6 Aprile 2020

Le iniziative di crowdfunding per il Covid19

Le iniziative di crowdfunding per il Covid19. In tanti in queste ore stanno donando per la Protezione Civile e per gli ospedali e gli italiani hanno scoperto cos’è il crowdfunding anche grazie alle iniziative di Fedez e Ferragni. Ma non c’èsolo questo… Anche se chiusi nei loro appartamenti, i quartieri, le associazioni e le comunità si stanno organizzando. La piattaforma di riferimento per questi progetti comunitari è Produzioni dal Basso, una storica piattaforma di crowdfunding (la prima nata in Italia) che, sempre di più, si sta trasformando in un laboratorio di innovazione sociale e di sperimentazioni. Gli incontri Tra le iniziative di questi giorni c’è “Attiviamo Energie Positive”, un ciclo di webinar gratuiti organizzati da Produzioni dal Basso con il supporto di Banca Etica, Etica SGR e Gruppo Assimoco. Un calendario fittissimo di incontri molto partecipati con oltre 40mila contatti in 2 settimane e con ospiti che si alternano ogni giorno. Nelle prossime settimane ci saranno webinar con Telefono Azzurro dedicato alla sicurezza in Rete per bambini e adolescenti, Differenza Donna con un appuntamento sull’Emergenza violenza sulle donne nei giorni di COVID-19, ma anche nomi illustri dell’innovazione sociale, dell’economia e della creatività italiana come Leonardo Becchetti, Bertram Niessen, Carola Carazzone, Paolo Venturi, Paolo Iabichino. Idee e progetti Oltre alla formazione Produzioni dal Basso ha voluto dare spazio alle storie delle persone, Onlus, Associazioni, Cooperative, artisti, dando supporto a tutti coloro che da sempre lavorano nei territori, con le persone, realizzando progetti dall’impatto positivo e sociale. Un esempio delle tante iniziative di solidarietà nate in questi giorni di quarantena sono le campagne come “Durante l’emergenza, attiviamo la solidarietà”, lanciata per donare generi alimentari alle famiglie più bisognose; “Per Padova noi ci siamo”, una rete di volontari per garantire alla comunità padovana i beni di primari in questi tempi difficili; “Resistenza virale”, un esempio di sostegno ai Circoli Arci del Nord d’Italia; “EMERGENZA POVERTA’”, promossa da vari soggetti tra cui CGIL Puglia per sostenere le fasce più deboli della popolazione; “LIBERE DI PROTEGGERSI”, per acquistare sapone liquido aggiuntivo per le detenute del carcere di Torino; “Fooding. La solidarietà è contagiosa”, un progetto contro la povertà e la lotta contro lo spreco alimentare; “#restiamoconCasArcobaleno”, per continuare ad accogliere e proteggere la comunità LGBT+ anche durante l’emergenza sanitaria; e la raccolta fondi di “Feudalesimo e Libertà” per realizzare t-shirt che esorcizzano la paura e offrire un aiuto concreto a sostegno della Protezione Civile. Tante le storie di solidarietà, così come tante sono le storie lanciate e promosse da parte di chi nell’emergenza trova la forza per andare avanti e ripartire. Come la campagna di raccolta fondi “Abbiamo un (BI)sogno”, un’iniziativa per continuare a viaggiare, anche se comodamente da casa e scoprire i luoghi più belli e suggestivi della Sicilia; “Le fiabe in diretta”, narrazioni via social per unire le persone durante l’isolamento; “Pilates ai tempi del Coronavirus”, iniziativa per sentirsi uniti anche se distanti facendo esercizio fisico insieme;  “Arpeggiando in diretta”, per superare la paura grazie alla passione per la musica; “Un tour virale. The drama must go on”, il progetto per animare (anche se via streaming) una Milano in preda all’emergenza grazie alla cultura; e “Aiutaci che Dio non ci aiuta”, la raccolta fondi di un gruppo di ragazze per riconvertire la loro attività e per produrre e distribuire mascherine da distribuire gratuitamente. Su Produzioni dal Basso ci sono queste e tante altre storie di resistenza, passione, realizzate da chi non si arrende dinanzi alle difficoltà, ma va avanti creando comunità con la voglia di rinascere, più forti e uniti di prima! Per maggiori informazioni: https://www.attiviamoenergiepositive.it

