12 Ottobre 2018

Alla Triennale la VI edizione del Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana

Milano è diventata una città splendida, capace di rinnovarsi e di restare costantemente al centro dell’attenzione mondiale anche grazie ai giovani architetti e ai designer che l’hanno resa bellissima. Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, intervenendo presso la Triennale alla VI edizione del ‘Premio Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana’. “Sono reduce da due giorni trascorsi a Mosca per l’inaugurazione del Salone del Mobile – ha aggiunto –  e mi sono sentito orgoglioso di essere italiano e lombardo anche perché il nostro stile è davvero unico e riceve apprezzamenti ovunque. È un vero e proprio modo di essere che intendiamo sostenere sempre di più, in particolare quando si tratta di valorizzare giovani progettisti dotati di così tanto talento. Nonostante i tanti fatti di cronaca che leggiamo quotidianamente, il ‘bello’ è ancora apprezzato in tutto il mondo. È anche per questi motivi – ha concluso Fontana – che partecipo a questo premio con grandissimo piacere“. La premiazione si è svolta questa mattina alla presenza di Federica Galloni, direttore generale Arte Architettura contemporanee e Periferie urbane del ministero per i Beni e le Attività Culturali, Stefano Boeri, presidente della Triennale di Milano, e Carla De Albertis, presidente del Comitato Premio Claudio De Albertis. Presieduta da Stefano Boeri, la giuria ha assegnato la Medaglia d’Oro all’Architettura a Feld72 per il progetto Kindergarten Niederolang, Olang, Bolzano, 2016. I premi ‘Medaglia d’Oro alla Carriera’ sono stati assegnati a Umberto Riva, Paola Viganò, Guido Canali, Valeriano Pastor. Il ‘Premio Speciale all’Opera Prima’ è stato consegnato a Mirko Franzoso per la Casa sociale Caltron, Cles, Trento, 2015. Il ‘Premio Speciale alla Committenza’ è stato conferito alla Soprintendenza Archeologica della Puglia e Segreteria Regionale MIBAC per la realizzazione del progetto di Edoardo Tresoldi ‘Dove l’arte ricostruisce il tempo’, Manfredonia, Foggia, 2016. Sono state inoltre assegnate sei ‘Menzioni d’onore’. Il premio ‘T Young Claudio De Albertis’, novita’ di questa edizione con l’obiettivo di ricordare l’attenzione e l’impegno di Claudio De Albertis attraverso un segnale concreto di supporto alle giovani eccellenze italiane, è stato assegnato a Simone Gobbo grazie al progetto ‘Bivacco F.lli Fanton’ Marmarole, Belluno, 2015 – in costruzione. Al giovane architetto bellunese è stato consegnato anche un assegno di 30.000 euro che potrà essere utilizzato per formazione o progetti. I progetti dei vincitori di premi e menzioni e i progetti del vincitore e dei finalisti del ‘Premio T Young Claudio De Albertis saranno esposti in Triennale da domani fino all’11 novembre.

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Super Festival, tre giorni di eventi nelle periferie

