Nome dell'autore: Michelangelo Bonessa

Giornalista per inclinazione allo scrivere e al non essere allineato, direttore editoriale dell'Osservatore Meneghino per le mille e imperscrutabili vie della vita. Ho scritto per Narcomafie, Corriere, Giornale, Fattoquotidiano, LaPrealpina, Stile, 2duerighe.com, MilanoPost, l'Esagono e molti altri.

Franceschini vota centrodestra?

Franceschini vota centrodestra? Perché l’uscita pubblica con cui ha proposto di cambiare le regole sui cognomi dei figli è stata spettacolare. Nel senso proprio che ha dato spettacolo. Si è inventato una proposta mediaticamente efficace, specialmente per il centrodestra. O in generale l’animo conservatore condiviso anche da molti elettori del Partito democratico. Tanto è vero che ci sono migliaia di reazioni scandalizzate da ogni direzione. Segno che il centrosinistra intende rimanere stabilmente all’opposizione. Perché Franceschini ha proposto di lasciare solo il cognome della madre ai figli? Come risarcimento per un’ingiustizia secolare. Ora, qualcuno potrebbe ironizzare sottolineando che in effetti nel caso di Franceschini se i suoi figli non avessero un cognome diverso potrebbe essere pure un vantaggio per loro. Però prendendo seriamente le parole di questo sub-leader (sub-comandante è passato di moda) del PD ravvisiamo una pesante idiozia: l’idea che si possa rimediare a un torto con una vendetta. Perché se le donne avessero subito un torto (sorvoliamo sul semplicismo con cui si riassumono secoli di tradizioni, sic!) non si rimedia ribaltandolo sull’altro coniuge. Per altro l’Italia è un Paese dove le donne possono liberamente usare il proprio cognome e i figli volendo pure possono decidere di usare o l’uno o l’altro. Quindi è esagerata in ogni caso come proposta. Però forse la verità è che Franceschini vota centrodestra, o quanto meno vorrebbe rimanere serenamente all’opposizione da dove è possibile muovere critiche senza avere responsabilità di fare nulla. Comprensibile dopo trent’anni in cui in un modo o nell’altro è sempre stato al governo. Eppure qualcuno potrebbe non prenderla benissimo, magari proprio i suoi elettori che potrebbero chiedersi se è il caso di votarlo ancora. Sia lui che il PD.  Ma chissà se confermerà il dubbio: Franceschini vota centrodestra?

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Il 20 marzo l’evento “Come la sanità pubblica è diventata un affare privato”

​Il 20 marzo 2025, alle ore 18:30, si terrà l’evento intitolato “Come la sanità pubblica è diventata un affare privato”, organizzato da Stefano Buffagni per presentare il libro “CODICE ROSSO” con le autrici Milena Gabanelli e Simona Ravizza. Questo incontro si propone di analizzare la crescente privatizzazione del sistema sanitario pubblico italiano e le implicazioni che ne derivano per i cittadini. QUI PER ISCRIVERSI La privatizzazione della sanità pubblica in Italia: uno sguardo ai dati Negli ultimi anni, il sistema sanitario nazionale italiano ha subito una progressiva privatizzazione. Secondo dati aggiornati al 2023:​ Il 60% dei fondi sanitari finisce nelle mani di enti privati. Il 50% delle istituzioni che si occupano di malattie croniche è di natura privata.​ Oltre l’80% delle strutture di assistenza sanitaria residenziale è gestito da privati.​ Questa tendenza ha portato a un aumento delle spese sanitarie a carico delle famiglie: il 74,8% delle famiglie italiane sostiene mensilmente costi per visite, assistenza sanitaria e medicinali, e il 5,17% di esse spende oltre il 20% dei propri consumi non essenziali per coprire queste spese. ​ Tra il 2010 e il 2019, la spesa sanitaria nazionale è stata ridotta di 37 miliardi di euro, di cui 25 miliardi derivanti da tagli effettuati tra il 2010 e il 2015 e ulteriori 12 miliardi da un sottofinanziamento rispetto a quanto programmato per il periodo 2015-2019. Al 2022, il gap della spesa sanitaria pro capite con la media dei paesi dell’OCSE è pari a 48,8 miliardi di euro. Questa situazione ha portato 14 milioni di italiani a rinunciare a cure mediche nel 2022, principalmente a causa dei tempi di attesa e dei costi elevati. ​ Parallelamente, la sanità privata italiana ha registrato una crescita significativa, con un fatturato di 10,6 miliardi di euro nel 2022, segnando un aumento dell’8,7% rispetto al 2019. I principali operatori del settore includono il Gruppo San Donato e il San Raffaele, la Humanitas, il Gruppo Villa Maria, il Gemelli e la Kos. ​ L’evento di domani rappresenta un’importante occasione per approfondire queste tematiche, analizzando le cause e le conseguenze della privatizzazione della sanità pubblica in Italia. Sarà un momento di confronto per discutere possibili soluzioni volte a garantire un sistema sanitario equo e accessibile a tutti i cittadini.​ La progressiva privatizzazione del sistema sanitario pubblico italiano solleva questioni cruciali riguardo all’accessibilità e all’equità delle cure mediche. Eventi come questi sono fondamentali per sensibilizzare l’opinione pubblica e promuovere un dibattito costruttivo su come garantire il diritto alla salute per tutti.