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Nestlé per l’italia: “Supporto fino a quando ce ne sarà bisogno”

Nestlé per l’italia: “Supporto fino a quando ce ne sarà bisogno”. La risposta di Nestlé all’emergenza Covid-19 che ha colpito il nostro Paese punta allo stesso tempo su tempestività di azione e resilienza, con l’obiettivo principale di garantire la salute e la sicurezza di tutti i dipendenti e la stabilità economica e sociale del sistema in cui l’azienda opera.  “Nel momento difficilissimo che stiamo vivendo, abbiamo da subito cercato di capire come renderci utili al nostro Paese, consci del fatto che sarà una lunga maratona. Come azienda, abbiamo già messo a disposizione quasi 5 milioni di euro: abbiamo deciso di supportare sin da subito le comunità locali, distribuendo prodotti alimentari, bevande e sostegni economici alle strutture sanitarie di base. Nel contempo ci siamo anche adoperati per garantire a tutte le nostre persone il massimo livello di sicurezza e la continuità del loro potere d’acquisto, senza attingere a contributi statali, lasciando questi fondi a disposizione di aziende che dovessero averne maggior bisogno. Siamo partiti dai nostri operatori di fabbrica che, con il loro prezioso lavoro, costituiscono la locomotiva di risposta all’emergenza” ha dichiarato Marco Travaglia, Presidente e AD di Nestlé Italia e Malta. Il programma di Nestlé per l’Italia si focalizza su due grandi aree d’azione, il sostegno alle persone e il supporto alle comunità, articolate in 5 punti: – Tutela della salute e della sicurezza per tutti i dipendenti e sostegno economico supplementare per garantire il loro potere d’acquisto – Servizi di supporto medico, psicologico, assicurativo e lavorativo – Donazioni monetarie e di prodotto destinate alle famiglie e agli operatori sanitari, attraverso partnership pubblico-privato – Investimenti digitali per migliorare lo smart-working e nuove tecnologie per permettere la continuità del lavoro Supporto per la continuità operativa di tutta la filiera Il sostegno alle persone: sicurezza e supporto economico ai dipendenti per oltre 3 milioni di euro Nestlé Italia, per continuare ad assicurare la produzione di beni essenziali tutelando al massimo la salute dei suoi collaboratori, ha potenziato i protocolli di sicurezza in tutti i suoi siti produttivi prima ancora che fosse imposto dalle Istituzioni e ha implementato, d’intesa con i sindacati, ogni misura e precauzione necessaria a garantire la protezione dei lavoratori. Negli uffici è stato fin da subito utilizzato lo smart-working, introdotto da Nestlé oltre cinque anni fa, ma che, in solo un mese di emergenza, è stato adottato a tempo pieno da tutti, rivoluzionando il modo di lavorare dell’azienda. “Nestlé Italia sta imparando tantissimo dalla situazione attuale e sono orgoglioso di poter confermare” – continua Marco Travaglia – “che la tempestività e il rigore con cui abbiamo rivisto il nostro lavoro per garantire allo stesso tempo la continuità del business e la salute delle nostre persone, seguendo o anticipando le linee guida delle autorità sanitarie, sono diventate un modello per tutto il Gruppo”. Per coniugare la continuità della produzione dei beni essenziali alimentari con la rimodulazione dei livelli produttivi nel rispetto della sicurezza dei lavoratori, si è reso necessario un piano per salvaguardare il potere di acquisto dei lavoratori stessi, soprattutto nel caso di riduzioni o temporanee sospensioni dell’attività lavorativa. Per questo, il Gruppo Nestlé in Italia si è impegnato con le organizzazioni sindacali a garantire la piena retribuzione mensile individuale anche ai dipendenti che si trovano a dover sospendere o ridurre la propria attività, senza attingere alle risorse pubbliche messe a disposizione dal Governo. L’azienda, inoltre, erogherà un bonus mensile di € 500 lordi ai colleghi che con il loro lavoro permettono di assicurare la produzione nelle fabbriche. Nestlé si è anche impegnata a offrire a tutti i suoi 4.300 dipendenti in Italia servizi supplementari per fronteggiare questa difficile situazione. L’azienda ha infatti attivato una copertura sanitaria assicurativa gratuita e, grazie alla tecnologia, un servizio di supporto medico diretto, uno sportello di supporto psicologico e un supporto lavorativo, con l’obiettivo di rimanere al fianco di ciascun dipendente nella gestione dell’emergenza Coronavirus. In totale, l’azienda ha messo a disposizione oltre 3 milioni di euro per questo piano di tutela delle proprie persone dall’inizio dell’emergenza. Il sostegno alle comunità: donazioni monetarie e supporto a famiglie e operatori sanitari su tutto il territorio italiano L’aiuto al territorio italiano, a cui l’azienda è legata con 10 stabilimenti, è stato fin da subito il faro che ha guidato l’azione di Nestlé. Dopo l’avvio della collaborazione internazionale tra Nestlé e IFRC, il Gruppo Nestlé in Italia ha lanciato una raccolta fondi dedicata alla Croce Rossa Italiana attraverso una piattaforma digitale aperta ai dipendenti e consumatori, con l’impegno dell’azienda a raddoppiare ogni cifra raccolta fino a 250.000 euro (www.retedeldono.it/it/nestle/coronavirus). Alla Croce Rossa Italiana saranno anche donati generi alimentari per contribuire ad alleviare le necessità di 100mila famiglie. “Le situazioni come quella che il nostro Paese sta vivendo ci fanno capire quanto aziende e enti pubblici, persone e territori siamo indissolubilmente legati. E credo che garantire supporto a chi tutela la nostra salute ogni giorno sia il nostro dovere più grande come azienda – prosegue Marco Travaglia – le donazioni monetarie che raccoglieremo in Italia saranno infatti raddoppiate da Nestlé, e utilizzate per i bisogni locali”. L’azienda è anche intervenuta mettendo a disposizione le proprie produzioni e la propria logistica, così da rispondere alle numerose richieste da parte di enti territoriali su tutto il territorio italiano con la donazione di cibo, bevande e prodotti per la nutrizione medica specializzata per un valore di ulteriori 650.000 euro, ad oggi. Quest’azione coordinata di donazione, destinata a operatori sanitari e cittadini, continuerà fino a quando sarà necessario. Oltre all’invio di prodotti, diversi marchi del Gruppo hanno attivato piani di donazione specifici, come per esempio nei casi di Purina, Buitoni e Sanpellegrino che ha sostenuto la comunità bergamasca sia con la donazione di 250.000 euro all’ATS di Bergamo che con il reperimento di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale destinati al personale sanitario del territorio. Buitoni ha invece donato 100.000 euro all’azienda ospedaliera San Pio di Benevento per consentire alla struttura l’acquisto di attrezzature e dispositivi medici per la cura dei pazienti Covid-19. Non solo dipendenti e comunità, ma anche attenzione ai partner di filiera: Nestlé Italiana

