17 Marzo 2020

Covid19, gli attacchi di panico impegnano le ambulanze

Covid19, gli attacchi di panico impegnano le ambulanze. In una sera della scorsa settimana sono stati una decina i casi in cui un’ambulanza è stata chiamata per un sospetto caso di Covid19 che poi si è rivelato un attacco di panico. Questo tipo di crisi ha infatti effetti simili a quelli del Covid19, almeno all’apparenza perché toglie il fiato alla persona colpita. E in questi giorni di Covid19, gli attacchi di panico impegnano le ambulanze: i casi sono diversi e iniziano ad avere una consistenza numerica, perché il martellamento di previsioni catastrofiche e impossibilità di uscire sta cominciando ad avere effetti collaterali sulla psiche dei più fragili. Il cambio di stile di vita che è stato imposto dalla crisi sanitaria di inizio secolo non è stato da poco, soprattutto dopo decenni in cui l’imperativo categorico era spostarsi in continuazione. L’improvvisa calma unita al pericolo di finire intubati (sempre a letti disponibili) sta causando un problema come il fatto stesso di impegnare la ambulanze per attacchi di panico e non per veri malati. Per fortuna in Lombardia non mancano i mezzi e si sta reclutando personale a più non posso, ma forse è il momento di pensare che per tanti portati via per il panico, ce ne sono molti di più in situazioni simili. Magari le ansie che cova una parte della popolazione non esploderanno mai, però potrebbe anche essere che succeda perché per molte famiglie restare a casa in questo periodo si sta rivelando una dura prova. Allora forse si potrebbero mettere in campo delle misure alternative e a basso costo sull’esempio dei tabaccai: se si è giustamente pensato di permettere ai dipendenti dal tabacco di proseguire nei propri vizi, forse si può fare lo stesso ragionamento per gli altri. Gli psicofarmaci non possono essere distribuiti in massa, ma una soluzione per accompagnare i più fragili fuori dalla crisi va pensata.

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De Chirico (FI): mezzi e parchi pieni, Sala incapace di gestire l’emergenza

“Questa mattina (ieru ndr) all’orario di punta, i mezzi erano pieni di persone che andavano al lavoro“, Denuncia Alessandro De Chirico, Consigliere Comunale di Forza Italia, aggiungendo, “Sia la metropolitana che gli autobus. Così non va bene! Ho ricevuto alcuni video che mostrano una situazione davvero pericolosa. Nessuna distanza di sicurezza rispettata”. “La scelta di diminuire le corse è sbagliata e lo sapevamo tutti. – attacca l’azzurro – Tutti tranne l’assessore Granelli e la dirigenza ATM che ha fornito pochissime mascherine al personale e non ha nemmeno pensato di posizionare nelle stazioni uomini di supporto per regolare i flussi“. De Chirico ne ha anche per il Sindaco Sala che, “dovrebbe uscire dal bunker per andare a vedere cosa succede fuori dal suo ufficio“, perché,  “Continua a invitare i milanesi a stare a casa, ma gli basterebbe uscire dal palazzo per vedere che la situazione è molto preoccupante“. “Ci vuole la Polizia Locale a presidio di strade, parchi e mezzanini della metropolitana – incalza De Chirico – il sindaco troppo preoccupato dalla sua immagine” e della “prossima campagna elettorale sta già pensando al dopo emergenza attivando un fondo di mutuo soccorso coinvolgendo il buon cuore dei milanesi“, invece, “ci vogliono azioni rapide per affrontare oggi l’emergenza, al poi ci penseremo poi. Se il sindaco non è in grado di sostenere la pressione – conclude De Chirico – si faccia da parte e al suo posto il Governo nomino un commissario per l’emergenza“.  

