22 Giugno 2022

Sul Lago d’Iseo il 9 luglio Stefano Arienti per MIRAD’OR

Sul Lago d’Iseo il 9 luglio Stefano Arienti per MIRAD’OR. Sei anni dopo l’opera The Floating Piers di Christo e Jeanne Claude e a seguito dell’intervento di Daniel Buren della scorsa estate, il Lago d’Iseo conferma l’attenzione per l’arte contemporanea con un nuovo progetto espositivo di Stefano Arienti presso Mirad’Or, lo spazio pubblico sul lungolago di Pisogne. Stefano Arienti (Asola, MN, 1961) realizza una nuova e inedita opera, all’interno del progetto Meridiane, declinando per la prima volta in versione tridimensionale, il lavoro di ricerca che porta avanti da molti anni. Un nuovo progetto artistico pensato appositamente per Mirad’Or, sul Lago d’Iseo a Pisogne, grazie alla direzione artistica di Massimo Minini. L’intervento site-specific, visibile dal 9 luglio a fine settembre 2022 e promosso da Comune di Pisogne, nasce e si ispira alla luce e alla sua osservazione: l’artista insegue l’ombra che il sole disegna, quasi come in un gioco che rimanda l’eco della luce, sul pavimento e sulle pareti. Il segno di Arienti materializza e dà vita al fenomeno naturale del variare della luce: il tempo trascorre, gli astri proiettano e l’artista trasforma quello che vede e immagina in un’opera d’arte mutevole. Le ombre che in altri casi Arienti aveva dipinto con colori su carta, qui assumono per la prima volta la tridimensionalità grazie a nastri di vari colori e dimensioni, abbandonando quindi il supporto cartaceo, originario e fino a oggi privilegiato. Diventa così più evidente il concetto di “disegnare con la luce”, in uno spazio in cui le persone sono invitate a entrare.

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Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Roberto Solbiati è il nuovo direttore generale

Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate Roberto Solbiati è il nuovo direttore generale. Scelta di continuità per il successore di Carlo Crugnola: Solbiati, 48 anni, è cresciuto all’interno dell’istituto di via Manzoni. «Relazione e presidio nel segno di vicinanza al territorio e di stabilità». Cambio al vertice della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate: il consiglio di amministrazione della banca dell’Altomilanese e del Varesotto ha nominato Roberto Solbiati nuovo direttore generale dell’istituto. All’interno di un percorso di continuità e di valorizzazione e sviluppo delle risorse interne, Solbiati subentra a Carlo Crugnola di cui è stato vice direttore generale negli ultimi quattro anni e che ha raggiunto i requisiti per la pensione. «La scelta del consiglio di amministrazione va nella duplice direzione di dare continuità alla buona gestione del nostro istituto e di investimento sulle risorse interne, nell’ottica di mantenerne ben saldi i valori della cooperazione e della mutualità, profonde radici sul territorio e una gestione attenta basata sulla solidità dell’istituto e della vicinanza a famiglie e imprese», osserva il presidente della Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate, Roberto Scazzosi. «Ringrazio Crugnola per il lavoro fatto in un periodo estremamente delicato e complesso caratterizzato al nostro interno dall’ingresso nel gruppo bancario cooperativo Iccrea e all’esterno dall’emergenza pandemica». Nominato direttore generale a inizio 2019, Crugnola ha infatti guidato la Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate all’interno del gruppo Iccrea. «È stata una bella sfida; un percorso impegnativo che ci vede oggi pronti a una piena operatività con Iccrea. L’essere parte di un gruppo, l’unico gruppo bancario a capitale interamente italiano, è sicuramente un’opportunità nell’ottica di dare sempre maggior sviluppo alla cooperazione del credito. Negli ultimi anni il lavoro fatto è stato incentrato a consolidare sempre più l’istituto, rendendolo una banca moderna e pronta per affrontare un futuro che, oggi, ha degli elementi di grande incertezza». Il nuovo direttore arriva da un percorso tutto interno all’istituto di via Manzoni di Busto Garolfo: 48 anni, nativo di Busto Garolfo e con un trisnonno che fu tra i fondatori dell’allora Cassa Rurale 125 anni fa, Solbiati è entrato nella Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate pochi anni dopo la laurea in Giurisprudenza. Partendo dalle funzioni di cassa, è diventato responsabile dell’Ufficio legale, prima di approdare alla guida dell’area Controlli e Compliance e quindi all’area Risorse umane e Amministrazione e dal 2019 alla vice direzione generale. «Il percorso lavorativo mi ha permesso di conoscere ogni ruolo all’interno della banca», afferma Solbiati che ha affinato le proprie capacità manageriali con corsi di alta formazione in Bocconi e Cattolica. «Gli ultimi anni, insieme con Crugnola e lungo le linee indicateci dal consiglio di amministrazione, ho lavorato per disegnare il futuro della nostra Bcc attraverso una revisione dell’organizzazione interna e una sempre maggiore valorizzazione dei dipendenti. Questo ci permette oggi di avere un istituto che concretizza tutto il valore del Credito Cooperativo: afferma l’importanza della relazione con il territorio nell’ottica di ascolto, fiducia e crescita reciproca e afferma l’importanza del presidio. Ovvero dell’essere presente. Dove altri istituti hanno deciso di chiudere le proprie filiali, noi abbiamo investito potenziando le nostre. E la prossima apertura della nostra filiale a Corbetta – che faremo domenica 26 giugno – è la dimostrazione concreta di quanto vogliamo continuare a essere un punto di riferimento, fisicamente presente sul territorio». Con la nomina di Solbiati a direttore generale, il consiglio di amministrazione ha individuato nella figura di Annibale Bernasconi il nuovo vice direttore generale della banca. Bernasconi, 53 anni, arriva da una più che ventennale esperienza all’interno delle Banche di Credito Cooperativo. Opera nella Bcc di Busto Garolfo e Buguggiate dal 2019.