Parte oggi, venerdì 12 ottobre, la festa di “Super, il festival delle periferie”, kermesse diffusa che fino a domenica 14 ottobre animerà le periferie milanesi. L’appuntamento è alle 18.30 all’East River Martesana (Via Jean Jaurès 22 – M1 Turro) con il  sindaco di Milano Giuseppe Sala e Stefano Belisari, in arte “Elio” di “Elio e le Storie Tese”. Ad accompagnare il sindaco  anche gli assessori Piefrancesco Maran (Urbanistica) Cristina Tajani (Lavoro). Domani, sabato 13 ottobre, alle ore 10, l’assessore alla Mobilità e Ambiente Marco Granelli parteciperà alla presentazione del progetto “9091” realizzato anche con il contributo di Atm: appuntamento alle 10 a Rob de Matt, in via Annibale Butti 18, poi con la circolare destra e quella sinistra la 90 e la 91, ci si sposterà alle 11 da Gogol&Company in via Savona 101 per essere infine, alle 12 al Bar Trattoria Victoire di viale Molise 61. Sabato alle ore 13 l’assessore Cristina Tajani sarà al Makers Hub di via Enrico Cosenza 44 per la presentazione di “Preferisco Qui”, talk durante il quale si parlerà del nuovo mondo dell’artigianato che riparte dalle periferie. Dieci i progetti che “Super, il festival delle periferie” metterà in moto nel corso dei tre giorni del festival: “9091”,“Atlante Periferico”, “Circolo Semi Milano”, “Cortili Letterari”, “Human Symphony_Urban Edition”, “Insider Milano”, “Internazionale Corazon”, “Kabinett Immaginaire”, “#PopUpPublic”, “Preferisco Qui” e “Super Mi 100”: un grande archivio di pratiche, azioni, realtà che verrà costruito e rappresentato attraverso continue forme immediate, performative e popolari che vorranno coinvolgere un largo pubblico. La festa diffusa avrà l’obiettivo di lanciare cinque laboratori itineranti nelle zone interessate dal Bando alle periferie del Comune di Milano di cui Super è aggiudicatario, coinvolgendo anche i quartieri limitrofi. Sono invitati a partecipare rappresentanti dell’Amministrazione, cooperative di abitanti e imprese, sviluppatori, soggetti del terzo settore, del mondo della cultura e dell’ambiente. Scopo dei laboratori è quello di portare all’interno dell’agenda cittadina proposte concrete di azione che partano da chi i quartieri li vive e li anima. Azioni che poi potranno interagire con chi amministra, costruisce e agisce per la città. “Super, il festival delle periferie” è sostenuto da: Fondazione Cariplo, Comune di Milano, Consorzio Cooperative Lavoratori, European Cultural Foundation. I progetti “Insider Milano” e “Internazionale Corazon” sono sostenuti da Lacittàintorno, programma di Fondazione Cariplo. Mediapartner: Mi Tomorrow. Partner tecnico: ATM.

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Approvato il Piano di Governo del Territorio, tutte le novità

