14 Aprile 2020

Al via Rhowelfare la piattaforma per il Welfare

Al via Rhowelfare la piattaforma per il Welfare. Dal mondo delle associazioni e della cooperazione viene annunciata una piattaforma digitale per i servizi alla persona che in questo periodo potrebbe aiutare molto centinaia di famiglie. Ecco il comunicato di presentazione: “La grande emergenza che stiamo vivendo ha modificato in modo repentino la quotidianità obbligando i cittadini ad assumere stili di vita che richiedono nuovi modelli di protezione sociale. La chiusura momentanea delle scuole e degli asili, le forme di lavoro agile e di smart working per i genitori, unita alla solitudine che molte persone anziane e fragili si trovano a dover gestire rendono molto più difficile e complessa la gestione della quotidianità. Per questo Gruppo Cooperativo CGM e Moving, hanno messo a servizio della comunità la loro esperienza maturata in ambito di welfare aziendale sviluppando piattaforme personalizzate di servizi alla persona. Dopo Biella, Matera, e Sondrio è attiva a partire da oggi la piattaforma rhowelfare www.rhowelfare.it che rappresenta un ulteriore segnale positivo dell’Italia cooperativa che nell’emergenza è stata in grado di riorganizzarsi offrendo una risposta adeguata ai nuovi bisogni. La piattaforma rhowelfare, realizzata insieme a Stripes Cooperativa Sociale Onlus, racchiude una selezione di servizi welfare dedicati a varie fasce della popolazione: dai bambini, agli anziani, alle famiglie, agli operatori sanitari, All’interno della piattaforma è possibile scegliere tra tantissimi servizi sempre in aggiornamento. Sono disponibili servizi di intrattenimento ludico-educativo e tutoring online per la gestione dei compiti per i più piccoli, ma anche servizi di educazione digitale destinati ad insegnanti e anziani. La piattaforma comprende inoltre servizi di supporto psicologico/emotivo rivolto ai sanitari in prima linea per l’emergenza e per i cittadini, supporto alla genitorialità e alle neomamme e neopapà per consulenze sull’allattamento o per le cure necessarie nei primi mesi di vita di un bambino, supporto babysitter. E infine attività per la famiglia ma adatte anche ai più piccoli come lo yoga e la lettura di favole online. Dunque è al via Rhowelfare la piattaforma per il Welfare: “In questo momento di emergenza abbiamo avvertito sin da subito la necessità di fornire risposte straordinarie ai bisogni delle famiglie e dei loro bambini e ragazzi. Ma non solo, la nostra proposta di servizi di welfare ha cercato di leggere l’attuale situazione e di interpretare le nuove necessità di alcune persone o figure professionali: penso agli insegnanti, agli operatori sanitari, ai caregivers o anche solo ai neogenitori che si stanno trovando a vivere un momento di grande gioia in un periodo così complicato. Con questa piattaforma, con rhowelfare, la cooperativa Stripes ha scelto di esserci sin da subito per stare accanto alle persone come fa quotidianamente nei servizi, nei progetti, perché questa è la nostra mission, e in generale quella di tutto il terzo settore” – spiega Dafne Guida, Presidente e Direttore Generale di Stripes cooperativa sociale onlus. I servizi sono stati modificati sia nei contenuti che nelle modalità di acquisto ed erogazione per poter rispondere alle nuove esigenze e secondo le modalità stabilite dalle autorità. Si tratta quindi di prestazioni a distanza oppure, laddove possibile, a domicilio. I prezzi, inoltre, sono stati il più possibile calmierati per garantire la massima accessibilità a tutte le fasce di reddito e sono eventualmente rimborsabili secondo le modalità stabilite dai decreti emanati o in corso di emanazione da parte del Governo nazionale. Al centro di questa operazione, oltre alla prossimità, è in primo piano anche la qualità dei servizi, che rimane requisito centrale per tutta l’offerta di welfare che CGM mette a disposizione in piattaforma e che viene certificata grazie alle direttive della prassi tecnica sui servizi alla persona, di cui CGM si è fatto promotore insieme a UNI. Grazie a un layout intuitivo è possibile navigare tra i vari servizi offerti, trovare quello più indicato e perfezionare l’acquisto direttamente con carta di credito o pagamento digitale”.

