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Milano più sicura, il sindaco Sala: più vigili e agenti in aree specifiche

A tre settimane dall’affidamento della delega sulla sicurezza e la coesione sociale all’ex capo della polizia Franco Gabrielli a all’istituzione intorno a lui di un comitato strategico ad hoc il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha indicato tre prime azioni sul tema, tra i quali l’impiego di un maggior numero di agenti della polizia locale in alcune aree specifiche della città. Il primo fronte, ha scritto sui sociale, “è l’ascolto, un’attività fondamentale per comprendere appieno la situazione e per non far sentire sole, in particolare, le nostre cittadine. È già partita l’attività in tutti i Municipi. Ho chiesto al Comitato che siano rapidamente attivati dei focus group con donne di varie età, di vari quartieri, di varie estrazioni sociali”. Il secondo riguarda “un più efficace coordinamento tra tutte le forze di polizia, a cominciare dalla gestione congiunta degli esposti dei cittadini e dei comitati. È impossibile gestire la sicurezza se le denunce dei cittadini non diventano la base comune (pur nell’ambito delle rispettive competenze) delle diverse forze dell’ordine tramite una verifica veloce ed efficace dei singoli fatti denunciati”. Il terzo fronte, per Sala è “la messa a terra di azioni visibili sul territorio cittadino” e “sulla base dell’ascolto, dell’esame delle situazioni critiche e della collaborazione tra le forze dell’Ordine dobbiamo ora rafforzare la presenza dei vigili su specifiche aree del territorio milanese e nelle ore serali e notturne (la stessa cosa mi auguro avvenga per le forze di polizia)”. “Agiamo su queste tre linee e a breve il Comitato spiegherà meglio le prospettive di questo lavoro. C’è tanto da fare, ma è tanta anche la nostra volontà e la nostra determinazione nell’assicurare a tutti le condizioni per una vita sicura in una città equa e accogliente” ha concluso.

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Quel silenzio sulle quattro vigilesse suicide in meno di due anni

