23 Gennaio 2021

Lombardia in zona arancione. Scuole aperte da lunedì

Il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza con cui si annullano gli effetti di quella del 16 gennaio che aveva inserito in zona Rossa la Regione Lombardia, che rientra in zona arancione. L’ordinanza ha validità dal giorno della pubblicazione in Gazzetta ufficiale per 15 giorni. La decisione, si legge nell’atto, è stata presa “in ragione degli elementi sopravvenuti conseguenti alla rettifica dei dati operata dalla Regione Lombardia ora per allora, come certificati dalla Cabina di regia”. Dato che la Lombardia torna in zona arancione “già da lunedì le scuole medie riprenderanno la propria attività in presenza”: lo ha annunciato il presidente della Regione Attilio Fontana aggiungendo che “quelle secondarie di secondo grado potranno riprendere le lezioni in presenza secondo l’organizzazione stabilita nei piani operativi delle Prefetture”. “Regione Lombardia, per quanto di propria competenza – ha assicurato – ha già attivato le procedure affinché il Trasporto pubblico locale attui quanto previsto dalle Prefetture”.

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Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro”

Moratti: “E’ Speranza che ci ha chiesto di dire che l’errore era nostro”. Prima ha parlato Fontana: “Indignato per le ricostruzioni sulla trasmissione dei dati”. L’intervento chiarificatore di Attilio Fontana è partito con una dura contestazione del governatore lombardo da parte delle ricostruzioni sul presunto errore di trasmissione dei dati. Nessun errore, rivendica Fontana, semmai la risposta a una richiesta di aggiornamento partita da Roma. Poi è intervenuta Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare regionale: “Mi sono accorta da subito che c’erano dei dati che non erano coerenti con quelli che dovevano essere considerati, diventava necessario avere un confronto su questi dati, per questo motivo avevo chiesto una sospensione di 48 ore per non entrare in zona rossa. Dal ministro non abbiamo avuto nessuna risposta anzi la conferma della zona rossa”. “Se siamo diventati zona arancione è perché abbiamo sollevato noi un problema installando un dialogo tecnico con lealtà e correttezza: il ministro pretendeva che dicessimo che è stato un errore nostro, ma non abbiamo potuto accettare per dignità della Regione e per l’impatto che ha comportato per la regione e le nostre famiglie la zona rossa, quindi andremo avanti con tutte le azioni necessarie per dimostrare la ragione che abbiamo, mi dispiace perché sarebbero bastate 48 ore per confrontarci”. “E’ stato chiesto di indicare lo stato clinico, cioè la data dal sintomo, ma non dello stato sintomatico. Un asintomatico e un pauci sintomatico hanno lo stesso peso sull’rt. Noi non vogliamo inserire un campo preordinato, lasciamo fedeltà al dato per come nasce dalle cartelle cliniche” ha specificato Trivelli. “La nostra richiesta a livello tecnico è quello di ampliare il campo di indicatori per definire una situazione pandemica, l’rt non basta in questa fase, abbiamo chiesto di affiancare alle reti sintomi altri indicatori”. Il dirigente del settore Welfare ha ribadito che l’intervento della Lombardia era per avere dati più completi e affidabili, migliorando “l’impostazione posticcia” del sistema attuale.    

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Si vendevano sotto costo gli immobili IOR, condannati Caloia e Liuzzo

Si vendevano sotto costo gli immobili IOR, condannati Caloia e Liuzzo. L’ex presidente dello Ior Angelo Caloia e il suo avvocato Gabriele Liuzzo sono stati condannati a 8 anni e 11 mesi di reclusione per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita aggravata, e a pagare una multa di 12.500 euro; Lamberto Liuzzo, figlio di Gabriele, è stato condannato a 5 anni e due mesi e al pagamento di una multa di 8mila euro; i tre imputati sono stati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici. Il tribunale ha disposto anche la confisca delle somme già sequestrate sui conti correnti degli imputati, e ha disposto il risarcimento allo Ior e allo Sgir di circa 23 milioni. Una prima edizione di una condanna da parte di un tribunale vaticano per reati finanziari. Caloia e Liuzzo hanno, a sentire il Tribunale, guadagnato ingenti somme dalla vendita degli immobili dell’Istituto per le Opere di Religione: in sostanza cedevano sotto costo il patrimonio immobiliare vaticano a Roma per rivenderlo a prezzo di mercato con ricche plusvalenze. Così le proprietà di via Petrella, via Buozzi, via Emanuele Filiberto sono state oggetto di questo ciclo e per dare un’idea solo la commissione per l’immobile di viale Regina Margherita-via Arno ammontava a 4,5 milioni di euro. Ma il giro era ampio: alcune proprietà alienate erano fuori dalla Capitale, come a Frascati o a Genova in piazza della Vittoria. Uno scandalo nazionale dunque per dimensioni, oltre che internazionale perché riguarda i finanzieri del vaticano che rischiavano una condanna ancora più dura: sono state diverse le assoluzioni per il reato di peculato relativo alla cessione di una mezza dozzina di immobili.

