Una manifestazione pubblica per il Parco la Goccia

Alessandra Mastronardi,”Carla Fracci”

Una manifestazione pubblica per il Parco la Goccia. Ecco il comunicato che annuncia l’iniziativa del comitato che se ne sta occupando: Da tempo chiediamo che il Bosco venga preservato e diventi oggetto di studio, con l’obiettivo di dare continuità all’opera ecologica che si è già consolidata nei 25 anni di abbandono – alcune
aree (es. tutto il fitto bosco a nord) sono invece state dismesse già prima del 1970. Secondo il censimento del Corpo Forestale, nel 1995 la Goccia contava già più di duemila alberi ad alto fusto, di cui la maggior parte a carattere spontaneo. Oggi, anche grazie alle piantumazioni di Aem – ultima gestrice dell’area – sono sicuramente di più, oltre al fatto che il Bosco è cresciuto in termini di maturità e biodiversità. Al suo interno si possono trovare numerose specie di piante che denotano una particolare fertilità del terreno. Considerando la presenza di inquinanti – residuale e ben delimitata – si ha ragione ipotizzare che il bosco abbia iniziato un processo di bonifica o quantomeno di intertizzazione degli inquinanti stessi, che viceversa, tramite le bonifiche a movimentazione terra – adoperate finora da Comune e Politecnico – vengono fatti riemergere insieme alla distruzione di tutta la vegetazione presente per necessità di cantiere.

LA SITUAZIONE
Dopo aver disboscato completamente il Lotto 1A, tramite la movimentazione terra, per il Lotto 1B – di circa 3,3 ettari – è stato presentato il Piano Operativo di Bonifica (POB) da MM: anche questa volta è prevista la movimentazione terra, una modalità costosa e distruttiva per la vegetazione presente. In quest’ultimo lotto c’è una vegetazione fitta di Gelsi, Sambuco, Aceri e Tigli, grandi distese di Rovi – riparo per micro-mammiferi – e tante altre essenze, autoctone o non, ma soprattutto un’enorme Quercia Rovere più che cinquantenne, che stanzia su un’area di suolo profondo non inquinata. Questa Quercia è in serio pericolo, dal momento che nel POB l’areale in cui essa risiede viene destinato a scavi di riporto. L’ultimo documento progettuale reso pubblico è una Convenzione Quadro che nulla dice, nello specifico, di cosa verrà fatto sull’intera area, lasciando mano libera al Politecnico di attuare potenzialmente qualsiasi intervento e procedendo quindi con bonifiche invasive, perché le uniche che garantiscono di avere l’area libera in poco tempo. Tutto questo senza il minimo coinvolgimento della cittadinanza e di chi da anni si impegna per salvaguardare questa enorme opportunità che la Natura ci offre.
Chiediamo:
1. che l’area di bosco più fitta (Lotto 4) venga vincolato a “verde pubblico”;
2. di sospendere i lavori di bonifica del Lotto 1B e rivedere dunque il POB, considerando la
possibilità di dedicare la gran parte della bonifica a pratiche lente (biopile e fito-rimedio) e
formulare un progetto di trasformazione dell’area sul lungo periodo, che possa già renderla fruibile
tramite sentieri in sicurezza;
3. di rivedere l’intero progetto sull’area Bovisa Goccia, partendo da un nuovo censimento delle
alberature, nuovi carotaggi e approcciandosi al Bosco in ottica di studio e ricerca, coinvolgendo
esperti, ricercatori e società civile;
Non vogliamo un parco cittadino, ma un bosco urbano!
Per questo, essendoci stata negata l’interlocuzione con il Comune e il Politecnico di Milano, ci
troviamo costretti a dover ricorrere contro questa modalità di progettazione, per nulla trasparente
e aperta alla partecipazione dei cittadini.