli oro bianco con 5 diamanti, 1 anello fedina oro bianco, 1 braccialetto tennis con 210 diamanti, n. 1 braccialetto tennis con 52 diamanti, 1 braccialetto tennis con 56 diamanti, 1 bracciale rigido in oro giallo Saldi di rapporti bancari in via di quantificazione. A conferma della sua capacità di generare profitti illeciti, si riportano alcuni episodi dei numerosi episodi che hanno caratterizzato il suo profilo criminale. Nel 2002, fingendosi un professionista italiano ed utilizzando un fax intestato ad una società di investimenti, trae in inganno un cittadino austriaco simulando di essere interessato ad acquistare un immobile ubicato in Austria; dopo avergli consegnato a titolo di caparra la somma di 500.000 Franchi svizzeri composta da biglietti da 1000 risultati tutti contraffatti, JOVANOVIC si è fatto consegnare dalla vittima 90.000,00 Euro in contanti, anche in questo caso mai recuperati. Nel 2007 JOVANOVIC è stato segnalato dall’INTERPOL per quattro truffe rip-deal commesse in Germania, Svizzera e in Austria, utilizzando l’identità “Claudio Moro”. Nel 2018 JOVANOVIC è stato arrestato per furto aggravato e sostituzione di persona per aver sottratto due importantissime opere d’arte (olio su tavola raffigurante la “Sacra famiglia” di Peter Paul Rubens e olio su tela raffigurante “La Fanciulla Sul Prato” di Pierre Auguste Renoir), valutate 26 milioni di euro. Il predetto questa volta si è spacciato per un rabbino israeliano rappresentante della comunità ebraica milanese, incontrando i venditori presso alcuni locali adiacenti un Consolato Generale in uso ad un’agenzia immobiliare, facendo credere alle controparti che si trovassero nell’ente diplomatico e, dopo aver fatto depositare i quadri in un locale del presunto consolato, ha condotto le vittime in un’altra stanza e con una scusa si è allontanato sottraendo le opere d’arte, poi recuperate all’interno di un campo nomadi del Nord Italia.  

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Sequestrato un milione a truffatore seriale

La polizia ha sequestrato beni per un milione di euro a Dzani Di Giammarco, un truffatore seriale di 39 anni. Gli agenti della divisione Anticrimine di Milano hanno eseguito la misura patrimoniale antimafia dopo lunghe indagini sull’attività illecita dell’uomo, a cui ora sono state sequestrate due auto, una villa a Trezzano sul Naviglio e conti correnti ancora da quantificare. La villa sequestrata ha 17 stanze e si trova a pochi passi dalla residenza di un manager di Huawei che la notte di Natale del 2018 venne derubato di oggetti per un valore di 100mila euro (tra cui i regali ancora incartati dei figli) da Di Giammarco e altri componenti della sua famiglia. Nato in Germania, ha un curriculum criminale che inizia da ragazzo e dal primo arresto a oggi ha collezionato ben 22 alias diversi. E’ considerato un esperto del “rip-deal”, truffe in cui la vittima viene convinta a cambiare una somma di denaro per ottenere un tasso vantaggioso e che si conclude con il furto della sua parte.  

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