Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

A Palazzo Castiglioni al via il secondo ciclo del Photofestival 15th

A Palazzo Castiglioni al via il secondo ciclo del Photofestival 15th. Dal 19 ottobre al 3 novembre 2020 la prestigiosa cornice di Palazzo Castiglioni, Corso Venezia 47, manifesto artistico dell’Art Nouveau e sede di Confcommercio Milano, accoglie un secondo ciclo di mostre di Photofestival 15th, la rassegna milanese di fotografia d’autore in corso fino al 15 novembre nella Città Metropolitana di Milano e in diverse località della Lombardia. Le cinque nuove esposizioni in mostra nel “Palazzo della Fotografia” di Photofestival spaziano tra personali di fotografi professionisti, autori affermati ed emergenti e propongono generi molto vari: dallo sport alla fotografia di viaggio, dalla ricerca al reportage di scena.   Alessandro Trovati Lo sport in bianco e nero a cura di Federicapaola Capecchi In collaborazione con Canon In mostra sedici fotografie in grande formato, tra le più significative di Alessandro Trovati, parte di un progetto in continua evoluzione: “lo sport in bianco e nero”. L’intensità, il carattere delle sue foto, la bellezza formale a raccontare lo sport, la sua anima. Sa cos’è la luce, vi gioca con maestria, fa emergere ombre e dettagli, ritmo, tempo, pause. Inquadrature equilibrate, articolate, che chiedono all’osservatore di essere attivo in ogni spazio della foto. Anche nei coni d’ombra. È in questa formula che si svela il senso delle sue storie, con cui rende atleti leggenda, oltre il tempo.   Marzia Rizzo [∞] A partire dalla successione di Fibonacci e dalla sezione aurea, inserita in modo maniacale nella costruzione dell’immagine, la fotografa ricerca il canone estetico di bellezza assoluta unendo sequenze d’immagini come se fossero una partitura musicale. Più si va avanti con la successione numerica e più le immagini diventano eufoniche. Dalla polifonia si arriva alla singola nota per giungere al silenzio che incombe in modo metafisico. Rimane lo spazio in assenza di suono. Tutto tende all’infinito. Un viaggio fotografico di grande rigore che mostra, ancora una volta, la stretta correlazione tra linguaggio matematico e linguaggio musicale.   Angelo Impiduglia Milano Verticale Lo sviluppo verso il cielo è una umana tendenza, la storia di Icaro ce lo ricorda. I grattacieli e i palazzi svettanti fotografati da Angelo Impiduglia esprimono tante cose: l’amore per una città, per le sue metamorfosi, il desiderio di immortalare l’aspirazione dei milanesi a salire in alto, ma anche il pericolo che si nasconde dietro alla corsa alla trasformazione di Milano in città-gioiello. Con occhio attento e rigoroso, alla ricerca della perfezione ma al tempo stesso consapevole del suo ruolo di cittadino e di abitante, Impiduglia porta l’osservatore a guardare alla città dal suo punto di vista rigorosamente umano: dal basso verso l’alto.   Paolo Pobbiati Istantanee di mondi perduti a cura di Roberto Mutti Questo secolo sta assistendo alla fine di molte culture miracolosamente sopravvissute: popoli eredi di culture antiche che hanno saputo adattarsi ai loro ambienti e all’invadenza dei vicini. In quattro decenni di viaggi l’autore ha avuto il privilegio di sfiorare e fotografare diversi di questi popoli come i pigmei del Congo, i kalash che vivono fra Pakistan e Afghanistan e si considerano discendenti dell’esercito di Alessandro Magno, i gurung e newari dell’Himalaya, i beduini del Sinai, i nomadi tibetani e mongoli, gli uomini renna della Mongolia, gli hafar della Dancalia. Mondi che scompariranno o si trasformeranno. In molti casi è già successo.     Benedetta Pitscheider L’occhio discreto Un reportage di fotografie di scena che si svolge sopra al palco, dietro le quinte, tra le sale prova, tra scenografie minimaliste e studi di posa. A fare da filo conduttore nelle fotografie di Benedetta Pitscheider è il gesto rappresentato dalla fisicità dei ballerini del Milano Contemporary Ballet: un gesto dinamico, proprio di un corpo attraversato da energia, passione, mimesi e arte. Mani che si tendono e che toccano, corpi che tracciano segni e che esplorano, danzando, lo spazio che li circonda.

