Conclusa l’udienza per Tatarella, si attende la decisione dei giudici

tribunale tatarellaSi è conclusa l’udienza davanti al Tribunale del Riesame per Pietro Tatarella. Secondo i suoi legali, i suoi legali Nadia Alecci e Luigi Giuliano, l’ex Consigliere Comunale deve tornare in liberta’ o, in subordine, gli vanno concessi i domiciliari. I difensori hanno sostenuto in aula, dove era presente anche il loro assistito, che Tatarella, accusato di associazione a delinquere, corruzione e finanziamento illecito, “non e’ stato corrotto” dall’imprenditore Daniele D’Alfonso della Ecol – Service. E che se l’ipotesi è di avere ricevuto dei soldi per favorirlo negli appalti dell’Amsa, il reato che gli è contestato dovrebbe essere derubricato da “corruzione” a “traffico illecito di influenze“, come già ha fatto nelle settimane scorse il Riesame per il Consigliere regionale Fabio Altitonante, tornato in libertà. Il ricorso della difesa è contro l’ordinanza del gip Raffaella Mascarino che aveva bocciato a luglio un’istanza di revoca della misura cautelare, presentata dai difensori dopo un interrogatorio dell’arrestato davanti ai pm. I giudici si sono riservati di prendere una decisione nei prossimi giorni. Il Riesame nei mesi scorsi aveva gia’ rigettato una richiesta di scarcerazione del politico che davanti ai pm a fine giugno ha sostenuto di aver preso soldi dall’imprenditore Daniele D’Alfonso della Ecol-service non in cambio di una corsia preferenziale negli appalti, ma per una sua reale “attivita’ di consulenza“.

Nel frattempo, alle manifestazioni di solidarietà bipartisan ricevute da Tatarella nei giorni scorsi, si sono aggiunte – riferisce Il Giornale – quelle di Luigi Amicone (Forza Italia) e Matteo Forte (Milano Popolare) che scrivono: “Ricordiamo che Tatarella non sta scontando una pena a seguito di una sentenza definitiva, ma è in custodia cautelare a seguito di indagini che, a quanto ci è dato sapere, non sono concluse. Tecnicamente stiamo parlando di una persona innocente. (…) La privazione della libertà prima di un processo è una estrema ratio rigidamente codificata dalla legge. La dignità della persona è un qualcosa di supremo che non può trovarsi in balìa di sentimenti popolari del momento“.