Risiko bancario: di cosa parlerebbe l’esposto di Unicredit tra Consob e Procura. Il condizionale è d’obbligo, perché le notizie che si susseguono intorno al risiko bancario sono tante. E spesso contraddittorie. Un esempio? Il Procuratore di Milano Viola ieri ha smentito la presenza di un esposto di Unicredit che solleverebbe dubbi sull’operazione che sta cercando di portare Caltagirone e Milleri, il tutore degli eredi di Del Vecchio, a capo sia di Mediobanca che di Generali. Peccato che nella stessa giornata la notizia sia stata confermata e rilanciata da Lettera43. Ma sempre nella stessa giornata qualcuno dalle parti di Unicredit (la dichiarazione non ha un nome e un cognome) smentisce che la banca abbia presentato un esposto per denunciare un presunto concerto nella scalata a Mediobanca tramite Mps. Il motivo, verrebbe da pensare potrebbe essere che lo Stato ha avuto e ha tutt’ora un grosso ruolo nella vicenda. E molto attivo. Tant’è che uno dei nodi cruciali del grandissimo caos che si è scatenato nel tentativo di cambiare tutti gli equilibri del mondo bancario è la cessione da parte del governo del 15% di Mps alla cordata guidata da Caltagirone. L’esposto, che in effetti risulta a molti esistere ma depositato prima in Consob e poi trasmesso in Procura a Milano, partirebbe da qui. Anche perché è uno dei punti su cui si sarebbero incastrati i giochi in corso, detto in altro modo: mentre Unicredit e altri si muovevano come da regole di un mercato libero in stile europeo, si sarebbero scontrati con la volontà di Giorgia Meloni e soci di avere un ruolo nella gestione dell’economia nazionale. Sta di fatto che dopo mesi di schermaglie e qualche boutade come chi ha suggerito a Alberto Nagel di dimettersi per sciogliere ogni questione ora siamo arrivati alle carte pesanti, perché tra denunce per diffamazione a carico di Osvaldo De Paolini per gli articoli scritti su ilGiornale e le denunce incrociate, ora c’è chi rischia il patrimonio (come i figli di Del Vecchio che sono stati affidati a Milleri) ma magari anche altri guai. Perché tra le ipotesi varie la situazione potrebbe precipitare. Tant’è che, secondo quanto dicono alcuni dirigenti ministeriali e di importanti istituti bancari francesi, persino Emmanuel Macron avrebbe fatto presente a Giorgia Meloni che la situazione sta sfuggendo di mano e ai francesi non piace come si sta mettendo la questione. Ma entriamo nel tecnico. Il primo esposto pesante di cui si parla è quello che avrebbe depositato Unicredit. Alcuni dicono Orcel direttamente, motivo della smentita di Unicredit. Ma vediamo di cosa tratterebbe: il punto (come conferma il Corriere) è la procedura di vendita a Banco BPM (5%), ad Anima (3%), a Delfin (3,5%) e a Caltagirone (3,5%) del 15% di Monte dei Paschi, detenuto dal MEF fino al 13 novembre 2024. Perché? Facciamo un piccolo passo indietro. Dopo il salvataggio della banca di Siena da parte dello Stato, costato ai contribuenti quasi 7 miliardi, la Commissione Europea – Autorità competente in materia di aiuti di Stato – aveva imposto al Tesoro di ridurre la propria partecipazione in MPS al di sotto del 20%. Dopo aver offerto al Mercato, attraverso due procedure di Accelerate Book Building (ABB), il 25% di MPS nel novembre 2023 e il 12,5% nel marzo 2024, il MEF era sceso al 26,7%. Nel novembre 2024 il MEF aveva annunciato la cessione di un ulteriore 7% di MPS per rispettare le indicazioni dell’Europa e aveva incaricato Banca Akros di gestire il terzo ABB in qualità di Global Coordinator e Bookrunner. (qui il comunicato del MEF) Le prime due procedure di collocamento sul Mercato, tramite ABB, avevano visto la distribuzione del 37,5% di Piazza Salimbeni tra circa un centinaio di investitori istituzionali mentre la procedura conclusasi il 13 novembre 2024, oggetto della protesta di Piazza Gae Aulenti, ha visto spartita tra soli quattro investitori una partecipazione perfino maggiore di quella inizialmente annunciata al Mercato (15% il luogo del 7%). (qui il secondo comunicato) Lo sfogo del numero uno di Unicredit, riportato nei mesi scorsi dal Financial Time, ha acceso un faro sul ruolo giocato dal Gruppo BPM in occasione di quella che alcuni analisti hanno definito un “private placement”: BPM e Anima hanno infatti portato a casa il 53,3% delle partecipazioni che il MEF doveva offrire al Mercato per rispettare le indicazioni della Commissione Europea. La quota residua è stata ripartita al 50% tra la Delfin di Milleri e Caltagirone. Ulteriori dubbi sulla regolarità della procedura di collocamento sul Mercato delle partecipazioni precedentemente detenute dal MEF dipenderebbero dal fatto che BPM e Anima appartengono al medesimo gruppo bancario di cui fa parte il bookrunner Banca Akros. La stessa banca in cui si sarebbe presentata la Guardia di Finanza con un ordine di esibizione nelle scorse settimane. A quanto risulta all’Osservatore, la banca in quel momento avrebbe avuto già il fascicolo pronto per i militari perché la Consob aveva inoltrato all’istituto la stessa richiesta poco prima. Quindi sembra proprio che la Procura della Repubblica voglia fare luce sulla regolarità della procedura che ha portato quattro investitori formalmente indipendenti a formulare similari offerte di acquisto della banca senese. Il tutto mentre il MEF si era impegnato a non vendere per 90 giorni la sua partecipazione residua in MPS, pari all’11,7%, e in pendenza dell’OPA su Anima Holding annunciata il 06 novembre 2024 da Banco BPM. La centralità dell’operazione segnalata dal Orcel rispetto al risiko che sta mettendo in discussione la stabilità del sistema bancario risulterebbe evidente: 12 giorni dopo la vendita del 15% di MPS, Unicredit ha annunciato un’OPS “ostile” nei confronti di Piazza Meda, schierandosi frontalmente contro il Governo e contro Caltagirone che, al 9 dicembre 2024, era salito al 5,3% di Anima in vista dell’adesione all’OPA lanciata da BPM. Nel mese di dicembre il Mercato ha assistito ad un importante e parallelo investimento da parte di Delfin (salita al 9,86%) e di Caltagirone (salito al 9,96%) in MPS che, il 24 gennaio, ha annunciato l’OPS “ostile” nei confronti di Mediobanca. Se l’OPS annunciata da BPER il 6 febbraio nei