Quel silenzio sulle quattro vigilesse suicide in meno di due anni. Provate a pensare: prendere l’arma laddove è custodita, un comodino, un cassetto, un armadio, caricarla come se si fosse davanti a una minaccia imminente, come può accadere in servizio quando ci si trovi di fronte a un rapinatore armato, deciso a tutto, dal quale occorre difendersi per un potenziale pericolo alla propria e altrui integrità fisica, scarrellare la pistola, puntare la canna verso se stessi, cuore, testa, e poi spingere il dito sul grilletto, il proiettile che penetra le tue carni irrimediabilmente. Una sequenza di gesti che lascia il tempo di pensare a quello che si sta facendo, pertanto, almeno in quel preciso momento, voluta, ragionata, meditata, consapevole. Che quattro donne della polizia locale di Milano abbiano deciso di farla finita in meno di due anni, pone una serie di quesiti: Ci si era accorti del disagio? Si è fatto qualcosa per evitare che il disagio si trasformasse in tragedia? Vi erano state richieste d’aiuto che avrebbero potuto, se esaudite, evitare il peggio? Oltre a indagare sulle motivazioni personali che portano un individuo a compiere un gesto così profondo e totalizzante, in casi come questi, occorre comprendere quali siano le relazioni tra il suicidio e la professione che si svolge. Immaginiamo sempre che le persone in divisa siano forti, miticamente invincibili, eroiche, non sempre è così, la fragilità pervade tutti gli esseri umani, anche quelli in divisa. Secondo i dati forniti dall’Organizzazione Governativa “CERCHIOBLU”, i suicidi tra gli operatori delle forze di polizia sono un fenomeno endemico e ben conosciuto. Nonostante ciò, pochi o nulli risultano essere gli interventi utili a fermare questa scia di sangue da autodistruzione. Un fenomeno che deve essere affrontato una volta per tutte, perché racconta di un disagio strisciante che non trova forma di attenuazione sui luoghi di lavoro. Senza voler fare analisi compiute che risultano assai difficili e complesse, ciò che voglio porre in evidenza è che il lavoro (che occupa un ampio spazio temporale della nostra vita quotidiana) è uno dei contesti in cui si attivano e si smorzano determinate tendenze, e ciò è strettamente correlato al tipo di condizione psicologica che si vivono proprio sui luoghi di lavoro. Soprattutto se si svolge una professione dove è facile che la tenuta psicologica sia sollecitata da eventi traumatici (coinvolgimento in un conflitto a fuoco, interventi su incidenti mortali con presenza di cadaveri, scontri fisici e verbali con persone riottose, etc.), da tensioni tra sottoposti e superiori (tipiche di professioni dove la gerarchia è notoriamente marcata), dallo svolgere orari diversi dal “normale”, che mettano in discussione un’ottimale gestione della famiglia (turni notturni, serali, sabati, domeniche o feste comandate), e molto altro ancora. A mio avviso è proprio sul luogo di lavoro che si potrebbe fare qualcosa per limitare questi fenomeni e, purtroppo, è proprio lì che, attualmente, mancano progetti e relativi supporti. Per le informazioni in mio possesso, almeno due delle vittime della polizia locale di Milano avevano palesato alcuni disagi di origine personale e lavorativa. Avevano chiesto aiuto ma nessuno si era preoccupato di tendere loro la mano. Indifferenza, menefreghismo, insensibilità? Non lo sappiamo, però una cosa è certa, bisogna fare chiarezza, e se per fare chiarezza su queste morti occorre una commissione d’inchiesta del comune di Milano, ben venga! Anche se, dalle dichiarazioni dell’assessore alla sicurezza della Regione Lombardia, Riccardo De Corato (che è anche consigliere comunale), la maggioranza che governa Milano sta cercando in ogni modo di boicottarla. Capisco che siamo in campagna elettorale, ma esigenze di chiarezza andrebbero perseguite sempre, come si sulo dire, senza se e senza ma…    

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Ghisa la centro del dibattito

Ghisa la centro del dibattito. In questi giorni i ghisa sono al centro del dibattito tra promesse politiche di assunzioni di massa, scandali su multe e traffico di droga, suicidi. Tutti fatti di cronaca che rimettono al centro della discussione una categoria di cui ci si ricorda solo quando si pensa alle multe delle auto in sosta, ma sono tante le loro attività. E alcune sono andate talmente oltre da causare l’apertura di un’inchiesta della procura perché un gruppo di vigili infedeli cancellava le multe agli amici, ma è solo un sintomo di quanto la situazione vada ripresa in mano: pochi giorni fa c’è stato un suicidio di una donna in divisa. Non il primo. Ora Riccardo De Corato ha annunciato una commissione d’inchiesta comunale per approfondire i temi sul tavolo per la Polizia Locale di Milano, mentre l’ancora sindaco Giuseppe Sala ha annunciato niente meno che 500 assunzioni. Su circa 3000 addetti non sarebbe niente male, anche se c’è chi ha ricordato che quando si è candidato la prima volta ne avevi promessi 300, ma non sono mai arrivati. Ma si sa: Sala ha sempre grandi obbiettivi, poi che si raggiungano è un altro conto. Lui è uomo di prospettive, meno di fatti. Sui ghisa infatti forse andrebbe anche capito come mai sono tra le categorie con percentuali di 104 più alta delle forze dell’ordine: sono centinaia quelli con limitazioni al servizio. Dunque forse il servizio in generale va ripensato: che senso ha ignorare un fatto come questo? E allo stesso tempo una riorganizzazione forse aiuterebbe a rimettere ordine anche in quelle parti della Polizia locale che sembrano aver perso il controllo.

