1 Agosto 2023

Biotecnologie, sono aperte le iscrizioni per il networking B2B del 28 e 29 settembre

Biotecnologie, sono aperte le iscrizioni per il networking B2B del 28 e 29 settembre. Per le imprese nel settore delle biotecnologie, torna a Firenze il 28 e 29 settembre 2023 IFIB 2023, l’”International Forum on Industrial Biotechnology and Bioeconomy”, durante il quale Innovhub SSI organizza un evento di networking B2B promosso dalla rete Enterprise Europe Network e dedicato ad aziende, startup, università e centri di ricerca pubblici e privati di tutta Europa, attivi nel campo delle biotecnologie industriali e della bioeconomia. La partecipazione è gratuita e le iscrizioni sono già aperte. Tutti gli aggiornamenti sul sito dell’evento link. Innovhub Stazioni Sperimentali per l’Industria s.r.l., è il centro nazionale di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico che opera in diversi ambiti industriali, dall’energia al settore alimentare, e più in generale al manifatturiero avanzato dei distretti italiani, passando per le biotecnologie, le nanotecnologie e la bioeconomia. Fa parte di Enterprise Europe Network, rete che nasce nel 2008 per volontà della Commissione Europea, per il supporto all’internazionalizzazione e all’innovazione di aziende e centri di ricerca e che si avvale di 700 partner distribuiti in oltre 60 paesi in tutto il mondo.

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De Corato a Majorino: “Pensi a come le coop rosse nei servizi sociali assistono anziani e senzatetto”

De Corato a Majorino: “Pensi a come le coop rosse nei servizi sociali assistono anziani e senzatetto”. Trovo curioso che proprio Majorino, l’uomo molto vicino alle cooperative rosse che gestiscono gli anziani e i senzatetto a Milano, faccia la morale su come debbano essere assistiti i più poveri. Al di là di quanto accaduto di recente nella casa di riposo “Casa per coniugi”, sulla cui vicenda farà luce la magistratura (ma in cui vi è una chiara responsabilità politica di mancato controllo) mi chiedo se Majorino sia conscio in quali situazioni si trovino i rifugi per i senzatetto: non è raro che diverse persone di questo tipo preferiscano dormire fuori in una situazione di totale degrado, piuttosto che essere ospitati dalle strutture gestite dagli amiche di Majorino. Mi chiedo inoltre cosa ne pensi del suo compagno di merende Sala, il quale con i rincari ATM e con le sue politiche sedicenti green, sta facendo aumentare vertiginosamente il costo della vita medio dei milanesi. Solo un colossale colpo di calore può giustificare un’uscita del genere Così l’On De Corato in merito alle dichiarazioni di Majorino

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Odeon addio

Odeon addio. E’ stato bello, molto bello. E in fondo lo sarà ancora. L’Odeon con il Nuovo Arti era parte di una certa cultura di Milano. La cultura del Cinema. Da una parte si andavano a vedere i film più importanti, dall’altra si andavano a vedere i film per bambini. Invece oggi chiude per sempre l’Odeon per lasciare posto a un centro commerciale. Ma era inevitabile. Dovevamo saperlo tutti che quella storia era finita. Oggi forse solo un modello come Netflix avrebbe potuto salvarlo: con un abbonamento fisso e un numero alto di film. Forse così si sarebbe salvato, ma ci sono tanti però: primo Netflix e gli altri sembrano poter avere le licenze per i film a prezzi inferiori agli altri, tanto che dispongono di centinaia di migliaia di titoli. Secondo, alla fine l’Odeon ha chiuso perché in pochi sono ormai disposti a spendere anche solo 15 euro per una serata al cinema. Lo vogliono a casa, possibilmente con un televisore che una persona da sola non può spostare. E allora siamo alle solite: vogliamo aperti i luoghi sacri del passato, ma nessuno vuole andarci spesso. Vorremmo che restassero lì, possibilmente presidiati da qualcun altro così da permetterci di passare quando finalmente ci verrà voglia. E’ la mentalità da bambini viziati a cui siamo ormai assuefatti. La verità purtroppo è che l’Odeon non era più l’Odeon, ma solo l’eco fisico di un passato molto passato. In tanti ora piangono e dicono che qualcuno doveva fare qualcosa. Già: qualcun altro. Perché quanti se ne sono occupati seriamente fino a quando non c’è stato più nulla da fare? Praticamente nessuno. La proprietà aveva anche provato a rilanciare il cinema come sale di lusso, ma per quanto sia bella l’idea, nessuno ha vogli di spendere 20 o 30 euro per un film al cinema. E’ un media nato tra fine Ottocento e inizio Novecento, ci sta che a un certo punto diventi marginale. Lamentarsi è inutile. Attaccarsi al passato che è passato è ancora più inutile: in questi anni tutti hanno spinto per far diventare Milano una città di affitta camere e negozi per turisti denarosi, era inevitabile che un tempio del cinema diventasse l’ennesimo centro commerciale- Quindi Odeon addio e tanti auguri per il nostro futuro.

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Il nuovo canone concordato di Milano: stanze in affitto da 400 a 600 euro al mese

Il nuovo canone concordato di Milano: stanze in affitto da 400 a 600 euro al mese. A darne notizia è Pierfrancesco Maran (Pd): “La fine del mese di luglio ci porta due importanti novità sulle case a prezzi accessibili, cui stiamo lavorando da diversi mesi: il nuovo accordo del Canone concordato e un aggiornamento degli obiettivi pubblici dello Scalo Farini”. Ma ecco la notizia:”Una novità dell’accordo è l’introduzione di tariffe tipo per le singole stanze per gli studenti universitari (requisiti necessari, la dimensione della stanza almeno 12mq e l’accesso libero alle parti comuni, che possono essere il soggiorno o la cucina). Una modalità molto semplice che speriamo venga applicata in maniera massiva e che magari ci aiuti a limitare il solito aumento dei prezzi di settembre”. Il canone concordato permette tra l’altro di avere una cedolare secca al 10% invece che al 21, come spiega Maran: “Si tratta di uno strumento che viene sottoscritto tra i sindacati degli inquilini e le associazioni dei proprietari, che esiste da diversi anni ma che purtroppo a Milano è poco utilizzato. In sostanza è una modalità contrattuale che prevede che se il proprietario di casa affitta entro i massimali fissati dall’accordo può accedere a una serie di scontistiche sulla tassazione (cedolare secca al 10% anziché al 21% e dimezzamento IMU, principalmente) che fanno sì che il proprietario possa guadagnare una cifra – al netto delle tasse – comparabile a quella che guadagnerebbe nel libero mercato, ma con la grande differenza che l’inquilino paga di meno come affitto. Nel nuovo accordo Milano viene divisa in 5 zone in base ai valori immobiliari. Dopo aver compilato un rapido questionario (classe energetica, presenza mobilio, ecc.) l’appartamento viene classificato in una delle 3 fasce che danno un massimale d’affitto al metro quadro anno che si può richiedere all’inquilino, cui aggiungere le spese”. Perché nonostante l’apparente convenienza questo strumento non è usato massivamente a Milano? Forse perché molti non lo conoscono, visto che se anche è condiviso dalle associazioni di settore, si sa che i corpi intermedi hanno un problema di rappresentanza da anni: un esempio è la Cgil che da anni ha iscritti più pensionati che lavoratori. L’altro può essere che molti proprietari di casa preferiscono non entrare nel radar pubblico e affittare magari in nero sfruttando le continue settimane della moda, del mobile e del tutto. In ogni caso per gli studenti sarebbe il caso di informarsi su chi aderisce all’accordo. Magari qualcosa si risparmia.

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