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Fine settimana di Pasqua, 2.171 controlli 140 sanzioni

Sono 2.171 i controlli effettuati dalla Polizia locale, durante il weekend di Pasqua, per verificare il rispetto di DPCM e ordinanze relative al coronavirus. In particolare, sono stati 254 i controlli effettuati tra venerdì e domenica, all’interno di aree verdi e parchi. Durante il giorno di Pasqua la Polizia locale di Milano ha utilizzato anche alcuni droni del Comune in un’attività congiunta con i Carabinieri e la Guardia di finanza che si è svolta nei parchi Forlanini e Monte Stella e che prosegue oggi nei parchi Lambro e Trenno. Sono stati invece 1.765 i controlli sulle principali vie di accesso e di uscita della città e 152 quelli effettuati in supermercati, ipermercati e mercati comunali coperti. Dalla fine di febbraio ad oggi sono oltre 20mila i controlli effettuati dalla Polizia locale per verificare l’ottemperanza alle varie disposizioni contenute nei decreti e nelle ordinanze, a cui ne sono conseguite circa 140 sanzioni.  

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Morti sospette in Rsa: perquisizioni al Trivulzio

Morti sospette in Rsa: perquisizioni al Trivulzio. La Guardia di Finanza di Milano sta effettuando perquisizioni e acquisizioni di documenti. Diversi i fascicoli aperti dalla Procura di Milano per i dubbi sulla gestione delle case di riposo del Pio Albergo Trivulzio. L’operazione delle Fiamme Gialle andrà avanti tutta la giornata perché cercano un grande numero di documenti, cartelle cliniche degli anziani in generale. Le accuse formulate sono pesanti in particolar modo per i vertici della storica istituzione milanese: Giuseppe Calicchio è iscritto nel registro degli indagati per epidemia colposa e omicidio colposo. E per lui e gli altri sarà difficile, ma necessario dimostrare di non aver messo a rischio le vite dei propri operatori, anche se i 1822 morti registrati dalle Rsa sono un conto molto pesante da sopportare. Soprattutto per chi rischia di vedersi accusato di aver sottovalutato o addirittura ignorato scientemente i rischi sia per la crisi causata dal Covid19. Quest’inchiesta è l’ennesimo brutto colpo sia per il Trivulzio che per Milano: il primo è stato il simbolo di Tangentopoli, ma almeno all’epoca si rubavano soldi, non c’erano accuse di aver causato un’epidemia con centinaia di cadaveri. Milano invece, in balia di una classe politica che sembra aver subito molti colpi alla credibilità, assorbe anche questo montante al mento. La città ha una lunga storia positiva che saprà digerire anche quest’ultimo boccone amaro, ma per quanto potrà resistere?

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Lotta al coronavirus. Non basta dare i numeri per fare terno al lotto

