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Ritardi nei vaccini: Moratti attacca Aria

“L’inadeguatezza di @AriaLombardia incapace di gestire le prenotazioni in modo decente rallenta lo sforzo comune per #vaccinare. È inaccettabile! Grazie agli operatori che si prodigano vaccinando cmq 30mila persone al giorno e grazie ai cittadini lombardi per la pazienza”. Così l’assessore al Welfare e vicepresidente di Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha commentato su Twitter i disguidi relativi alla campagna vaccinale che si sono registrati oggi in diverse città, tra cui Como e Cremona. Aria è la società di Regione Lombardia che gestisce le prenotazioni dei vaccini. Con un secondo tweet, la stessa Moratti ha poi elogiato le Asst locali (ex Asl): “ASST Monza 1.300 vaccinazioni, ASST Cremona 1.100 vaccinazioni, ASST Lariana 984 vaccinazioni. Bravi a recuperare i buchi nelle agende dovuti al disservizio sulle prenotazioni. I cittadini lombardi – ha concluso l’assessore al Welfare – hanno dimostrato di aver voglia di vaccinarsi per uscire da questo incubo”. ANSA

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Moratti: stop immediato a vaccini AstraZeneca

Sulla vicende dei vaccini AstraZeneca, la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “In ottemperanza alle indicazioni dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ho dato disposizione al direttore generale dell’Assessorato regionale al Welfare di sospendere, con assoluta tempestività, la somministrazione del vaccino anti-Covid AstraZeneca su tutto il territorio regionale in attesa di ulteriori determinazioni da parte degli organi competenti”.

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Confesercenti, Painini: “Catastrofe economica, accelerare sui vaccini”

Confesercenti, Painini: “Catastrofe economica, accelerare sui vaccini”. E’ questa la sintesi del presidente della Confesercenti milanese di fronte allo scenario del commercio meneghino dopo un anno di pandemia globale che ha devastato l’economia del territorio. “Da emergenza sanitaria a catastrofe economica. Bisogna assolutamente accelerare il piano vaccinale e servono misure economiche tempestive e proporzionate che permettano alle imprese non solo di ‘tamponare’ i danni di quest’ultimo anno, ma di poter sperare di rilanciarsi appena sarà possibile”. Così Andrea Painini, vicepresidente regionale di Confesercenti Lombardia, che spiega: “Per l’economia e le imprese, il bilancio del primo anno di pandemia è un bollettino di guerra: dal primo lockdown alla seconda ondata, dodici mesi di convivenza forzata con il virus sono costati all’Italia una riduzione di -183 miliardi di euro del Pil e di -137 miliardi per i consumi – di cui 36 da addebitare all’assenza di turisti; abbastanza da riportare la spesa ai livelli del 1997, un passo indietro di 24 anni. – prosegue Painini – Una catastrofe che ha già ‘licenziato’ 262mila lavoratori autonomi e che non è ancora terminata: se non arriveranno sostegni adeguati, nel 2021 rischiano di cessare l’attività 450mila imprese, per una perdita di circa 2 milioni di posti di lavoro. Nel periodo marzo 2020-marzo 2021 i pubblici esercizi in Lombardia sono stati chiusi per un totale di 123 giorni su una media nazionale di 119. L’impatto della crisi potrebbe essere particolarmente forte per le imprese attive come Bar e Ristoranti (-51.085 a fine 2021) e del commercio di abbigliamento (-14.881), nella fattispecie in Lombardia un potenziale decremento di – 7589 unità (pubblici esercizi) e – 1715 (commercio e moda)”, conclude il vicepresidente regionale di Confesercenti, Painini: “Catastrofe economica, accelerare sui vaccini”.

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Piano vaccini, De Rosa (M5S): Anche oggi le vaccinazioni cominciano domani”