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Vigili in strada: lo sfogo dell’ex comandante Barbato

Vigili in strada: lo sfogo dell’ex comandante Barbato. La questione del perché la Polizia Locale non sia in strada ad aiutare nell’opera di controllo dei trasgressori delle direttive anti Covi19 è aperta. Sono stati gli stessi ghisa milanesi a chiedere di tornare dalle ferie forzate imposte dal Comune di Milano. Lettere aperte, comunicati stampa e sfoghi a cui si sono aggiunti pian piano alcuni membri della politica milanese. L’idea è semplice: servono molti controlli, soprattutto serviranno anche nella fase 2, ma non c’è il personale. Polizia e carabinieri sono già a tutto campo, ma non possono essere ovunque. Per pattugliare migliaia di chilometri di strade di città da milioni di persone servono anche i vigili. Proprio sul tema dei vigili in strada è arrivato lo sfogo dell’ex comandante Antonio Barbato. Un video in cui l’ufficiale ripropone alcune domande che diventano sempre più insistenti.   Sala si trova con una questione spinosa, perché proprio da un accorto utilizzo della Polizia Locale il Comune avrebbe forse potuto far sentire la propria presenza ai cittadini. Sarebbe stato un segnale importante anche per confermare l’affidabilità di Milano e dei milanesi. Ma il sindaco, come altri politici di destra e sinistra, è stato travolto da una crisi epocale e forse non ha più le energie per gestire la questione della gestione dei ghisa.

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Coronavirus, Sollazzo (M5S): Sala ascolti i vigili che chiedono di tornare in servizio

Coronavirus, Sollazzo (M5S): Sala ascolti i vigili che chiedono di tornare in servizio. La richiesta arriva dopo che negli ultimi giorni, forse complice il meteo in miglioramento, hanno visto una maggior presenza di persone per le strade di Milano. E la soluzione al mancato rispetto delle regole potrebbe essere proprio dare ascolto a quei vigili che chiedono di tornare in servizio per dare il proprio contributo alla gestione dell’emergenza. “Dispiace costatare che ci siano ancora troppe infrazioni rispetto ai decreti e alle ordinanze emanate da Governo, Regione Lombardia e Comune di Milano. È quindi fondamentale che ci siano vigili e forze dell’ordine che possano accertare il rispetto delle regole in vigore. Invece la Giunta Sala ha deciso di mettere in congedo forzato la stragrande maggioranza dell’organico. O l’amministrazione ci dice che non ci sono abbastanza mascherine per proteggere i vigili in servizio e per questo li tiene a casa in congedo oppure è opportuno che i vigili tornino in servizio. Magari con una piccola riduzione dell’organico e nuove turnazioni così che a turno stiano tutti a casa ma garantendo il servizio. D’altronde sono gli stessi vigili e i sindacati della categoria a chiederlo. In questo periodo, è necessario che i cittadini rispettino le regole e che siano presenti le autorità preposte a farle rispettare.” così in una nota Simone Sollazzo, consigliere comunale M5S a Milano e membro della commissione consiliare sicurezza, chiede alla Giunta Sala di ascoltare le richieste dei vigili

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Sala promette più vigili nei mercati

“Faccio una promessa, cioè quella in tempi brevi di rinforzare la quantità di vigili urbani che stanno sui mercati rionali, il numero aumenterà“. Lo ha detto il Sindaco, Giuseppe Sala, rispondendo ai cittadini del quartiere periferico di Lambrate, che ha incontrato nel corso della colazione questa mattina. I cittadini infatti hanno chiesto più rispetto delle regole e pulizia delle aree dove si svolgono i mercati. Mentre alcuni cittadini hanno protestato per la riqualificazione portata avanti dal Comune in via Benedetto Marcello, dove appunto si svolge anche un mercato settimanale. “Il tema della lobby dei commercianti è relativa, la vita è fatta di lobby e ognuno difende la sua categoria – ha aggiunto -, ma stiamo lavorando e avvieremo una sperimentazione per trovare un sistema perchè siano i commercianti a conferire i loro scarti, i rifiuti e cominceremo con dei luoghi specifici“. ANSA  

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