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A Milano infuria la polemica sulle mascherine

A Milano infuria la polemica sulle mascherine. I segnali, compresi quelli arrivati dal sindaco di Milano Giuseppe Sala, sono eccessive secondo il forzista Simone Enea Riccò, responsabile per la Sicurezza del Municipio 5. E quindi era il momento di dire basta con un messaggio anche visivo. Di seguito l’intervento del consigliere che già aveva appoggiato la protesta dei vigili proprio per l’impossibilità di controllare le troppe persone ancora in giro, spesso senza protezioni: ?#Coronavirus In questo periodo vedo grande irresponsabilità da chi sta gestendo questa emergenza. A livello nazionale un Governo indeciso e contraddittorio che entra in polemica piuttosto che agire tempestivamente e con risolutezza. A livello tecnico un Capo della Protezione Civile che dice “io la mascherina non la metto” come se fosse un vezzo o un capriccio. A livello cittadino un Sindaco che definisce l’obbligo delle mascherine “disorientante”. L’unica cosa disorientate è la Polizia Locale di Milano messa, senza un senso logico, in ferie forzate. È assurdo pensare che da dati ufficiali siano morte oltre 15.000 persone e chissà quante in più sono morte alle quali un tampone non è stato fatto. Si tratta di migliaia di famiglie spezzate, aziende in crisi e un’economia totalmente ferma. Parliamo di un rischio sociale altissimo che ci colpirà anche nei mesi futuri, anche se tutto finisse domani, il danno economico-sociale sarà ingentissimo. E ancora, nonostante tutto, vediamo segnalazioni di cittadini che corrono, escono, se ne fregano delle conseguenze. Io ci tengo alla mia Città toccata da migliaia di contagiati ed un incremento di morti senza fine, anche oggi che i provvedimenti restrittivi sono attivi da due settimane. Voglio che tutto questo finisca, voglio rigore nei controlli, voglio che i cittadini capiscano che non è finita l’emergenza, che la strada è ancora lunga e che dobbiamo lottare ancora insieme. Copritevi naso e bocca, copriteli con le mascherine chrirurgiche, antipolvere, ffp2,ffp3, copriteli con le maschere per verniciare, copriteli con sciarpe e foulard. Copriteli con qualsiasi cosa se dovete inderogabilmente uscire per ridurre ogni possibilità di diffondere il contagio. Io indosso questa mascherina, e anche gli occhiali protettivi mi aiutano a non toccare gli occhi e a non far appannare i miei occhiali da vista. Non dobbiamo vergognarci, non dobbiamo essere belli e alla moda, dobbiamo essere protetti e dobbiamo proteggere i nostri cari. Ma soprattutto state a casa!Non inventate nuove scuse per uscire, state a casa! #Iorestoacasa e se dovessi uscire #mettolamascherina perchè voglio che questo incubo finisca al più presto. E voi?

