18 Giugno 2021

Iniziata la demolizione delle torri di via Tofano

È partita la parziale demolizione del complesso di edilizia residenziale pubblica di via Tofano 5, a Quinto Romano, costituito da tre torri gemelle situate su un medesimo lotto. Le torri, nonostante la recente data di costruzione (1986), negli ultimi anni hanno presentato gravi problemi statici: una (la C) è già stata oggetto di un intervento complessivo di ristrutturazione e rinforzo, mentre per le altre due (A e B) erano previsti da tempo lavori di demolizione e successiva ricostruzione. La prima parte, eseguita mediante un escavatore, si concluderà entro fine settembre, calcolando circa quattro settimane per la demolizione fino a terra di ciascuna torre, cui va aggiunto il tempo per i lavori delle porzioni interrate. La seconda parte dell’intervento, ovvero la ricostruzione, prenderà avvio entro l’anno. “Sono molto contento che l’operazione sia finalmente partita – interviene l’assessore alle Politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti -. È stato un percorso lungo e travagliato, quello delle torri di via Tofano, che gli abitanti del quartiere attendevano da tempo e che finalmente è arrivato al traguardo finale. La soddisfazione, quindi, è grande, così come la volontà di trasformare un problema – per gli inquilini, per il quartiere e in ultima analisi per la città – in un’opportunità di sviluppo e di deciso miglioramento delle condizioni dell’abitare le case pubbliche a Milano”. L’obiettivo dell’Amministrazione è trasformare un complesso di case popolari molto problematico sotto i profili manutentivi e gestionali in uno esemplare dal punto di vista della sostenibilità ambientale, architettonica e sociale, incrementando la disponibilità di abitazioni di proprietà comunale, e realizzando anche alloggi destinati ad altre utenze ed altri usi, nell’ottica della diversificazione e dell’integrazione tra differenti tipologie di residenti e in generale di rigenerazione dell’intero quartiere. I due edifici, organizzati in 10 livelli fuori terra, prevedono la medesima composizione dei piani: con la ricostruzione, gli appartamenti passeranno dagli attuali 100 a 118 (59 per ogni edificio), tra cui una decina ai piani terra predisposti per persone con disabilità; a questi se ne aggiungono altri 7 tra alloggi a disposizione per residenze temporanee e spazi per uffici ed associazioni. Le soluzioni tecnologiche ed impiantistiche adottate permetteranno di avere un complesso edilizio ad alta efficienza energetica. Il costo complessivo dell’operazione è di circa 23 milioni, ripartiti tra cofinanziamenti ministeriale, regionale e a carico del Comune di Milano. La direzione lavori è affidata a MM, che fa anche da stazione appaltante e coordina la sicurezza.

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Anagrafe: tornano operative quattro sedi decentrate

Riapertura di quattro sedi anagrafiche decentrate e orario prolungato nella sede centrale di via Larga, 12. Il piano di riaperture delle sedi anagrafiche cittadine è stato presentato in commissione consiliare dall’assessora alla Trasformazione digitale e Servizi civici Roberta Cocco. Da lunedì 21 giugno tornano operative le sedi di Sansovino (Municipio 3), Oglio (Municipio 4), Stovani/Baggio (Municipio 7) e Baldinucci (Municipio 9), che si aggiungono alle sedi attualmente aperte: il Salone centrale di via Larga, le sedi di Padova (Municipio 2), Tibaldi (Municipio 5), Legioni Romane (Municipio 6), Accursio (Municipio 8), De Benedetti (Municipio 9). Ogni municipio avrà quindi una sede anagrafica regolarmente aperta. Inoltre, nei mesi di giugno e luglio, il Salone Centrale di via Larga resterà aperto con orario prolungato il martedì e il giovedì sino alle 19 e il sabato dalle 8:30 alle 15:30. A partire da oggi sul sito del Comune di Milano è possibile prenotare gli appuntamenti nelle sedi decentrate e negli orari prolungati della sede centrale. Nel corso della commissione consiliare è stata anche presentata una ricerca dell’Università Bocconi, coordinata da Greta Nasi e finanziata dalla US Embassy, sul “Ridisegno dei servizi pubblici post-Covid”, che ha evidenziato un buon livello di soddisfazione dei cittadini per alcuni dei servizi offerti dal Comune di Milano (CIE, Pass Auto, Pagamento Tari).