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Viceinfermiere, Mammì (M5S): “Boutade del centrodestra”

Viceinfermiere, Mammì (M5S): “Boutade del centrodestra”. “La smetta il centrodestra di fare campagna elettorale sulle questioni che da decenni, con loro al comando, si sono incancrenite. Sulla questione del vice infermiere si vuole spostare l’attenzione dalla carenza del personale e dalla disorganizzazione del sistema Lombardo. Noi del Movimento 5 Stelle siamo pronti a parlare di un nuovo sistema di cure primarie che valorizza tutte le professionalità in maniera seria non per colmare temporaneamente le lacune. Le professioni, soprattutto in campo sanitario, devono evolversi ma ciò deve avvenire all’interno di un diverso inquadramento contrattuale del personale e di un modello nuovo del sistema di cure primarie. Il trasferimento di competenze tipiche degli infermieri agli OSS, infatti, comporterebbe il rischio di nuocere ad entrambe le professioni, nonché agli stessi cittadini in termini di assistenza, senza tra l’altro risolvere il problema della carenza cronica di personale sanitario. Le boutade elettorali non risolvono i problemi: se in Lombardia mancano i medici di base è perché la Regione negli anni non ha mai segnalato il tasso di anzianità di quelli in servizio, ritenendo che fossero inutili e adesso, invece, promettono l’infermiere che sostituisce il medico. Abbiamo pochi infermieri perché si è pensato più a garantire le prestazioni remunerative al privato, creando buchi di bilancio che pesano sulle assunzioni e sui carichi di lavoro, e così lanciano il super OSS. Il tutto mentre sempre i servizi ospedalieri vengono appaltati a cooperative che spesso sottopagano i professionisti. Noi siamo pronti a parlare di nuovo modello di cure primarie e della valorizzazione reale delle professioni ma su questo c’è un silenzio assordante del centrodestra”, conclude Gregorio Mammì, consigliere regionale M5S Lombardia e segretario della III Commissione Sanità e politiche sociali.

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Il nord prosciugato dai cambiamenti climatici e dal federalismo