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Crisanti: “Quelli del Cts la pandemia l’hanno vista in televisione”

Crisanti: “Quelli del Cts la pandemia l’hanno vista in televisione”. Una bomba così sembrerebbe lanciata da Matteo Salvini o Giorgia Meloni, invece no. Si tratta di Andrea Crisanti, l’uomo a cui è stato dato il merito dell’ottima gestione della pandemia in Veneto. Il professore di microbiologia dell’Università di Padova ha iniziato a lanciare attacchi duri con frasi all’apparenza tautologiche come: “Il comitato tecnico scientifico avrebbe bisogno di supporto tecnico scientifico”. Parrebbe una battuta, invece è proprio l’idea del professore che insieme a Massimo Galli del Sacco è tra i più seri e affidabili punti di riferimenti per l’opinione pubblica e per le strategie anti coronavirus. Ecco infatti arrivare l’affondo di Crisanti: “Quelli del Cts la pandemia l’hanno vista in televisione”. Quindi il premier Giuseppe Conte sta decidendo come limitare le libertà degli italiani in base alle indicazioni di gente che la pandemia l’ha vista in televisione. Sarebbe come decidere che leggi fare ascoltando solo chi vive nei centri cittadini di Roma e Milano. Ne verrebbe fuori una visione distorta della città, qualcosa di molto lontano e di fondamentalmente sbagliato. Una descrizione che sembra corrispondere a certi pasticci combinati proprio dagli “esperti”, cioè i rappresentanti del Comitato tecnico scientifico. Questo gruppo sta di fatto agendo da governo ombra senza aver chiarito in base a quali meriti. Invece chi come Crisanti ha oggettivamente dimostrato di sapere dove mettere le mani in caso di pandemia, devono pure commentare le loro decisioni. Forse Giuseppe Conte ha il dovere di spiegare agli italiani come e perché sono stati scelti i membri del Cts. Perché la televisione l’hanno in tanti.

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Dissesto idrogeologico: da Regione 26 milioni per Bergamo

