zona rossa

La scappatoia offerta da Esselunga per uscire dal Comune in zona rossa

La scappatoia offerta da Esselunga per uscire dal Comune in zona rossa. Lo annunciano gli stessi altoparlanti all’interno della catena di supermercati: per fare la spesa da Esselunga si può cambiare Comune anche in periodo di restrizioni anti-covid. E sul sito internet del brand c’è un avviso che spiega i dettagli e fornisce anche l’autocertificazione: «Laddove il proprio Comune non disponga di punti vendita o nel caso in cui un Comune contiguo al proprio presenti una disponibilità, anche in termini di maggiore convenienza economica, di punti vendita necessari alle proprie esigenze, lo spostamento è consentito, entro tali limiti, che dovranno essere autocertificati». Per maggiori informazioni consulta il sito www.governo.it Compila l’autocertificazione . Secondo le regole stabilite dal governo dunque, se un supermercato in un Comune contiguo al proprio c’è un supermercato più conveniente, ci si può andare anche se le restrizioni anti Covid sono attive. Tutto regolare dunque e la scappatoia offerta da Esselunga per uscire dal Comune in zona rossa potrebbe essere usata anche per altri scopi come incrociare per un caffè un amico o un parente.

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Evitata zona rossa: la Lombardia resta arancione rinforzato

“La Lombardia secondo la valutazione settimanale della Cabina di Regia di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della salute, dedicata al monitoraggio del rischio sanitario, ha parametri da zona arancione” ma con la raccomandazione “di adottare il massimo livello di mitigazione. Un’iniziativa da me già adottata ieri con la decisione di rafforzare la zona arancione, inserendo oltre alla chiusura delle scuole anche altre restrizioni, come le visite a parenti amici e lo spostamento verso le seconde case e le situazioni che generano rischi di assembramento”. Lo ha comunicato il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana.  

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“Ha stato Speranza”

“Ha stato Speranza”. Scusate, ma il riassunto più efficace della conferenza stampa con cui Fontana e Moratti hanno cercato di spiegare l’ennesimo disastro comunicativo della Regione ci pare questo. Entrambi si sono concentrati più sulle questioni politiche portando avanti uno scontro tra personaggi lombardi e personaggi romani di cui sfugge la reale utilità. Fontana ha ritenuto ingiuste e ingiuriose le accuse alla Lombardia per il presunto errore dell’algoritmo romano, ma sembrava più volersi sfogare contro chi lo contesta che fornire spiegazioni. Stesso discorso per Moratti che ha rimarcato più volte il rifiuto da parte di Roberto Speranza di incontrarla dopo aver sospeso la zona rossa in Lombardia: ma Donna Letizia non ricorda che fuori dall’ampio giro dei finanziati dalla sua potentissima famiglia è un amministratore come altri. Perché dovrebbe avere un trattamento di favore? A furia di insistere sul fatto che un ministro non le ha risposto dopo una prima richiesta di colloquio, rende simpatico Speranza, uno dei pochi in Italia a non prostrarsi al primo miliardario arrogante che bussa alla porta. Perché non era il momento di indicare il bambino che ha rubato la palla, ma di fornire spiegazioni cari Attilio e Letizia. I lombardi sanno benissimo di essere odiati e disprezzati dagli altri italiani. Perché? Essenzialmente perché lavorando tanto, guadagnano quello che in altre parti d’Italia è tanto. E in Italia chi ha soldi da spendere è odiato come chiunque cerchi di migliorare la sua condizione economica e sociale. Poi tutti cercano di farlo, come tutti sono passati da Milano se volevano liberarsi mentalmente ed economicamente. Guardate Rasia Dal Polo, genovese di successo come milanese acquisito, ora rischia persino di diventare sindaco. Noi milanesi in particolare siamo abituati a vederci sputare addosso persino quando siamo a casa nostra da chi è venuto in cerca di fortuna e benessere. E sappiamo che se riservassimo lo stesso trattamento a un ligure o a un siciliano ci sarebbe il serio rischio di finire in pasto ai pesci. Ma è il motivo per cui loro vengono qui e non viceversa. Qui siamo più liberi e dunque ci odiano, non serviva una spiegazione da Regione Lombardia su questo aspetto. E ci difendiamo benissimo da soli. Serviva su cosa c’è di sbagliato, perché adesso passiamo tutti per imbecilli. Se invece sono i romani il problema, evitiamo spiegazioni come “ha stato Speranza”.