La giunta comunale di Milano oggi ha approvato la proposta di deliberazione per l’adozione del Piano di Governo del Territorio comprendente il nuovo Documento di Piano, la variante del Piano dei Servizi, comprensivo del Piano per le Attrezzature Religiose e la variante del Piano delle Regole. La proposta tiene conto dei 188 contributi e osservazioni presentati da cittadini, associazioni ed enti nell’ambito della procedura per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Tutti i contributi sono stati esaminati ed articolati in due categorie: la prima comprende quelli riguardanti il Rapporto Ambientale ed i suoi allegati o quelli che hanno carattere ambientale, benché riferiti alla documentazione del Piano,  la seconda riguardante esclusivamente aspetti urbanistici, quindi non considerabili in fase di procedura di VAS. I contributi di carattere ambientale valutati positivamente hanno contribuito all’aggiornamento di alcuni elaborati della proposta di Piano come ad esempio l’Elaborato Tecnico Aziende a Rischio di Incidente Rilevante o l’integrazione, all’interno della disciplina del paesaggio nel Documento di Piano, di un paragrafo sulla percezione del paesaggio da parte dei cittadini, esito del percorso di partecipazione dei laboratori Milano 2030. Sono stati inoltre valutati positivamente anche alcuni pareri dei nove Municipi, come ad esempio l’inserimento nella lista degli edifici abbandonati e degradati di proprietà privata di alcuni immobili non ancora mappati e la segnalazione di alcuni nuovi tratti di ambiti a vocazione pedonale. In tema di individuazione di nuovi nuclei storici esterni, è stata inoltre accolta la richiesta di inserimento dei nuclei di Cagnola e Lampugnano. “Questa prima fase di contributi è stata preziosa e ci consente di iniziare la discussione con il Consiglio Comunale sulla Milano del 2030 – ha sottolineato l’Assessore all’Urbanistica, Verde e Agricoltura Pierfrancesco Maran -. È un piano che renderà la città più attrattiva, vivibile, inclusiva e sostenibile con incentivi per chi investe nelle periferie, misure importanti per la lotta agli edifici abbandonati e interventi di rigenerazione urbana per aumentare il verde“. L’adozione conferma i 5 obiettivi e le strategie per raggiungerli presentati alla città lo scorso maggio. La pianificazione urbanistica sarà fortemente connessa allo sviluppo delle infrastrutture di mobilità, che nei prossimi anni vedrà la realizzazione della M4, il prolungamento della metropolitana verso Monza e Settimo Milanese, l’adeguamento della cintura ferroviaria in funzione della Circle Line e il potenziamento del Servizio Ferroviario Regionale e dell’alta velocità. Secondo una logica di crescita urbana che vuole il numero maggiore possibile di persone vivere e lavorare a breve distanza da una fermata del treno o della metro anche per ridurre la dipendenza dalla mobilità privata, il Piano incentiva interventi di rigenerazione in prossimità di 12 nodi di interscambio – Comasina, Bovisa, Stephenson, Cascina Gobba, Centrale, Garibaldi, San Donato, Rogoredo, Famagosta, Bisceglie, Lampugnano, Molino Dorino – determinando in corrispondenza di essi la possibilità di superamento dell’indice di edificabilità massimo di 1 mq/mq previsto negli ambiti della città ad elevata accessibilità (l’indice massimo nelle aree meno accessibili è invece fissato a  0,7 mq/mq) anche attraverso la realizzazione di Edilizia Residenziale Sociale. Il Piano individua 6 aree – San Siro, Goccia, Piazza D’Armi, Ronchetto, Porto di Mare e  Rubattino – il cui sviluppo sarà legato all’insediamento di “Grandi Funzioni Urbane”, come ospedali, impianti sportivi, parchi urbani, sedi amministrative, progetti di ampio respiro che portino nuovi servizi sull’area metropolitana. Si prevede inoltre di assimilare il cambio di destinazione d’uso tra le categorie produttivo, terziario, ricettivo e servizi privati, in modo da incentivare la nascita di opportunità di lavoro per i giovani, in particolare legate all’economia 4.0. Per quanto riguarda il tema casa, a fronte della crescente domanda della popolazione giovane il Piano incentiva la realizzazione di case in affitto, consentendo ai privati di superare l’indice di edificabilità massima negli ambiti della città accessibili mediante la realizzazione di edilizia sociale in locazione, in vendita di tipo agevolato e co-abitazioni e riducendo la richiesta di dotazione per servizi per gli interventi di edilizia libera, a patto che si preveda una quota di affitto, con l’obiettivo di aumentare l’offerta e calmierare quindi i prezzi. Il nuovo Piano prevede la riduzione del consumo di suolo del 4% rispetto al Piano vigente, da ottenere attraverso il vincolo ad uso agricolo di oltre 3 milioni di mq di aree, l’ampliamento del parco sud per circa 1,5 milioni di mq, la realizzazione del grande Parco Metropolitano attraverso la connessione ecologica tra il parco Nord e il parco Sud, la nascita di almeno 20 nuovi parchi tra cui i 7 previsti all’interno degli scali ferroviari e un piano di forestazione in fase di studio che prevede un incremento notevole del numero degli alberi nell’area metropolitana. Per quanto riguarda l’edificato, si prevede l’innalzamento degli standard richiesti, con il miglioramento delle prestazioni energetiche, la realizzazione di nuove aree permeabili, anche attraverso “tetti verdi”, e la certificazione della riduzione di CO2. Il piano vuole valorizzare i suoi 88 quartieri ponendo al centro le sue piazze, migliorando lo spazio pubblico e i servizi per i cittadini e andando a superare il divario territoriale e sociale tra centro e periferia. Cuore di questa strategia sono i progetti per la riapertura dei Navigli, la riqualificazione degli scali ferroviari e la rigenerazione di 6 piazze caratterizzate da elevata accessibilità poste sull’asse della 90/91; Loreto, Maciachini, Lotto, Romolo, Trento e Corvetto potranno essere rigenerati con interventi che ne migliorino la qualità progettuale, la fruibilità pedonale e l’attrattività. Anche in questi ambiti caratterizzati da ampia accessibilità sarà possibile superare l’indice di edificabilità massimo (1 mq/mq anziché 0,7 mq/mq) attraverso la realizzazione di Edilizia Residenziale Sociale. Riqualificare l’esistente per non consumare ulteriore suolo pubblico. Il Piano individua alcuni “Ambiti di Rigenerazione Urbana”, aree ai margini del territorio che dovranno essere valorizzate con interventi mirati al recupero del patrimonio edilizio degradato. Si prevede inoltre il recupero di 3mila alloggi di edilizia residenziale pubblica, la realizzazione nell’ambito dell’Accordo di Programma sugli Scali Ferroviari di alcuni alloggi a canone sociale, la sperimentazione in 10 aree pubbliche di edilizia popolare e servizi abitativi all’interno di contesti sociali misti. Si prevedono infine misure severe sul fronte degli edifici abbandonati, prevedendo la perdita dei diritti volumetrici esistenti e l’assegnazione solo dell’indice di edificabilità unico per chi lascia