Dissesto idrogeologico: da Regione 26 milioni per Bergamo. “In Giunta regionale – commenta l’assessore regionale a Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi – abbiamo approvato un programma di interventi di grande importanza nel contrasto al dissesto idrogeologico: dei 138.090.000 euro messi in campo, 26.180.000 euro sono destinati alla Bergamasca per 32 interventi puntuali. È il finanziamento più cospicuo insieme a quello per il Bresciano. Si tratta di fondi esclusivamente regionali contenuti nel Piano Lombardia e grazie ai quali abbiamo accolto le istanze territoriali. Uno sforzo di progettualità e programmazione che contribuirà a mettere in sicurezza il nostro territorio. Viviamo in una terra splendida ma per molti aspetti delicata e che necessita di attenzioni. Ringrazio il collega Foroni, l’Utr di Bergamo, gli enti locali e tutti coloro che hanno contribuito a definire nei dettagli questo strategico piano di investimenti che costituirà, lo sottolineo, anche un’opportunità di lavoro per le imprese e i professionisti del settore”. “Con questo importante stanziamento – aggiungono il capogruppo Lega in Consiglio regionale Roberto Anelli e i Consiglieri regionali bergamaschi Giovanni Malanchini, Monica Mazzoleni e Alex Galizzi – assicuriamo il massimo sforzo per la tutela del suolo contro i rischi idrogeologici e la manutenzione. Si tratta di soldi veri per mettere in campo opere immediatamente cantierabili e attese da tempo dal territorio. Gli interventi previsti in Bergamasca sono tanti e tutti fondamentali per la difesa del suolo e il contrasto al dissesto idrogeologico. Ancora una volta la Lombardia dà l’esempio al Governo e provvede da sé a garantire risorse ai Comuni che, per via dei gravi danni conseguenti al maltempo, hanno la necessità di mettere in campo con urgenza questi interventi. Ringraziamo il presidente Attilio Fontana e l’assessore Pietro Foroni per aver recepito le istanze della Bergamasca e per aver messo in campo un investimento senza precedenti, che darà una boccata d’ossigeno anche alle imprese del territorio danneggiate dal punto di vista economico dal lockdown”. ELENCO DEGLI INTERVENTI FINANZIATI PER BERGAMO: Treviolo               Regimazione fluviale in sponda sinistra fiume Brembo a valle dell’attraversamento dell’asse interurbano provinciale               750.000 Sovere Messa in sicurezza dell’asta RIM 254      350.000 Endine Gaiano  Sistemazione Valle del Ferro in località Cà Bianca             200.000 Ornica   Regimazione idraulica del torrente Ornica in loc. Fusinetta         330.000 Brumano             Interventi di bonifica e messa in sicurezza dei versanti a monte della strada di collegamento al Comune di Fuipiano Valle Imagna           390.000 Parre     Sistemazione versanti in loc. Cossaglio  250.000 Palazzago            Sistemazione sponda destra del t. Borgogna in loc. Centro         80.000 Gorlago               Adeguamento e razionalizzazione del sistema di difesa idraulico sul fiume Cherio          1.250.000 Azzone Completamento reti paramassi                500.000 Castione della Presolana             Reti paramassi su strada per Monte Pora            900.000 San Pellegrino Terme    Mitigazione del rischio crolli in località Santa Croce a S. Pellegrino Terme 1.200.000 Vedeseta            Mitigazione del rischio dell’area PAI 161-LO-BG in località Vedeseta       270.000 Dossena              Mitigazione rischio caduta massi a monte della SP 26 e della Via Mercatorum 620.000 Ardesio                Mitigazione del rischio da caduta massi in località Ronchi Alti    380.000 Albano Sant’Alessandro, Montello, San Paolo D’argon, Torre de Roveri               Mitigazione del rischio idraulico lungo il Torrente Zerra – Lotto 1A         4.625.000 Bergamo             Realizzazione di selettore sul torrente Morla     525.000 Ambivere           Realizzazione vasca di laminazione sul t. Dordo in Comune di Ambivere – lotto 1a – integrazione finanziamento  2.000.000 Manutenzione diffusa bacino del fiume Brembo in comuni vari               1.200.000 Vari        Manutenzione diffusa bacino del fiume Serio in comuni vari     800.000 Locatello             Messa in sicurezza della parete rocciosa in località Coegia           690.000 Casnigo                Messa in sicurezza da caduta massi sulla S.P. EX S.S. 671 – via Serio – Località Bot 1.400.000 Dossena              Sistemazione dissesti in loc. Via Fratelli Gamba, Termine e Costa Villa Lavaggio 600.000 Santa Brigida     Riduzione rischio idrogeologico lungo la SP nelle aree denominate Bolferino e Cornello                350.000 Vilminore di Scalve         Sistemazione idraulica del torrente Povo            600.000 Lovere  Riduzione del rischio idrogeologico in località Cornasola               1.925.000 Mapello               Realizzazione area di esondazione controllata del torrente Buliga a monte della frazione Valtrighe di Mapello               1.380.000 Ponte San Pietro             Messa in sicurezza del fronte franoso sul torrente Quisa             300.000   Cusio     Mitigazione del rischio valanghe sulla strada comunale del Monte Avaro            690.000 Gorno   Consolidamento dei versanti sottostanti il cimitero e zone limitrofe      660.000 Spinone al Lago                Mitigazione del rischio idrogeologico nella Valle dei Panni e in altri impluvi a Spinone al Lago                615.000 Parre     messa in sicurezza versante franoso RUPE CASTELLO    250.000 Sant’Omobono Terme  intervento di difesa spondale del fiume Pettola nei pressi della Località Piccola Frontiera nel comune di Sant’Omobono Terme           100.000

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Gabriele Abbiati (Lega): “Beato Carlo Acutis – Ambrogino d’oro alla memoria e una via che porti il suo nome”