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Quartiere Molise-Calvairate nelle mani dei rom, minacce a un Consigliere

“Chiudendo i campi e dando il via libera ad occupare le case con la scusa dei minori e delle donne incinte, i quartieri di case popolari si sono trasformati in campi rom“. A denunciarlo è il Consigliere del Municipio 4 di Fratelli d’Italia, Francesco Rocca, che nei giorni scorsi aveva già segnalato 7 nuove occupazioni abusive di alloggi in attesa di assegnazione da parte di rom: – via degli Etruschi 4, un alloggio; piano terra scala B. – viale Molise 5, due alloggi; scala E primo e quarto piano. – via degli Etruschi 2, due alloggi; scala E primo piano e scala A quarto piano. – via degli Etruschi 5, un alloggio; scala A primo piano. – piazza Insubria 3, un alloggio; scala B piano terra. Rocca aggiunge che “in particolare i cortili di viale Molise 5, 17, piazza Insubria 3 e via Faà di Bruno 5. Nonostante l’emergenza sanitaria, tutti i giorni, i rom impuniti bivaccano con tavoli e sedie nei cortili”, dove “giocano d’azzardo con mazzette di banconote, mangiano e sputano semi di girasole ovunque, recano disturbo alla quiete pubblica e minacciano tutti coloro che osano rimproverarli“. “È terra di nessuno, le Istituzioni sono assenti!” attacca l’esponente del partito di Giorgia Meloni, spiegando, “I Cittadini esasperati non sanno più a chi rivolgersi“, per poi appellarsi “Sindaco, Questore e Prefetto” cui chiede siano istituiti “controlli cortile per cortile, sgomberi immediati e assegnazioni degli alloggi popolari“. Un attenzione per il proprio quartiere quella di Rocca che a qualcuno non va giù, tanto che ieri qualcuno vicino ai rom gli ha fatto pervenire questo messaggio: “Ciao Francesco mi raccomando se ti beccano i zingari credo che si finirà male per te perché questi giorni sei arrivata in quella zona hai fatto le fotto hai messo sul internet a me non mi interessa nulla ti dico mi raccomando perché io oggi sono passato da lì è ho sentito che stavano parlando di questa cosa erano incazzati perché avevano visto già le foto Ciao“. Forse voleva essere un consiglio, ma Rocca che lo ha preso per una nemmeno troppo velata minaccia ha deciso che oggi stesso procederà con una denuncia.  