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Leoncavallo, Cabassi pronti a chiedere i danni alla città

La famiglia Cabassi, tramite della societa’ L’Orologio S.r.l., ha diffuso una nota in cui chiede si proceda immediatamente allo sgombero dell’immobile di via Watteau 7, attualmente occupato abusivamente dagli autonomi del centro sociale Leoncavallo. Un’azione che potrebbe precedere di poco la richiesta di un risarcimento danni milionario nei confronti delle istituzioni che, nonostante tre sentenze esecutive dell’Autorità Giudiziaria, non hanno mai proceduto allo sgombero della palazzina perché tornasse nella disponibilità dei legittimi proprietari. L’Orologio srl precisa infatti, di avere “sempre richiesto il rilascio del proprio immobile, illegittimamente occupato da oltre 24 anni“, ma ad oggi, “89 richieste di sgombero, l’ultima delle quali del 10 settembre 2018, sono rimaste infruttuose a causa del rifiuto da parte degli occupanti di rilasciare spontaneamente l’immobile e del mancato intervento della Forza Pubblica“. I rappresentanti della famiglia Cabassi tengono a sottolineare che “su sollecitazione delle Autorita’ e delle diverse Amministrazioni cittadine che si sono succedute negli anni, si sono costantemente dichiarata disponibili a valutare eventuali proposte o soluzioni alternative” come testimoniato dalla Corte d’Appello di Milano, che definito l’atteggiamento della proprietà “caratterizzato da: tolleranza civile, costruttiva, sensibile alle istanze sociali sottese alla vicenda“, ma visto che la loro disponibilità non ha portato a nessun risultato concreto ritengono che “non sussistono più i presupposti per costruttive interlocuzioni“. La prospettiva che il possibile risarcimento ricada sulle spalle dei milanesi, ha causato la reazione del centrodestra milanese, che ha immediatamente scatenato un fuoco di fila contro la Giunta Sala. Secondo la Consigliera Comunale e Regionale del gruppo misto, Silvia Sardone, la maggioranza “anziché parlare di regolarizzazioni e accordi, dovrebbe mettere fine a questa situazione grottesca“. Per poi proseguire “Il Leoncavallo negli anni è arrivato a fatturare centinaia di migliaia di euro organizzando serate senza permessi e non battendo mezzo scontrino. Qual’è la sua presunta funzione sociale? Forse organizzare la festa del raccolto per sponsorizzare la cannabis?” e concludere “Sala faccia un passo indietro, anche gli stessi proprietari invocano lo sgombero, così come i residenti del quartiere che sono stanchi di convivere con l’illegalità: lo sgombero senza compromessi è l’unica soluzione sensata“. L’Assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, riccardo De Corato, secondo cui “questa amministrazione ha troppo a cuore il futuro del centro sociale Leoncavallo“, ricorda che nella scorsa consiliatura l’allora maggioranza di sinistra guidata da Pisapia “dopo aver formalizzato dal notaio con il Comune la cessione dello stabile industriale di via Watteu in cambio di due immobili comunali in via Zama e in via Trivulzio, cosa che avrebbe così permesso la regolarizzazione del Centro sociale, fu fermata dalla dura opposizione del centrodestra”. L’ex vicesindaco prosegue chiedendosi “Il 7 maggio, quando il sindaco Sala ha affermato che la trattativa è in corso con la regia della Prefettura, ai Cabassi sembrava fosse tornato tutto in ordine, ricondotto nei binari di una profittevole trattativa. Oggi evidentemente a quelle dichiarazioni non fanno più affidamento. Ora cosa dobbiamo aspettarci?” per poi auspicare uno “sgombero immediato“, concludendo “spero che il ministro degli Interni prenda a cuore la provocazione con secondi fini della società l’Orologio, cioè quella di tornare in possesso del capannone, per mettere magari così la parola fine a 24 anni di connivenza politica dell’occupazione”. Il  vice-capogruppo di Forza Italia a Palazzo Marino, Alessandro De Chirico, rileva invece che “come era prevedibile, la connivenza fra sinistra istituzionale e autonomi potrebbe costare cara ai contribuenti milanesi. La famiglia Cabassi, forte delle ultime sentenze in tema di occupazioni abusive, si prepara a chiedere un risarcimento che difficilmente non le sarà accordato“. Per poi accusare “un danno che toccherà risarcire a tutti anche se la colpa sarà solo di quelli che hanno svenduto la legalità in cambio di una manciata di voti ” concludendo “non si dica che non l’avevamo detto. Spero almeno che ai colpevoli sia imputato il danno erariale oltre alla responsabilità morale di quanto accadrà“.  

