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Custode di un palazzo vendeva casa non sua, arrestato per truffa 60enne

Vendeva una casa e un box in pieno centro a Milano a un prezzo super interessante, fuori mercato. Con un piccolo particolare: il proprietario non era lui. Il custode 60enne di un palazzo a Milano, in zona Porta Venezia, è finito in carcere per truffa perché avrebbe tentato più volte di vendere, all’insaputa dei reali proprietari, un garage e un’abitazione all’interno dello stesso stabile in cui lavora. Ai potenziali acquirenti diceva di essere stato delegato dai padroni di casa per la compravendita, esibendo anche una falsa “perizia giurata” e li convinceva così a versare un anticipo, solitamente intorno ai 10 mila euro, che puntualmente si intascava. Nello specifico, l’uomo fingeva di vendere un box di una donna e l’appartamento dell’amministratore delegato di un importante gruppo di moda, molto spesso fuori per lavoro. Secondo quanto ricostruito dalle indagini svolte dalla polizia e coordinate dai pm milanesi Maura Ripamonti ed Eugenio Fusco, sarebbero 14 le vittime della truffa, quasi tutte già residenti nel palazzo e in ottimi rapporti con il custode che, come scrive il gip Guido Salvini nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, “negli anni si era guadagnato la fiducia e la stima di tutti”. Proprio approfittando della “fiducia” e della “stima”, il portiere infedele aveva ottenuto le chiavi di casa dal reale proprietario, per eventuali situazioni di emergenza. Così, il 60enne poteva mostrare l’abitazione ai potenziali acquirenti, dando ancora più credibilità alla sua messinscena, che un po’ ricorda la scena del film “Totòtruffa 62”, con l’attore che cerca di vendere la Fontana di Trevi. Le indagini sono iniziate dopo che i proprietari della casa e del box hanno scoperto il raggiro. In poco tempo sono arrivate anche le denunce dei truffati e, di conseguenza, le manette per il custode.

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5 arresti e 12 denunce per truffe su internet

La Polizia Postale di Bologna e Milano, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bologna, ha denunciato 12 persone di cui 5 arrestate per associazione per delinquere finalizzata truffa aggravata. La complessa attività d’indagine svolta dalla Polizia Postale ha permesso di identificare gli autori di un’associazione per delinquere finalizzata alla compravendita di capi di abbigliamento tramite Instagram, la piattaforma più popolare tra i giovani e giovanissimi. Sono giovani e giovanissimi internauti di tutta Italia, generalmente esperti utilizzatori della rete, le vittime di un’associazione per delinquere dell’hinterland milanese (Rozzano, Buccinasco, San Donato Milanese, Lacchiarella) che in un anno ha truffato oltre 250.000 euro. L’attività criminale, iniziata nel 2018 per proseguire sino al 2020, speculando anche sull’emergenza sanitaria che ha costretto alla chiusura numerosi esercizi commerciali al dettaglio, ha sfruttato l’uso massivo della rete per lo shopping online. Principali vittime delle truffe online sono stati i più giovani, costretti a trascorrere molte ore al giorno tra le mura domestiche. La proposta di capi “alla moda” dal modesto valore commerciale, l’uso di un ambiente social in voga tra i più giovani e l’utilizzo di profili con migliaia di followers hanno facilmente attratto le giovani vittime, inducendole agli acquisti poi rivelatisi truffaldini. Gli utenti, accuratamente selezionati, venivano contattati su Instagram ed indotti al pagamento mediante ricariche di carte prepagate. Successivamente, i truffatori, con altri profili social, ricontattavano le vittime persuadendole ad effettuare un nuovo pagamento, adducendo giustificazioni pretestuose come spese di dogana o problemi fiscali. L’analisi dei movimenti di denaro sulle 15 carte prepagate utilizzate per raccogliere i proventi dell’attività, incrociati con i tabulati telefonici dei sodali ed ulteriori riscontri investigativi, hanno consentito di identificare 2.400 vittime di cui 1.600 minori. All’interno dell’associazione è stato possibile distinguere diverse figure aventi ruoli specifici: tra questi il promotore, titolare di 4 carte utilizzate per ricevere i proventi poi in parte monetizzati mediante prelievi presso sportelli ATM, altri soggetti attivi coinvolti nella gestione dei profili social e dei contatti con le vittime (avvenuti anche tramite Whatsapp), oltre ai diversi prestanome intestatari di carte prepagate su cui venivano trasferiti gli illeciti profitti. Tutti gli indagati sono stati sottoposti a perquisizione personale e domiciliare, mentre 5 di questi, che hanno avuto un ruolo ben definito nell’associazione criminale, alla custodia cautelare degli arresti domiciliari, con divieto di utilizzo di apparecchiature telefoniche e informatiche. Sono stati, inoltre, sequestrati i profili Instagram truffaldini, le carte prepagate e i c/c dove venivano riversati i proventi illeciti