Un terno al lotto che per i lombardi  sarebbe rappresentato dall’individuazione del fattore utile a ridurre la curva dei contagi. Una terzina vincente che sembra però essere lontana dall’essere azzeccata nonostante tutti i numeri  giornalmente forniti, sotto forma di dati, dagli esperti di Regione Lombardia. Proviamo a fare qualche riflessione su di questi, partendo da alcune evidenze così macroscopiche da sembrare strano non saltino all’occhio a nessuno: I CONTAGI AUMENTANO PERCHE’ I LOMBARDI HANNO RIPRESO A MUOVERSI Un’affermazione più volte ribadita dal vice-presidente di Regione Lombardia Fabrizio Sala, in particolare sabato 11 e domenica 12, che però si scontra con le tabelle da lui stesso esposte. Infatti, se come sembra l’incubazione del coronavirus è di circa 14/15 giorni, gli effetti del maggiore movimento dei lombardi negli ultimi giorni avranno un riscontro poco prima della fine di aprile, non si spiega quindi come sia possibile giustificare il recente aumento dei casi positivi con i movimenti dei cittadini di quindici giorni fa, che caso vuole risultino essere quelli con la più bassa mobilità dell’ultimo mese. I casi sono due, o i movimenti dei cittadini non influiscono sull’aumento dei casi (cosa assolutamente non vera quindi state in casa per non esporvi e non esporre gli altri al contagio), o incidono anche altri fattori, che andrebbero individuati e analizzati. Uno di questi è sicuramente il numero e il modo in cui vengono effettuati i tamponi. I CONTAGI AUMENTANO PERCHE’ SI FANNO PIU’ TAMPONI Non è proprio così. Ovviamente più tamponi si fanno più positivi asintomatici vengono scoperti, ma se come sostenuto da buona parte dei virologi le persone contagiate in Lombardia sono nell’ordine di decine di migliaia, quelli che vengono individuati sono in buona parte casi di persone già contagiate da tempo e solo in minima parte di recente. Infatti, se oggi stesso il virus si estinguesse, si continueranno a individuare casi positivi fino a quando tutti lombardi non saranno stati testati per scoprire quelli che si erano contagiati fino a ieri. La definizione corretta di quanto sta accadendo è quindi: AUMENTANO I CONTAGIATI INDIVIDUATI E FRA QUESTI ALCUNI LO SONO STATI DI RECENTE. Ma anche sul metodo con cui vengono fatti e classificati i tamponi c’è molto da capire. SONO STATI EFFETTUATI 210.000 TAMPONI O SONO STATE TAMPONATE 210.000 PERSONE? Può sembrare una questione di lana caprina, ma non è così. Fino a oggi è stato impossibile avere una risposta univoca sul metodo di classificazione dei tamponi, in particolare in merito al fatto su come vengono conteggiati quelli effettuati su una stessa persona. Per confermare un caso positivo, o un’avvenuta negativizzazione vengono effettuati almeno due tamponi e in alcuni casi anche di più per le persone guarite ma non ancora negativizzate, che vengono controllate fino a quando non lo sono. Diventa quindi fondamentale capire se nel dato dei “tamponi effettuati” sono compresi tutti quelli effettuati ad ogni singola persona, perché in caso affermativo il numero delle persone di cui si conosce lo stato (negativo o positivo) si ridurrebbe a non più di 70.000 e anche la percentuale di persone positive e negative diventerebbe indefinibile, perché ognuna di quelle testate lo sarebbe stata più volte risultando in alcuni casi positiva e, in seguito, in altre occasioni negativa. In buona sostanza la domanda è: esiste un dato delle persone tamponate e uno dei tamponi effettuati, o quello fornito li unisce entrambi rendendone inutile l’interpretazione? Per oggi ci fermiamo qui, ma sono molti altri i dati che richiedono un approfondimento cui ci dedicheremo nei prossimi giorni. Una cosa è certa, fatto salvo lo straordinario lavoro messo in campo da Regione Lombardia per salvare più vite possibili in condizioni al limite dell’impossibile, ora, per infondere tranquillità ai Lombardi, convincendoli a fare ciò che è giusto, occorre rendere più chiara la situazione in cui si trovano e cosa viene fatto per affrontarla. Per sconfiggere un nemico bisogna conoscerlo ed è difficile affrontarlo se si ha l’impressione che anche quelli che ci stanno guidando contro di lui non sanno con cosa hanno a che fare.  