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Via Stefini, arrestato spacciatore di shaboo

Durante un controllo i carabinieri della stazione di Affori nella notte tra giovedì e venerdì hanno arrestato in flagranza un 42enne di origine filippina trovato in possesso di 2 grammi di shaboo in via Stefini, zona Zara. Lo spacciatore, già noto alle forze dell’ordine, alla vista dei militari ha cercato di dileguarsi, ma è stato subito bloccato. Oltre alla droga, divisa in otto dosi, gli sono stati trovati addosso 45 euro in contanti di piccolo taglio. Abitando vicino al luogo dell’arresto i carabinieri hanno condotto una perquisizione in casa dove sono stati rinvenuti e sequestrati altri 5 grammi di shaboo per un totale di 7 grammi.

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Manutenzione scuole, dal Comune stanziati meno del 10% dei fondi necessari

A denunciarlo è il Presidente del Municipio 2 Samuele Piscina che spiega: “Il Municipio ogni anno evidenzia al Comune le priorità d’intervento per la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici, ma su un budget assegnato dalla Giunta Comunale di appena 2 milioni di euro a fronte di una necessità di tutte le scuole municipali stimata in 29,5 milioni di euro. Tale problema viene riscontrato in tutta la città”. L’esponente della Lega evidenzia che quanto messo a disposizione non è sufficiente con la conseguenza che “nella maggior parte delle scuole, diverse risalenti addirittura agli anni ‘20, alcuni ambienti rimangono inagibili, alcuni edifici sono addirittura a rischio chiusura mentre il Comune non fa nulla per renderli sicuri”. Nel territorio amministrato da Piscina “dall’inizio delle lezioni, in via Russo è caduto il vetro di una finestra in classe e in un’aula di via Bottego e nel refettorio di via Venini si è distaccato l’intonaco dal soffitto”. In seguito a questi eventi “i tecnici comunali sono intervenuti prontamente per mettere in sicurezza le finestre di via Russo e per interdire all’uso ben 4 aule di via Bottego e 3 del refettorio di Venini, ma ogni giorno aumentano le segnalazioni relative all’insicurezza negli stabili scolastici che è ormai diventata una vera e propria emergenza da gestire” con conseguente preoccupazione dei genitori degli studenti che fortunatamente fino a oggi se la sono cavata con solo qualche grande spavento. Il Presidente prosegue quindi segnalando che “i cantieri per gli interventi che segnaliamo come prioritari al Comune iniziano più di 1 anno dopo“, ad esempio “il rifacimento dei serramenti in via Russo  è stato chiesto nel Gennaio 2017 e che ancora oggi gli uffici Comunali, che devono assegnare l’appalto, rispondono che i lavori non potranno iniziare prima del 2019 inoltrato”. “Questo sistema non funziona”, incalza Piscina, rivolgendosi al Sindaco Sala che “dovrebbe chiarire se la sicurezza dei bambini che frequentano le scuole sia una priorità di questa Giunta Comunale. Il Municipio chiede maggiori attenzioni da parte del Comune sullo stato degli edifici scolastici, spesso fatiscenti”. “Non è più possibile – conclude quindi il Presidente – che i ragazzini frequentino una scuola con amianto, dalla quale si stacchino i calcinacci dalle facciate o cadono le finestre, come se fossimo in un paese del terzo mondo, vivendo nella speranza che nessuno si faccia male e con la paura dei genitori per la salute dei propri figli. Se dovesse accadere mai qualcosa ai bambini, il Comune di Milano nelle figure del Sindaco e della Giunta, sarà ritenuto il primo responsabile”.

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