La maggioranza si spacca sulle adozioni omogenitoriali

Adozioni omogenitoriali: una parte della maggioranza in Consiglio comunale a Milano si dissocia dalla posizione del sindaco, Giuseppe Sala, sul tema della trascrizione degli atti di nascita dei bambini figli di due padri.

A introdurre il tema è stato il Sindaco, Giusepe Sala “Deve essere la Giunta a dare un indirizzo politico. Non si e’ mai visto che il Consiglio Comunale discuta di questioni prima della Giunta, mi sembra un ribaltamento della situazione. Prima ne discuteremo in Giunta e poi, su un tema cosi’ sensibile, verra’ coinvolto il Consiglio Comunale“. Annunciando: “ne discuteremo presto, anche nei prossimi giorni. La giunta deve tener conto dei diritti di tutti, anche se questi bambini sono molto pochi” ma, “ma non posso anticipare nulla perché so benissimo che su questo tema ci possono essere sensibilità diverse. Capisco però che bisogna arrivare a una decisione“.

Questa sentenza “porta ad una deriva inaccettabile – ha quindi commentato il consigliere Enrico Marcora, esponente della lista civica del sindaco, Noi Milano – perché si legittima la pratica dell’utero in affitto che in Italia è illegale. Da cattolico impegnato in politica mi dissocio radicalmente dalla posizione del mio sindaco, perché le persone in privato possono fare ciò che vogliono ma non possono comprare bambini, affittare uteri e dichiararsi madri e padri di figli non loro“.
Dello stesso parere i suoi colleghi di lista, Elisabetta Strada, Marco Fumagalli e la consigliera del PD, Roberta Osculati.

Di altro avviso l’Assessore alle Politiche Sociali, Pierfrancesco Majorino che ha dichiarato: “Alcuni interventi che ho sentito in consiglio sul tema del riconoscimento dei due padri sono profondamente sbagliati. Dipingono la posizione della giunta in modo macchiettistico. Diverse città … in questi mesi hanno trascritto per varie ragioni, tra cui una su cui invitiamo tutti a riflettere: in diversi casi, se non si procede a trascrivere, semplicemente i bambini diventano totalmente invisibili per i Comuni. In pratica non esistono“. L’esponente del PD ha quindi concluso: “Siamo per il confronto e il dialogo, ma non con la mistificazione e la ridicolizzazione delle posizioni. Il sindaco Sala sin qui ha affrontato infatti il tema con grande cautale e voglia di ascolto“.

Prima della sentenza del Tribunale, il gruppo del PD, aveva inoltre presentato un ordine del giorno in Consiglio comunale, firmato da Diana De Marchi e Angelo Turco, per chiedere all’amministrazione di procedere anche con la registrazione dei bimbi figli di due padri.
Si tratta di una scelta volta alla massima tutela del superiore interesse dei figli delle coppie omosessuali – ha commentato Diana De Marchi –in assenza di un riconoscimento giuridico con i propri genitori, infatti, essi di vedono pregiudicato l’esercizio di numerosi diritti fondamentali, tra cui il diritto all’identita’ personale e al rispetto della vita privata e familiare“.
Secondo Anita Pirovano di Milano Progressista invece quanto affermato in aula da alcuni consiglieri “veramente ci preoccupa perché a farne le spese non sono il sindaco o la coesione della maggioranza, ma le persone in carne ed ossa che aspettano da troppo tempo di vedere riconosciuti i propri diritti e le proprie famiglie“.

Dalla parte dei “dissidenti” si è invece schierato il capogruppo di Forza Italia, Fabrizio De Pasquale:  “Chiediamo che sul tema ci sia un dibattito in Consiglio Comunale e che il sindaco si attenga all’esito di questo dibattito. Su questioni etiche deve legiferare il Parlamento, e già l’ha fatto con la legge 40, che vieta espressamente la maternità surrogata e l’utero in vendita“. L’azzuro ha quindi crticato il l’atteggiamento del Sindaco:  “E’ inaccettabile che il sindaco di una citta’ come Milano si nasconda dietro la carta bollata di qualche magistrato” concludendo “Nel Consiglio Comunale sono evidenti sensibilità diverse sul tema, quindi è il Consiglio che deve esprimersi. Non la giunta che rappresenta solo un pezzo di città“.