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Il Sindaco Sala ha incontrato il Presidente e l’A.D. dell’Inter

Il Sindaco di Milano Giuseppe Sala ha ricevuto a Palazzo Marino il Presidente dell’Inter Steven Zhang con l’Amministratore delegato per l’Area corporate Alessandro Antonello. Durante l’incontro il Presidente dell’Inter ha confermato al Sindaco Giuseppe Sala l’impegno a medio-lungo termine della proprietà nel club. Inoltre il Presidente Steven Zhang ha rimarcato l’importanza strategica del progetto nuovo stadio per Milano, in particolare nell’ottica dell’auspicata ripresa economica della Città. Il Sindaco, ribadendo che la continuità nella proprietà dell’Inter è un aspetto fondamentale per la prosecuzione dell’iter autorizzativo del nuovo stadio, ha preso atto con soddisfazione delle parole di Steven Zhang. L’incontro si è svolto in un clima di grande cordialità e con l’obiettivo comune di portare avanti il dialogo su questo dossier. Il Sindaco si è infine congratulato per la conquista del 19° scudetto che ha permesso di riportare a Milano il più importante trofeo sportivo italiano dopo 10 anni.

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Otto minorenni denunciati per furto di estintori

La Polizia di Stato ha identificato, e denunciato a vario titolo per danneggiamento e furto pluriaggravati, gli 8 giovani ragazzi tra i 15 e 16 anni che, durante la scorsa notte di Halloween, rubarono 12 estintori installati a bordo di treni regionali per poi danneggiare un autobus della linea ATM 57. Quella sera, dopo aver bloccato la corsa del bus, i ragazzi vi salirono a bordo e fecero scendere i passeggeri. Dopo aver svuotato gli estintori all’interno del convoglio, distrussero alcuni vetri della vettura mentre il conducente riusciva a mettersi in salvo. I poliziotti del Commissariato Quarto Oggiaro, coordinati dalla Procura della Repubblica per i Minorenni, hanno visionato le immagini di videosorveglianza sia del mezzo pubblico che di quelle del quartiere, e sono riusciti a identificare alcuni degli autori che, in un luogo lontano da quello del blitz, considerandosi al sicuro, si erano tolti mascherine e cappucci. Dal riconoscimento di due giovani è scaturita, quindi, l’identificazione di tutti gli altri complici e l’analisi degli smartphone ha permesso di individuare anche delle stories nelle quali sono stati condivisi, dai minori stessi, tutti i passaggi salienti della serata. Nelle chat, inoltre, gli agenti hanno accertato come vi fosse una vera e propria pianificazione del danneggiamento: pochi giorni prima, i ragazzi avevano rubato 12 estintori a bordo di alcuni treni regionali, nascondendoli nei cespugli di un parco vicino alla stazione ferroviaria Milano Quarto Oggiaro. La sera di Halloween, infine, hanno prelevato gli estintori e li hanno portati nei pressi della fermata bus linea 57, in via Concilio Vaticano II. Lì, una volta giunto l’autobus, il gruppo di ragazzi è spuntato all’improvviso collocando un estintore davanti al mezzo pubblico per ostacolarne il transito, prima di dare inizio ai danneggiamenti.