Gabriele Abbiati (Lega): “Beato Carlo Acutis – Ambrogino d’oro alla memoria e una via che porti il suo nome”. Un Ambrogino d’oro alla memoria per Carlo Acutis, il giovane che ha lottato coraggiosamente contro la sua malattia fino alla fine, di recente fatto Beato. Questa la proposta del Consigliere comunale della Lega a Milano, Gabriele Abbiati, alla quale si aggiunge una mozione in Municipio 7 per intitolare una via del territorio al Beato. “La Chiesa Cattolica ha conferito il giusto riconoscimento a questo ragazzo, alla sua figura che resterà un simbolo di fede e speranza – commenta Abbiati – ma anche le Istituzioni cittadine devono fare la loro parte. Ritengo sia doveroso per il Comune di Milano assegnare la sua massima onorificenza alla memoria di questo ragazzo che si è contraddistinto, nella sua semplicità e nei suoi pochi anni di vita, per l’insegnamento che ha donato a noi tutti ed in particolar modo ai più giovani”. Alle parole del Consigliere Abbiati fanno eco quelle degli esponenti della Lega in Municipio 7 dove il gruppo ha proposto l’intitolazione di una via tramite una mozione. L’assessore Tiziana Vecchio sottolinea che “l’intitolazione di una via o di una piazza rappresenterebbe, da parte di Milano, un significativo omaggio al Beato Carlo Acutis, punto di riferimento per tutti i giovani di oggi, che incarna la santità nell’ordinario. Voglio infatti citare le parole di Federico de Nicolo, 16 anni, studente del suo stesso Liceo Leone XIII: ‘Ora lo immagino mentre con le sue sneakers, la sua felpa e i suoi jeans passeggia sorridendo in paradiso, ma mi piace ricordare che quelle stesse sneakers hanno camminato sulla terra, lasciando un segno nella quotidianità delle sue giornate’. Questo il significato nel chiedere un segno nella quotidianità”. E Walter Moccia, Consigliere del Municipio 7, che chiosa: “Mai come in questo periodo storico abbiamo bisogno di una testimonianza come la breve vita di Carlo Acutis, una testimonianza fatta di fede, nella quale molti cercano conforto. In una Milano nella quale ancora oggi non c’è posto per gli ultimi e per i quali lui si è tanto adoperato”.

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Regata velica al lago Niguarda

Regata velica al lago Niguarda. Un piccolo grande spettacolo che sfortunatamente non è stato visto da molte persone, ma che ha avuto comunque una discreta partecipazione di regatanti. Il laghetto di Niguarda si è così popolato di modellini di barca a vela che si sono sfidati in una regata. Un evento che si spera verrà ripetuto, magari con un lavoro di comunicazione più intenso per offrire ai quartieri di periferia un momento di svago all’aperto e adeguato per il rispetto delle distanze imposte dalle norme anti Covid19. Le foto pubblicate hanno subito suscitato l’entusiasmo delle persone che seguono il gruppo Niguarda sui social, motivo in più anche per le istituzioni locali di pensare a qualche iniziativa di sostegno alle eventuali repliche.

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Lo storytelling sul recovery fund è una truffa comunicativa

Lo storytelling sul Recovery Fund è una truffa comunicativa. Perché? Perché si tratta di fondi europei e l’Italia nell’ultimo settennato (i programmi di spesa dell’Unione Europea sono pluriennali) non è stata capace di spendere i soldi messi a disposizione da Bruxelles. Per darvi un’idea riprendiamo un’inchiesta in proposito del Fattoquotidiano: “L’Italia è il secondo Paese Ue per risorse nel settennato 2014-2020. A fine 2018 ne aveva utilizzato meno di un quarto e arranca soprattutto nel mettere a frutto Fondo sociale e Fondo di sviluppo regionale. L’Agenzia per la coesione voluta da Letta e la riforma di Renzi non sono bastate per velocizzare le procedure. E il governo continua a usare “trucchi” contabili per avvicinarsi agli obiettivi. Tre programmi su 51, comunque, non li hanno raggiunti”. Ora con che serietà la classe politica può portare avanti il discorso sul Recovery Fund? Decine di miliardi all’anno sono rimasti nel cassetto perché il nostro sistema era incapace di usarli. E si tratta proprio di fondi per il territorio, dagli investimenti per le piccole e medie opere a quelli sulla cultura e per lo sviluppo sociale. Cioè le stesse destinazioni su cui di vorrebbero far convergere i 209 miliardi promessi dall’Europa. La politica italiana dopo decenni di attacchi da parte della Repubblica giudiziaria che tanto piace a tanti non sembra più avere le energie per proporre qualcosa di intelligente: si pensa solo ai “dollaroni” a “fondo perduto”. Cioè stanno tutti trattando su come spartirsi il malloppo, invece che a programmare un futuro o a ripensare la macchina che impedisce all’Italia di diventare un paese normale. Anzi, pensano a un debito pubblico al 160%, tanto, pare essere il pensiero dominante, se io mi intasco qualche milione che me ne frega degli altri? Ecco perché lo storytelling sul Recovery Fund è una truffa comunicativa. Tutti vogliono i soldi gratis, peccato che negli ultimi sette anni ci fossero diversi fondi “aggratis” proprio dall’Europa, ma non siamo stati capaci di usarli.

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