Piano vaccini, De Rosa (M5S): Anche oggi le vaccinazioni cominciano domani”. «Anche oggi una conferenza stampa in cui viene annunciato che il piano vaccini comincerà a funzionare domani. Il piano lombardo, venduto come il migliore d’Italia, cambia un giorno sì e l’altro pure. Fra un “se” un “ma” un “vedremo”, un “ci stiamo attrezzando” e un “è colpa di…”. La conferenza stampa di oggi è stata tutto un fantasticare su come forse sarà, non una parola su invece come in realtà è. Il problema non è che forse domani, se tutto andrà bene, riusciremo a vaccinare 170mila lombardi al giorno. Il problema è che oggi, nel mondo reale e non nella fantasia del trio Bertolaso-Moratti-Fontana, seppure con forniture ridotte la macchina lombarda non è in grado di somministrare più di 13mila vaccini al giorno. Con i vaccini, tanto invocati, che restano in magazzino. Neanche una parola sul tracciamento. Nemmeno un accenno su come stiano procedendo le vaccinazioni in provincia di Brescia. Presentate, solo la scorsa settimana, come la svolta nel contrasto alla pandemia. Annuncio puntualmente smentito dai numeri del contagio. Oggi inoltre apprendiamo come sia stato buttato via un mese per progettare un portale per le prenotazioni, salvo poi riconoscerne il fallimento chiedendo aiuto e affidandosi a Poste Italiane. Come peraltro già suggerito dal M5S con l’ex viceministro Stefano Buffagni. Ascoltare le vuote promesse del centrodestra non è più solo una triste abitudine, ma un’autentica perdita di tempo. I dati della Lombardia continuano a essere impietosi. Nonostante ciò, si susseguono conferenze stampa, annunci, promesse e cambi di programma. Uno squallido gioco delle tre carte orchestrato al solo scopo di celare un fallimento la cui evidenza è sotto gli occhi di tutti. Nei numeri di un piano vaccini mai decollato. Nei dati di un contagio che non accenna a fermarsi e presto costringerà la Lombardia a nuove restrizioni» così il capogruppo del Movimento Cinque Stelle, Massimo De Rosa, al termine della conferenza stampa “Nuovi provvedimenti sul piano vaccinale anti-covid” nel corso della quali sono intervenuti il commissario Guido Bertolaso, l’assessore al Welfare Letizia Moratti e il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.  

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Campagna vaccinale speciale per cercare di arrestare la terza ondata

Campagna vaccinale speciale per cercare di arrestare la terza ondata. Perché la situazione sta sfuggendo di mano un’altra volta: i contagi sono in aumento, soprattutto nelle province come Brescia. Tra Brescia e Bergamo come ha detto un esponente politico locale il virus di fatto non se ne è mai andato, il territorio non è mai uscito dalla situazione di emergenza. Al massimo si sono abbassati gli indici, ma non c’è mai stato un vero momento da zona gialla. E ora si rischia di ripartire pesantemente con un’altra ondata, motivo per il quale l’assessore Letizia Moratti ha varato una campagna vaccinale speciale per cercare di arrestare la terza ondata. L’idea è di concentrare tanto su Bollate quanto sulle province più in crisi una più massiccia vaccinazione di massa. Potrebbe essere il primo passo di quei tentativi di non rincorrere solo l’epidemia, ma di combatterla prevenendo le fiammate del virus e delle sue varianti. Un passaggio necessario dopo un anno di soluzioni improvvisate e di pezze messe come capitava. Per riaprire tutto non basteranno i vaccini, ci vorrà capacità di organizzazione, perché il virus resterà per anni. E le vaccinazioni diventeranno stabili come quelle per l’influenza o altri “malanni stagionali”. Dunque bisogna avere un sistema flessibile nelle cure, non veloce a imporre lockdown, perchè quella è la soluzione facile: basta un pezzo di carta. Ma da chi governa una delle principali nazioni del mondo è doveroso aspettarsi di più. L’idea di Moratti potrebbe essere proprio il primo passo in questa direzione. Nelle prossime settimane i fatti lo confermeranno o smentiranno.

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Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici: “Reazioni fastidiose”

Galli annuncia di voler violare i protocolli sui vaccini ai medici. “Inutile vaccinare chi ha avuto il Covid-19”. Lo afferma Massimo Galli, infettivologo dell’ospedale Sacco di Milano in un’intervista a QN. Galli spiega di aver “avuto diversi medici e infermieri vaccinati che hanno riferito effetti collaterali, una risposta eccessiva del sistema immunitario al vaccino. Nulla di pericoloso, ma la seconda dose è anche più fastidiosa della prima nei soggetti che hanno già superato l’infezione”. Secondo Galli, “ha poco senso convocare due volte chi si è ammalato ed è guarito, perché possiede già una memoria immunologica. Finora si è affermata una linea talebana, per cui se obiettavi qualcosa venivi bollato come irresponsabile, ma l’atteggiamento sta cambiando”. Un esempio? “Io ho davanti a me una dottoressa di 55 anni, che si è negativizzata il 20 novembre, l’hanno vaccinata il 15 gennaio, e viste le reazioni non farà la seconda dose, anche se un protocollo, che potrei definire demenziale, prevede che siano tutti riconvocati senza eccezioni”, replica.

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