Ladri di biciclette a casa Vallanzaska

Ladri di biciclette a casa VallanzaskaLadri di biciclette a casa Vallanzaska. Anzi, verrebbe da dire: l’assurdo caso dei ladri di biciclette a casa Vallanzaska. Prima che qualcuno non capisca: non si tratta del celebre criminale Renato Vallanzasca dalla Comasina, ma del gruppo ska Vallanzaska. Altrettanto noto per l’ottima musica che suona da parecchio tempo. Veniamo alla notizia: uno dei suoi membri posta la foto a corredo di questo articolo denunciando un presunto ladro di biciclette beccato dalle telecamere mentre si dilegua con una due ruote nel condominio dei genitori dell’artista. La pubblica in un gruppo Facebook di zona, cercando il supporto dei concittadini. La reazione più normale sarebbe quella di aiutare il denunciante a riconoscere la persona per l’opportuna segnalazione alle forze dell’ordine, le uniche deputate ad agire con la forza secondo la legge. Invece ecco commenti che invitano il musicista a togliere subito l’immagine: pubblicarla implica infatti il rischio di una causa per la violazione della privacy del ladro. Surreale, ma vero. Per quanto difficilmente un criminale di piccolo calibro possa davvero intentare una causa del genere, legalmente esistono delle basi  per quanto discutibili. A quanto ci risulta il membro del noto gruppo ska ha rimosso l’immagine, forse proprio per evitare di trovarsi nella surreale situazione di essere denunciato da un ladro per violazione della Privacy. In ogni caso, anche le reazioni dei cittadini che hanno visto la foto sono molto significative: da un lato perché testimoniano una maggior diffusione delle conoscenze personali in tema di giustizia, dall’altra perché ormai il cittadino onesto (o almeno non ufficialmente criminale) sa di doversi guardare persino dalle denunce. Se vedi un ladro, puoi dirlo, ma a certe condizioni: se però è pericoloso dire ad alta voce e per mezzo dei social che si hanno le prove di un reato, perché poi le persone dovrebbero raccontare qualcosa alle forze dell’ordine? E se poi per caso ti ricordi male un colore o un dettaglio e il criminale esce magari avendo pure l’appiglio per una causa per  diffamazione? Non è del tutto impossibile: chi scrive ricorda di un assassino che dal carcere aveva querelato un giornalista perché aveva scritto che oltre all’assassinio, era anche un ladro. Assassino sì, ladro no. Forse questa piccola storia di quartiere può essere d’ispirazione a qualche giurista per trovare soluzioni innovative e comprensibili per tutti.