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Federalberghi: “Grave errore rinviare prenotazioni”

Federalberghi: “Grave errore rinviare prenotazioni”. L’affermazione arriva dall’associazione degli imprenditori dell’ospitalità che risponde a un’intervista della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. La politica, in un’intervista al domenicale della Bild, ha consigliato di aspettare a prenotare le vacanze estive. Un’affermazione che ha causato l’immediata reazione degli albergatori. In particolare Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, invita “a non commettere questo grave errore”. “Se le persone ritarderanno le prenotazioni – dice Bocca – le imprese e i posti di lavoro si squaglieranno come neve al sole.”  “Gli albergatori italiani – prosegue Bocca – offrono a tutti la possibilità di prenotare senza mettere a rischio le esigenze di sicurezza, grazie alla possibilità di cambiare il proprio programma di viaggio qualora la situazione lo richieda.” “Chiamate l’hotel – conclude il presidente degli albergatori italiani – e chiedete una prenotazione flessibile, che consenta la possibilità di cambiare la data. Keep calm e #cambialadata #changethedate è lo slogan che suggeriamo a tutti i nostri ospiti.” La preoccupazione di Federalberghi è causata dal crollo già avvenuto delle prenotazioni di turisti e uomini d’affari. Una prospettiva futura già nerissima su cui il governo nazionale sta lavorando puntando in particolare sul turismo di prossimità, per riavviare i flussi, ma senza eccedere nelle distanze. Una soluzione, anche se non sembra particolarmente efficace, perché buona parte degli italiani identifica le vacanze con il mare, ma in tantissimi non sono affatto vicini al mare. Gli stessi lombardi se si riversassero in Liguria come al solito troverebbero infrastrutture crollare oltre alle restrizioni dovute al Covid19 e si sa quanto siano importanti le vacanze per gli italiani. Per questo intanto arriva l’annuncio di Federalberghi: “Grave errore rinviare prenotazioni”.

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Lega contro Lega sui mercati

Lega contro Lega sui mercati. La gestione degli appuntamenti con i mercati all’aperto sta aprendo una breccia nel muro leghista perché in tanti non capiscono perché insistere nella chiusura, quando in altri parti d’Italia si sta procedendo in questo senso. Gli ambulanti però insistono come abbiamo riportato più volte: la questione non è aprire tutto, ma almeno le bancarelle dedicate ai generi alimentari. Il governo rimarca sempre che la principale misura di protezione è il distanziamento sociale, dunque con le apposite precauzioni un mercato all’aperto espone i cittadini agli stessi rischi di un supermercato, anzi, per certi aspetti sembrerebbe persino più sicuro. Eppure Attilio Fontana non sente ragioni e prosegue con la linea durissima anti Covid19 in contrapposizione a quella dura del governo. E così si crea una Lega contro Lega sui mercati, perché esponenti milanesi dei salviniani come Andrea Pellegrini si stanno trovando a disagio con la linea di Palazzo Lombardia. Una situazione spinta anche dalle due velocità che hanno tenuto Lombardia e Veneto nella gestione della crisi. Palazzo Lombardia aveva puntato molto sulla costruzione dell’ospedale in Fiera, peccato che sembra si stia rivelando un vicolo cieco: alla fine sono arrivate le attrezzature, ma forse si era sopravvalutata la possibilità di trovare medici e infermieri ad accettare un contratto di pochi mesi in una struttura che in teoria non ha futuro. Forse, dicono alcuni, sarebbe stato meglio utilizzare le decine di milioni di euro donate dai lombardi per  fornire i materiali agli ospedali lombardi. Nelle prime settimane della crisi in particolare, i nosocomi milanesi hanno dovuto utilizzare strumenti vetusti, adattando l’adattabile al momento. Nel frattempo veniva costruito il polo fieristico. Mentre  la Lombardia si infilava in questa situazione, il Veneto viaggiava verso l’annunciato inizio della fase due. Così mentre i veneti tornano in strada con le precauzioni del caso, i lombardi si ritrovano ancora a dover rispettare la linea durissima.

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