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Il nuovo assessore sia scelto tra gli urbanisti  che si sono schierati contro il Salva Milano. 

Il nuovo assessore sia scelto tra gli urbanisti  che si sono schierati contro il Salva Milano. Questo sarebbe un segnale reale di cambiamento.  Facciamo politica e non siamo a Bar Sport dove si può dire tutto e il contrario di tutto senza spiegare il perché. Il sindaco e la maggioranza hanno combinato un disastro. Ma fanno finta di niente. Ma non finisce tutto a tarallucci e vino. Ora si scusino e facciano autocritica vera, cioè si cambino radicalmente le cose. Spieghi qualcuno come ha potuto Oggioni fare tutto quello che voleva senza contrasti e controlli, ci dicano perché è stata nominata recentemente la commissione paesaggio con  gli inquisiti dentro. E come primo segnale, invece che come al solito un fedelissimo, si scelga il nuovo assessore tra gli urbanisti che hanno cercato di contrastare la follia del Salva Milano. Questa sarebbe la dimostrazione che c’è davvero volontà di cambiamento. Se no è come sempre il gattopardismo. Carlo Monguzzi

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Cimiano e le metro milanesi sempre rotte

Cimiano e le metro milanesi sempre rotte. Perché piaccia o no ammetterlo le metropolitane milanesi sono in costante riparazione. Ma non parliamo della manutenzione ordinaria che qualunque infrastruttura complessa deve programmare e attuare a intervalli regolari: si tratta di un vero e proprio continuo di manutenzioni a pezzi. Solo che i pezzi sono sempre più grandi. Eppure i prezzi del biglietto sono esplosi durante le ultime giunte. Però prendiamo ad esempio Garibaldi: in teoria rilanciata dall’arrivo della metropolitana Lilla, la fermata si è trasformata in un esempio di come non fosse possibile avere le scale mobili funzionanti al 100 per 100. Un giorno si fermava una, un giorno si fermava l’altra. Secondo un’intervista sul posto ai tecnici all’opera, il problema era legato alla mancanza di pezzi di ricambio. Un problema incomprensibile visto che la Lilla è costata molto ai milanesi e in teoria è nuova. Però i treni viaggiano con le porte rotte, le scale mobili funzionano a singhiozzo, i negozi di quasi tutte le stazioni sono vuoti o a mezzo servizio. Come comprare una panda del 1990 al prezzo di una Tesla deluxe. Un affare solo per chi ha firmato i finanziamenti pubblici e verrà probabilmente trovato tra qualche anno a fare il dirigente del gruppo del piccolo grande nanerottolo che costruisce le metro a metà e si fa pure ringraziare mentre da Milano incassa prezzi che non troverebbe sul mercato. Per questo riteniamo che sia giusto parlare di Cimiano e le metro milanesi sempre rotte. Perché i tanti che in città ci vengono come se fosse New York (un problema di prospettiva: la maggior dei Comuni italiani si attraversa in mezz’ora a piedi) a far alzare i prezzi di tutto a casa loro al massimo hanno una fermata del treno. Se non è nel paese vicino. Perché se non fosse così si renderebbero conto che una volta le metro funzionavano meglio. Molto meglio. Invece ora ci sono fermate come Garibaldi prima o Cimiano poi che hanno le scale mobili ferme a intervalli regolare e brevi. Cosa dovrebbero fare i milanesi per avere un servizio corrispondente ai soldi che gli vengono prelevati a nastro? Perché non tutti si sentono arrivati rispetto a amici e parenti a casa perché vivono in un posto in cui spendono un sacco di soldi per servizi in realtà scadenti. Milano merita di più.

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Mps-Mediobanca: “Presenza del governo preoccupante: oggettivamente può essere configurata come Roma contro Milano”

“Il tema non è solo Mps-Mediobanca, ma Mps Mediobanca e Generali, lo hanno capito anche i bambini” ha dichiarato il sindaco Giuseppe Sala a Skytg24, commentando la tentata scalata di Monte dei Paschi di Siena. Sul tema il sindaco ha anche chiarito che secondo lui sulla vicenda la “Presenza del governo preoccupante: oggettivamente può essere configurata come Roma contro Milano, almeno così viene percepita a Milano”. Una posizione che ha chiarito alcuni aspetti che potrebbero essere decisivi per la vicenda finanziaria più importante degli ultimi anni. E che sta vedendo consolidarsi gli schieramenti per una battaglia che risulterà asprissima nei prossimi anni.

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