via Omero

Continua l’escalation del degrado nelle case popolari di via Omero

Una volta, sotto elezioni, anche la sinistra diventava efficiente. Bei tempi. Adesso nemmeno l’approssimarsi della scadenza elettorale riesce a ridare vigore ai compagni stanchi della Giunta Sala. E i risultati, devastanti, si vedono soprattutto nelle case popolari. L’esempio di via Omero ormai è da manuale, come potete vedere dalle foto. Ce ne parla il sempre presente consigliere Franco Vassallo: “Ho scritto una mail al presidente di MM chiedendo un rapido intervento. La situazione è evidentemente fuori controllo. I cancelli, soprattutto e prima di tutto, vengono i cancelli. Una casa è tale solo con la porta chiusa. Altrimenti è una piazza, un bivacco o, nei casi peggiori, una discarica. Ma non è una casa. MM deve chiudere di nuovo la porta e restituire la serenità alle centinaia di inquilini regolari che vedono ogni giorno invadere la propria privacy. Ormai via Omero 15 e via Osimo sono diventati il punto di ritrovo della più svariata umanità. E no, questo non è un bene. Anche perché, come le immagini documentano, il via vai aumenta lo scarico abusivo di immondizia, i danni e le giuste proteste dei residenti. Adesso poi sono pure al buio: è saltato l’interruttore generale e la persona che se ne occupava ha rinunciato. In questo mese di denunce tutto quello che MM ha fatto è stato riparare due chiusini. E di certo non è abbastanza. Questa, peraltro, non è nemmeno una questione di sicurezza. È solo buona pratica amministrativa. Una cosa che, una volta, era un marchio di fabbrica della Milano perbene e borghese. Sotto Sala è diventata un cimelio del passato. Quello che è diventato sempre più attuale è la corsa alla riscossione dalla povera gente, con aumenti dei canoni alla voce spese. Spese in senso generico, sia chiaro, MM non spiega, non motiva e c’è il fondato sospetto non interessi nulla di farlo. Da inquilini a sudditi, questo il destino degli inquilini. Speriamo che il prossimo sindaco, che non può certo essere Sala, inverta questa tendenza. Chi ha costruito Milano col sudore della fronte non merita una vita così”.

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Il grido di dolore di via Omero

Alla fine del nostro tour nel degrado delle case MM di via Omero è il momento di fare un punto sulla vicenda. E chiudere questa vicenda con un appello all’amministrazione perché, almeno sotto elezioni, il sindaco faccia il suo dovere di padrone di casa e metta mano a questa pratica. Ce ne parla il Consigliere di Municipio Franco Vassallo che elenca le priorità da sistemare: “MM in via Omero e via Osimo ha lavorato al contrario: ha iniziato dalla fine. È partita sistemando l’interno, ma ha lasciato le porte aperte durante i lavori. Ovviamente, e non poteva andare diversamente, questo ha trasformato l’area in una discarica a cielo aperto. Chiunque avesse qualcosa da buttare, sapendo che nessuno vigila e che ogni tanto ritirano, può venire a depositare qui quello che non gli serve. Inoltre, anche dall’esterno, lo stato di abbandono delle portinerie incentiva a pensare che questa sia terra di nessuno. Se poi guardiamo lo stato del cortile interno, con i chiusini risistemati da poco (coincidenza vuole poco dopo la mia denuncia su questo giornale), ma le alte montagne di spazzatura, i cassonetti strapieni e le crepe sui muri capiamo che qualcosa nel piano lavori non sta funzionando. A partire dal “muro di Berlino” eretto tra le case popolari di via Osimo e Omero. Muro che però ha delle porte sempre aperte, vanificando ogni tentativo di limitare i disagi. Questo porta a due grandi problemi: l’insicurezza di chi ci vive e la difficoltà di uscire di casa. Anche perché varia umanità ha cominciato a bivaccare in ogni angolo incustodito. Tanto da obbligare MM a sigillare le parti comuni. Ma nulla è stato fatto per le cantine e in molti, soprattutto anziani ed invalidi, sono di fatto chiusi in casa per paura di uscire. O di non poter rientrare. Questa situazione, purtroppo, è complessivamente figlia di quell’approssimazione generale che fa parte della visione di Sala delle periferie. Ghetti in cui rinchiudere chi non può permettersi la cerchia dei navigli. Ed a cui togliere tutti i piaceri della vita. Spostarsi autonomamente in macchina, vivere in case decenti, avere la sicurezza di potersi muovere senza rischiare salute e vita. Sala sogna una grande Milano solo perché ha paura di svegliarsi e guardare in faccia la realtà: in periferia, a Milano, di grande c’è solo il degrado e l’inefficienza di una amministrazione distratta che ha un solo obiettivo. Fare soldi sulla pelle dei più poveri, esigendo debiti di dubbia esistenza, aumentando le spese e spremendo chiunque. Restituendo in cambio le case che vedete nelle foto. Abbiamo una sola, grande, speranza. Che a ottobre l’urlo di dolore delle periferie arrivi perfino in centro e ci venga concesso di vivere meglio”.

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