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Arrestato autore di numerose false vendite di Bit-Coin

Nell’agosto del 2018 le forze dell’ordine erano intervenute a Milano ed il giovane, un catanese di 22 anni, aveva dichiarato di essere stato vittima di un tentativo di truffa poiché due cittadini rumeni, cui avrebbe dovuto vendere una consistente somma in Bit-Coin, avevano cercato di pagare con denaro falso. Quando si era rifiutato di procedere alla vendita, i due sarebbero passati alle vie di fatto, dapprima esplodendo a vuoto un colpo di pistola, rivelatasi poi una scacciacani, e successivamente inseguendolo per le vie della città. La sua versione dei fatti non aveva però del tutto convinto gli inquirenti i quali hanno accertato che, in realtà, il giovane aveva scelto con poca cura le proprie vittime, trattandosi di “colleghi” dediti, a loro volta, ad acquistare le cosiddette cripto valute consegnando denaro falso. In poche parole, quando truffatore e truffato entrano in competizione. Ma di più, all’esito delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Milano, gli investigatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni di Milano hanno ricostruito altri sette “colpi” messi a segno, tra il giugno 2018 ed il marzo 2019, grazie ai quali l’arrestato poteva permettersi alberghi di lusso e potenti auto sportive: gli è stata sequestrata una Porsche Panamera, acquistata con il provento delle truffe. Seguendo sempre lo stesso copione, l’indagato pubblicava annunci su social network ove si proponeva di vendere Bit-coin a prezzi vantaggiosi. Una volta stabilito il contatto con il compratore, nel corso del primo incontro, eseguiva una transazione dimostrativa; quindi, carpita la fiducia della vittima, si faceva consegnare la somma pattuita a fronte di una schermata raffigurante l’apparente versamento di moneta virtuale a favore del wallet che aveva fornito al truffato.  

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Nei municipi corsi su prevenzione e contrasto delle truffe

Riconoscere i truffatori, i casi più ricorrenti e le precauzioni da adottare: ripartono il 28 gennaio in tutti i municipi gli incontri per aiutare le persone più anziane, ma non solo, a prevenire e contrastare le truffe ai loro danni. Gli incontri, che proseguono a febbraio, sono condotti dagli agenti della Polizia locale, della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza nell’ambito del progetto “Contrasto alle truffe agli anziani” coordinato dalla Prefettura e dal Comune di Milano. Tutti gli appuntamenti.   Partecipa al sondaggio Per quale partito voterai alle elezioni amministrative di Milano  VOTA

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Si fingevano idraulici per truffare anziani, arrestati

Mercoledì scorso gli agenti del Commissariato Comasina hanno arrestato due cittadini italiani, nonno e nipote di 59 e 18 anni, per truffa. Intercettavano le vittime servendosi di siti internet dove si presentavano come idraulici; successivamente si recavano presso le abitazioni degli ignari utenti e simulavano controlli alle rispettive caldaie. L’ indagine è nata grazie alla denuncia di un cittadino che, con l’aiuto di un tecnico vero, si è accorto che il proprio boiler non funzionava regolarmente sebbene fosse stato revisionato dai due soggetti arrestati. Oltre 300 i casi ancora da verificare.  

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Fra Milano e Napoli 51 arresti per truffe ad anziani

Nelle provincie di Napoli e Milano e in Spagna è in corso un’operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Milano che stanno eseguendo due provvedimenti cautelari emessi dal gip del Tribunale di Napoli, su richiesta della Dda partenopea, nei confronti di 51 persone, ritenute a vario titolo responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno di persone anziane, con l’aggravante per 14 di loro di favorire il clan camorristico “Contini”. Il clan “Contini” opera nel territorio dell’area metropolitana di Napoli e in particolare nei quartieri Vasto, Arenaccia, San Giovannello e Borgo Sant’Antonio Abate. Nell’operazione odierna, oltre ai rilievi di tipo mafioso, per 17 tra gli indagati è stata contestata anche l’aggravante della transnazionalità. All’operazione partecipano anche i Carabinieri di Bergamo e la Squadra Mobile di Genova, che si sono occupati di alcuni singoli episodi di truffa. ANSA  

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