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Class action commercianti per errore zona rossa

“Dopo la conferma sui gravi errori” che “hanno bloccato la Regione Lombardia, locomotiva d’Italia, nella zona rossa, le associazioni di commercianti ed imprenditori hanno deciso di proporre una class action contro i responsabili per i danni subiti”. Lo scrive in una nota l’avv. Francesco Borasi che, con il collega Angelo Leone, ha già raccolto le adesioni per la maxi causa di tre associazioni e una 20ina di commercianti. “Ci siamo attivati per chiedere i documenti alla Regione – spiega all’ANSA Borasi – ai fini della richiesta di risarcimento” dovuto al presunto errore di calcolo dell’indice Rt. ANSA

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Zona rossa: il Tar per la Lombardia vuole i dati sui contagi

Zona rossa: il Tar per la Lombardia vuole i dati sui contagi. Perché dopo aver sbertucciato la Lombardia per aver chiesto in ogni sede la possibilità di calcolare i dati sui contagi degli ultimi giorni, Roma risponde che prima di decidere vuole vedere i dati sui contagi degli ultimi giorni. Non è una battuta, ma la tragicomica realtà dei rapporti tra Regione Lombardia e il governo. “Prendiamo atto del rinvio disposto dal Tar del Lazio sul ricorso presentato da Regione Lombardia e attendiamo l’udienza di lunedì” ha commentato il Pirellone. “I tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità e della Direzione Generale del Welfare – prosegue la Nota – hanno in corso una interlocuzione e, nelle prossime ore, valuteranno una serie di dati aggiuntivi da parte della direzione Welfare lombarda per ampliare e rafforzare i dati standard già trasmessi nella settimana precedente, ai fini di una rivalutazione in vista della Cabina di regia di venerdì 22 gennaio”. Come andrà a finire? Perché come hanno ricordato alcuni consiglieri regionali il primo a ricorrere al Tar per gestire la pandemia è stato proprio il governo con l’Abruzzo. Il vero governo, cioè Franceschini e Boccia, non si sono fatti scrupoli nel chiedere l’annullamento dei provvedimenti regionali. Trasformando di fatto il tribunale in un organismo politico, perché come ha dichiarato Crisanti non si capisce che competenze possa avere un giudice amministrativo in tema di salute pubblica. Eppure in questo strano periodo storico il governo può rivolgersi al tribunale amministrativo per gestire tutto, questioni sanitarie comprese. Perché se un governatore non è allineato, l’esecutivo può trovare strumenti legali efficaci per quanto singolari. D’altronde in questo periodo sono i medici del cts ad aver preso di fatto il controllo del Ministero degli Interni: è il comitato tecnico scientifico a decidere chi fa cosa in Italia, dunque è quasi normale che anche i giudici si esprimano su questioni sanitarie.

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Fontana e Moratti: presentato ricorso contro la zona rossa

“Come anticipato nei giorni scorsi, abbiamo presentato ricorso al Tar contro la decisione del governo, e chiesto al Ministro di rivedere i parametri che regolano questa decisione, così impattante sulla vita dei nostri cittadini e delle nostre imprese”. Così, il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenendo in Consiglio Regionale, ha confermato la presentazione del ricorso al Tribunale amministrativo contro l’assegnazione della zona rossa alla Regione Lombardia, definita “fortemente, e ingiustamente, penalizzante per la nostra regione”. “Non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito”. E’ quanto ha precisato in Consiglio regionale il neo vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti, rispetto a quanto emerso ieri dalla riunione con i capigruppo. “Il Pil è un indicatore economico-finanziario che attesta l’attività in una Regione, che, questo sì, ho detto, è il motore dell’Italia. In questo senso questa Regione ha la necessità di essere tenuta in considerazione, non parlo di piano vaccini ma di zona rossa”, ha chiarito Moratti. ANSA

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