Il nord prosciugato dai cambiamenti climatici e dal federalismo. Il più grande fiume d’Italia è di nuovo in secca come oramai gli accade ogni anno. Con una aggravante, di solito è nei mesi estivi che si verifica questo fenomeno. Il cambiamento climatico è sempre più evidente. Se il Po è ai minimi storici (questa volta il fenomeno è pericolosissimo), sulle montagne non c’è più neve e nei laghi scarseggia l’acqua gestita da una miriade di Consorzi territoriali. Il Magistrato del Po cioè l’Autorità di Governo del bacino idrogeologico è stata smantellata con il Federalismo regionale sostituita dalll’AIPO un ente strumentale delle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto. Competenze frammentate da Regioni, Provincie e Consorzi. La lite di questi giorni sul rilascio dell’acqua del Garda ne è la prova. Serve un’autorita’ di bacino con tutte le competenze di programmazione e decisionali. Come dosare l’acqua nell’interesse pubblico complessivo per le attività economiche (agricoltura,energia elettrica,pesca e turismo) ma avendo ben presente la necessità di tutelare la biodiversità di fiumi e laghi in questi anni totalmente dimenticata con un deflusso minimo vitale. Nessuno in questi anni ha contrastato con una politica unitaria di tutto il bacino idrico del nord Italia con il fine di ridurre lo spreco d’acqua che scorre troppo velocemente riducendo la capacità di risorsa disponibile per l’irrigazione (va ripensata l’agricoltura intensiva), di trasformazione in energia elettrica che ha cancellando ogni possibilità di navigazione per le merci. Dietro gli allarmi apocalittici di questi giorni non si vede la volontà di impostare una risposta unitaria ma la voglia di continuare spendere risorse pubbliche in modo inefficiente. E i risultati si vedono,purtroppo.

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Armi agli ucraini sì, taser ai poliziotti no?

Armi agli ucraini sì, taser ai poliziotti no? Come mai questa strana posizione delle istituzioni italiane? Inviamo tranquillamente armamenti in grado di far saltare in aria un carrarmato, ma poi compriamo i taser e non li diamo alla polizia. Come mai? Quale strana idea  c’è dietro? Perché in molti casi non sappiamo cosa vogliano ottenere le persone al comando, ma qui sembra che la politica sia quella di pensare alla sicurezza oltre i confini e non in Italia. Negli anni sono stati autorizzati a portare pistole con la capacità oggettiva di uccidere pure i vigili urbani e abbiamo visto cosa può succedere se non sono in mano a persone in grado di usarle nei momenti. Ci ricordiamo tutti a Milano del vigile pistolero a cui per altro l’arma è stata tolta da una banda di ragazzini. In compenso non diamo alla polizia la possibilità di usare un’arma potenzialmente molto meno pericolosa per difendersi e difenderci. Con il risultato che è il sindacato di polizia a doverci ricordare che non possiamo avere volanti che effettivamente volano ovunque in caso di necessità, perché ancora viviamo in un mondo fisico normale. Quello quantistico dovrà aspettare a quanto pare. Noi per ora ci limitiamo alla domanda: Armi agli ucraini sì, taser ai poliziotti no? Perché ormai la politica italiana è talmente isterica da non stupire più nessuno per qualunque decisione, però le domande ci capita ancora di porcele. Anche se probabilmente nessuno si prenderà il disturbo di risponderci.

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La polizia protesta per il taser nel cassetto

La polizia protesta per il taser nel cassetto. Il sindacato autonomo di polizia (SAP) ha preso carta e penna e ha messo per iscritto il proprio disappunto: “Spiace constatare che i quattro commissariati di P.S. distaccati della Questura di Milano. pur essendone dotati, non hanno ancora mai distribuito ai propri operatori l’arma ad impulsi elettrici  “Taser mod. X2 – ha scritto in una nota Massimiliano Pirola, segretario della provincia di Milano del Sap – Abbiamo appreso che a suo tempo la fornitura è stata realizzata, che i colleghi -di pattuglia – sono stati debitamente formati eppure gli stessi non possono avvalersi di questo prezioso strumento. Infatti, dopo una positiva sperimentazione, dal 14 marzo 2022 Milano ed altri importanti capoluoghi di provincia hanno finalmente potuto apprezzare in pieno le potenzialità, specialmente in termini di deterrenza, del taser e molteplici sono gli episodi di cronaca dove i poliziotti, senza alcuna colluttazione, sono riusciti a vincere la resistenza dell’esagitato di turno. Dobbiamo precisare che proprio nelle zone di competenza dei commissariati distaccati sono più problematici, per via delle distanze, gli interventi di ausilio delle Volanti, motivo in più per non lasciare i colleghi sprovvisti di taser. In un periodo, come quello attuale, dove anche il sig. Brumotti ha evidenziato che il sistema “controllo del territorio” mostra sovente le proprie falle, risultano davvero incomprensibili queste scelte dei vertici della Questura milanese. Auspichiamo che si possa risolvere in tempi brevi la questione, in fondo basta aprire il cassetto”.

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