Monta la polemica sul futuro CIE di via Corelli

Ad accendere la miccia di una polemica che non si è certo esaurita oggi, è stato l’Assessore Pierfrancesco Majorino, scrivendo sulla sua bacheca Facebook: “Insisto. Il ministero dell’Interno non dice cose ne sarà dei migranti presenti in via Corelli (laddove il Centro d’accoglienza viene sostituito dal nuovo CIE). Evidentemente dalle parti del Viminale non hanno voglia di spiegare che, a causa della scelta sul CIE (realizzata a Milano perché in altri Comuni c’erano sindaci leghisti contrari), arriveranno qua e là nuovi profughi. Trattati come pacchi postali“.

A risponderle in Consigli Comunale, durante la fase degli interventi liberi è stata Silvia Sardone, Consigliere del  Gruppo Misto: “Da un paio di giorni l’assessore Majorino si lamenta per la chiusura del centro d’accoglienza di via Corelli che verrà trasformato in un Cie per garantire espulsioni e rimpatri dei tanti clandestini che popolano Milano senza alcun diritto“, ha sottolineato la Sardone, per poi chiedere “Majorino ha parlato di via Corelli come un esempio di accoglienza: mi piacerebbe capire di quale esempio parla?”.

L’ex azzurra, ha quindi insistito domandando a Majorino se si sriferisse ad alcuni fatti avvenuti in passato in via Corelli, elencandoli a partire “dalla protesta organizzata dai profughi nel luglio del 2016, quando quattro operatori della struttura vennero chiusi in un magazzino e il centro finì in mano ai rivoltosi per alcune ore? Oppure del fatto che molti di questi profughi, veri o presunti, ogni giorno si dirigono al centro scommesse di via Marescalchi per scommettere i soldi del pocket money? Oppure della ricerca disperata del wifi nei giardinetti di piazzale Susa?” concludendo “I clandestini saranno rimpatriati da Milano in maggior numero rispetto al passato: siamo pure vicini a Linate, il posto ideale per imbarcarli sugli aerei diretti nei loro paesi d’origine“.