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Circolo privato non rispetta i divieti sanzionati gestore e avventori

Proseguono i controlli della Polizia in città di Milano, finalizzati a verificare il rispetto dei divieti imposti dal Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dell’8 marzo 2020 per il contrasto alla diffusione del COVID-19, con riferimento a club e circoli privati. Sabato 14 marzo, gli agenti del Commissariato Lorenteggio insieme a personale della Polizia Amministrativa hanno effettuato un controllo presso un circolo privato di via Gianella, frequentato abitualmente da tifosi dell’Inter, trovandovi all’interno il gestore e 2 persone. Tutti e tre sono stati sanzionati ai sensi dell’art. 650 codice penale, per non aver ottemperato al provvedimento dell’autorità.  

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Domenica di controlli e sanzioni a chi violava i divieti

Domenica 15 marzo, sono proseguiti i controlli della Polizia di Stato nella città di Milano, finalizzati a verificare il rispetto dei divieti imposti dal Decreto del Presidente del Consiglio per il contrasto alla diffusione del COVID-19, sia nelle aree pubbliche, quali i parchi cittadini non recintati, che nei luoghi non aperti al pubblico. Tra i fatti più rilevanti si evidenzia un intervento delle volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale nel corso del quale sono stati indagati ai sensi dell’art.650 c.p. 7 cittadini afghani tra i 22 e i 36 anni ed uno pakistano di 24 anni. I poliziotti sono intervenuti in via Aldini, presso il parco non recintato del Quartiere Quarto Oggiaro, a seguito della segnalazione alla centrale operativa di un assembramento di più persone, tra cui due che litigavano fronteggiandosi. All’arrivo degli agenti molti si erano già dileguati, tra cui i protagonisti della lite, ma gli agenti ne hanno intercettati alcuni mentre defluivano nella vicina via Barrella. Una volta identificati, gli 8 ragazzi, non hanno saputo fornire valide motivazioni per la loro presenza in strada, a distanza ravvicinata, motivo per il quale sono stati indagati per l’inottemperanza all’art.650 c.p. Sempre in zona Quarto Oggiaro, in via Varesina una pattuglia in perlustrazione del Commissariato Quarto Oggiaro ha notato un gruppetto di 7 giovani che fumavano e discutevano seduti sulla soglia di un civico, a distanza molto ravvicinata. I 7, cittadini turchi di età compresa tra i 24 e i 33 anni, non avendo addotto giustificazioni valide circa la propria presenza in strada ed anzi essendosi radunati per stare in compagnia, scambiandosi tranquillamente saluti con le mani, e non rispettando le norme igienico sanitarie imposte dal Decreto PCM vigente per contenere l’epidemia, sono stati tutti indagati ai sensi dell’art. 650 c.p. per l’inosservanza. Inoltre,  in via Montello, gli agenti del Commissariato Sempione sono intervenuti in uno stabile a seguito di una segnalazione di un condomino, il quale lamentava rumore e musica ad alto volume proveniente da un appartamento vicino. I poliziotti giunti sul posto, hanno accertato la presenza di 16 ragazzi, di cui 4 minorenni, i quali hanno riferito di aver preso in affitto l’appartamento tramite un’agenzia, al solo fine di una rimpatriata tra amici. Tutte le persone presenti sono state identificate ed  essendo residenti in diversi quartieri di Milano si valuteranno eventuali provvedimenti da adottare. In base a quanto dichiarato nelle autocertificazioni, molti di loro hanno affermato di essersi organizzati per una cena tra amici. Altresì saranno effettuati accertamenti sull’agenzia che ha affittato l’appartamento. Ieri sera, alle 19 circa, in Piazza Oberdan, gli agenti delle volanti hanno accompagnato in Questura 11 persone, di origini sudamericane, denunciandole per rissa e resistenza a pubblico ufficiale, nonché per la violazione del decreto inerente le misure anti Covid-19. Il gruppo di persone, visibilmente alterato dall’abuso di sostanza alcoliche, ha scatenato una rissa con lancio di oggetti e bottiglie in vetro. All’arrivo dei poliziotti gli stessi  non si sono mostrati collaborativi inveendo nei loro confronti. Sono stati dunque accompagnati in Questura per gli accertamenti di rito.  

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