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A Sala mancava l’insulto agli ebrei

A Sala mancava l’insulto agli ebrei. Attendiamo di vederlo in via San Marco a fare gli sgambetti alle vecchiette uscite senza badante. Con gli amici di Brera che caricano il video su Instagram tra i like dei followers. Per vedere poi i suoi adoranti sostenitori sottolineare quanto sia aperto al mondo dei giovani e dei social e quanto siano numerose le vecchiette. Perché nei giorni scorsi abbiamo scritto di quanto sia incredibilmente solida la base di fedeli di Sala: può davvero compiere qualunque gesto, ma c’è sempre un ma. Un però. Un “e poi gli altri sono peggio”. Ora come ha sottolineato Gianmarco Senna “Con le sue parole Sala non soltanto insulta la memoria di Anne Frank, ma mette anche in difficoltà la stessa Greta Thunberg, strumentalizzandola”. In un colpo il sindaco di Milano ha insultato due simboli del bene del mondo occidentale. Un colpo degno di Lello, il senatore arrivato tardi in un posto in cui era già. Come ha precisato poi, Sala non aveva intenzione di sminuire il dramma della Shoah. Ma politicamente è uno scivolone clamoroso. A questo punto forse è meglio attendere, appena arriva Carnevale il centrodestra potrebbe suggerire indirettamente al sindaco l’idea delle vecchiette e sedersi dall’altro lato del fiume: con interventi del genere non servirà nemmeno un avversario, perché se Sala si autoaffonda da solo tanto vale lasciarlo fare. Ormai quasi fa tenerezza, da quando ammise di essersi scottato mentalmente con la pandemia (quel “non dormo più”) non è più lo stesso. Il suo problema di sincerità documentale è una costante, ma nell’ultimo anno le sta sbagliando tutte nonostante una base di fedelissimi pronti a buttarsi nel fuoco per lui. Infatti a Sala mancava l’insulto agli ebrei. Ed è arrivato nel silenzio della sua campagna solitaria, così ha guadagnato qualche simpatia anche da Forza Nuova.

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Imbarazzo per Sala per il paragone tra Anna Frank e Greta