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Meeting con l’assassino

Meeting con l’assassino. Ora, Biden non sa come prepararsi per l’incontro con l’Assassino. Forse con una nutrita schiera di guardie del corpo, dietro lo scudo delle quali colloquiare o ancora forse con un giubbotto antiproiettile molto tecnologico. L’anziano esponente democratico teme anche bevande, cibi e cerbottane tanto più che i russi hanno minacciato un summit lunghissimo, di 6 ore, per prendere probabilmente Biden per fame. L’uomo più forte del pianeta, con al seguito trenta eserciti nell’armata che è stata definita la più potente della storia, ha i suoi timori. Gli alleati non hanno attenuato i timori, in particolare i tedeschi, i più deliziati della definizione presidenziale di Putin killer. Il comune dolo tedescoamericano per i diritti umani e per la persecuzione dell’oppositore russo Navalny ha evitato, per contrappasso, sanzioni sul Nord Stream 2, la Nord Stream AG che lo costruisce e sul suo ceo Warnig, già agente Stasi e collega di Putin, quand’era spia a Dresda per il Kgb. All’incontro tra i due presidenti del 16 giugno non ci saranno così fughe di gas. Il gasdotto, anzi, il suo raddoppio, che unisce Russia e Germania, nella tradizione di Rapallo, caccia il resto dell’Occidente dall’Europa centrale e costituisce oggettivo ostacolo all’avvicinamento ucraino. Paradossalmente lo fa in nome del principio cardine occidentale, quello ecologico. L’eliminazione del carbone tedesco entro il 2030 è possibile solo grazie ai Nord Stream. L’UE nel ’90 importava da Mosca il 55% dell’energia necessaria; nel 2010 il 27%, dopo le sanzioni del ’14 il 30% ed oggi il 41%. Il vincolo ecologico vale più di tutte le sanzioni e lotte diplomatiche. Putin in Svizzera si siederà con il punto principale già incamerato, e non per sua richiesta. Est ed Ovest si incontrano prima e dopo le elezioni. In Russia a settembre si vota per la Duma. A luglio ’20 si è svolto il referendum sulle modifiche costituzionali che permette a Putin altri due mandati seieannali (nel 2024 e nel 2030). Sulla carta potere fino a 86 anni, per 36 anni, superando i 29 anni di Stalin, ma non i 43 di Pietro il Grande. Ogni volta che si vota in Russia, i sondaggi occidentali sembrano quelli di Rai3 o la 7 per il Pd. Prima rilevano il calo del partito di maggioranza, Edinnaya Rossia; poi mancata la previsione, passano ai brogli, imbrogli, regali e imposizioni. Si resta, arcigni e sospettosi, sul 76,69% per la terza elezione di Putin nel ’18; sul 48,77% nelle elezioni locali del ’20, dove Russia Unita ha perso solo a Tomsk, a Novosibirsk e Tambov, a favore di candidati vicini a Navanlyj, ma anche dall’opposto di Rodina (Madrepatria). La riforma, approvata dal parlamento e dalla Corte Costituzionale, poi votata a luglio ’20, è passata con il 77,9% sul 64% degli elettori. Sembra quasi suggerita da Conte, infatti elimina il vincolo dei due mandati. L’avvelenamento di Navalny da Novichok, in volo di ritorno in Russia, dopo le cure tedesche, il suo ennesimo incarceramento in Russia, le rivolte siberiane e dell’estremo oriente hanno fatto esplodere la pubblicistica occidentale, scioccata poi dalla messa fuorilegge del partito anticorruzione. Anche nel 2011 si erano diffuse proteste in tutta la Russia, veicolate dall’uso social di VKontakte su Internet. Il vaso di Mosca, preso dal lato delle rivolte di piazza, ha un fondo infinito, come ci ha ricordato Graziosi nell’unica vera storia dell’Urss in circolazione, nella quale ha elencato le tantissime sollevazioni avutesi durante il potere comunista che mai ne venne intaccato. Alla fine però le crepe sulla demotura russa si limitano al consenso sceso al 60%, in un paese dove il Covid ha lasciato 650.000 morti (tanti ma meno di Usa e Brasile) nell’ambito di un sistema sanitario deficitario malgrado la diffusione del proprio vaccino fin dall’agosto ’20 (che Putin ha fatto somministrare anche alla figlia); un paese dove il Pil previsto è più 4% a 4,5 punti di inflazione. Inutile sperare sulla fine del consenso. Al summit il presidente russo va con un forte mandato elettorale, magari con la pecca di sostenere quello bielorusso rieletto con elezioni assai più discutibili. Sarà più che ottantenne se vincerà tutti i mandati possibili. Biden è già ora quasi ottantenne, al primo mandato dopo mezzo secolo da congressman. E’ l’America che è divisissima su idee, visioni, politiche, non la Russia. Così il problema elettorale si sposta da Mosca a Washington, dove si temono le ombre del Russiagate in ogni dove. Perché in 81 milioni hanno votato per Biden ma 74 per Trump (34% astenuti) ed i due elettorati non sono mescolabili soprattutto se la realpolitik conduce Biden a proseguire le politiche trumpiane. L’incubo dell’hacker russo è perfettamente legale. E’Kasperskj il cui antivirus ha conquistato il mercato Usa. E’ Snowden le cui rivelazioni e fuga nel 2013 vengono protette in Russia. E’ il Codice Durov descritto dal giornalista Kononov. I fratelli Durov, Pavel e Nikolai, l’uno vissuto a Torino, l’altro a Bonn, inventano nel 2006 da palazzo Singer sulla prospettiva Nevski, VKontakte, piattaforma universitaria che si fa grande social network, più semplice, più veloce, condensato di YouTube, Facebook e Spotify.Malgrado l’amicizia con Surkov, ideologo di Russia Unita, nel 2012 l’United capital, fondo vicino al Cremlino, compra la maggioranza di VK; Pavel vende il suo 12% e nel 2014 non è più Ad. Lascia un social da 500 milioni di iscritti con il logo del cane che pernacchia il potere. L’anno prima però Pavel, stesso anno di nascita di lancia Telegram, l’app di messaggistica istantanea all’insegna della privacy più stretta. Ragion per cui la nuova società si sposta con il proprietario, Isole americane Saint Kitts e Nevis, Finlandia, Indonesia, ora Dubai. Gli avvocati rispondono da Berlino. Se VK era russo, ancora oggi frequentato da occidentali putiniani, Telegram è globale, vicino a 500 milioni di utenti; minacciato parimenti in Cina, in Iran, in Europa ed a Mosca. In Russia non c’era un Icann ed il Roskomnadzor, l’organo sulle comunicazioni, si è evoluto inseguendo Vk e Telegram. Alla sbarra alla Duma, Pavel nel ’18 non cede sull’identità dei clienti; al contrario di Zuckerberg che al Congresso