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Disperato per licenziamento minaccia una strage, agente lo fa desistere

“Sono disperato, sono stato licenziato”. È iniziata così la telefonata ricevuta venerdì mattina da un agente di quartiere del Comando Decentrato 8 della Polizia locale. L’uomo, F. R. italiano, ha poi proseguito dichiarando l’intenzione di fare una strage alla guida di un’auto a noleggio. L’agente, con grande professionalità, è riuscito a tenere il contatto con il 44enne per cercare di calmarlo e, contestualmente, ha attivato la Centrale Operativa della Polizia locale che ha subito allertato 6 equipaggi per ricercare l’auto. Proseguendo la conversazione, però, l’agente dal centralino è riuscito a farsi dire che l’uomo era ancora all’interno del suo appartamento, e dunque ad inviare lì uno degli equipaggi dell’Unità Problemi del Territorio che si trovava nelle vicinanze, e a conquistare la sua fiducia tanto da convincerlo ad aprire la porta agli agenti intervenuti sul posto. Parlando con il 44enne, gli agenti sono riusciti a ricostruire la sua storia. L’unica fonte di sostentamento della famiglia, di cui fanno parte la moglie e un figlio di 9 anni, era il suo stipendio, ma quella stessa mattina era stato licenziato ed era terrorizzato dall’idea di non sapere più come acquistare beni di prima necessità. A casa dell’uomo è poi arrivato anche lo stesso agente che aveva ricevuto la chiamata e, insieme all’Ufficiale presente, è riuscito a convincere l’uomo a farsi visitare presso il Pronto Soccorso Psichiatrico dell’Ospedale Fatebenefratelli. Ora la famiglia è stata messa in contatto con i servizi sociali del Comune di Milano e sarà seguita per tutte le necessità di supporto psicologico e materiale. “Non sono solo i controlli delle persone e delle attività commerciali a caratterizzare il lavoro della Polizia locale – commenta la vicesindaco e assessore alla Sicurezza Anna Scavuzzo -, a maggior ragione in un periodo come questo in cui le fragilità vanno accompagnate con professionalità e massima attenzione. Questa operazione ha permesso forse di evitare il peggio, ma sicuramente di prendere contatto con una famiglia in difficoltà che ora sarà anche inserita nel circuito delle spese a domicilio degli hub. Sperando, così, di poter alleviare anche solo in parte la situazione di paura nella quale si sono ritrovati da un giorno all’altro”.  

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Misure di sostegno alle imprese dei cantieri sospesi

A sostegno delle imprese che stavano eseguendo lavori pubblici sul territorio di Milano, sospesi secondo i provvedimenti adottati a livello nazionale e regionale per contenere l’espandersi della pandemia in corso, l’Amministrazione ha deciso di consentire il pagamento immediato dei lavori effettivamente eseguiti al momento del fermo. Questa misura ha carattere di eccezionalità e modifica i capitolati vigenti; su richiesta dell’impresa infatti, sarà possibile effettuare il pagamento di ogni importo dovuto anche prima del decorso dei quarantacinque giorni dalla sospensione dei lavori. Per contenere la diffusione del Covid-19 sono stati emanati da Governo e Regione alcuni provvedimenti – il DPCM del 22 marzo 2020 e successive modifiche e l’ordinanza n. 514 del 21 marzo 2020 del Presidente della Regione Lombardia e successive integrazioni –  che hanno disposto l’interruzione di tutti i cantieri ad eccezione di quelli relativi alla realizzazione e manutenzione di strutture sanitarie e di protezione civile, alla manutenzione della rete stradale, autostradale, ferroviaria, del trasporto pubblico locale, nonché di quelli relativi alla realizzazione, manutenzione e funzionamento di altri servizi essenziali o per motivi di urgenza o sicurezza. Per questo anche a Milano è stato necessario fermare oltre duecento cantieri pubblici riguardanti l’attuazione di progetti di riqualificazione, ristrutturazione di immobili strumentali ai servizi comunali, di edifici storico-artistici, biblioteche, scuole, immobili di edilizia residenziale pubblica, nonché interventi afferenti infrastrutture viabilistiche e del trasporto, arredo e verde pubblico. “Vogliamo venire incontro alle imprese che stavano operando a Milano – dichiara Marco Granelli assessore ai Lavori pubblici – affinché a loro volta possano procedere al pagamento di operai e fornitori. Il nostro auspicio è che la ripresa dei lavori pubblici avvenga il più presto possibile ma fin da ora è importante sostenere le imprese e la loro operatività, il lavoro e soprattutto le famiglie in un momento di grave difficoltà. Con i nuovi provvedimenti di questi giorni e l’auspicata disponibilità sul mercato di mascherine e altri dispositivi di sicurezza e prevenzione contiamo che nelle prossime settimane possano riprendere alcuni lavori in condizioni di sicurezza e atte a prevenire il contagio“.

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