Imbarazzo per Sala per il paragone tra Anna Frank e Greta. Il sindaco ai microfoni di Rai Documentari durante le riprese al Piccolo teatro dell’anteprima del docu-film #AnneFrank ha dichiarato: “Penso che Anne sia stata un’anticipatrice della presenza femminile in così giovane età. Viene naturale pensare a Greta, perchè sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c’è e si arriva a un risultato simile”. Un paragone che ha causato l’indignata reazione del centrodestra e costringe il primo cittadino a correggersi, perché Sala sembra far fatica a scusarsi. Ci è riuscito quasi del tutto quando ha rivisto le sue posizioni filo negazioniste a inizio pandemia, ma in tanti lo capiscono perché quando Fontana apparse per primo con la mascherina in video lo presero per un cretino. Poi hanno capito e persino lui ha chiesto scusa, pur se con qualche precisazione. Stavolta non riesce a scusarsi, ma è costretto a precisare il suo pensiero come un Berlusconi degli anni ruggenti. Il paragone regge se si vede alla quantità delle reazioni indignate. Deborah Giovanati, assessore all’Educazione del Municipio 9, ha replicato subito duramente alle parole di Sala: “Carissimo Beppe Sala, Perché strumentalizzare così la figura di Anne Frank? Le tue parole hanno creato tanto disagio e sofferenza in chi ha sofferto per la persecuzione nazista e l’Olocausto. In tutti noi. Banalizzare il passato, in modo così superficiale e inappropriato, per il proprio tornaconto di immagine? Abbi almeno il buon gusto di chiedere scusa a tutta la comunità ebraica e a tutti i cittadini milanesi. “Penso che Anne sia stata un’anticipatrice della presenza femminile in cosi’ giovane eta’. Viene naturale pensare a Greta, perchè sono due storie di coraggio enorme in cui si parte dalla cosa più semplice che c’è e si arriva a un risultato simile”. Lo ha detto il sindaco di Milano Beppe Sala, ai microfoni di Rai Documentari, durante le riprese dell’anteprima del docu-film #AnneFrank!. Rosa Pozzani, vicepresidente del Municipio 4, ha attaccato le parole di Sala: “Sala vaneggia e paragona Greta Thumberg ad Anna Frank, l’adolescente quindicenne uccisa nel campo di concentramento di Bergen – Belsen. Signor sindaco, a tutto c è un limite! Non ci si riempie la bocca tanto per farlo con simili faziosi paragoni che non stanno né in cielo né in terra e che denotano solo grettezza, superficialità e impreparazione. Hai oltraggiato e offeso la memoria della Comunità Ebraica. In campagna elettorale tutto il lecito è consentito, ma questo proprio no! Non è consentito!  Torni in serenità a fare il “manager” al più presto, così saremo tutti più liberi dalla paura di ascoltare altre simili o peggiori sciocchezze dette da chi tutto potrà essere, ma mai più il sindaco di Milano! Anna Frank 12 giugno 1929 – Febbraio 1945. Dal 1942 al 1944 scrive il “Diario” di Anna Frank. Lucida e toccante testimonianza della vita di una famiglia ebrea nella seconda guerra mondiale e della tragedia della Shoah. Il Diario diventa durante la sua clandestinità obbligata l’Amico unico su cui sfogare le paure e le frustrazioni di una così lunga segregazione. Grazie al Diario di Anna Frank si ha testimonianza storica della condizione degli ebrei perseguitati dal nazismo, ma anche la storia di una adolescente, che nonostante la sua giovane età, già formata e ben delineata personalità, per due lunghissimi anni vive in un alloggio segreto la grande fragilità che la clandestinità genera in chi la vive. Nessuno meglio di Anna Frank è riuscito a trasmetterci le paure, le angosce, i sentimenti che il periodo nazista ha provocato in lei e in un intero popolo, quello Ebreo. Purtroppo il resto, il seguito del Diario è a conoscenza di tutti. Ancora oggi viviamo l’ombra di simili ritorni di quelle tragedie. Infine, paragonare la ragazzina di oggi, con la vita di oggi, a una giovane col vissuto di Anna Frank, beh siamo proprio caduti in basso! E questo paragone lo ha fatto il sindaco di una grande città come Milano!  #IlRicandidatoNonÈIlMioSindaco ‘Sono stupito e amareggiato, come cittadino di Milano e come parlamentare, dell’accostamento fatto dal sindaco Sala in una trasmissione Rai fra Anna Frank e Greta Thunberg’. Lo afferma in una nota Andrea Orsini, deputato di Fi, che annuncia, insieme al collega di partito Giorgio Mulè, un’interrogazione urgente in commissione di Vigilanza Rai. Anche secondo il consigliere regionale leghista Gianmarco Senna “con le sue parole Sala non soltanto insulta la memoria di Anne Frank, ma mette anche in difficoltà la stessa Greta Thunberg, strumentalizzandola”. Alla fine Sala è dovuto tornare sui suoi passi. “È più che evidente che non ci fosse la volontà da parte mia di fare un paragone, che del resto non avrebbe alcun senso, tra il dramma della Shoah e le vicende politiche dell’oggi – ha scritto Sala a Milo Hasbaini, presidente della Comunità ebraica -. Si parlava di coraggio di giovani donne e il giornalista mi ha portato sull’attualità, facendo un riferimento a Greta. Lo ribadisco con chiarezza: il dramma della Shoah è tragicamente unico e non esiste paragone possibile”. ANSA

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Fratelli d’Italia: cascine e rogge ridotte in pattumiere nella Milano verde di Sala

“Su invito di alcuni residenti nei dintorni di via Tertulliano ho svolto un sopralluogo nella zona – spiega il Segretario del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia, Alessandro Rizzo – soffermandomi in particolare a verificare lo stato in cui versano Cascina Boffalora e l’adiacente Roggia Gerenza. L’edificio, di proprietà privata, è pericolante e in totale stato di abbandono, – continua Rizzo – invaso da erbe infestanti e ricoperto di rifiuti, come lo è anche la roggia, oramai prosciugata, ma che in occasione di forti piogge si riempie di acqua con i rifiuti che vi galleggiano sopra. I cittadini, che una decina di anni fa avevano sperato fosse avviata una riqualificazione, poi mai avvenuta – conclude – oggi auspicano almeno si proceda con la pulizia e messa in sicurezza di tutta l’area abbandonata con cui sono loro malgrado costretti a convivere”. “Fa specie constatare – aggiunge Otello Ruggeri, Presidente del Circolo Nord Est Milano di Fratelli d’Italia – come un’amministrazione che, si è voluta attribuire poteri tali da arrivare fino all’esproprio, nei casi in cui la proprietà lasci in stato di degrado un edificio in disuso, non faccia nulla per sanare una situazione del genere, magari valorizzando e rendendo accessibile al pubblico un’area che potrebbe essere un valore aggiunto per gli abitanti del quartiere”. Gli fa eco l’Onorevole Marco Osnato di Fratelli d’Italia, sottolineando, “se questo è uno degli esempio della tanto decantata rigenerazione urbana della Giunta Sala, i milanesi sono proprio nei guai”. “Questi sono i risultati di una conduzione politicizzata dell’amministrazione cittadina – continua Osnato – che mira distruzione dell’avversario, più che alla costruzione di Milano. Un atteggiamento facilmente verificabile in comportamenti come quello dell’Assessore Maran – conclude Osnato – che bloccando la delibera 95, per continuare la sua guerra ideologica contro Regione Lombardia, ha bloccato anche la possibilità di recuperare 180 immobili abbandonati in stato di degrado”.

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