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Microcredito, uno dei volani per la ripresa post-pandemia

Microcredito, uno dei volani per la ripresa post-pandemia. Nel convegno a Palazzo Pirelli un focus sulle opportunità offerte da questo sistema di finanziamento. Una media di 2,43 nuovi assunti per ciascun finanziamento, per un totale di 40mila unità lavorative negli ultimi sei anni e ben 370 milioni messi a disposizione. Sono alcuni dei numeri del microcredito, il sistema finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergenza, rivolto ai soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale. Uno strumento importante per lo sviluppo del territorio, a maggior ragione nella fase di ripartenza post-pandemia. Di opportunità da cogliere e del ruolo strategico che possono giocare Regione ed Enti locali, si è parlato questa mattina a Palazzo Pirelli nel convegno Nuove tendenze di sviluppo in Lombardia: il ruolo dell’Ente nazionale per il Microcredito, organizzato dal Consiglio regionale in collaborazione con l’Ente nazionale per il microcredito e Anci, al quale sono intervenuti il Consigliere Segretario dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale Giovanni Malanchini, il Presidente della Commissione Attività Produttive del Consiglio Gianmarco Senna, l’Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia Fabio Rolfi, il Presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM) Mario Baccini, il Segretario e il Vice Segretario dell’ENM Riccardo Maria Graziano e Giovanni Nicola Pes, il Presidente di Anci Lombardia Mauro Guerra e l’esperta di microcredito Carolina Lussana. Stiamo parlando, ha spiegato Malanchini “di uno strumento finanziario che può rispondere alle esigenze di nuovi iniziative di impresa, soprattutto quelle portate avanti dai giovani. Unito alle azioni di Regione Lombardia e alla capacità dei Comuni di intercettare le esigenze del territorio, può divenire uno strategico supporto alle attività imprenditoriali lombarde in questo momento di ripresa”. Parole che si sposano con quelle di Senna, che nel suo intervento ha ricordato come il microcredito “sia un sistema che permette a molte persone, compresi i cosiddetti neet o chi è stato espulso dal mercato del lavoro, di trovare una nuova opportunità, attraverso un percorso che non è solo economica, ma anche formativa”.  

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